“Rimango della ferma opinione che una buona università statale italiana sforni laureati che non hanno nulla da invidiare a un prodotto di Harvard o Stanford”.

L’estate scorsa, Vittorio Zucconi aveva lanciato una vera e propria provocazione dalla sua rubrica settimanale “Hotel America”. Le più rinomate università statunitensi, quelle che occupano i primi posti delle classifiche internazionali degli atenei, vengono spesso idealizzate e amaramente confrontate con le università italiane, tacciate di provincialismo, di inefficienza e basso livello scientifico. Zucconi mette in dubbio che il livello degli atenei italiani sia così mediocre e anche su Roars abbiamo mostrato che la produttività scientifica italiana regge bene i confronti internazionali. Inoltre, anche il sogno americano ha un rovescio della medaglia. Zucconi spiega la dura realtà delle rette iperboliche, che possono avvicinarsi ai 40.000 euro all’anno. Alcune famiglie cominciano ad accantonare il gruzzolo fin dalla nascita dei figli, i meno fortunati sono costretti ad indebitarsi: due terzi degli studenti escono dall’università gravati da un debito di 24.000 dollari a testa. È il prezzo dell’eccellenza, si dirà, il risultato della competizione per accaparrarsi i migliori docenti. Eppure, come spiega Zucconi, chi non ha il marchio di una delle top 30 università cerca di attirare clienti fornendo servizi da hotel e dormitori super accessoriati con vista mare. Paradossalmente, la competizione finisce per gonfiare i costi collettivi del sistema universitario dirottando risorse crescenti dalla formazione verso i servizi accessori. Per saperne di più:

Vittorio Zucconi, Pensateci bene prima di puntare ad Harvard

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5 Commenti

  1. “per attrarre bravi studenti, si comincerà dall’offrire stanze singole nelle residenze studentesche, poi la Tv via cavo gratuita, poi la Jacuzzi privata e l’abbonamento annuale alla palestra e così via… Tutte cose che ai puristi dell’accademia possono apparire in stridente contrasto con l’ideale dell’amore disinteressato del sapere, ma che fanno parte della realtà umana”.
    R. Perotti L’Università Truccata.

    • Questa citazione di Perotti, è meno folkloristica di quanto possa sembrare. Infatti, negli USA la spesa per istruzione appare fuori controllo con incrementi superiori alla spesa per la casa, la salute e l’energia, come mostrato nella figura seguente, tratta da un rapporto di Moody’s Analytics (“Student Lending’s Failing Grade” Luglio 2011, http://image.exct.net/lib/fefb127575640d/m/2/Student+Lendings+Failing+Grade.pdf).


      L’aumento dei costi, tuttavia, non appare legato alla competizione per accaparrarsi i docenti migliori, quanto ad un’esplosione di costi amministrativi e per servizi accessori (campi sportivi, residenze studentesche), si legga per esempio “Faulty Towers: The Crisis in Higher Education” (http://www.thenation.com/article/160410/faulty-towers-crisis-higher-education?page=full#). Negli USA, la competizione tra atenei ha anche favorito gli operatori privati più spregiudicati come le “for profit schools” (http://www.internazionale.it/la-bolla-universitaria/) che hanno come target proprio i ceti più deboli nei confronti dei quali mettoni in opera pratiche di marketing poco trasparenti (oggetto anche di un’indagine federale: http://www.gao.gov/new.items/d1110.pdf). L’esperienza statunitense mostra che la competizione può giocarsi su terreni diversi da quello formativo, contribuendo ad un peggioramento dell’efficienza complessiva del sistema. Sono elementi che devono far riflettere sugli effetti indesiderati, ma poco controllabili, di sistemi di finanziamento che esaltano la concorrenza tra atenei.

  2. Momento, le rette degli studenti pagano anche gli appartamenti dello staff e la loro piscina. Venite tutti nelle top 50 university del QS, pargoli, se no ci tocca pagare gli alloggi a prezzo di mercato.

  3. Mi ricordo ancora come ieri quando mio nonno disse al momento di scegliere l’università: ci sono persone che possono soltanto splendere di luce riflessa da altri ma valgono poco e ci sono persone che creano la luce e valgono l’infinito.
    Quanta saggezza e che spirito quell’uomo straordinario, e grazie alle sue parole ho effettuato scelte importanti nella mia vita che possono riflettersi nel sentimento in titolo.
    Nessuno eccelle seguendo la scia di altri. Nella vita solo colui che sfida gli stereotipi, le etichette, le convenzioni potrà accedere alla gloria. Perché in fondo tutti cerchiamo la gloria ma nessuno ha il coraggio di arrivarci se questo costa la disapprovazione sociale.
    E’ il motivo per cui trovo stupido criticare chi vuole farsi un nome attraverso etichette pop come Harvard che è nell’immaginario collettivo il massimo, anche se la vita poi arriva col suo potente spettacolo e si abbatte su di noi col suo trambusto di eventi che neanche immaginavamo.

    E’ il motivo per cui sono le persone a far grandi le università, non le università a far grandi le persone. Chi ragiona come in primis farà la storia, i secondi saranno cenere al vento.

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