Rete29Aprile ha scritto una lettera al presidente della CRUI, prof. Gaetano Manfredi, a proposito delle cattedre Natta. Nella lettera si sottolinea che il provvedimento non ha paragone nei sistemi democratici, e se ne sottolineano le mancanze tecniche. Secondo Rete29aprile “se il Governo mantenesse la sua ingerenza magari accettando graziosamente di “condividerla” con Lei” in quanto presidente CRUI, “il provvedimento manterrebbe intatta tutta la sua inaccettabile e devastante portata di compromissione del sistema, avendo semplicemente aggiunto un ulteriore corresponsabile”. L’appoggio della CRUI al provvedimento non potrebbe essere letto come una “condivisione da parte della comunità universitaria”. Perché questa condivisione non c’è. “Desideriamo dunque dirle che, qualora decidesse di prestarsi a questa modalità, non lo farà a nostro nome.”

Al Magnifico Rettore Prof. Manfredi, presidente CRUI

Caro Collega,
le inviamo questa lettera aperta avendo preso atto del messaggio da Lei trasmesso al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a proposito delle cosiddette “Cattedre Natta”, un provvedimento di inaudita gravità, che, configurando un intervento diretto del Governo nella scelta di 500 Professori universitari, “non ha paragoni nei sistemi democratici”, come hanno già avuto modo di osservare pubblicamente migliaia di colleghi.

Si tratta, inoltre, di una procedura straordinariamente costosa, prevedendo che il Presidente del Consiglio, oltre ad indicare direttamente i Presidenti delle Commissioni e indirettamente tutti gli altri Commissari, elargisca ad ogni Commissione di 3 membri un “gettone” di ben 160.000€ annui (da moltiplicare per le 25 Commissioni). Il costo complessivo del provvedimento è pari a 75M€ per anno, ovvero più del doppio di quanto hanno a disposizione tutti gli Atenei per la ricerca (PRIN: circa 31M€/anno); con identiche risorse, anziché 500 Professori “governativi”, sarebbe possibile far entrare in ruolo un numero più che triplo di docenti “normali”.

I docenti selezionati in base alla nuova modalità prevista dal Governo, è evidente, saranno contraddistinti agli occhi dei loro colleghi e di tutta l’opinione pubblica da potenziali rapporti privilegiati con la Politica (immaginiamo, ad esempio, quale ombra potrà gravare sui docenti di diritto Costituzionale così scelti, ma ciò vale in ogni campo e stimolerà una corsa a manifestarsi filo-governativi), aggiungendo una ulteriore occasione di discredito – di cui davvero non si sente alcun bisogno – nei confronti del sistema universitario. Si tratterebbe inoltre di un precedente in base al quale – in una sorta di spoil system universitario – ogni governo futuro di qualsiasi colore non vorrà rinunciare all’occasione di avere “suoi” docenti universitari, tra l’altro per legge retribuiti più degli altri.

Di fronte a queste e a moltissime altre criticità più “tecniche” (basti pensare all’uso di settori ERC che in nessun paese del mondo sono usati per questo scopo, e che saranno ovviamente causa di costosi contenziosi, o alla non competenza disciplinare dei Commissari rispetto alle discipline della maggioranza dei candidati), nella sua lettera abbiamo letto invece di una “’iniziativa che va nella giusta direzione di premiare merito ed eccellenza”. A proposito della selezione dei Commissari, in luogo di una ferma contrarietà all’ingerenza del Governo, troviamo piuttosto una sostanziale accettazione di questo principio, laddove lei afferma che essi “vanno individuati attraverso una condivisione responsabile con la comunità scientifica”. “Condivisione”? con la politica?

Ebbene desideriamo dirle che, a nostro parere, se il Governo mantenesse la sua ingerenza magari accettando graziosamente di “condividerla” con Lei (perché questa è l’offerta che, non menzionata nella norma, Le è stata rivolta pubblicamente – in quanto Presidente CRUI – da un Sottosegretario), il provvedimento manterrebbe intatta tutta la sua inaccettabile e devastante portata di compromissione del sistema, avendo semplicemente aggiunto un ulteriore corresponsabile, con l’aggravante che esso è interno al sistema e sarebbe dunque utilizzato di fronte all’opinione pubblica per sostenere una inesistente “condivisione” da parte della comunità universitaria.

Vorremmo pacatamente evidenziare che la CRUI, “associazione non riconosciuta” (vedi Statuto CRUI) che lei rappresenta – e che utilizza largamente risorse pubbliche – avrebbe come primo obiettivo statutario quello di “rappresentare e valorizzare il sistema delle autonomie universitarie in ogni sede nazionale e internazionale”, mentre il provvedimento delle “cattedre governative” va palesemente (come osserva anche il Consiglio di Stato) in senso contrario.

Desideriamo dunque dirle che, qualora decidesse di prestarsi a questa modalità, non lo farà a nostro nome.

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6 Commenti

  1. L’ultimo resoconto (e non verbale, eppure potrebbero anche registrare gli incontri) della Crui è del 22 settembre. Quando e come hanno discusso alla Crui delle cattedre N.? Eppure si sa che ne hanno discusso. Tra il 28 ott. (articolo del Giornale) e il 3 nov. (lettera di Manfredi) ci sono cinque giorni. Sarà stato durante quei pochi giorni.

  2. Li du’ ggener’umani:

    Noi, se sa, ar monno semo ussciti fori
    Impastati de mmerda e dde monnezza.
    Er merito, er decoro e la grannezza
    Sò ttutta marcanzia de li siggnori

    A ssu’ Eccellenza, a ssu’ Maestà, a ssu’ Artezza
    Fumi, patacche, titoli e sprennori;
    E a nnoantri artiggiani e sservitori
    Er bastone, l’imbasto e la capezza

    Cristo creò le case e li palazzi
    P’er prencipe, er marchese e ‘r cavajjere,
    E la terra pe nnoi facce de cazzi.

    E cquanno morze in crosce, ebbe er penziere
    De sparge, bbontà ssua, fra ttanti strazzi,
    Pe cquelli er zangue e ppe nnoantri er ziere.

    Il grande, grandissimo, Giuseppe Gioachino Belli aveva capito tutto…

  3. Per essere del tutto espliciti. Manfredi rappresenta la volontà e le decisioni dell’assemblea della Crui, quando scrive al Ministro? Oppure la Crui son mi? Mi son la Crui? Le regole della trasparenza (verbali rapidi e completi) valgono anche per la Crui? I soldi buttati per cattedre N., Anvur, procedure complicate, in presenza di tagli, diminuzioni (anche dell’ultima ora, legge di stabilità) lasciano indifferenti?
    Vorrei però richiamare una fonte d’ispirazione dell’andazzo governativo degli ultimi lustri: Janez Potočnik, commissario europeo per la scienza e la ricerca, sottolineava nel 2005 che le strategie politiche sono chiamate ad interferire con la scienza per indirizzarla verso obiettivi di rilevanza sociale (individuati evidentemente dalla politica o quanto meno attraverso la politica). Donde la preminenza accordata … alle ricerche con potenzialità applicative. Si tratta di un brevissimo riassunto di quanto è leggibile in Potočnik, Janez (2005): Science and political power. In: First World Conference on the Future of Science, Venezia: Fondazione Giorgio Cini. In rete all’indirizzo http:// http://www.timeshighereducation.co.uk/story.asp?storyCode=198666&sectioncode=26.
    Su J.P. v. https://it.wikipedia.org/wiki/Janez_Potočnik

  4. La CRUI è un ente privato che non ha sostanzialmente nessun ruolo definito dalla legge. Con tutto il rispetto, credo che R29A continui a sbagliare considerandola un interlocutore.
    Anziché scrivere lettere, potremmo cominciare a chiedere a ciascuno dei nostri rettori di uscire dalla CRUI (e forse si risparmierebbe anche).

    • Ma credo che sia il Miur a considerarla un interlocutore, un’eminenza nemmeno tanto grigia. Vediamo ad es., il caso di Mancini: è diventato dir. gen. al Miur dopo essere stato presidente, e prima segretario, della Crui. Significherà qualcosetta, credo. Alla Crui ci sono anche rettori di univ. private. Ha una sede lussuosa e una fondazione dietro di sé. Costa, e credo pochi sappiano quanto, alle singole univ. Non avrà nessun ruolo definito dalla legge, ma esiste e la fanno esistere, e ci vanno, i rettori, altroché. Anche questo significherà qualcosa, al di là dei riconoscimenti legali, che non sono gli unici a regolare i rapporti istituzionali e individuali.

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