Finalmente ho capito. I tempi sono cambiati ed è ora di adeguarsi. Finiamola con gli arroccamenti su vecchie posizioni. Largo alla meritocrazia, alla valutazione oggettiva, alla pura e ineccepibile efficienza algoritmica e abbandoniamo per sempre l’arbitrio delle scelte soggettive. Appena accettati i dogmi della modernità, subito la mente si apre e le idee fluiscono con facilità, tutto si fa chiaro e più semplice, molto più semplice, e in modo del tutto naturale arrivano le genialate.
Ecco un’idea per rivoluzionare l’intero sistema universitario nazionale: basta esami. Esaminare migliaia e migliaia di studenti tutti gli anni porta via tantissimo tempo e ogni valutazione è comunque tutto sommato piuttosto arbitraria e soggettiva. È il momento di seguire le nuove tendenze anche nel campo della valutazione degli studenti ed entrare finalmente nell’era della meritocrazia, passando a una valutazione veloce e oggettiva.
In tutti gli Atenei si utilizza un test di ingresso che ci viene detto in continuazione avere una correlazione altissima con la carriera degli studenti, un test oggettivo e standardizzato, e allora usiamolo. Si potrebbe calcolare la mediana dei risultati degli studenti al test e promuovere agli esami tutti quelli che superano la mediana, bocciando invece automaticamente quelli al di sotto. Volendo essere più fantasiosi si potrebbe dare 30 agli studenti che hanno fatto molto bene il test, 28 a chi ha fatto il test un po’ meno bene e così via a scalare, componendo a piacimento la distribuzione dei risultati.
Si farebbero tutti gli esami in pochi minuti e raggiungeremmo il 50% di studenti laureati (e tutti in 5 anni giusti!), ottenendo una produttività del sistema notevolmente più alta di quella attuale.
Qualcuno potrebbe obiettare che un parametro di natura statistica non può essere usato per stabilire la carriera scolastica dei singoli, ma sarebbe una critica molto sorpassata che è stata travolta dalle nuove frontiere della valutazione oggettiva oramai di gran moda nel nostro paese. L’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) per stabilire le carriere dei docenti è stata fatta così ed è bene che gli studenti già da giovani si abituino ai piccoli e inevitabili effetti collaterali della meritocrazia. Del resto qualcuno può negare che sarebbero in larghissima parte proprio gli studenti migliori a prendere i voti più alti e i meno bravi a essere bocciati? La correlazione tra i risultati del test di ingresso e la carriera degli studenti è fortissima e incontestabile, proprio come la correlazione tra gli indicatori bibliometrici e la rilevanza delle pubblicazioni scientifiche. Ovviamente, sempre ispirandomi all’ASN, proporrei di comunicare agli studenti le nuove regole solo dopo la fine del test di ingresso.
Ripensandoci però nella mia proposta c’è un difetto, che l’ASN non ha. Utilizzando la mediana dei risultati degli studenti evidentemente sempre e comunque il 50% sarebbe promosso agli esami e invece l’ASN basandosi sulla mediana della categoria superiore permette di avere anche risultati molto più selettivi, e quindi più meritocratici (in alcuni settori “virtuosi” sono arrivati ad abilitare meno del 20% dei candidati).
Ma ecco la soluzione. Facciamo rifare il test di ingresso ai nostri studenti appena laureati e usiamo la loro di mediana. Del resto se uno si vuole laureare è giusto che sia più bravo di almeno la metà di chi laureato lo è già. O no? Comincio ad avere qualche dubbio, ma non perdiamo tempo a pensare, ci sono esperti di valutazione che hanno deciso così e sono seguiti dall’intera accademia italiana e quindi sicuramente sarà colpa mia che non sono abbastanza abile per seguire fino in fondo i loro ragionamenti.
L’Università è un tantino in crisi a causa della mannaia governativa che ci ha relegato tra i paesi del terzo mondo in quanto a investimenti in formazione e ricerca, comunque visto con gli occhi del bambino rimane sempre un ambiente divertente. Altro che “il re è nudo”, il nostro sembra un campo nudisti.
“Utilizzando la mediana dei risultati degli studenti evidentemente sempre e comunque il 50% sarebbe promosso agli esami”
In realtà, no. Se per assurdo tutti gli studenti avessero fatto lo stesso punteggio, nessuno sarebbe sopra la mediana e ci sarebbe uno 0% di promossi.
Più in generale, se l’oggetto di cui si fa la mediana può assumere solo pochi valori discreti (come, così per fare un esempio astratto e slegato dalla realtà, un H-index), si rischia di avere una percentuale di “promossi” significativamente minore del 50%.
Ti ricordo che secondo ANVUR la mediana è una nozione “univoca ma ambigua”. Per cui c’è sempre spazio per correzioni. ;-) https://www.roars.it/anvur-non-potuto-fare-altro/
“Facciamo rifare il test di ingresso ai nostri studenti appena laureati e usiamo la loro di mediana. Del resto se uno si vuole laureare è giusto che sia più bravo di almeno la metà di chi laureato lo è già”. Mi sembra una genialata :-)
Io aggiungerei, che gli studenti NON DOVRANNO MAI SAPERE se hanno risposto bene o male ai quiz (cosa che già avvine in moltI test propinati di già ad alcuni studenti in alcune scuole/facoltà). Questo è assolutamnte in linea con il fatto che l’ANVUR non comunica gli algoritmi usati per caolcolare le mediane e difficilmente da accesso agli atti.
Inoltre, la commssione potra stabilire se la mediana deve essere superata o solo raggiunta con approssimazione variabile.
Il fatto tragico è che in alcune realtà questo è già la prassi.
@Federico
Scusa, ma non puoi affermare che “In realtà, no. Se per assurdo tutti gli studenti avessero fatto lo stesso punteggio, nessuno sarebbe sopra la mediana e ci sarebbe uno 0% di promossi.”. Tu non consideri che “la commssione potrà stabilire se la mediana deve essere superata o solo raggiunta con approssimazione variabile.” :-)
Per portare il discorso su un punto serio o semi serio sugli esami, vorrei dai lettori di ROARS un parere sul numero degli appelli che devono essere a disposizione degli studenti e se l’esame deve essere scritto e orale, oppure solo scritto o ancora solo orale?
Grazie
Paolo
secondo me è una questione prettamente culturale. Gli esami orali in altri paesi sono considerati un’assurdità ma io sono convinto che facciano bene agli studenti, a prescindere dalla valutazione che si riceve. Certo che procedure un pò più snelle aiuterebbero. Io per esempio non capisco a cosa serva la tesi di laurea, soprattutto per le lauree triennali.
V.
In molti casi non esiste già più per i corsi triennali (per es. non mi risulta che esista per Ing. Informatica al Politecnico di Milano).
Non è vero che per essere promossi per l’ASN bisogna avere le 3 mediane se la commissione decide che le tue pubblicazioni non sono pertinenti, anche se l’ANVUR ti ha scelto come esperto nel settore per il VQR e hai partecipato a selezioni del 2008 ottenendo un buon giudizio. Bisogna valutare tutto in modo elettronico eliminando le commissioni!!!!
[…] Basta esami! […]
Come si disse un po’ di commenti fa, la condizione di superare contemporaneamente 2 mediane su 3 è ancora più penalizzante. Le percentuali sono minori del 50%.
Ma l’Anvur dixit che le mediane sono valori minimi. In medio non stat virtus.
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Le immagini sono di Another brick in the wall… :-)
“Puoi liberare te stesso abbastanza da vivere la realtà del mondo mentre la vita scorre davanti a te, con te, e tu ti muovi in avanti con essa? Puoi farlo? Perché se la risposta è no, rimarrai per sempre al punto di partenza, fino alla tua morte. So che potrebbe sembrarvi un’idiozia, ma è di questo che parla la canzone.
Le canzoni mi danno coraggio, credo di scriverle per me stesso, per incoraggiarmi a non accettare un ruolo di protagonista all’interno di una gabbia, per continuare a chiedere a me stesso di partecipare a questa guerra, perché è questo che voglio fare, voglio stare in trincea, non voglio trovarmi al quartier generale o seduto in un albergo da qualche parte.
Voglio essere, voglio rimanere attivo.”
(Roger Waters, autore di Another brick in the wall, a proposito di Wish you were here)