Si è da poco conclusa una Consultazione pubblica sulla modernizzazione della didattica (Public consultation on a renewed Modernisation Agenda for Higher Education in the European Union), promossa dalla Commissione Europea e aperta sia ai singoli che alle istituzioni. Per qualche sorprendente motivo l’informazione non è circolata quasi per nulla nelle Università italiane; non risulta che il MIUR, ammesso che ne fosse al corrente, abbia dato alcuna informazione agli atenei, né risulta che siano stati coinvolti il CUN o la CRUI. Probabilmente l’amnesia si può spiegare con il fatto che in quadro normativo italiano, dalla legge Gelmini in poi, concentra tutta la sua attenzione sulla ricerca e sulla sua valutazione, mentre la didattica appare irrilevante e marginale e i problemi della qualità della didattica e della sua modernizzazione occupano una posizione molto basso bassa nella scala delle priorità.
Indipendentemente dalla consultazione il tema della modernizzazione dell’insegnamento e dell’apprendimento è rilevantissimo e deve essere affrontato molto seriamente e con decisione anche in Italia. D’altra parte ormai da parecchi anni la questione della modernizzazione è posta tra le priorità dell’agenda della Commissione Europea; a tale proposito, per chi fosse interessato, si segnalano qui di seguito alcuni documenti.
Documenti
Analysis and mapping of innovative teaching and learning for all through new technologies and open educational resources in Europe
http://ec.europa.eu/smart-regulation/impact/ia_carried_out/docs/ia_2013/swd_2013_0341_en.pdf
Opening up education: innovative teaching and learning for all through new technologies and open educational resources (English)
http://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:52013DC0654&from=EN
Aprire l’istruzione: tecniche innovative di insegnamento e di apprendimento per tutti grazie alle nuove tecnologie e alle risorse didattiche aperte (Allo stesso URL è scaricabile anche la versione in italiano)
http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52013DC0654&from=EN
Improving the quality of teaching and learning in Europe’s higher education institutions High Level Group on the Modernisation of Higher Education
http://ec.europa.eu/education/library/reports/modernisation_en.pdf
Modernisation of Higher Education in Europe: Access, Retention and Employability 2014 – Eurydice Report
http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/thematic_reports/165EN.pdf
Sorprendente motivo ? Nessuna sorpresa. Come potrebbe il nostro Governo sottoscrivere affermazioni come questa (contenuta nel primo dei documenti linkati):
“Bricks-and-mortar campuses are unlikely to keep up with the demand for advanced education: according to a widely quoted calculation, the world would have to construct more than four new 30,000-student universities per week to accommodate the children who will reach enrolment age by 2025191, let alone the millions of adults looking for further education or career training.” ?
E che ? dovrebbero forse ammettere che l’ idea dei 22 atenei sufficienti per questo Paese sia una bufala rispetto agli standard europei ? Meglio ignorare. Altrimenti magari qualcuno da mondo accedemico chiede più soldi…
Ascoltare il parere di tutti, poi decidere da soli (come cavolo mi pare) .Prima legge del management.
Buongiorno. L’informazione sulla “consultation” è stata mandata a tutti gli “stakeholders” Ministeri, Università ecc. Il problema a mio modesto parere non sta nel chi ha ricevuto/contribuito ma piuttosto nel contenuto della cosa in se. Giusto rivedere la “modernizzazione dei percorsi accademici” ma forse si dovrebbe cominciare da una proposta di contenuto e non solamente rinfrescare documenti vecchi di anni e evidentemente non adatti alla realtà di oggi. Si dovrebbe riconsiderare la insensatezza di “statements” quali l’università deve essere valutata sugli sbocchi professionali che offre, una aberrazione ! L’università crea il futuro della società e più studenti accedono al sapere (in tutte le discipline possibili) meglio è. L’università deve aiutare a creare spirito critico e capacità di analisi e lettura dei fenomeni della società. Eccetera eccetera. insistere sulla formula “university / employability” è assolutamente deleterio e provatamente errato.