Il 31 ottobre Coalition S ha pubblicato la proposta Towards responsible publishing che raccoglie una serie di principi sul futuro della comunicazione scientifica in cui le comunità disciplinari si riappropriano della ricerca e dei processi per la sua disseminazione e validazione.
Nei mesi scorsi abbiamo osservato come Coalition S (una coalizione di enti di finanziamento della ricerca) abbia deciso di non accettare più articoli pubblicati con i contratti trasformativi a partire da fine 2024 avendo anche verificato la loro inefficacia nel raggiungere la trasformazione del sistema ‘pay per read’ in un sistema ‘pay per publish’.
Si tratta di un fallimento annunciato perché fin da subito è risultato chiaro che l’attuale sistema in cui si paga per leggere E per pubblicare non avrebbe fatto altro che drenare fondi pubblici senza modificare il modello di business. Ma non si tratta solo del fatto che solo una minima parte delle riviste ha modificato il proprio modello diventando interamente open access, tutti i problemi dell’attuale sistema della comunicazione scientifica sono rimasti invariati: la crescita incontrollata dei costi delle APC, le disuguaglianze fra paesi che possono permetterisi di pagare e paesi che non possono farlo, la mancanza di trasparenza dei processi di validazione, la dipendenza dal brand per le progressioni di carriera e il ruolo di gatekeeper esercitato dagli editori commerciali che hanno portato solo quest’anno a parecchie dimissioni di editorial board.
Il Consiglio dell’Unione Europea aveva già espresso questa primavera la propria posizione favorevole allo sviluppo della scienza aperta, di infrastrutture pubbliche gestite dalle comunità disciplinari e il sostegno a modelli di pubblicazione accademica senza scopo di lucro (diamond open access).
Il 31 ottobre Coalition S ha pubblicato la proposta Towards responsible publishing che raccoglie una serie di principi sul futuro della comunicazione scientifica in cui le comunità disciplinari si riappropriano della ricerca e dei processi per la sua disseminazione e validazione:
- gli autori sono responsabili della disseminazione delle proprie scoperte
- tutti i risultati della ricerca sono condivisi immediatamente e accessibili
- i processi di controllo della qualità sono a carico delle comunità scientifiche, sono aperti per garantire la attendibilità dei risultati della ricerca
- tutti i risultati della ricerca possono essere presi in considerazione nei processi di valutazione
- gli stakeholder si impegnano a supportare la sostenibilità e la diversità dell’ecosistema editoriale scholar-led
Le precedenti azioni di Coalition S erano state criticate perché si diceva mancasse una vera consultazione delle comunità scientifiche, per cui questa volta, col supporto di Research consulting limited e del CWTS (Leiden) la coalizione ha avviato una consultazione che si concluderà ad aprile 2024 e i cui risultati serviranno eventualmente ad emendare la proposta.
Il documento di Coalition S mette anche ben in rilievo il perché un cambiamento del sistema sia necessario:
- i modelli editoriali in atto sono fortemente iniqui
- la condivisione dei risultati della ricerca viene inutilmente ritardata
- non si sfrutta appieno il potenziale della peer review
- la connessione tra gatekeeping editoriale e gli incentivi alla carriera accademica sta danneggiando la scienza
Si tratta di una proposta piuttosto radicale che mira in maniera decisa alla realizzazione di un ecosistema aperto e trasparente gestito dai ricercatori e indipendente dall’ingerenza editoriale. Sarà interessante vedere le reazioni dei ricercatori e quelle dei grandi editori, anche in relazione a quanto la Commissione Europea sta facendo sulla riforma della valutazione della ricerca.
Forse occorrerebbe prendere atto che non bastano delle dichiarazioni di intenti, ancorché condivisibili sul piano dei principi, per cambiare un mercato. Occorrerebbe agire su un insieme di nessi, collegamenti e vincoli economici, non tutti sotto il controllo pieno della comunità scientifica. Io vorrei vedere la fine della fase degli appelli e delle dichiarazioni per affrontare il problema concreto di chi fa cosa e con che risorse economiche. E con quali conseguenze sull’ organizzazione del lavoro nel mondo della ricerca.
potremmo cominciare nelle commissioni ASN a chiederci come fanno certi non strutturati a pubblicare fino a 30 paper all’anno come primo o ultimo autore.
Già. Bisognerebbe chiedersi come mai abbiamo addirittura organizzazione di convegni … bravissimi?
Che dire di dottorandi o appena addottorati che fanno le pulci agli articoli che vengono presentati in talune riviste con giudizi da prof. maldisposto ed anche poco informato?
Se parli dei predestinati, non sei lontano dalla verità.
Ora c’ è una ricerca dei giovani e gli anziani competenti devono lavorare per favorire i predestinati e i bulli delle facoltà.