Dal sito del Ministero, segnaliamo la pubblicazione del nuovo bando PRIN.
Roma, 11 novembre 2015
Ricerca, 92 milioni per quella di base
On line il nuovo bando Prin: procedure semplificate
e apertura ai ricercatori a tempo determinato
Giannini: “Investiamo sui giovani e puntiamo sulla ricerca di eccellenza”
Novantadue milioni di euro per finanziare la ricerca di base delle Università e degli Enti vigilati dal Miur. Li mette a disposizione il nuovo bando Prin (Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale) da oggi on line sul sito www.istruzione.it.
Più risorse rispetto al bando precedente, possibilità di conferire la responsabilità del team di ricerca anche ai ricercatori con contratti a tempo determinato, più flessibilità e autonomia nella gestione dei progetti, procedure di partecipazione on line sono fra le principali novità.
Il Prin 2015 “punta a favorire il rafforzamento delle basi scientifiche nazionali, anche per consentire una più efficace partecipazione del nostro Paese ai bandi del nuovo Programma Quadro dell’Unione Europea, Horizon 2020. Vogliamo stimolare e promuovere le nostre eccellenze puntando sui giovani, coerentemente con quanto faremo con il nuovo Programma Nazionale della Ricerca”, sottolinea il Ministro Stefania Giannini.
I progetti potranno essere presentati a partire dal 12 novembre e fino alle 15 del 22 dicembre prossimi. I Comitati di selezione si insedieranno a gennaio 2016. Nel corso dell’estate 2016 saranno indicati i progetti vincitori del bando. Entro ottobre 2016 saranno erogati i finanziamenti.
Tre i macro-settori di riferimento: Scienze della Vita (LS), Scienze Fisiche e Ingegneria (PE) e Scienze Umanistiche e Sociali (SH). Il finanziamento totale è di 91.908.209 euro. Ogni progetto potrà avere un costo massimo di 1 milione di euro. Il budget totale è distribuito fra i tre settori secondo queste percentuali: i settori Scienze della vita e Scienze Fisiche e Ingegneria avranno ciascuno il 35% del finanziamento (pari a 32.167.873 milioni). Il 30% (27.572.463 milioni) andrà al settore delle Scienze Umanistiche e Sociali.
La valutazione sarà semplificata: avverrà in un’unica fase. È prevista una maggiore elasticità nelle procedure di spesa dei fondi, con la possibilità di integrare la rendicontazione di fine progetto anche l’anno successivo alla scadenza del progetto stesso. Organismi di ricerca privati potranno per la prima volta essere coinvolti con l’inserimento di una sub-unità di ricerca all’interno del progetto, sotto il controllo del Principal Investigator (il coordinatore del progetto).
Vai al bando:
http://attiministeriali.miur.it/anno-2015/novembre/dd-04112015.aspx
Sarebbe meglio evidenziare che il 35% va a Scienze della vita, un altro 35% a Scienze Fisica ed Ingegneris e il 30% a Scienze umanistiche e sociali. Cosi’ come e’ riportata la notizia sembrerebbe che ci siano 3 quote da 35% ciascuna piu’ una col 30%.
Certo che mettere sul sito l’ 11 la notizia relativa ad un bando per il quale i progetti vanno inviati dal 12/11 al 22/12 è un capolavoro di tempismo.
per non parlare della discriminazione degli RTDa e b nella funzione di PI. Però una parte delle risorse sono per PI al di sotto dei 40 anni!
Comunque, letto il bando, la semplificazione delle procedure è effettiva, almeno sulla carta. Vedremo nella fase applicativa.
Quindi i ricercatori a tempo determinato vengono tagliati fuori. Tutto va contro la carta dei ricercatori europea. Vergogna….Un paese accademico del terzo Mondo.
il limite di età (40 anni) è solo per il PI o anche per il responsabile locale?
Da quello che capisco io, non c’è un limite di età di 40 anni. Parte delle risorse è riservata per proponenti più giovani di 40 anni, ma a quanto mi sembra da una prima lettura può applicare chiunque.
Da una lettura veloce, mi sembra che ci siano effettivamente degli elementi positivi e migliorativi rispetto agli ultimi bandi.
1) la possibilità di presentare progetti sia da soli che come gruppi di ricerca, evitando di costruire delle cordate in cui era necessario includere forzatamente un numero definito di ricercatori.
2) la possibilità di scrivere i progetti solo in inglese.
3) finalmente no alla selezione locale.
4) una modulistica semplificata rispetto al passato e più simile a quella di altri paesi europei.
Tutto questo però a fronte di cifre davvero ridotte (91 milioni di euro significano qualche centinaia di euro l’anno a testa se tutti i docenti dell’università pubblica fossero finanziati).
I tempi sono davvero un po’ troppo stretti.
Un mese per un progetto serio da 1 milione… Parteciperà solo che ne ha uno pronto o chi sapeva già…
L’accoppiata PRIN+SIR(o FIRB) permette un buon bilanciamento tra giovani e meno giovani. Ma se i bandi si fanno a 2 anni di distanza allora gli uni e gli altri risultano penalizzati.
Al solito si pone la soglia roboante di 1 milione quando la maggior parte dei gruppi di ricerca non ha i fondi per comprare la carta (per la stampante al momento, ma tra non molto anche quella igenica).
Un mese per scrivere i progetti. Speriamo non serva un anno per selezionarli!
Ma con le procedure della ASN mai più rinnovate dal 2013 in spregio alla legge, non è un po’ grottesco vedere che al P.I. è ancora richiesta l’abilitazione?
Quello del prin sarà un testo datato rimasto in freezer per un po’ visto che nel frattempo si è ritornati ai concorsi nazionali (vedi 500 cervelloni)
Mi confermate che i ricercatori degli enti di ricerca NON possono essere PI, ma solo responsabili di unità locali?
35 milioni per le scienze mediche tutte, inclusi 6 milioni per i giovani, è un importo ridicolo.
Verrà finanziato il 2% delle domande, e costerà più la valutazione dei fondi per la ricerca, la solita buffonata.