E’ uscito ieri la risposta di ANVUR ai durissimi commenti del CUN sulla prossima VQR. Il documento ANVUR respinge al mittente tutte le osservazioni del CUN, conferma tutti i contenuti del bando, ma chiude dichiarando di “rimanere a disposizione ove il Ministro ritenga di adottare un eventuale atto integrativo delle linee guida di cui al DM 1110/2019″.  L’Agenzia autonoma si mette in “postura propositiva” nei confronti del nuovo Ministro. Lo scenario che si intravede alle spalle del quadretto non promette nulla di buono. In arrivo la sconfessione delle linee guida del ministro Fioramonti? In questo post proviamo a decifrare cosa si sta muovendo dietro le quinte dei botta e risposta tra CUN e ANVUR e degli annunciati interventi di società scientifiche e consulte di area, pilotati con minore o maggiore successo dal Ministro Manfredi.

E’ uscito ieri il “riscontro” di ANVUR ai durissimi commenti del CUN sulla prossima VQR. Il documento ANVUR respinge al mittente le osservazioni del CUN, conferma tutti i contenuti del bando, ma chiude dichiarando di “rimanere a disposizione ove il Ministro ritenga di adottare un eventuale atto integrativo delle linee guida di cui al DM 1110/2019“. Il passaggio è degno di nota. Anzitutto mostra chiaramente che la leggenda di una ANVUR autonoma è per l’appunto una leggenda, cui credono soltanto l’Europa (ENQA), alcuni illustri politologi italiani e una buona fetta degli accademici italiani. L’Agenzia autonoma si mette in “postura propositiva“(1) nei confronti del nuovo Ministro. Tanto più che il ministro Manfredi non è certo oppositivo come il precedente, che aveva firmato un DM che ha scardinato la valutazione per classifiche e pagelle delle due precedenti VQR.

Lo scenario che si intravede alle spalle del quadretto, all’apparenza conflittuale, non promette nulla di buono.

Proviamo a fare uno zoom. Il ministro Fioramonti con il DM ha rotto le uova nel paniere ai pasdaran della valutazione all’italiana: non ci sono più “voti” numerici, ma solo profili di qualità (come in UK!). Questo rompe ogni automatismo tra valutazione e decisioni di finanziamento. E impedisce di fatto l’uso della VQR per iniziative come i dipartimenti di eccellenza. Non a caso, nel modello britannico non c’è spazio per le classifiche di atenei e dipartimenti, che invece sono particolarmente care ai valutatori all’amatriciana nostrani.

ANVUR non digerisce tanto bene il DM firmato Fioramonti e scrive delle Linee Guida che tentano di far rientrare dalla finestra tutto ciò che il DM aveva buttato fuori dalla porta. L’intervento dell’ANVUR è così forte che va in contrasto netto con alcuni dei principi definiti dal DM. Roars lo scrive, ma lo scrive anche il CUN. Niente di più probabile che la balena VQR finisca spiaggiata da qualche sospensiva del TAR prima ancora di partire.

Il Ministro Manfredi ha probabilmente ben chiaro che dare il via in queste condizioni è molto rischioso. Una revisione del DM potrebbe spingere ANVUR a rivedere le linee guida e a evitare il più che probabile contenzioso giudiziario. Per intervenire, il ministro ha bisogno di coprirsi le spalle: si dice che intorno al CUN fervano le attività per spingere le società scientifiche e le consulte di area a prendere posizione per una revisione del DM che contiene le linee guida. Peccato che non tutti giri nel verso giusto. La consulta di Area 10, invece di allinearsi e assumere la postura propositiva, batte tutti sul tempo e scrive un documento che va nella direzione opposta. Appoggio sì al documento del CUN che chiede il ritiro del bando, ma con una proposta ancora più radicale in relazione ai metodi di valutazione: peer review per tutti.

Non è difficile prevedere che altre società scientifiche e consulte di area, a differenza dell’area 10, si affretteranno a mettersi in postura propositiva chiedendo proprio ciò che ANVUR e il ministro Manfredi aspettano con trepidazione che qualcuno chieda: il ripristino dei voti sui prodotti e quindi delle pagelle per gli atenei ed i dipartimenti. Perché il ripristino dei voti è così importante? Ormai nessuno crede più che la VQR pesi davvero nella distribuzione dell’FFO: tutti sanno che la quantità di FFO che sposta la VQR non si discosta molto da una distribuzione proporzionale alla dimensione degli atenei.

Nel grafico per ogni ateneo sono riportati in verde la distribuzione a pioggia, in blu quella meritocratica del MIUR-ANVUR; mentre in arancione è riportato l’ammontare per ogni ateneo del premio/punizione per la qualità della ricerca. Solo 16 atenei su 60 ricevono premi o punizioni superiori al milione di euro. La metà degli atenei (30) si discosta in alto o in basso rispetto alla distribuzione a pioggia per meno di 500mila Euro. Per i dettagli si veda: https://www.roars.it/la-vqr-uno-spreco-il-premio-vale-58-mln-la-gara-ne-costa-almeno-30/

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Ciò che sposta davvero i soldi e permette una gestione “sportiva” e padronale delle risorse pubbliche, sono i dipartimenti di eccellenza. E la VQR disegnata da Fioramonti, proprio perché adotta profili di qualità senza assegnare voti numerici, non è adatta allo scopo.

Se qualche società scientifica farà l’assist, il ministro potrà più facilmente scrivere un DM che preveda punteggi numerici per i singoli prodotti. ANVUR potrà rivedere le linee guida eliminando la previsione delle “percentuali fisse”, stigmatizzata anche dal CUN. Il DM potrebbe anche prevedere una modalità “più meritocratica” di selezione dei membri GEV, come chiesto dal CUN. E a quel punto ANVUR, avendo ripreso in mano il controllo dei GEV, potrebbe rivedere il complicatissimo sistema di paletti che ha inserito nelle linee guida per sterilizzare la estrazione a sorte.

In questo scenario vincono tutti: Manfredi, ANVUR e CUN. La linea post-Gelmini sulla valutazione dei governi di centro-sinistra sarebbe perfettamente restaurata.

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(1) “Postura propositiva” è un’espressione, introdotta da Mario Morcellini nel 2017, che riassume in modo efficace l’atteggiamento di gran parte dell’accademia italiana nei confronti della “cultura della valutazione. Come diceva Morcellini, “Ormai noi siamo in una stagione in cui la fissazione dei paletti della valutazione è diventata un fatto francamente poco reversibile dell’università italiana, anche perché è difficile negare che risultati positivi di questo processo ci siano stati, chiedo a tutti di assumere una postura propositivahttps://www.roars.it/liberta-di-scienza-credo-non-sia-il-momento-giusto-per-rilanciare-una-tematica-di-questo-genere/

Riscontro_ANVUR_a_Parere_CUN_su_bando_VQR_2015-2019

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16 Commenti

  1. A volte, sembra che la storia voglia ripetersi. Nel 2012, Andrea Graziosi, mentre era coordinatore GEV, si era scritto da solo una lettera di sostegno che doveva esssere poi sottoscritta dalle società disciplinari. L’appello sembrava essere un’iniziativa dal basso – tanto più significativa perché spontanea – che Graziosi portava all’attenzione dell’opinione pubblica (sul Sole 24 Ore) per mostrare il sostegno della base.

    Peccato che un’analisi delle proprietà del file Word rivelasse che l’estensore dell’appello era proprio Andrea Graziosi, come da lui stesso successivamente riconosciuto:

    “sono io, e non l’Anvur-Spectre, l’autore della mozione in difesa della terza mediana”
    https://www.roars.it/una-mediana-di-qualita/comment-page-1/#comment-3254

    In altre parole, le società scientifiche avevano sottoscritto un appello pro-agenzia di valutazione il cui estensore era il capo dei loro valutatori.


    https://www.roars.it/di-lotta-e-di-governo-andrea-graziosi-e-il-nuovo-presidente-anvur/

    • No, senza punteggi numerici non c’è modo di produrre una graduatoria *ufficiale*. E diventa anche molto più difficile riproporre la gara dei dipartimenti di eccellenza, proprio perché la necessità di attribuire dei punteggi ex-post rende lampante la natura arbitraria della classifica (e della distribuzione di 1,35 miliardi di Euro). Non è un caso che la reintroduzione dei punteggi sia così cara a qualcuno.

    • Mah, apprezzo naturalmente la serietà e la voglia di combattere di Roars, ma temo che i danni già compiuti siano ormai irreversibili. Che bisogno c’è di classifiche, ci penserà l’ANR a distribuire i soldi a capocchia, senza più nemmeno bisogno di numerologia creativa o di dare giustificazioni. ANR = Cattedre Natta camuffate, è stata abbastanza stupefacente la forte reazione di allora (inaspettata, a quei livelli), ma ancora più assurdo è il silenzio attuale.

    • A dire il vero, l’area 10 non è rimasta in silenzio e lo abbiamo sottolineato nel post. Abbiamo ragione di credere che altre società disciplinari (o aree) stiano per assumere la “postura propositiva”. Per chi è consapevole dei danni e non ama certe posture, potrebbe essere il momento di far sentire la propria voce. Senza negare l’anomalia di ANR e la continuità con le precedenti politiche (franco giustamente ricorda le cattedre Natta), la partita della VQR ha un suo peso, anche sul piano simbolico.

    • Io sono pronto a tornare sui tetti, non vedo altre possibili iniziative, ma che, ci salgo, da solo?

  2. Niente di buono. Nessuno disposto a dire basta a tutte queste terribili sigle il cui impatto sulla vita degli studenti e, quindi, del Paese, è disastroso. Quello che è importante alla fine è quanto riusciamo a trasmettere: di certo stiamo trasmettendo lezioni di opportunismo, nella speranza di sopravvivere. L’università è uccisa, asservita, di fatto non funziona più se non per permettere a qualcuno di fare rapida carriera.

  3. Non sono persona cui piace sfilare in manifestazioni, ma ho firmato talmente tante petizioni senza alcun esito, che credo siano proprio necessarie. O alcuna altra forma che permetta di aggregare persone che non approvano e possano apertamente vedersi, confrontarsi. Ciò che è stato creato in questi anni è orrendo, ha ripercussioni sul lavoro ed anche sulla salute delle persone.

    • Non ho più soldi per questo, né per fondi di ricerca, né per gli scatti biennali. Ho avuto eccellente tanto alla prima quanto alla seconda VQR. Ma i giudizi erano dati da persone dell’area di ricerca, ora che succederà?

    • Nel mio ateneo è in uso un algoritmo che distribuisce i fondi ai dipartimenti sulla base anche dei risultati VQR. A cose come queste mi riferivo. Se togli i punteggi e li sostituisci con profili di qualità di area, non sarà più così facile costruire algoritmi a livello locale.

  4. Spero di sbagliarmi, ma temo la spalla sarà l’area 9… Sono pur sempre quelli da cui è arrivata la proposta di amplificare la “misura”, a prescindere da quanto basso fosse il rapporto segnale / rumore, pur di avere una classifica bella sgranata.

  5. Nel frattempo Conte ha appena dichiarato che sono state fatte 2 operazioni importanti, diviso ministero in 2 e investiti 100milioni di euro per posti di ricercatore e carriera x associati. 100 sono bruscolini! Beh un altro passo sarebbe dividere il ministero in 3. O ancora meglio varare una bella riforma. Nel mentre Zingaretti dice istruzione, ambiente etc. Ma antepone sempre alle altre e come prima parola: sviluppo. Quindi intanto finanziamo confindustria e affini (il nuovo presidente di conf., probabile, vorrà rilanciare la manifattura – sempre a nostre spese naturalmente-). Poi a cascata, Alitalia etc. etc. poi alla fine (poca acqua e fichi secchi) i vigili del fuoco ah non dimentichiamo la sanita… Magari i quattrini li chiedesse alla Ferrero visto che in Italia non paga le tasse. Certo tutto regolare applicano la legge. Soros ha investito un miliardo, confindustria i miliardi li chiede. Infatti il destino dell’Italia dipende non dal destino della ricerca e istruzione superiore, ma dall’arricchirsi del confindustriali a spese dei vari governi (progressisti, renziani, berlusconiani etc.) non cambia niente. Valete comites

  6. Nel frattempo il Ministro Azzolina parla della sospensione didattica nelle scuole e i giornalisti scrivono che chiudono le università. O i giornalisti sono incapaci di intendere oppure il Ministro dell’istruzione scolastica quando parla di scuola intende anche università e parla a nome del Ministro Manfredi. Non so cosa sia peggio.

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