«Ai miei rappresentanti del CUN credo di avere il diritto di chiedere quale sia la loro posizione sulle proteste in atto in diversi atenei e se ritengono, come implicitamente riconosciuto dalla CRUI pochi mesi fa, che quella di non collaborare alla VQR 2011-2014, nelle diverse forme che sono state proposte, sia una scelta legittima, per quanto dolorosa. Ai miei rappresentanti, in particolare, rinnovo la richiesta che ho fatto al Presidente dei Rettori: è giusto che i vertici delle università procedano in ordine sparso, con un atteggiamento che va dall’annuncio di sanzioni anche durissime contro i potenziali ribelli (per ora all’acquisizione dell’ORCID) ad una tolleranza che non oltrepassa il limite di una garbata moral suasion?  Io mi sono volontariamente “orcidizzato”, ma difendo il principio per il quale tutti dovrebbero essere puniti nello stesso modo, se questo è ciò che si ritiene giusto. E considererei doloroso il vostro silenzio su questo punto.»

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Roma, 4 novembre 2015

Gentili Colleghi e gentili Consiglieri del CUN,

ho letto, come molti altri, la vostra Raccomandazione alla sig.ra Ministra sulla Legge di Stabilità. E ho trovato parole dure. Si rifiuta l’introduzione di «ulteriori, speciali, modalità di selezione e valutazione» per il reclutamento di poche centinaia di professori, che è stato presentato dal Presidente del Consiglio e dalla stessa sig.ra Ministra come la prova regina del fatto che è anche per l’università è arrivata “la volta buona”. Si sottolinea come questa misura, insieme alle altre previste, non sia certamente sufficiente «a scongiurare l’emergenza, più volte sottolineata da questo Consesso, di un sistema universitario che invecchia in maniera preoccupante e che ha perduto più di 12.000 docenti (-20%) negli ultimi sette anni». Si prosegue evidenziando come nessun segnale di attenzione da parte dei governi di questi anni abbia “premiato” l’impegno con il quale il sistema universitario ha accettato e affrontato la sfida della qualità della ricerca: la progressiva riduzione dei finanziamenti ha mortificato i docenti e messo in questione la stessa garanzia costituzionale del diritto allo studio per gli studenti capaci e meritevoli. Non sono parole diverse da quelle usate nel mese di luglio dalla CRUI, che avvertiva il MIUR e l’ANVUR che senza il recupero delle risorse tagliate in questi anni sarebbe stato impossibile «garantire la collaborazione del sistema universitario allo svolgimento del nuovo esercizio VQR 2011-2014».

È proprio la lucidità della diagnosi che fa rimpiangere l’assenza di una prospettiva più concreta ed efficace di quella del semplice rimettersi al “buon cuore” del decisore politico. Questo silenzio appare insieme timido e ingenuo, nel momento in cui è lo stesso CUN a dover prendere atto che le sue raccomandazioni, sempre affidate al linguaggio calibrato e tecnicamente ineccepibile che ci si aspetta da un «organo consultivo e propositivo del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca», non hanno ottenuto finora alcun effetto. Ma questo silenzio, da parte di quello che è anche «organo elettivo di rappresentanza del sistema universitario», appare anche ingeneroso nei confronti dei tanti “rappresentati” che in questo momento stanno cercando di spingere governo e parlamento a prendere sul serio l’emergenza. E lo fanno non colpendo gli studenti e cioè prendendo la via più breve e sicura per raggiungere l’attenzione dell’opinione pubblica, ma cercando di sollecitare il sistema ad una riflessione sulle modalità con le quali la valutazione (che personalmente ritengo doverosa e che vorrei seria e tecnicamente adeguata) è stata introdotta e soprattutto sull’uso che è stato e verrà fatto dei suoi risultati.

Ai miei rappresentanti credo di avere il diritto di chiedere quale sia la loro posizione sulle proteste in atto in diversi atenei e se ritengono, come implicitamente riconosciuto dalla CRUI pochi mesi fa, che quella di non collaborare alla VQR 2011-2014, nelle diverse forme che sono state proposte, sia una scelta legittima, per quanto dolorosa. Ai miei rappresentanti, in particolare, rinnovo la richiesta che ho fatto al Presidente dei Rettori: è giusto che i vertici delle università procedano in ordine sparso, con un atteggiamento che va dall’annuncio di sanzioni anche durissime contro i potenziali ribelli (per ora all’acquisizione dell’ORCID) ad una tolleranza che non oltrepassa il limite di una garbata moral suasion? Questa è una applicazione forse legittima ma a mio avviso francamente inaccettabile del principio di autonomia. Io mi sono volontariamente “orcidizzato”, ma difendo il principio per il quale tutti dovrebbero essere puniti nello stesso modo, se questo è ciò che si ritiene giusto. Tutti hanno il diritto di sapere con chiarezza e in anticipo quale prezzo pagheranno per la loro eventuale disobbedienza, in modo che tutti possano decidere come comportarsi. Vi chiedo almeno questo “servizio di equità”. E considererei doloroso il vostro silenzio su questo punto.

Mi auguro che quanto sta accadendo in queste settimane aiuti le nostre comunità di insegnamento e di ricerca a fare chiarezza sulla natura e sui fini della valutazione, anche per offrire all’opinione pubblica un’immagine fedele di quello che tanti docenti universitari sentono e soffrono in questo momento. È possibile che si tratti di una piccola, per quanto fastidiosa minoranza. E in questo caso non ci sarebbe motivo per pretendere che sia rappresentata (e forse perfino difesa) dal CUN. Siamo sicuri che sia così?

Vi ringrazio e vi saluto cordialmente,

Stefano Semplici

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