Segnaliamo ai lettori il documento del CUN dal titolo “Analisi introduttive del Consiglio Universitario Nazionale a proposito dei settori ERC”.
All’On.le Ministro
Sen. Prof.ssa Stefania GIANNINI
S E D E
Prot.n. 0013451
Spedito il 26 maggio 2016
OGGETTO: Analisi introduttive del Consiglio Universitario Nazionale a proposito dei settori ERC
(European Research Council). Genesi, finalità e livello di applicazione di un modello
Adunanza del 25 maggio 2016
IL CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE
PREMESSO
che un’adeguata classificazione dei saperi rappresenta uno degli elementi fondamentali in grado di promuovere le scienze, con importanti ricadute culturali,
RICORDATO
che nell’esercizio delle competenze consultive e propositive che gli sono espressamente assegnate dalla normativa vigente, in materia d’articolazione e sistemazione del sapere scientifico accademico in settori disciplinari e concorsuali, ha reso numerose pronunce, tra le quali si richiama in particolare il parere generale del 4 novembre 2009,
CONSIDERANDO
che i «settori ERC», ovvero l’articolazione e sistemazione dei saperi scientifici sulla base di criteri definiti a livello europeo, stanno acquisendo una crescente rilevanza anche a livello nazionale, per effetto di disposizioni normative, sia vigenti sia annunciate, che ad essi riconducono la capacità di orientare le valutazioni funzionali al reclutamento o alla progressione nei ruoli del personale docente e ricercatore, e contribuiscono inoltre a creare una nuova geografia dei saperi con ricadute sull’attività di ricerca e sulla didattica,
RITIENE OPPORTUNO
contribuire alle riflessioni sollecitate dai frequenti riferimenti ai settori ERC ricordando la genesi, le finalità e il livello di applicazione nel contesto internazionale e nazionale dei suddetti settori.
L’European Research Council Expert Group (ERCEG) fu convocato per la prima volta nel 2002, sotto la Presidenza danese della Commissione Europea, con la finalità di proseguire e aggiornare le linee d’attività antecedentemente poste in essere dall’European Research Area (ERA) (https://erc.europa.eu/about-erc/history). Nel 2005, con il supporto delle comunità politiche e scientifiche, fu proposta l’istituzione dell’European Research Council mediante il finanziamento dell’Ideas Programme all’interno della disponibilità economica del Seventh Framework Programme (2007-2013). L’ufficialità dell’ERC fu sancita nel 2007, nell’ambito della conferenza inaugurale di Berlino sotto la Presidenza tedesca della Commissione Europea. Sempre nel 2007 fu pubblicato il primo bando per progetti di ricerca ERC Starting grants, con la sottomissione di circa 10.000 proposte. I progetti ERC Starting grants furono allora, per la prima volta, suddivisi in tre grandi aree (domini di ricerca) Social Sciences and Humanities – Mathematics, Physical Sciences, Information and Communication, Engineering, Universe and Earth Sciences – e Life Sciences, a loro volta suddivise, rispettivamente, in 5, 8 e 7 sub-aree (panel).
Cronologicamente, fu questa la prima applicazione a livello europeo dei cosiddetti settori ERC, con la finalità d’identificare/classificare i progetti di ricerca. Successivamente al 2007, la struttura organizzativa dell’ERC si completò, anche incrementando il numero dei componenti, e i bandi per progetti di ricerca ERC assunsero un carattere frequente e costante, con la disponibilità di risorse finanziare ad hoc, ivi inclusa una parte cospicua dei fondi dell’EU Framework Programme for Research and Innovation, Horizon 2020. Ad oggi il Consiglio Scientifico, organo di governo ERC, è composto da 20 scienziati e studiosi di chiara fama. I membri sono nominati dalla Commissione Europea su indicazione di un comitato indipendente (https://erc.europa.eu/about-erc/organisation-and-working-groups).
Rispetto alla prima data d’applicazione (2007), l’articolazione dei settori ERC per l’identificazione/classificazione dei progetti di ricerca è notevolmente progredita, anche come logica conseguenza della continua evoluzione delle acquisizioni scientifiche.
Sul piano generale, in una delle occasioni più recenti d’applicazione (ERC Frontier Research Grants, 22 October 2015) i 3 domini di ricerca (Social Sciences and Humanities – Physical Sciences and Engineering, nel 2007 denominato Mathematics, Physical Sciences, Information and Communication, Engineering, Universe and Earth Sciences – e Life Sciences), sono articolati, rispettivamente, in 6, 10 e 9 panel, e 79, 165 e 101 descrittori (keywords). Un’analisi comparativa di tale evoluzione pone in rilievo come il livello d’articolazione non solo si sia modificato anche con cadenza annuale, ma anche (e soprattutto) come esso non si sia sviluppato omogeneamente nei tre domini di ricerca.
Da una comparazione tra i bandi ERC Frontier Research Grants 2014 e 2015 è possibile osservare come, ad esempio, per il dominio di ricerca Social Sciences and Humanities il panel SH1 sia evoluto da Markets, Individuals, and Institutions a Individuals, Markets, and Organisations, con una variazione dei relativi descrittori, e come descrittori del tipo sustainability science, geography, regional studies and planning siano stati usati per caratterizzare panel differenti. Come ulteriore esempio specifico, può essere citato lo sviluppo e l’evoluzione delle cosiddette discipline meta-omics del panel LS2 Genetics, Genomics, Bioinformatics and Systems Biology (dominio di ricerca Life Sciences).
L’articolazione in panel ha dunque raggiunto livelli molto dettagliati per alcuni ambiti di ricerca, risultando invece piuttosto sommaria per altri, e l’identificazione mediante descrittori (Keywords) non è stata uniformemente capillare. L’applicazione, articolazione e sviluppo dei settori ERC è stata, tuttavia, funzionale alla missione dell’European Research Council e ai principi che ne hanno determinato l’istituzione.
In linea generale, l’ERC ha infatti la missione di favorire la qualità più elevata (the best of the best) della ricerca in Europa, mediante finanziamenti competitivi, e di sostenere la ricerca di frontiera in tutti i settori, sulla base dell’eccellenza scientifica (https://erc.europa.eu/about-erc/mission). La definizione di ricerca di frontiera riflette una concezione innovativa della ricerca di base. Da un lato, è enfatizzato come la ricerca di base nel campo della scienza e tecnologia sia fondamentale per lo sviluppo economico e sociale e, dall’altro, è affermato che la ricerca, sia all’interno e sia al di là delle frontiere della conoscenza, è un’iniziativa dall’elevato potenziale, d’impatto (ground-breaking) e caratterizzata dall’assenza di confini disciplinari, e come essa costituisca una sfida per lo scienziato che la intraprende. Essendo di natura investigator-driven o bottom-up, l’approccio ERC consente ai ricercatori d’individuare nuove opportunità in qualsiasi campo della ricerca, senza alcun vincolo dettato da priorità di natura politica. Questo approccio assicura che i fondi siano incanalati in nuove e promettenti aree di ricerca, mantenendo un elevato grado di flessibilità. Il modello ERC mira non solo a finanziare la ricerca, ma, nel lungo periodo, a rafforzare e modellare il sistema di ricerca europeo. Il processo peer review, la creazione di riferimenti internazionali di successo, e la costante disponibilità d’informazioni su chi sta riuscendo e perché, sono i pilastri per il raggiungimento dell’obiettivo.
È in questo contesto che i settori ERC trovano l’unica ed efficace applicazione. Per il modello ERC è, infatti fondamentale un rigoroso e trasparente processo peer review che, mediante domini (aree), panel (sub-aree) e descrittori (keywords) ERC, consenta, da un lato, l’efficace e non ambigua identificazione dei progetti di ricerca e, dall’altro, permetta l’appropriata selezione di esperti valutatori, creando una canalizzazione/appaiamento progetto-valutatore senza soluzione di continuità. Ed è unicamente con le medesime finalità, sebbene in maniera meno capillare e probabilmente meno efficace, che il sistema di valutazione della ricerca italiano ha fatto e fa uso dei settori ERC per identificare/classificare proposte progettuali, prodotti della ricerca e valutatori peer review. Quali esempi possono essere citati i bandi per Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN, 2015) e Scientific Independence of Young Researchers (SIR, 2015), e il processo di Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR, 2011-2014).
È perciò difficile ipotizzare che il modello ERC possa essere efficace nella descrizione del profilo scientifico di un ricercatore, per sua natura complesso, e possa in alcun modo sostituire il livello di connotazione dei settori scientifico-disciplinari, ad oggi utilizzati nel sistema italiano di classificazione dei saperi scientifici, che ha dirette ricadute sul reclutamento, sull’attività didattica e sull’ordinamento dei corsi di studio.
Il Consiglio Universitario Nazionale ricorda infine che un sistema di classificazione dei saperi scientifici basato su criteri di omogeneità, che teneva conto delle specificità dell’organizzazione della ricerca e didattica nel contesto nazionale, fu a suo tempo (Parere Generale 4 novembre 2009, vedi allegati), proposto dal CUN in accordo con la Comunità Accademica, riscontrando alcuni elementi di similitudine con i settori ERC. Nel disegno delineato dal CUN, ogni Docente è identificato mediante una serie fissa (Macro-aree, Aree, Macro-Settori Scientifico Disciplinari, Settori Scientifico Disciplinari, Descrittori Scientifico Disciplinari) e una serie variabile di parole-chiave. In particolare, le parole-chiave della serie variabile o Indicatori di Attività Scientifica, sono proposte dal Docente, sulla base della propria competenza scientifica e nell’ambito di una lista in inglese predeterminata e regolarmente aggiornata rappresentando uno strumento in grado di fornire flessibilità, internazionalizzazione e identificazione che trova una qualche sovrapposizione e affinità d’applicazione con i descrittori (keywords) del modello ERC.
IL PRESIDENTE
(Prof. Andrea Lenzi)
Allegati n. 2: Parere generale n. 7/2009 con elenco macroaree CUN e relative aree CUN corrispondenti;
Elenco parole chiave (Key Words CUN).