Siamo lieti di presentare Università 3.0 – Quattro anni vissuti pericolosamente, un libro che raccoglie e commenta alcuni dei più significativi articoli apparsi su questo blog per raccontare l’università post-Gelmini osservata con l’occhio critico (e ironico) della Redazione di ROARS.
Frutto del lavoro congiunto di tutta la redazione (coordinato da Marco Viola), il libro ospita e sistematizza alcuni contributi scritti da noi redattori e apparsi (anche) sul nostro blog, con l’aggiunta di un articolo a firma Pietro De Nicolao e due articoli a firma di Federica Laudisa.
L’organizzazione per capitoli, pur non ambendo a fornire in sole 240 pagine una “storia totale” dell’università e della ricerca, mira a offrirne un quadro il più poliedrico possibile.
L’editore (eCommons) ha messo a disposizione il libro sia in formato cartaceo che in formato elettronico.
Informazioni editoriali
La collega Giannini a Repubblica ci sta ripetendo “Rispettando la Costituzione, assumiamo sulla base di due criteri fondamentali: il concorso nazionale e l’eliminazione del precariato storico”. Parliamo, per ora, del primo criterio. Così fondamentale che ce ne siamo dimenticati, da Gelmini in poi, nell’assunzione dei professori universitari – col sostegno di tutti, o quasi, in prima fila i 40-45enni che qualche anno si fa agitavano contro la legge Gelmini. Perché in realtà il concorso nazionale non c’è se non per le procedure cosiddette “selettive” (sempreché non siano ridotte a burletta), mentre le “valutative” sono semplici chiamate interne. Chiamate interne (è il caso di dirlo) di chi non ha MAI fatto un concorso, perché l’abilitazione nazionale NON è una valutazione comparativa. Occorre aggiungere altro? Avanti così, facciamo quello che ci pare; ai diseredati dei PAS e dei TFA, dopo avergli vampirizzato tremila Euro, proponiamo il “costituzionale” concorso; a casa nostra (“casa loro”, direi) dolci scivolamenti verso la tenure, ben lubrificati da un’accademia senza pudore.
Sarebbe bello capire cosa ci aspetta nel prossimo futuro con “la buona Università”.
Vedendo gli invitati agli incontri tematici del PD prevedo una riforma che conterrà un mix tra rivendicazionalismo, aziendalismo e statalismo:
“Soldi non ne abbiamo, ma vi facciamo ugualmente diventare tutti professori. Però sarete poco pagati e se non servite più vi licenzieremo, utilizzando i CDA Universitari (i cui membri saranno di nomina politica) ed i commissari straordinari rettorali (che sostituiranno i rettori nelle Università non virtuose)”.
Caro Salasnich, lei ha perfettamente ragione nell’attendersi il peggio. Le nostre afferenze disciplinari sono diverse, ma credo che anche lei provi orrore già per l’etichetta “buona Università”, degna di un populismo castrista, ma dal volto disumano. Quanto ai CDA: non c’è da temere più che tanto la nomina politica – le faccio presente che su tre membri esterni di un certo CDA universitario due sono rispettivamente il Vicepresidente e un componente del consiglio di amministrazione di una medesima fondazione privata (chiunque lo può constatare ai seguenti link: http://www.fondazionemasi.com/immagini/pdf/FM_Profilo2014_IT.pdf e https://www.univr.it/documenti/PersonaEsterna/curr/curr175169.pdf). Silenzio tombale, comunque, su questa come su altre situazioni di palese incompatibilità.
Perciò, cosa possiamo attenderci? Sono più vecchio e più esperto di lei, e mi attendo solo di fare qualche altra risata.
[…] Il nuovo libro di ROARS, università 3.0 “che raccoglie e commenta alcuni dei più significativi articoli apparsi su questo blog per raccontare l’università post-Gelmini osservata con l’occhio critico (e ironico) della Redazione di ROARS. Frutto del lavoro congiunto di tutta la redazione (coordinato da Marco Viola), il libro ospita e sistematizza alcuni contributi scritti da noi redattori e apparsi (anche) sul nostro blog, con l’aggiunta di un articolo a firma Pietro De Nicolao e due articoli a firma di Federica Laudisa.” Il libro si legge a questo link. […]
Il Manifesto dedica quasi una pagina ad una recensione di Università 3.0 scritta da Roberto Ciccarelli, da anni attento osservatore del mondo dell’istruzione ma anche dei fenomeni della precarietà intellettuale, il quale discute il libro ed il fenomeno Roars (“piccolo vascello che combatte le corazzate dei quotidiani e delle Tv mainstream”) nel quadro più generale dei mutamenti che stanno investendo il mondo dell’università.
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“È utile leggere i contributi raccolti dalla redazione Roars, il magazine online sulla ricerca più letto in Italia, raccolti nel volume collettaneo Università 3.0. Quattro anni vissuti pericolosamente (Ecommons, pp.236, euro 20, a cura di Marco Viola). Roars è nato dopo la mobilitazione contro la riforma Gelmini. In quattro anni ha sviluppato una critica del sistema universitario neoliberista, occupandosi di valutazione, merito e di tutte le bufale sull’occupazione e l’istruzione. Piccolo vascello che combatte le corazzate dei quotidiani e delle Tv mainstream.Roars affronta le ambivalenze del potere baronale, l’harakiri del diritto allo studio, dimostra che la ricerca italiana resiste nonostante tutto, irride la sit-com sugli studenti italiani «lazzaroni» e «choosy» imbastita dai baroni eletti a ministri e dagli editorialisti che parlano solo dei figli altrui. Un fact checking permanente che decostruisce il regime della falsificazione di massa, come la stessa idea che si possa restaurare l’università dell’età dell’oro.”

http://ilmanifesto.info/universita-il-populismo-di-un-sistema-feudale/
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‘Roars’, il ruggito dell’università: una recensione di Claudio Barchesi su “Almanacco della Scienza”, il quindicinale a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
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“La redazione di ‘Roars’ sostiene l’idea che sia necessario tornare a investire sulla ricerca per rilanciare il paese e che occorra riportare i finanziamenti pubblici a livelli almeno pari alla media dei paesi Ocse, e tornare a investire in questa direzione potrebbe essere strategico per un ritorno alla crescita economica.”
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http://www.almanacco.cnr.it/reader/cw_usr_view_recensione.html?id_articolo=6512&giornale=6467
[…] Siamo lieti di presentare Università 3.0 – Quattro anni vissuti pericolosamente, un libro che raccoglie e commenta alcuni dei più significativi articoli apparsi su questo blog per raccontare l’università post-Gelmini osservata con l’occhio critico (e ironico) della Redazione di ROARS. Frutto del lavoro congiunto di tutta la redazione (coordinato da Marco Viola), il libro ospita e sistematizza alcuni contributi scritti da noi redattori e apparsi (anche) sul nostro blog, con l’aggiunta di un articolo a firma Pietro De Nicolao e due articoli a firma di Federica Laudisa. L’organizzazione per capitoli, pur non ambendo a fornire in sole 240 pagine una “storia totale” dell’università e della ricerca, mira a offrirne un quadro il più poliedrico possibile. L’editore (eCommons) ha messo a disposizione il libro sia in formato cartaceo che in formato elettronico. https://www.roars.it/universita-3-0-il-libro-di-roars/ […]
[…] “Università 3.0″, il libro di ROARS […]