Documento del 12 maggio 2011 che affronta una questione di grande rilevanza, spesso assente nel dibattito corrente.

Audizione Travi

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2 Commenti

  1. Il testo presenta alcuni errori di fondo, di cui quello più macroscopico sta nella definizione di Publish or perish come banca dati privata (publish or perish è uno strumento di analisi, liberamente accessibile a tutti, che utilizza i dati di Scholar con tutti i relativi problemi sulla loro affidabilità)e di Scopus come banca dati indipendente. Scopus è una banca dati accessibile a pagamento, di proprietà dell’editore Elsevier, uno dei (pochi) grandi monopolisti dell’editoria scientifica internazionale. Il medesimo editore (Arnold, SIAM, in diversi studi e articoli ha sottolineato i meccanismi in atto presso Elsevier per incoraggiare le citazioni alle proprie riviste)pubblica le riviste e lo strumento che ne valuta gli articoli in termini di citazioni. E paghiamo entrambi a caro prezzo. Cosa c’è di indipendente in tutto ciò?
    Ma forse il difetto maggiore del documento sta nell’equazione indici bibliometrici = IF, h-index e numero delle citazioni. Non tutti gli indici sono uguali, gli studi sulla bibliometria evolvono, anche come ripensamento dei problemi emersi dall’utilizzo degli indici più diffusi in altri sistemi nazionali.

    • La precisazione di Paola Galimberti mi sembra importante, e mostra che probabilmente c’è uno scarto tra la discussione pubblica su questi temi e la riflessione degli addetti ai lavori. Uno scarto che questo sito nasce per colmare, mi sentirei di aggiungere. Vorrei anche sottolineare il problema del conflitto di interessi che emerge in questo caso nell’operato di una casa editrice. Conflitti del genere non sono sconosciuti alla nostra società – pensate alle società di rating – e questo non è un bene. Forse sarebbe una buona idea ragionare sui modi in cui queste distorsioni si potrebbero correggere.

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