Segnaliamo ai lettori il parere reso dal CUN, in occasione della seduta del 25/26 luglio scorso, sullo schema di decreto ministeriale concernente l’individuazione dei 24 CFU nelle discipline psico-antropo-pedagogiche necessari per l’accesso al concorso per insegnanti delle scuole secondarie.

Segue il testo.

MIUR.AOODGSINFS.REGISTRO UFFICIALE(U).0021532.31-07-2017

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3 Commenti

  1. Eppure qualcosa non mi convince,
    questi 24 CFU costituiscono un onere e un requisito per la partecipazione ad un concorso che attualmente non esiste e che dovrebbe uscire nella prossima estate e non si sa se uscirà mai.
    Infatti, considerando che
    1) ci sarà un cambio di governo
    2) presumibilmente un cambio di ministro
    3) il TFA del 2017, più volte annunciato è stato poi abolito in favore del nuovo FIT, che, cambiando tutto (parlamento e governo), probabilmente potrebbe anche non uscire
    4) il FIT potrebbe non contenere nessun tipo di indicazione dei 24 CFU.
    Quindi prima uno li deve conseguire e poi potrebbero non servire in quanto propedeutici a qualcosa che ora non c’è e potrebbe non esserci mai.
    Non vedo questa preoccupazione nel documento CUN e questo mi dispiace.

  2. E’ sorprendente che nessuna voce si sia levata contro il fatto che questi 24 crediti integrativi di discipline pedagogiche e socio-antropologiche siano richiesti anche ai dottori di ricerca. Qui i casi sono due: o si trova il modo di far valere crediti conseguiti in quelle discipline durante i corsi universitari (e allora il significato di quei 24 crediti si sminuisce nella sostanza) oppure vanno conseguiti dopo (o durante?) il dottorato. In questo modo, persone che hanno fatto quasi 4 anni post-laurea di ricerca (e didattica avanzata si trovano a dover sostenere di nuovo esami universitari, ritrovandosi di nuovo non certo per loro scelta nella condizione di studenti. Si ricordi che non più di sei mesi fa un progetto di legge finalmente saggio aveva proposto che il titolo di dottore di ricerca desse accesso diretto ai concorsi per l’insegnamento. Non solo tutto è caduto nel vuoto, ma la tassa dei 24 crediti è stata imposta anche ai passati e futuri dottori di ricerca. Un bel passo indietro, non c’è che dire. Un autentico misconoscimento del percorso dottorale e del valore del titolo di dottorato. Perché il CUN non fa sentire al sua voce?

  3. @Guido Abbattista:
    L’Italia è il Paese dei temi scritti e delle prove orali.
    L’Italia è il Paese degli eterni concorsi con le prove scritte e le interrogazioni orali, è una malattia, è una droga, è una perversione.
    L’Italia è:
    “Vorrei un etto di prosciutto”.
    “No, prima devi passare l’esame scritto sul prosciutto (3 prove- una sul prosciutto crudo-un’altra sul prosciutto cotto- un’altra sul prosciutto affumicato),
    poi l’esame orale sul prosciutto, poi accedi ad un percorso di scuola abilitante sul prosciutto, poi dopo 3 anni, forse entri in graduatoria e dopo 6 potrai avere un etto di prosciutto”.
    “Ho conseguito un PhD sul prosciutto”
    “Non importa, il PhD in Italia non conta”.
    Ovviamente, ad una politica poco illuminata va bene così.

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