‘Sospeso’ il contestato provvedimento in materia di azioni disciplinari assunto dal CdA dell’università

 

Circa un mese fa l’università di Catania ha avuto l’onore delle cronache nazionali per avere il suo CdA promulgato il 28/08/12 delle Linee guida comportamentali nel caso di apertura di procedimenti disciplinari nelle quali si prevedeva, nel caso di procedimento disciplinare nei confronti del personale docente, la pratica impossibilità di un dibattito pubblico (o anche di assemblee di docenti), con coinvolgimento degli organi di informazione, pena l’avvio di un procedimento disciplinare a carico di chi  avesse promosso tali azioni. E ciò al fine di non condizionare l’andamento e l’esito del procedimento disciplinare e di «tutelare la serenità degli organi di ateneo competenti dell’azione amministrativa universitaria». Si è a seguito di ciò sviluppato un duro dibattito tra coloro che accusavano il CdA – e per esso il rettore – di autoritarismo e di violazione di elementari norme costituzionali e chi invece ne difendeva (con varie sfumature) l’operato. Di ciò Roars ha dato ampia informazione, riportando anche le tesi di coloro che all’interno dell’ateneo catanese erano intervenuti pro o contro.
Ora la questione sembra arrivata ad una svolta. Infatti il CdA dell’università di Catania ha sospeso con delibera assunta nella seduta del 30/11/12 tali Linee Guida sino al 31/10/13: non dunque ‘revoca’, come chiedevano alcune sigle sindacali ed anche alcuni membri del Senato accademico, ma solo ‘sospensione’, in quanto, contestualmente alla delibera ad hoc assunta, il CdA ha deciso su proposta del rettore di inviare al premier Monti e al ministro Profumo «una nota affinché […] venga modificata la normativa vigente, così da attribuire nuovamente la competenza dei provvedimenti disciplinari, nei confronti del personale docente, al Consiglio universitario nazionale».
Riteniamo che questo sia un importante passo per chiarire una situazione che – nonostante le dotte argomentazioni a giustificazione – lasciava ampi margini di perplessità e che ha in sostanza indotto il CdA a prendere atto della natura discutibile del provvedimento prima assunto. Le reazioni da esso suscitate e il dibattito che ne è conseguito – al quale Roars ha dato un contributo non trascurabile – sono serviti almeno a far assumere questa importante decisione, di cui bisogna dare atto agli organi dirigenti dell’università di Catania. Ci auguriamo che la questione dei procedimenti disciplinari – la cui competenza la legge Gelmini ha attribuito alle singole università – sia normativamente risolta una volta per tutte e che in questo senso si pronuncino anche altre voci del mondo universitario, che per la loro autorevolezza possono indirizzare verso una soluzione che rassereni l’ambiente universitario.
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