«I giudizi scientifici, espressi spesso sulla base di arbitrarie preferenze individuali, appaiono senza motivazioni; anzi, talvolta essi sono oggettivamente contrari a tendenze scientifiche ben riconosciute internazionalmente». Questo il testo della lettera aperta, firmata da 24 matematici che contestano l’operato della commissione di abilitazione scientifica nazionale del settore concorsuale 01/A2 Geometria e Algebra. Lettera ripresa dalla Stampa di Torino, ma la cui pubblicazione è stata per ora respinta dall’Unione Matematica Italiana. È solo uno degli episodi che stanno arricchendo il “bestiario ASN 2.0”. Ci sono commissioni nominate per rinnovare la valutazione di candidati sulla base del “difetto di motivazione”, che continuano a non esporre in modo chiaro, completo e sintetico le ragioni di non idoneità. Ma il vertice è ratificare a monte che il profilo scientifico di alcuni candidati in un settore concorsuale non è coerente con il settore disciplinare dove soddisfacevano i requisiti, collocandoli invece in quel settore dove non li soddisfano. In questo modo, si evita del tutto la fatica di scrivere giudizi, che siano motivati o meno, poco importa. Benvenuti nell’ASN 2.0.
Sebbene le fantasie anvuriane su ASN 2.0 ambissero a minimizzare sfacciatamente gli interventi dei mortali benché patentati commissari, questi poveri esseri umani, sorteggiati al martirio o latitanti, si stanno ribellando all’impero anvuriano. Saranno questi prodi commissari coraggiosi o gli illustri assenti ad esser ricordati come i paladini della Scienza ? Saranno questi impavidi commissari sorteggiati i prodi cavalieri che con la loro battaglia diedero origine al declino dell’automazione imperiale anvuriana in Italia ? Questo, oggi, non possiamo ancora affermarlo ma certamente, alcuni valenti condottieri, inorgogliti dal loro tanto agognato accreditamento da luminari, anche conquistato mediante un duro addestramento disciplinare unitamente a sottili alchimie bibliometriche, finalmente arbitri assoluti, si sono calati nella loro umanità più smagliante, e nonostante le ambizioni ad una perfetta automazione, oggi, assistiamo invece ad un mediocre spettacolo di ancestrale humanitas, come si può dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio!
Infatti, non è forse compito dei superiori ministeriali anvuriani rispettare le sentenze che applicano la Legge ? In particolare, la sentenza n. 2907/2016 del T.A.R del Lazio, che aveva ordinato ad una commissione in composizione del tutto differente da quella designata dal marchingegno ASN 1.0 di procedere ad una rinnovata valutazione di un candidato sulla base del “difetto di motivazione”? Però i superiori anvuriani hanno lasciato che i loro patentati commissari falcidiassero nuovamente molti validissimi candidati senza quasi nessuna ragionevole motivazione! o meglio: il supremo direttivo anvuriano – che ha il compito esplicito di determinare criteri e metodi di valutazione – ha di fatto lasciato libero arbitrio al triumvirato della valorosa cinquina estratta alla ruota della fortuna concorsuale anvuriana. Infatti, a tale triumvirato si deve riconoscere interamente la gravosa impresa e la smisurata autorità dell’umano giudizio vanificando il sogno anvuriano di una vera automazione: una smaccante risposta al precedente arrogante vaticinio “ASN 2.0: perfetta automazione ?“
Secondo le esatte parole dei giudici però “è necessario che ciascuno dei candidati possa avere sicura contezza dell’avvenuta valutazione delle sue opere e della ragione per cui esse non sono state ritenute degne di giudizio positivo. Occorre, quindi, che le commissioni espongano in modo chiaro, completo e sintetico le ragioni di idoneità o non idoneità all’abilitazione, fondate sull’analitica valutazione degli elementi di giudizio; la legittimità del giudizio negativo deve fondarsi su una valutazione particolarmente attenta e rigorosa nella valutazione (qualitativa) afferente all’apporto individuale nei lavori in collaborazione, alla qualità della produzione scientifica alla collocazione editoriale presso editori o riviste di rilievo internazionale o nazionale.”
Armonizzando queste parole che suonano, forse, troppo legislative, echeggia il commento all’operato di un acusmatico triumvirato; in altre parole, lo stesso concetto è chiaramente espresso nella lettera di protesta che sconcertati (ordinari ed emeriti) matematici hanno scritto come espressione di civile lamentazione:
I giudizi scientifici, espressi spesso sulla base di arbitrarie preferenze individuali, appaiono senza motivazioni; anzi, talvolta essi sono oggettivamente contrari a tendenze scientifiche ben riconosciute internazionalmente.
Tale lettera aperta, che pure risulta commentata nell’articolo di G. Beccaria su Tuttoscienze de La Stampa del 17 Maggio, è stata però messa al bando dall’Unione Matematica Italiana che ha deciso, per ora, di non (sic!) pubblicarla.
Commissioni maggiormente avvezze all’arte valutativa, arte anvuriana per elezione, hanno ratificato a monte che il profilo scientifico di alcuni candidati in un settore concorsuale non era coerente con il settore disciplinare dove soddisfacevano i requisiti e li hanno invece collocati su quel settore dove puntualmente questi non li soddisfano. In questo modo, tali perspicaci triumvirati hanno ovviato all’inconveniente di dover scrivere giudizi, che siano motivati o meno, poco importa. Purtroppo, alcuni settori concorsuali comprendono settori disciplinari parametricamente simili e quindi questo trucco non sempre funziona: per risolvere il problema del “difetto di motivazione” in modo definitivo resta solo il segreto sogno anvuriano della completa automazione.
In conclusione, proprio come nel bestiario di J. Cortázar, questo nuovo bestiario ASN 2.0 popolato da fantasmi – neopatentati commissari – che si materializzano per poi nuovamente svanire nell’indefinito, non sembra proprio esser cambiato rispetto al passato. D’altra parte: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo”.
Chi è immerso nella ricerca non può non intervenire di fronte a certe anomalie. Non è certo un caso che questo avvenga in un settore di punta come geometria e algebra. Sorprende il comportamento dell’UMA che invece di nicchiare dovrebbe alzare la voce per far sì che si smetta di nominare le commissioni in base a numerologie cabalistiche che nulla hanno a che vedere con l’attività di ricerca. Di questo passo avremo un prima fascia che è un ottimo geometra, ma in Comune.
Non mi meraviglia che l’UMI abbia deciso di non pubblicare una lettera di questo tipo, del tutto priva di riferimenti fattuali, come emerge dall’affermazione gratuita secondo cui “i giudizi scientifici” sarebbero stati “espressi spesso sulla base di arbitrarie preferenze individuali”.
Prendete il testo, togliete il riferimento al settore concorsuale e indirizzatelo ad un’altra Commissione: le accuse sporte sono talmente stereotipate e generiche che nessuno si accorgerebbe del cambio!
Non mi pare fosse il caso di scomodare tanti matematici di vaglia per sostenere un prodotto di tale levatura …
E’ del tutto ovvio che la lettera pone una questione sulla metodologia della commissione. E’ altrettanto ovvio che la lettera non poteva essere più esplicita. Ancor più ovvio è che lo spessore dell’iniziativa non può concernere la prosa della lettera bensì i firmatari i quali, essendo di un “certain regard”, danno peso e sostanza al contenuto. Detto più esplicitamente, se Mattarella chiede una legge elettorale, non possiamo rispondere che non serviva tanta levatura per dire una cosa così ovvia. D’altronde lui l’hanno ascoltato, mentre Pino il fruttivendolo lo sta dicendo da mesi e nessuno se l’è “filato de pezza”. Come mai?
La pratica scientifica suggerisce che lo spessore di uno scritto può forse prescindere dalla qualità della prosa, ma certamente si giudica sul contenuto, indipendentemente dall’autorevolezza degli autori.
Se Mattarella chiede una legge elettorale, la sua proposta non è “ovvia”, bensì attuale e concreta.
Quanto alla puntualizzazione sulla metodologia di detta Commissione, il riferimento allo scostamento rispetto ai risultati della VQR vuole forse suffragare un approccio maggiormente orientato ai parametri bibliometrici “un tanto al chilo”? Il dubbio mi pare più che legittimo. E comunque: tale scostamento si era certamente verificato anche nella precedente tornata. Ma allora, stranamente, nessuno ha fiatato. Come mai?
Ho grande stima dei firmatari, se hanno scritto la lettera vuol dire che c’è molta sostanza. Di fatto si tratta della rilevanza dei campi di ricerca, questa non può in alcun modo dipendere dalla cabala dei sorteggi che privilegiano una scuola, magari più popolare, rispetto ad un’altra. Il riferimento alla VQR è menzionato probabilmente per mettere in luce qualche anomalia (del tipo: anche volendo vedere la bibliometria non si capisce come mai…). La descrizione menziona anche una sorta di alchimia con spostamenti di settori dove gli indici non vengono soddisfatti. Una cosa è se lavoro su spazi dei moduli di curve, un’altra se pubblico, per parafrasare/esagerare, su Chaos, Solitons & Fractals. SSe consideri erroneamente un lavoro su M_g di pertinenza in un settore molto citato mi freghi con un trucchetto becero e alquanto fastidioso, è inaccettabile! Peraltro, guarda caso, il settore dei colleghi è in gran parte rappresentativo di quello che potrebbe succedere, sempre per esagerare, alla Mirzakhani (moduli of curves, appunto). La metto nel settore pinco pallino e non passa le soglie. Why not?
Diciamo sempre che Anvur et similia stanno distruggendo l’Università, e questo anche grazie alla colpevole latitanza dell’Accademia. Questa volta c’è finalmente una presa di posizione netta e molto autorevole.
Posizione netta e molto autorevole che non c’è stata in altre occasioni (vedi astensione dalla VQR). E che continua a non esserci. Troppo facile sparare sul “nemico” (chi è poi? L’ANVUR? La Commissione?) a posteriori, e solo nel momento in cui un risultato non ci piace. L’Accademia, quella vera, lavora, a priori, sui principi (e non sui “vizi dei verbali”) e si rivolge alla collettività intera (su presupposti ben più nobili delle solite politiche di settore).
E soprattutto, anziché scrivere lettere, FA COSE.
Dimenticavo: “Se Mattarella chiede una legge elettorale, la sua proposta non è “ovvia”, bensì attuale e concreta.”
1. La proposta di Mattarella è “ovvia”: è palese che serva una legge elettorale. In più è anche attuale e concreta.
2. Anche la lettera dei colleghi è “attuale e concreta”.
Se Mattarella chiede una legge elettorale, la sua proposta è attuale e concreta, perché ha un destinatario ben preciso (il Parlamento) ed uno scopo altrettanto “palese”. Non altrettanto si può dire di certe lettere di protesta (v. sopra).
I firmatari sono talmente prestigiosi ed autorevoli che il loro giudizio si potrebbe accettare anche a “scatola chiusa”, ma che senso ha menzionare la lettera quando ormai i giudizi della commissione non sono più pubblici?