Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Seguono 3 documenti relativi alla designazione di Giorgio Alleva quale Presidente dell’ISTAT
Di fronte alla lettera di alcuni colleghi pubblicata su “la voce.info” che criticano l’indicazione del Governo di Giorgio Alleva come Presidente dell’Istat,
– Esprimiamo la nostra ferma contrarietà all’utilizzo degli strumenti bibliometrici per la valutazione scientifica di singoli ricercatori in campo economico, ricordando che questi strumenti, se utilizzati senza le necessarie cautele, non sono neutrali tra campi e orientamenti di ricerca (come purtroppo insegna la recente esperienza del Journal Ranking prodotto dall’Anvur per le discipline economiche e statistiche) e in particolare penalizzano quanti si occupano di problemi specificamente italiani rispetto a tematiche internazionali;
– Esprimiamo il nostro apprezzamento per l’indicazione governativa, dato che consideriamo Giorgio Alleva tra i migliori conoscitori del sistema statistico italiano e delle problematiche connesse alla misurazione statistica delle grandezze economiche, demografiche e sociali, oltre che dotato di una notevole esperienza di gestione di strutture di ricerca; ricordiamo fra l’altro che Alleva, membro per anni del consiglio dell’Istat, può assicurare una transizione non traumatica nella gestione di un ente complesso come l’Istat.
Nicola Acocella, Sapienza Università di Roma
Gilberto Antonelli, Università di Bologna
Riccardo Bellofiore, Università di Bergamo
Roberto Ciccone, Università di Roma Tre
Marcella Corsi, Sapienza Università di Roma
Terenzio Cozzi, Università di Torino e Accademia dei Lincei
Antonio Di Majo, Università di Roma Tre
Domenicantonio Fausto, Università di Napoli
Mauro Gallegati, Università Politecnico Marche
Renato Guarini, Sapienza Università di Roma e Accademia dei Lincei
Riccardo Leoni, Università di Bergamo
Cristina Marcuzzo, Sapienza Università di Roma
Paolo Palazzi, Sapienza Università di Roma
Antonio Pedone, Sapienza Università di Roma e Accademia dei Lincei
Paolo Pini, Università di Ferrara
Guido Maria Rey, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ex presidente dell’Istat
Alessandro Roncaglia, Sapienza Università di Roma e Accademia dei Lincei
Francesco Silva, Università di Milano-Bicocca
Pietro Terna, Università di Torino
Mario Tiberi, Sapienza Università di Roma
Carlo Travaglini, Università di Roma Tre
Mario Tonveronachi, Università di Siena
Lettera di condivisione degli statistici alla designazione di G. Alleva per la presidenza dell’Istat.
Lettera di sostegno alla designazione di Giorgio Alleva come Presidente dell’Istituto nazionale di statistica
Intervento di Carlo Clericetti su Repubblica
http://clericetti.blogautore.repubblica.it/2014/06/30/istat-fuoco-sul-candidato-non-amico/
Raramente in passato la nomina di un nuovo presidente dell’Istat aveva suscitato polemiche e battaglie in campo aperto. Ma da qualche tempo la situazione sembra essere cambiata. Prima la clamorosa bocciatura di Pier Carlo Padoan, a cui certo, dopo gli anni trascorsi prima come direttore esecutivo del Fondo monetario, poi come capo economista dell’Ocse, i titoli non mancavano. Ora il fuoco di interdizione contro Giorgio Alleva, presidente designato dal governo dopo l’esame delle candidature ma su cui devono esprimersi per la convalida le Commissioni parlamentari Affari costituzionali di Camera e Senato con una maggioranza di due terzi. Il primo voto (al Senato) è stato di conferma, quello alla Camera è previsto per domani, 2 luglio.
E’ certo in vista di questo voto che è stata diffusa la lettera pesantemente critica di 43 accademici che insegnano in Italia e all’estero. Alleva, si afferma nella lettera aperta al governo, ha troppo pochi titoli scientifici, e questo non solo solleva “dubbi sulla sua adeguatezza”: il governo, chiedono i firmatari, si rende conto “dell’effetto che fatti del genere hanno sulla reputazione del nostro Paese nella comunità scientifica internazionale, sulla cosiddetta fuga dei cervelli nel settore della ricerca? Molti giovani studiosi penseranno che se questa è la considerazione che la ricerca in economia e statistica ha nel nostro paese, meglio approfittare delle occasioni che si presentano per andarsene o per non tornare”.
Tra le firme in calce le più note sono quelle di Tito Boeri, economista molto presente sui media e fondatore della rivista lavoce.info, e di Michele Boldrin, che ha guidato alle recenti elezioni europee la lista Fare per fermare il declino, ottenendo, insieme alle altre liste di Scelta europea, un risultato piuttosto magro: lo 0,7%. Oltre quella di Boeri altre 12 firme sono di collaboratori della Voce, mentre a Boldrin si sono affiancati altri 8 sostenitori di Fare. Altri nomi noti al grande pubblico sono quelli di Luigi Zingales e Lucrezia Reichlin.
Chi si fermasse alla lettura di questa lettera non potrebbe che pensare al solito inciucio, alla solita nomina clientelare. Ma a volte la realtà riserva delle sorprese, e sembra proprio che stavolta avvenga il contrario, ossia che la levata di scudi ci sia stata perché non c’è stato l’inciucio ed è stata scelta una persona che non fa parte di cordate e conventicole, accademiche o politiche. Alleva, dicono molti suoi colleghi della Sapienza o altri che poi sono passati ad altri atenei ma l’hanno conosciuto bene, è uno studioso serio che si è sempre occupato solo di fare ricerca, ma essenzialmente su problemi specifici italiani, di cui poco importa alle riviste internazionali: sarebbe paradossale che si venisse penalizzati per essersi impegnati essenzialmente di cose che riguardano il nostro paese. Ma c’è di più: gli indici e il numero di citazioni a cui tanto tengono i firmatari della lettera aperta nulla dicono sull’impegno nell’insegnamento, nella formazione degli studenti, nell’organizzazione della vita universitaria, che, insomma, sono cose quanto meno altrettanto importanti. E su questi aspetti le testimonianze sono concordi: Alleva è tra i professori più amati dagli studenti e si è sempre impegnato all’interno dell’università senza andarsi a cercare incarichi esterni di prestigio (e magari lucrosi). Con una sola eccezione: ha fatto parte del Consiglio dell’Istat (il che, per uno statistico, si fatica a definire un “incarico esterno”) dal 2003 al 2011, e dunque ne conosce bene le problematiche anche organizzative.
Anche questo, oltre alle qualità sia umane che scientifiche, viene ricordato in un’altra lettera aperta, che invece approva senza riserve la scelta di Alleva, definita “ottima, perché Giorgio Alleva possiede competenze e ha maturato esperienze indispensabili per condurre l’Istituto con rigore scientifico, con una visione ampia e con qualità organizzativa”. Le firme sotto questa lettera sono davvero molto autorevoli: insieme a due ex presidenti dell’Istat, Alberto Zuliani e Luigi Biggeri, ci sono alcuni dei nomi più noti del mondo scientifico italiano del settore economico-statistico: da Massimo Livi Bacci, il nostro maggiore demografo e accademico dei Lincei, agli economisti Alessandro Roncaglia e Antonio Pedone (anche loro dei Lincei), Nicola Acocella e Marcello De Cecco; il segretario del Censis ed ex presidente del Cnel Giuseppe De Rita; il sociologo Marzio Barbagli; Gabriella Salinetti, che insegna calcolo delle probabilità. L’iniziativa è appena partita e probabilmente altre firme si aggiungeranno. Un altro intervento di appoggio ad Alleva era già venuto dall’economista e statistico Giorgio Sirilli con un articolo su roars.it, una rivista specializzata su problemi universitari, e dall’astrofisico Francesco Sylos Labini. Ma scandalizzato dall’attacco ad Alleva si dice anche Gustavo Piga, economista di Tor Vergata, che alle ultime europee era anche lui candidato sotto il simbolo di Scelta europea.
Insomma, questo governo certo non le azzecca tutte, ma stavolta sembra che la scelta sia stata fatta esaminando davvero quale candidato poteva essere il più adatto al ruolo, senza preoccuparsi di chi siano i suoi amici o nemici. Del resto, ci mancherebbe che per selezionare chi debba guidare un ente di importanza cruciale come l’Istat ci si affidasse alle citazioni enumerate da Google scholar.
Condivido e sottoscrivo le lettere dei colleghi a sostegno della nomina di Giorgio Alleva alla presidenza dell’Istat.
Non si tratta di una sottoscrizione rituale, conosco Giorgio Alleva da molto tempo avendo anche condiviso con lui esperienze di lavoro anche in commissioni di studio e ricerca presso l’Istat stesso. Posso quindi testimoniare direttamente la profonda preparazione, l’estrema sensibilità, la passione e l’impegno di Giorgio Alleva in particolare con riguardo ai temi legati alla produzione di statistiche ufficiali e alla qualità dei dati statistici.
Preciso che a sottoscrizione avviene a titolo personale e non vuole in alcun modo impegnare la Società Italiana di Statistica che presiedo.
Nicola Torelli
Professore ordinario di Statistica
Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche “Bruno de Finetti”
Università di Trieste
Direttori di Istituti di ricerca e docenti universitari a sostegno del Prof. Alleva
La “lettera aperta” avversa alla nomina del Prof. Giorgio Alleva a Presidente dell’Istat, anche per i toni astiosi che la caratterizzano, è ispirata da delusione e spirito di rivalsa.
Il Presidente dell’Istat deve possedere approfondite conoscenze sia teoriche che applicative della statistica, capacità organizzative, indipendenza, conoscenza già acquisita dell’organismo che è chiamato a guidare.
Queste caratteristiche sono tutte ascrivibili al Prof. Alleva, ma assenti in gran parte o del tutto in tanti altri aspiranti.
Di più. Le valutazioni espresse nella “lettera aperta” provengono in grande maggioranza da studiosi estranei all’area scientifica sulla quale essi si esprimono con supponenza. Del resto, non pochi economisti sono affetti dalla sindrome di onniscienza.
Il Presidente dell’Istat oltre a competenze profonde di statistica a tutto tondo ed adeguate di economia – che caratterizzano ampiamente il prescelto – deve avere apertura di pensiero ed un idoneo programma nei confronti del ruolo di un Istituto chiamato a sintonizzarsi con una realtà socio-economica in così rapido cambiamento. Proprio ciò che il prof. Alleva ha già dimostrato.
Appare del tutto improprio che ci si sia espressi con acredine proprio nella occasione in cui il Governo ha effettuato la migliore scelta possibile.
Esprimiamo al Prof. Giorgio Alleva tutta la nostra stima e solidarietà, con l’augurio di buon lavoro per l’onore suo e quello della statistica ufficiale del nostro Paese.
I FIRMATARI
• Corrado Abbate – ISTAT
• Monica Altieri – CENSIS
• Luigi Biggeri– UNIVERSITA’ DI FIRENZE
• Matilde Bini – UNIVERSITA’ EUROPEA
• Carlucci Margherita – SAPIENZA UNIVERSITA’ DI ROMA
• Massimo Culini – ALMAVIVA CONTACT SpA
• Giuseppe De Rita – CENSIS
• Roberta Gemmiti – SAPIENZA UNIVERSITA’ DI ROMA
• Giorgio Marbach – UNIVERSITAS MERCATORUM
• Mario Morcellini– SAPIENZA UNIVERSITA’ DI ROMA
• Claudio Mazziotta– UNIVERSITA’ ROMA TRE
• Antonio Mussino – SAPIENZA UNIVERSITA’ DI ROMA
• Claudio Quintano– UNIVERSITA’ PARTHENOPE
• Giuseppe Roma – CENSIS
• Luca Salvati – SAPIENZA UNIVERSITA’ DI ROMA
• Silvio Siliprandi – GFK EURISKO
• Rosanna Tamburrano – AGB NIELSEN MEDIA RESEARCH
Intervento di Gustavo Piga http://www.gustavopiga.it/2014/sulla-nomina-del-nuovo-presidente-istat/
Sulla nomina del nuovo Presidente Istat
Conosco, ma non molto bene, Giorgio Alleva, nuovo presidente incaricato, sotto conferma, dell’ISTAT. Sono stato ricercatore universitario nella Facoltà di Economia dell’Università di Roma La Sapienza quando lui ne era Professore Associato di statistica.
E’ sorta una polemica da parte di alcuni miei valenti e bravi colleghi, economisti e statistici, che hanno lanciato con un appello a Renzi sulla “qualità” della persona di Giorgio Alleva, valutando come scarse le sue “qualità” per essere a capo dell’Istituto Nazionale di Statistica, sulla base dello scarso numero di “citazioni dei suoi lavori” e sulla “qualità delle riviste” dove ha pubblicato i suoi lavori.
Un curriculum “decisamente modesto” guardando su Google Scholar, si legge nell’appello. Dubbi emergono allora sulla sua capacità di gestire un ente come l’Istat. Ci si chiede se ci siano altri criteri che compensino queste scarse pubblicazioni, altrimenti perché non rinunciare al criterio di richiedere che il Presidente dell’Istat sia scelto tra i professori? Addirittura, si dice nell’appello, la reputazione internazionale dell’Italia è messa in difficoltà dalla scelta di Renzi e la fuga di cervelli è ritenuto che aumenterà.
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Ricordo bene cosa si diceva tra studenti e colleghi alla Sapienza di Giorgio Alleva, pur io non frequentandolo. Che era di gran lunga tra i migliori professori che avevamo. Che gli studenti che frequentavano, in tantissimi, le sue lezioni di Statistica sui banchi della Sapienza ne uscivano eccitati, felici, più interessati alla materia. Era bravissimo.
Il numero di citazioni su Google Scholar non è condizione né necessaria né sufficiente per giudicare un Presidente dell’Istat. Non è necessaria perché quello che “è un professore” di statistica, è un insieme complesso di caratteristiche che non può essere riassunto in un numero.
Non è sufficiente nemmeno. Oggi ormai molti docenti che hanno un impact factor alto (non tutti!) si rifiutano di andare in aula al primo anno ad insegnare alle masse di ragazzi che affollano i banchi, e preferiscono cimentarsi con i più comodi corsi piccolini di lauree magistrali e di dottorato. Non fanno più esami orali, ma solo scritti e ritengono di avere fatto il loro dovere (può darsi). Quando insegnano, alcuni di loro sono incapaci di affascinare, emozionare, trasmettere competenze agli studenti, che sono le cose che la maggior parte delle persone dietro al banco ricorderanno venti anni dopo quando inseriti nel mondo lavorativo. Diranno secondo voi “ti ricordi quante pubblicazioni aveva Tizio” che ci insegnava Statistica o diranno “ti ricordi quanto era bravo ad insegnare Caio”? Scommetto la seconda.
Sono doti “soft”, quelle legate alla bravura ad insegnare, difficili da misurare in un Curriculum o su Google Scholar, ma essenziali anche per gestire un’organizzazione complessa, spesso più del numero di citazioni. Se sai insegnare bene, se ti dedichi agli studenti, sono più alte le probabilità che ti dedicherai con serietà e senza altezzosità al lavoro difficile di gestire una organizzazione complessa come l’Istat, dove le doti umane sono fondamentali per riuscire nel mestiere. Sono doti che presumono comunque una competenza “minima” del campo specifico assai elevata, che a volte 30 pubblicazioni internazionali sullo stesso tema non garantiscono.
Alleva è stato scelto, voglio pensare, anche perché tutti (o quasi) conoscono la sua bravura e serietà di docente, caratteristiche che non hanno nessun ruolo nella lettera dei miei colleghi ma che sono fondamentali per un Presidente Istat. Come si misurano questa caratteristiche? Si conoscono, sono nell’aria, basta chiedere, si chiama reputazione, passeggiando per i corridoi della Sapienza. E un Presidente del Consiglio che si rispetti ha il dovere di indagare al riguardo non limitandosi a leggere il Curriculum Vitae o ad andare su Google Scholar. E scegliere poi tra i tanti nomi eccellenti che, come in questo caso, ha ricevuto.
Non è detto che Giorgio Alleva farà bene all’Istat, ma le chance sono molto alte. E’ comunque solo a quel punto, dopo che avrà lavorato per qualche anno, che potremo giudicare sull’impatto che la sua nomina avrà avuto sulla reputazione internazionale del Paese e sulla fuga di cervelli susseguente alla scelta di un candidato potenzialmente eccellente per questo ruolo.
Appare più uno scontro di potere interno a delle cordate di economisti e statistici che un problema legato ad una decisione di carattere scientifico.
Infatti non e’ molto normale che una cordata di accademici diventi un partito politico. Vedendo dall’ esterno, cio’ che appare e’ che il settore delle discipline economiche italiano nel confronto internazionale e’ uno dei punti deboli del nostro sistema accademico. Prendendo per buoni ( con le pinze) i dati ANVUR l’economia italiana e’ provinciale e arretrata. Questo ha creato di riflesso il fatto che quei quattro gatti di economisti che sono andati all’ estero si sono montati la testa e “monoculi in terra caecorum” hanno cominciato a bombardare l’intero sistema accademico italiano. Ora se confrontiamo il peso internazionale dell’ economia italiana rispetto alle discipline scientifiche e umanistiche italiane allora e’ paradossale che questi vengano a fare la paternale agli altri.
Purtroppo politici analfabeti, giornali padronali e tutto l’ “ambaradan” mediatico hanno dato uno spazio di dimensioni parossistiche a delle vere mezze calzette o addirittura a dei ciarlatani, come Giannino il leader maximo di questo gruppo di illuminati.
Se poi le competenze statistiche di questi soggetti sono come quelle di Reinhart e Rogoff (bocciati all’ esame di analisi di serie storiche ) e’ patetico solo il fatto che ancora osino parlare.
[…] con numerose altre firme di autorevoli docenti delle università italiane. Per chi vuole vederle sono qui. Si spera che la votazione di oggi metta fine a questa vicenda con la definitiva approvazione della […]
Giustizia è fatta… fuori gli economisti dalla STATISTICA!
In effetti, la candidatura di Alleva ha avuto ieri parere favorevole in Commissione Affari costituzionali con 38 voti a favore e 8 contro:
http://www.repubblica.it/economia/2014/07/02/news/istat_ok_commissione_camera_ad_alleva_presidente-90533853/
cioè, il via libera del Parlamento.
Dato che sul “Fatto Quotidiano” del 2 luglio trovo il mio nome citato in relazione alla vicenda legata alla designazione del Presidente dell’ISTAT, ritengo doveroso aggiungere la mia voce a quella che avrei altrimenti archiviato come una polemica sterile.
Quando il 20 Marzo e’ apparso sul sito del Ministero della Semplificazione e la Pubblica Amministrazione l’invito ad una manifestazione di interesse per la carica di Presidente dell’ISTAT, ho accolto con entusiasmo l’innovazione procedurale a mia conoscenza mai adottata prima per simili designazioni.
Avendo inoltrato il mio curriculum in risposta all’invito, sono stato onorato di risultare incluso nella decina di studiosi ammessa all’audizione con il Ministro e successivamente nella piu’ ristretta cerchia di nomi presentati al Consiglio dei Ministri per la designazione finale.
Quando ho appreso che la scelta era caduta sul nome di Giorgio Alleva mi sono immediatamente e affettuosamente congratulato con lui. La nostra conoscenza e reciproca stima sono, infatti, di lunga data e, essendomi note le sue competenze e le sue qualita’ manageriali ed umane, sono convinto che onorera’ nel migliore dei modi il mandato che gli e’ stato affidato.
Giuseppe Arbia
Ordinario di Statistica Economica
Facolta’ di Economia
Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma
[…] Roars ha pubblicato ben tre lettere collettive di risposta all’iniziativa della Voce, con le firme di statistici ed economisti di primo […]