Come abbiamo già più volte evidenziato in precedenti post (vedi link 1, link2, link3), il TFA si è rivelato una vera e propria debacle del Miur e dei suoi organismi dirigenti. Nel tentativo di mettere una pezza il Ministro ha lodevolmente deciso di pubblicare la lista degli esperti che hanno redatto in modo così disastroso i quesiti. E non avevamo mancato di notare le stranezze di questi esperti, specie in merito alla loro distribuzione geografica (vedi link 4), in attesa che qualche parola di chiarimento potesse giungere da chi di dovere. Ma lungi dal farsi il quadro più chiaro, esso finisce per oscurarsi ancor di più, in quanto pare che non tutti gli esperti fossero a conoscenza di essere stati nominati tali con l’apposito decreto “direttoriale” (e non “ministeriale”, come ha tenuto a precisare l’ex Ministro Gelmini, per scaricarsi di ogni responsabilità). Di ciò ne è prova la mail ricevuta da Giuseppe Micheli, che qui riporto integralmente:
Caro Collega,
Ti giro il messaggio da me inviato poco fa alla dott.ssa Stellacci del MIUR a proposito della lista degli “esperti” che hanno preparato i quesitiper l’accesso al TFA. Sul sito ROARS hai dato – giustamente – ampio spazio alla questione, ed hai parlato di “strani esperti” del MIUR… Ebbene, mi sono trovato – con mia somma sorpresa – nell’elenco di questi “strani esperti”, senza però averne mai saputo nulla… Per questo ho scritto alla dott.ssa Stellacci che per incarico del Ministro ha coordinato la commissione ministeriale di verifica dei test. Non mi aspetto nulla, naturalmente: non chiedo un decreto che tolga il mio nome dal decreto “direttoriale” del 5 agosto 2011! Ma faccio però alcune riflessioni: 1. non è così che si organizza un gruppo di lavoro cui si affida un compito così delicato; 2. se si decide di rendere noti – come è giusto – i nomi dei componenti il gruppo di lavoro, ci si accerti prima di chi vi ha effettivamente preso parte, e si sia trasparenti fino in fondo; 3. e poi non vorrei che qualche collega storico della filosofia mi ritenesse responsabile della domanda su Amafinio: nemmeno io – lo confesso – sapevo chi fosse…
Cordiali saluti.
Giuseppe Micheli
Ed ecco la lettera che Giuseppe Micheli ha scritto alla dott.ssa Lucrezia Stellacci, del Miur:
Gentile dott.ssa,
ho scoperto in questi giorni con mia viva sorpresa che il mio nome compare fra i componenti del gruppo di lavoro costituito presso il Ministero “con il compito di predisporre gli item della prova preliminare di accesso al TFA”.
In realtà, circa un anno fa, avevo sì manifestato la mia disponibilità, ma nessuno mi ha mai comunicato la nomina, né mi ha trasmesso copia del decreto, né – soprattutto – sono mai stato convocato o invitato a partecipare ad una qualche riunione in presenza o anche solo telematica: un gruppo di lavoro si suppone lavori in gruppo, se non altro per definire i criteri o per un qualche confronto sul lavoro da svolgere e, poi, un qualche controllo sul lavoro svolto; ma nulla di tutto ciò.
Ovviamento non ho predisposto nessun quesito per nessuna classe concorsuale, né ho visto i quesiti proposti o collaborato in un qualche modo alla loro stesura, tanto che, in data 20 luglio u.s., quando i contenuti dei test hanno cominciato ad esser resi noti – nella mia qualità di delegato al coordinamento in materia di TFA per l’Ateneo di Padova e di membro per il Veneto del gruppo di lavoro costituito presso la CRUI – ho scritto al Sottosegretario Elena Ugolini chiedendole (proprio così!) a chi mai avessero affidato la preparazione dei test…
Ora, vedermi nella lista degli ‘esperti’ che hanno confezionato i quesiti, e ritenuti dall’opinione pubblica responsabili della prova di inadeguatezza offerta in questa occasione dal Ministero, comprenderà che mi secca alquanto; qualche collega storico della filosofia potrebbe ritenermi responsabile della domanda su Amafinio… che – confesso – nemmeno io sapevo chi fosse!
Ma più in generale, da un lato, non mi sembra che sia così che si costituisce un gruppo di lavoro ministeriale per svolgere un compito così delicato; dall’altro, non mi sembra sia stato corretto pubblicare l’elenco dei membri del gruppo senza una verifica della loro effettiva partecipazione ai lavori.
La ringrazio comunque per l’attenzione e La saluto molto cordialmente.
Giuseppe Micheli
Delega al coordinamento e alla rappresentanza dell’Ateneo in materia di Tirocini Formativi Attivi – TFA
Quanto è accaduto a Giuseppe Micheli è l’unico caso? Non pare, stando ad altre testimonianze, che però rimangono anonime. Ma forse qualcun altro prenderà coraggio e farà outing, se non altro per allontanare l’infamia da se stesso. Una cosa sembra emergere con certezza – in attesa di spiegazioni che dissipino le nubi oscure – ed è l’approssimazione, l’imperizia e il dilettantismo con cui è stata condotta l’intera operazione. E’ mai possibile che in quella che si ritiene la settima potenza economica del mondo non si sia capaci di organizzare in modo decente una prova di ammissione basata su quesiti a risposte multiple? E’ questa la “società della conoscenza” di cui l’Italia aspira a far parte? E infine, la domanda delle cento pistole: ma allora, chi ha mai scritto questi quesiti?
* * *
P.S. Intanto ci è giunto un interessante documento della collega Bianca Maria Lombardo che getta luce sul modo in cui si è proceduto nella revisione dei quesiti da parte della Commissione nominata dal ministro e che fa delle interessanti considerazioni in merito a quanto da noi scritto nei precedenti post.
tutto questo non mi meraviglia
avete provato a leggere il bando per i supervisori TFA? Se avessero scritto nomi e cognomi sarebbe stato più onesto
il servizio svolto per decenni nella scuola praticamente non vale, tanto meno esperienze quotidiane di lavoro in classe
nel concorso a presidi s’è dovuto rispondere a domande tipo: qual’è la misura dello schermo televisivo? Mia figlia mi guardava allibita…
come ci siamo ridotti…
e ci sono pure colleghi che di fronte allo sfascio più totale rimpiangono la Gelmini (sic)
Spettabile redazione di ROARS,
la lettera inviata dalla prof. Lombardo non fa che confermare quanto denunciato in queste settimane dai candidati ammessi nella prima graduatoria; gli abbuoni a tappeto del ministero hanno colto di sorpresa perfino gli stessi docenti che hanno ‘verificato’ i test.
Con la revisione ministeriale dei test TFA si è prodotto qualcosa di inaudito, si è calpestato il merito e l’impegno di tanti giovani come noi che, superato il test in prima battuta armati solo di tanto studio, ora si vedono praticamente fuori dal tirocinio. Sì, perchè i candidati ammessi dopo questa sanatoria intermedia sono una miriade e l’anzianità di servizio, su cui ovviamente non possiamo ancora contare data la giovane età, peserà come un macigno sull’esito finale.
Le domande ‘abbuonate’ dalla commissione nel giro di soli due giorni sono quasi tutte corrette e perfette nella loro formulazione. Basterebbe un po’ di onestà intellettuale per rilevare questa situazione paradossale. Invitiamo tutti gli interessati a visitare il sito tfa.cineca.it per rendersene conto di persona. Uno schiaffo al merito, insomma, anche perché le (poche) domande palesemente inesatte o contenenti ambiguità erano già state giustamente conteggiate nella prima tornata di graduatorie (la prima e unica prevista dai decreti ministeriali). A prevalere è stato evidentemente il timore delle università di non far partire i corsi per i pochi ammessi e di avere un numero di iscritti (paganti) inferiore a quanto prefissato nei bandi.
Tuttavia, a fare ancora più male (la sfiducia e l’amarezza sono comuni a tutti i candidati che avevano meritato il passaggio agli scritti in prima istanza) è il silenzio riservatoci da viale Trastevere. Le motivazioni degli abbuoni selvaggi o, se preferiamo della “sanatoria ferragostana”, saranno consultabili individualmente solo dietro richiesta scritta e motivata fra qualche settimana (anche se risulta estremamente difficile immaginare quali motivazioni siano state addotte per giustificare almeno l’80% dei quesiti annullati).
Difficile, tuttavia, che una volta ricevuti i verbali i singoli candidati non li diffondano a favore di tutti. Il triste iter dei (sacrosanti) ricorsi contro questa iniqua revisione e in favore dei primi ammessi, infatti, sembra essere appena iniziato…
L’accorata richiesta che è già stata sottoposta al Ministero è che, previo superamento delle prove scritta e orale, i candidati ammessi in prima battuta si vedano comunque garantito l’accesso ai corsi TFA anche qualora non risultassero in posizione utile nella graduatoria finale.
Grazie per l’attenzione.
Un gruppo di giovani candidati promossi in prima istanza ai TFA di varie classi di concorso.
Gent.mi,
La divulgazione delle prime schede di verifica, come ampiamente prevedibile, ha aperto un vero e proprio vaso di Pandora. Esistono motivazioni del tutto arbitrarie. Ciò conferma che le proteste dei primi ammessi non sono vuoti proclami, ora che le motivazioni sono scritte attendiamo riscontri da parte della stampa e di altri docenti. Crediamo non si possa rimanere insensibili. Alcuni esempi nei topic dedicati su orizzontescuola: http://www.orizzontescuolaforum.net/f10-diventare-insegnanti
[…] L’articolo originale http://www.roars.it Versione stampabile Iscriviti alla newsletter di OrizzonteScuola! […]
TFA – Ingiustizia è fatta
Unisco la mia voce a chi chiede la rettifica delle graduatorie dei test preselettivi uscite dalla revisione della Commissione Stellacci che ha operato in modo altamente opinabile. Va rivisto tutto il meccanismo di correzione dei punteggi.
1. La Commissione dichiara nel verbale n.1 di riprocedere “alla revisione di tutti gli items assegnati ai candidati e per tutte le classi di concorso, al fine di mettere tutti i candidati in situazione di parità;…”
questo principio è palesemente violato nel momento stesso in cui nelle diverse classi di concorso i candidati si sono viste riconosciute come corrette “d’ufficio”, a prescindere da qualunque considerazione di merito o culturale, da 4 risposte ad addirittura 25 su 60. Chiaro che in questi ultimi casi l’ammissione alla seconda prova della selezione è diventata estremamente più agevole in violazione del criterio della “situazione di parità di tutti i candidati”
2. Non è stata equa la procedura di considerare alla stessa stregua tutti i quesiti riconosciuti viziati. Alcuni ad esempio presentavano ambiguità interpretativa; a seconda dell’interpretazione ammettevano risposte diverse, ma le diverse risposte erano tra quelle previste, ad esempio la A e la B. In questo caso sarebbe apparso ragionevole considerare corrette entrambe le risposte ma non si vede la logica di premiare anche chi aveva scelto una risposta comunque errata o chi non aveva risposto affatto.
Altro caso: domanda formulata correttamente, senza ambiguità. Delle risposte una sola è corretta, le altre tre sono sbagliate. Per l’ignoranza degli “esperti formulatori” al Cineca è stata indicata come corretta una risposta sbagliata. Anche in questo caso, se andava attribuito il punteggio relativo a chi aveva risposto correttamente, non si vede la logica di premiare chi aveva risposto in modo sbagliato o non aveva risposto affatto. Certo: non si voleva danneggiare chi era già stato ammesso magari proprio sbagliando come l’”esperto”, ma in questo modo, come nell’esempio precedente in realtà risulta danneggiato chi aveva risposto correttamente e si è visto sorpassare nel punteggio da chi aveva sbagliato o non aveva risposto.
Se chi aveva risposto con lo stesso errore dell’”esperto” scendeva a 20,5 punti a causa del riconoscimento dell’errore, lo si ammetteva ugualmente con debita motivazione, ma non lo si doveva premiare con lo stesso punteggio di chi aveva risposto correttamente.
La preselezione doveva premiare i più meritevoli. Si è premiato solo chi ha avuto gli “esperti formulatori” più ignoranti, grazie al bonus generalizzato che con l’intento di fare giustizia ha invece creato ingiustizie enormi ai danni dei più preparati.
In Matematica (A049) addirittura si sono abbuonati a tutti due quesiti perchè i calcoli erano complessi e avrebbero richiesto l’uso della calcolatrice. Peccato che qualcuno c’era riuscito anche senza calcolatrice e perdendoci parecchio tempo a scapito di altri quesiti. Per questi ultimi il punteggio è rimasto invariato, chi non aveva risposto ha avuto il bonus.
Insomma molti abbuoni sono stati veri schiaffi a chi aveva risposto correttamente ai quesiti incriminati.
Questo non è secondario: il punteggio ottenuto nella prova preselettiva concorre a definire chi è ammesso al tirocinio e chi no.
3. Le toppe con cui il Miur ha inteso aggiustare le cose le hanno invece peggiorate. Ormai chiunque ha elementi per fare ricorso, in particolare chi aveva superato la preselezione con le sue forze e si è visto scavalcare nel punteggio da chi aveva sbagliato parecchie risposte o non le aveva date per niente.
L’importante era che fossero le risposte “giuste”, quelle cioè sbagliate dagli “esperti” somari.
Già questo, unito al requisito della assenza di anonimato nella fase di revisione dei punteggi, basta a invalidare tutta la procedura.
4. Come aggiustare le cose? L’unica via sarebbe una revisione dei punteggi fatta in modo equo. Dove la domanda era chiara e non ambigua, dare il punteggio solo a chi aveva risposto correttamente, dove la domanda si prestava a interpretazione, dare il punteggio a chi aveva scelto l’una o l’altra interpretazione, dove la risposta corretta mancava, solo allora dare il punteggio a tutti. Ma con in testa l’idea fondamentale che chi ha sbagliato non può ricevere lo stesso punteggio di chi ha risposto correttamente, quando una o più risposte corrette c’erano. Altrimenti viene snaturata tutta la prova di preselezione.
Ma il tempo passa e nonostante le giuste proteste degli ammessi alla prima tornata non è stato posto rimedio.
Temo che a questo punto, se non si vuole veder sommerso da ricorsi, il Miur debba accettare di ammettere direttamente al TFA tutti i candidati che avevano superato il test in prima battuta, come da più parti viene chiesto. E’ ormai l’unico modo per riconoscere la validità delle ragioni e il merito di chi ce l’aveva fatta con le sue forze nonostante le mille difficoltà (quando la risposta corretta non c’è e tu sei sicuro di conoscere la materia, calcoli e ricalcoli pensando a un errore tuo, non puoi pensare all’asineria degli “esperti” e ti scoraggi…)
5. Vorrei sottoporre anche un altro punto: nelle prove di Matematica (A047 e A049) alcuni questiti richiedevano calcoli farraginosi per la soluzione, molti richiedevano comunque calcoli. Non solo ai candidati non era consentito l’uso della calcolatrice, ma nemmeno l’uso di fogli propri, e nemmeno hanno ricevuto fogli dalle Commissioni. Per i calcoli disponevano solo dei margini del testo della prova. Insomma, anche da questi “piccoli dettagli” traspare una volontà di umiliare queste giovani persone, che sono comunque dei dottori nella loro disciplina, alcuni laureati con tanto di lode. Vogliamo ora cercare una soluzione che valorizzi i meritevoli invece di continuare a bastonarli?
Non sono una degli interessati. Sono docente di Matematica e Fisica in un Liceo Scientifico, ormai al termine della carriera.
Cordiali saluti