Se l’economia fosse una scienza, i politici e l’opinione pubblica si potrebbero sentire confortati seguendo i consigli che gli economisti forniscono a ritmo continuato dai maggiori quotidiani italiani. Sono gli “intellettuali” del XXI secolo, quelli che discutono di qualsiasi aspetto della vita umana, dalla politica economica a quella universitaria, dalla relazione del ciclo mestruale con i più bassi salari delle donne all’influenza del testosterone nella propensione al rischio finanziario, alle differenze dell’integrazione culturale dei mussulmani: risultati basati su analisi statistiche che fornirebbero risultati “scientifici”.
Se l’economia fosse una scienza basterebbe leggere il giornale per sapere come orientarsi. Chi sono questi moderni oracoli? Basta vedere quante citazioni hanno ricevuto i loro articoli “scientifici” e subito si avrà una misura della loro eccellenza. Molti insegnano in università americane, o sono stati per un periodo in USA: il loro mondo è semplicemente americano-centrico. Dunque i migliori cervelli, col bollino dalle università USA, studiano economia e diventano opinionisti, consiglieri o ministri e, se proprio sono scadenti, vengono a insegnare nella provincia dell’impero perché non abbastanza bravi da trovare un posto in USA. Rimarranno però tutta la vita con questo cruccio che sfogheranno sui maggiori quotidiani cercando di propagandare metodi “scientifici” per importare qualità, eccellenza, efficienza come negli idolatrati USA. Nei loro editoriali si ritrova sempre la stessa ricetta ideologica della destra USA: abbassare le tasse e tagliare la spesa pubblica. Mai un accenno al fatto che il successo scientifico e tecnologico degli USA è avvenuto grazie al sistematico e ingente investimento dello stato. Un esempio per tutti è lo sviluppo d’internet che, trainato da un massiccio investimento statale, ha fornito la tecnologia di base utilizzata da Apple e da altra aziende informatiche .
Se l’economia fosse una scienza, però, non potrebbe accadere che due tra i più “importanti” economisti di una delle “migliori” università americane sbaglino a fare i conti alla base delle politiche di austerità perché non sanno usare i rudimenti informatici di un foglio Excel . D’altra parte, se l’economia fosse una scienza, nel nostro microcosmo non si vedrebbe lo spettacolo di un partito degli economisti “eccellenti”– Fare per fermare il declino– al cui vertice essi stessi scelgono un buffo tizio –Oscar Giannino- che non solo millanta una laurea proprio in economia, ma è stato addirittura smentito dal Mago Zurlì per una presunta apparizione allo Zecchino D’Oro. Ci sarebbe solo da ridere se gli autoproclamatosi eccellenti non fossero presi sul serio non solo da quella classe imprenditoriale che si piazza agli ultimi posti per investimento in ricerca e sviluppo, ma anche da quello pseudo-centro-sinistra che non perde occasione, si veda il documento di Boccia, per sottolineare la sua subalternità culturale rispetto al vuoto pneumatico neo-liberista, causa prima della devastante crisi attuale.
Una sola parola: straordinario!
Grazie ! A breve seguirà anche la seconda puntata …
Dott. Labini, mi dispiace veramente tanto vedere questa “decadenza” dialettica che sta investendo il dibattito pubblico oramai da molti mesi. E mi dispiace che chi si butta in questa mischia sia anche una persona come lei, professionista nella mia tanto amata fisica (sono laureato in geofisica alla Sapienza ma non ho mai “esercitato” avendo fatto scelte diverse nella vita). Il problema che è o dovrebbe essere chiaro a tutti, come a lei, sta nel fatto che troppo spazio è stato dato a questa assurda pretesa di definire l’economia una scienza alla pari delle scienze dure o esatte. Il nocciolo sta nel sapere che i veri accademici e ricercatori (quelli seri insomma) in una disciplina come l’economia mai e poi mai diranno che l’economia ha le stesse proprietà della disciplina fisica. Questo perchè in Italia si lascia parlare spesso persone che si spacciano “economisti” ma in realtà non hanno mai fatto un giorno di ricerca in vita loro. Detto questo, è molto presuntuoso sminuire il lavoro econometrico che cerca di analizzare i sistemi macro e micro economici; lavoro che secondo me è encomiabile e di sicuro non facilissimo visto che a monte i parametri sono talmente tanti e spesso di difficile standardizzazione (comportamenti individuali, comportamenti collettivi, clima, cultura,e cc.). Anzi, l’essere umano deve sempre provare a comprendere nel migliore dei modi come funzionano quelle cose che poi hanno o avranno ricadute molto pratiche sulla vita di ognuno e sulle società. Ma – ribadisco – aspettarsi che le relazioni e correlazioni econometriche abbiano effetti prevedibili come quelle nel campo della fisica non lo crede nessun serio economista ricercatore. Se poi ci sono persone furbe che cercano di guadagnare visibilità mediatica a scapito dell’economia (ma anche la fisica ha i suoi zichichi) fa sicuramente male in primis ai veri economisti e di conseguenza non bisogna fargliene una colpa per questo.
Passando ora alla questione “politica” del suo post le volevo dire che personalmente, dopo decenni passati a votare per sinistra e centro sinistra, sono stato uno dei “cretini” o “delinquenti” (direbbe lei) che ha dato il suo voto a Fermare il Declino e aldilà della questione Giannino che è nota a tutti (ma che – senza giustificarlo nonostante non sia uno strenuo apologeta della laurea come unico viatico per dimostrare di sapere le cose – è anche stata l’unica persona in Italia che si è scusata e ritirata dalla scena senza “provarci”) francamente non ho trovato dentro il programma chissà quali politiche drammaticamente liberiste (parola oramai talmente abusata dai detrattori di sinistra da aver perso di qualsiasi significato nonostante la sua nobile radice etomologica) tali da distruggere chissà quale welfare state. In particolare sul punto della scuola e dell’università dichiarava la necessità di non tagliare ma incrementare gli investimenti in ricerca proprio perchè il movimento e ora partito crede nella cruciale importanza del sistema formativo come volano dell’innovazione e quindi della crescita. Gli altri punti poi vertevano su analisi molto dettagliate dei costi di molte voci di spesa pubblica e indicavano specifici interventi molto chirurgici per poter eliminare oggettivi sprechi che generano solo inefficienze e che libererebbero risorse utili per ridurre significativamente le tasse ai lavoratori e alle imprese (possibilmente quelle sane e di cui essere orgogliosi e non quelle pachidermiche che guarda caso sono quasi sempre ex-monopoliste, con management a nomina direttamente o indirettamente pubblica e che hanno usufruito indebitamente di sussidi pubblici senza il benchè minimo interesse ad essere sia efficaci che efficienti).
Inoltre nel melting pot che ho trovato nel movimento ho trovato molta poca relazione con la tipica destra italiana caratterizzata da cialtroni approfittatori e sicuramente molto attaccati al seno della mamma Stato. Infatti gli economisti di FID sono molto distanti da questa destra e francamente non ho mai visto interventi permeati da demagogia sia di sinistra che di destra proprio perchè vorrebbero che si parlasse di cosa fare praticamente per riuscire a risollevarci.
Credo che soprattutto in economia le ricette da pensiero unico, da qualunque parte venga, abbiano ampiamente fallito. Casi molto lungimiranti provengono dai paesi scandinavi che oramai mischiano sapientemente modelli social-democratici con quelli più liberali e le cose sembrano funzionare.
Quindi io auspico che tutto questo reciproco astio che vedo in giro, come se ognuno avesse aprioristicamente ragione senza se e senza ma, finisca al più presto e si cominci ad esplorare collaborazioni volte a trovare delle vere soluzioni ai nostri problemi.
Da parte mia non c’e nessun astio figuriamoci, io commento dati di fatto:
– per quel che riguarda la presunta scientificita’ dell’economia e dell’uso di tecniche e concetti della matematica piuttosto rudimentali per far passare per oggettive teorie ideologiche. Le ricordo che c’e’ una grande tradizione e che il primo ad aspirare di affiancare l’economia alla fisica e’ stato Milton Friedman e per ultimo troviamo il buon Luigi Zingales.
– il caso Giannino l’ho discusso qui https://www.roars.it/loscar-della-garanzia/ e non ho nulla da aggiungere
– Zingales (uno dei proponenti di FID) e’ preso a modello d Sarah Palin: che dice la Palin e’ socialdemoctratica o direttamente komunista?
-Infine per quel che riguarda la decadenza dialettica, magari puo’ protestare con un altro proponente di FID che ha scritto nel suo blog un post che inizia cosi’ “Sia ben chiaro, Francesco Sylos Labini non ha semplicemente pisciato fuori dalla tazza, ma fuori dalla finestra. Forse non meritava nemmeno una replica, ma non si può sempre tacere” http://noisefromamerika.org/articolo/pluto-is-dog-not-planet . Se trovasse qualcosa del genere da queste parti ci scriva pure
Grazie per la risposta.
– ribadisco che l’economia non è una scienza nel senso in cui lo è la fisica o la matematica ma vogliamo fargliene una colpa? fermo restando che appunto gli econometristi e ricercatori seri come le ho già detto non si sognano di fare questi paragoni trovo comuqnue lungimirante e giusto il provare a modellizzare i sistemi macro e micro economici e il tentativo di spiegare (senza pretesa di vera previsione) le relative dinamiche. Se Friedman o Zingales (che in realtà è più un esperto di corporate governance e finance) hanno detto che economia e fisica sono simili hanno ovviamente sbagliato e non ci sono santi.
– il caso Giannino non è neanche da discutere aldilà dei propri convincimenti ma è un dato di fatto che con il parlamento che abbiamo da 40 anni purtroppo ci si accontenta del meno peggio e almeno lui ha avuto quel minimo di decoro di uscire di scena.
– le posso dire che invece Alberto Bisin che bazzica in NFA invece è stato Obamiano. Questo per dire che certi accostamenti a mio avviso lasciano il tempo che trovano. Poi qui in Italia ancor di più visto l’appiattimento a livello propositivo che c’è stato negli ultimi 20 anni.
– non ne faccio una questione di parte e di sicuro non mi piace la decadenza dialettica da parte di chiunque. come dicevo spero che si superi in toto questo modo di dividersi a priori per tutto e si cominci a collaborare per trovare soluzioni.
Mi fa piacere sapere che lei consideri che l’economia non sia una scienza: sono sicuro che frequentando ambienti FID avrà di che discutere.
L’unica cosa interessante da sottolineare nel caso Giannino non è il suo aspetto politico, ma il suo aspetto accademico. FID aveva dei garanti (Alesina, Bisin e altri): se non sono stati capaci di garantire un candidato premier che ha presentato titoli inventati nel loro stesso campo, cosa sanno valutare? Le decine di aderenti/candidati/promotori di FID che sono Gev di area economica, che credibilità hanno? Inoltre Giannino era senior fellow presso l’IBL, un ruolo “di ricerca” diciamo così.
La “collaborazione” per trovare soluzioni passa per una discussione dello stato della situazione dell’università. Non si può dire che non abbiano contributo https://www.roars.it/quanta-ricerca-produce-luniversita-italiana-risposta-a-bisin/https://www.roars.it/michele-boldrin-e-i-turchi-mutande-in-fiamme/
Non considero l’economia una scienza nel senso con cui la si considera la fisica ma è pur vero che l’approccio che si cerca di dare allo studio economico prova ad utilizzare strumenti e metodi scientifici, per quanto possibile e sensato, per spiegare certi fenomeni che non hanno purtroppo le caratteristiche della legge di gravitazione universale. Detto questo spero che convenga che sia importante comunque sforzarsi nella ricerca in questo campo proprio per comprendere sempre di più quali sono le ricette migliori per garantire il nostro benessere (insomma spero che non pensi che esistano facoltà di serie A e di serie B).
In FID c’è di tutto come ho visto di tutto quando “militavo” a sinistra e nel PD. Se la discussione rimane tra aderenti non c’è scientificità che tenga; è tutto un giustificare troppo spesso a priori la propria posizione. Per questo non c’è rimedio ahimè.
Mi permetto di dire a proposito che nel post da lei precedentemente linkato di Moro, a parte l’evidente caduta di stile nei suoi confronti che non giustifico (anche se non ho ricostruito tutta la storia a monte), i 4 punti elenco che forniscono le sue considerazioni del caso non sono cosi strampalate soprattutto quando ci si ostina a pensare che chi fa ricerca in economia sia la causa dei mali del pianeta (sentimento purtroppo diffusissimo).
Per quanto riguarda Giannino sono d’accordo con lei sul fatto che non si sia verificata la sua accountability relativamente al suo CV, anche se detta molto sinceramente il ruolo per cui stava correndo non era di cattedratico ma di politico (non è una giustificazione per carità). E alla fine è stato proprio Zingales a svelare la “truffa” contro gli stessi interessi del movimento a 4 giorni dalle elezioni. Personalmente ho visto di peggio nelle conventicole a sinistra (purtroppo), anzi probabilmente qui non sarebbe uscito fuori nulla. Invece la questione senior fellow di IBL può essere considerata più seria anche se l’istituto non credo sia paragonabile a una buona accademia. però le assicuro che avendolo sentito più volte, Giannino che piaccia o meno è mostruosamente preparato rispetto a tanti accademici e più di una volta mi è capitato di vedere scene in cui i secondi davano ragione a lui. Detto questo a me di Giannino interessa di più il sarto dove compra i vestiti (de gustibus :) )
Per la collaborazione forse sarebbe interessante utilizzare piattaforme o organizzare incontri in cui confrontarsi liberamente come fosse uno spazio comune in cui costruire qualcosa di unanimamente condiviso.
Saluti
A me pare che il Dott. Sylos Labini mostri un incomprensibile astio nei confronti di FARE, un movimento neonato, per ora verosimilmente popolato da persone perbene, che vogliono fare qualcosa di utile per una Italia che sta affondando. L'”incidente Giannino”, deve essere valutato come tale; si tratta di incidente che può travolgere una persona che ha fatto della vanità uno stile di vita. Quanto poi alla diatriba sull’Economia “scienza si scienza no”, non vedo la correlazione con il movimento FARE se non per l’atteggiamento talvolta supponente di alcuni personaggi ai quali si deve la nascita di FARE. Ora, dedicarsi con impegno alla denigrazione di un movimento non sulla base di argomenti pertinenti ma su questioni che sanno di pettegolezzo e beghe di cortile – sia pure ammantate da un contenuto scientifico – non mi sembra degno di un ricercatore dal prestigioso curriculum scientifico.
Denigrazione? Ma quale sarebbe la denigrazione di grazia? Quanto all’astio mi fate solo ridere.
Dott. Labini, la denigrazione c’è da una parte e dall’altra delle barricate ed è evidente (la cito “Sono gli “intellettuali” del XXI secolo, quelli che discutono di qualsiasi aspetto della vita umana, dalla politica economica a quella universitaria, dalla relazione del ciclo mestruale con i più bassi salari delle donne all’influenza del testosterone nella propensione al rischio finanziario, alle differenze dell’integrazione culturale dei musulmani”). Non mi interessa sapere chi ha iniziato e francamente non trovo molte scusanti nè per l’una nè per l’altra parte.
Per quanto riguarda l’astio invece forse è una parola un po’ forte ma la sua reazione alla risata sottende un certo preconcetto “superioristico” che a me non fa ridere per niente.
Io cerco di capire e comprendere quali possano essere le soluzioni plausibili per aiutare questo paese a riemergere non solo nella istruzione ma anche negli aspetti più pratici. Come in tutti i “luoghi politici” in cui mi sono ritrovato a discutere, anche in FID ci sono cose che reputo interessanti spunti per aprire un dibattito a-ideologico e altri punti che non mi convincono a priori ma su cui sono disposto a discutere per capire se si può arrivare a una sintesi. E dopo anni passati di proposte che o non si concretizzavano mai o erano escluse aprioristicamente per una preconcetta appartenenza ideologica alla sponda opposta sto provando a sondare altro cercando di non chiudermi a riccio in maniera preventiva.
Barricate? Ma voi in quale pianeta anzi galassia vivete? Ma non vi hanno insegnato a discutere in maniera civilizzata? Mah ! Vuole per caso le referenze? Eccole:
1. Sapienza P, Zingales L, Maestripieri D. Geder differences in financial risk aversion and career choices are affected by testosterone” http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19706398
2. Biological Gender Differences, Absenteeism, and the Earnings Gap By Andrea Ichino and Enrico Moretti e replica: Does Menstruation Explain Gender Gaps in Work Absenteeism? Jonah E. Rockoff Mariesa A. Herrmann April, 2011
http://emlab.berkeley.edu/~moretti/cycle17.pdf
3. “Are Muslim immigrants different in terms of cultural integration?” by Alberto Bisin, Eleonora Patacchini, Thierry Verdier and Yves Zenou, e replica: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19706398
Capirà da lei che se considera questa articoli una denigrazione di qualcuno deve inviare i suoi commenti agli autori. Per quanto mi riguarda ho solo messo in evidenza un fatto.
Mi fate ridere se di fronte alle cose che scrivo, oltre a insulti che qui non sono tollerati ma altrove sì, siete capaci solo di dire che il mio è astio.
E che la mamma dei grulli generi grulli di ogni colore politico, beh lo sapevo già.
Scusi ma di quale insulti sta parlando? No me lo dica che forse sono cieco io e non ho visto o non mi sono reso conto. E cosa c’è di non civilizzato nella discussione che sto cercando di intavolare senza pretese di avere ragione a priori? A me sembra che sia lei ha reagire offendendo come se fosse messo sotto attacco (ma attacco poi di cosa?)
Il fatto che mi abbia citato questi articoli cosa c’entra con la sua frase che non ha affatto il tono di chi vuole solamente elencarli ma “denigrarli” (tra le virgolette va meglio?)?
E comunque il fatto che l’economia in quanto “scienza” (vanno bene anche qui le virgolette?) sociale studi come i comportamenti sociali la influenzino e viceversa cosa ha di scandaloso (premetto che non li ho letti)?
Cmq è inutile che continui a darmi del lei in segno di finto rispetto quando poi usa epiteti come grullo. Preferisco essere mandato più sinceramente a fare in culo (si può dire?) e chiudere qui il discorso.
Ad mariora
capisco che in mancaza di argomenti la si butti in caciara, ma come ho scritto gli insulti qui non sono tollerati e quindi non ci sono. lei ha citato una mia frase e io le ho dato le referenze dei vari articoli che erano implicite nella frase che io ho scritto e che lei ha citato. infine “grulli” non era riferito a lei ma alla situazione che lei ha descritto aver trovato girovgando tra partiti di sinistra e di destra.
si si ha ragione lei. come sempre d’altronde.
io non ho sempre ragione, ma lei non è capace a mettere insieme un argomento che sia uno
si certo. ha ragione lei. io sono ignorante e lei é lo scienziato intellettuale.
Non è la prima volta che mi capita che una discussione di carattere generale venga virata su una rissa sul piano personale: ma è una strategia che mostra solo la pochezza degli argomenti.
rissa? insulti? mah, sarò matto io che non vedo tutto ciò in questa discussione. Al massimo noto una preventiva levata di scudi da parte sua per non provare a fare una normale discussione (che era nelle mie intenzioni iniziali). Detto questo le lascio l’ultima parola (cosa che è evidente le interessa più di ogni altra cosa) e la saluto cordialmente. Buon lavoro.
Guardi le rispondo non perché mi interessa discutere con lei. è lei che scrive ” io sono ignorante e lei é lo scienziato intellettuale.” cosa è questa se non una stupida provocazione?