Invece che far pagare libri scritti da altri docenti universitari, ha più senso che le Università incentivino la autoproduzione di materiale didattico, mediante le proprie University Press, e magari dando qualche bonus (in ore di didattica o periodi di sabbatico) ai docenti che si impegnino a scrivere un manuale per il proprio corso. Idealmente, un corso universitario dovrebbe offrire gratuitamente tutto il materiale didattico, e tarare questo materiale sullo specifico insegnamento. Non c’è alcun materiale didattico che una Università pubblica (ma il discorso vale similmente per la Scuola) non possa produrre da sola, senza alcuna necessità di cederne i diritti ad editori privati.
Abbiamo chiesto a Giovanni Puccetti, professore ordinario di Metodi Matematici dell’Economia e delle Scienze Attuariali e Finanziarie come e perché ha deciso di produrre un libro didattico open access e se secondo lui questa esperienza sarebbe esportabile in altre discipline.
Una delle applicazioni della ricerca svolta nelle università è la sua rielaborazione in contenuti destinati agli studenti, attraverso la produzione di testi e moduli didattici.
Questi contenuti prodotti all’interno di istituzioni pubbliche hanno spesso costi molto alti per gli studenti. L’UNESCO nelle raccomandazioni del 2019 chiede alle istituzioni (soprattutto a quelle pubbliche) di favorire in tutti i modi la produzione di risorse didattiche ad accesso aperto.
Abbiamo chiesto a Giovanni Puccetti, professore ordinario di Metodi Matematici dell’Economia e delle Scienze Attuariali e Finanziarie come e perché ha deciso di produrre un libro didattico open access e se secondo lui questa esperienza sarebbe esportabile in altre discipline.
ROARS: Come è arrivato alla decisione di pubblicare un libro ad accesso aperto? Quali sono state le tappe anche di validazione dei contenuti?
Nei miei anni di insegnamento sono sempre stato parzialmente insoddisfatto dei libri di testo adottati. Penso che questa sia una esperienza simile a quella di molti miei colleghi: nessun libro di testo scritto da un altro docente si adatta perfettamente al proprio programma, al carico didattico previsto dall’insegnamento, al livello dell’accertamento delle conoscenze, e al proprio modo di insegnare. Negli ultimi anni ho scelto un volume che offriva una piattaforma di esercitazioni online randomizzabili che mi permetteva di realizzare facilmente test da somministrare ogni settimana. In un corso intensivo (10 settimane) come quello che insegno in Statale, occorre motivare la classe ad un apprendimento costante, di modo che la maggior parte degli studenti riesca ad affrontare con successo tutti gli argomenti del corso, e quindi l’esame nei primi appelli a disposizione. Libro e piattaforma on-line erano a pagamento, e seppure il prezzo fosse relativamente basso, uno studente un giorno mi ha chiesto perché doveva pagare un extra (oltre alle tasse universitarie) per averli. Questa osservazione mi ha fatto riflettere e comprendere che quello che compravamo poteva essere realizzato autonomamente e messo a disposizione di tutti, non solo agli studenti della mia classe, ma anche di tutti gli studenti e docenti di corsi simili.
Il mio volume è quindi nato spontaneamente da tutti gli appunti ed esercizi che avevo realizzato nei precedenti anni di insegnamento ed è stato testato durante lo scorso trimestre, dove ho chiesto ad alcuni colleghi e soprattutto agli studenti di inviarmi qualsiasi errore, matematico o tipografico, avessero trovato. Il risultato è stata una completa revisione del libro di testo, che adesso è già disponibile per il prossimo anno accademico.
R: Può descriverci in che modo ha coinvolto gli studenti e quale lezione hanno imparato?
Scrivere un libro di testo è estremamente oneroso e di fatto occupa quasi tutto il tempo che un docente universitario dedicherebbe altrimenti alla ricerca. Inoltre, nel mio settore, apporta un contributo minimo se non nullo al proprio curriculum. Se si aggiunge alla scrittura del volume anche la realizzazione di una piattaforma di esercitazioni abbastanza sofisticata, l’impresa potrebbe apparire impossibile. Avendo deciso di scrivere il libro, mi è venuta l’idea di far realizzare la piattaforma di esercitazioni ad un gruppo di tirocinanti interni (il nostro Corso di Laurea prevede un tirocinio obbligatorio), selezionati tramite bando e sotto la mia supervisione. Questo ha avuto notevoli vantaggi per tutti. Le studentesse e gli studenti coinvolti sono riusciti a realizzare una piattaforma di esercitazioni randomizzate con alcune soluzioni innovative che hanno reso possibile imitare l’inserimento simbolico delle soluzioni in un ambiente Moodle (la piattaforma open source di e-learning disponibile a tutti gli Atenei). Inoltre, in questo modo, studentesse e studenti sono stati inclusi nella realizzazione del materiale didattico per le coorti future. Sia io che loro abbiamo imparato che questo è un modo estremamente efficace per poter migliorare un insegnamento: far collaborare gli studenti al suo design.
R: Quali sono i principali vantaggi che vede nella pubblicazione aperta anche per la didattica?
Riprendendo l’osservazione ricevuta, invece che far pagare libri scritti da altri docenti universitari, ha più senso a mio avviso che le Università incentivino la autoproduzione di materiale didattico, mediante le proprie University Press, e magari dando qualche bonus (in ore di didattica o periodi di sabbatico) ai docenti che si impegnino a scrivere un manuale per il proprio corso. Idealmente, un corso universitario dovrebbe offrire gratuitamente tutto il materiale didattico, e tarare questo materiale sullo specifico insegnamento.
R: Qualsiasi collega potrebbe riprendere il libro e modificarlo?
Sì. Tutti i file sorgente dei capitoli del libro e delle figure sono già disponibili su GitHub, dove poi verranno anche caricati i file sorgenti delle esercitazioni Moodle. Il libro è stato scritto attraverso la libreria Bookdown di R, un linguaggio nato per la Statistica che nel mio settore è molto conosciuto. I file sorgente permettono di creare allo stesso tempo il libro in formato latex, pdf, html ed e-pub. Inoltre, la licenza scelta permette il riutilizzo e la modifica del materiale, a patto che se ne citi la provenienza.
R: Consiglierebbe questa modalità di pubblicazione ai suoi colleghi?
Il vantaggio più grande nell’usare questa libreria è il fatto che grafici e tabelle possono essere programmati direttamente in R e sono inseriti direttamente nel latex senza ulteriori passaggi molto onerosi in termini di tempo. Questa modalità di pubblicazione è efficiente in qualsiasi campo scientifico in cui l’utilizzo di R sia diffuso.
Certamente il mio volume non può andare bene così come è per tutti gli altri (numerosi) corsi di Matematica Generale insegnati in Italia. Avere però un template già pronto, 10 capitoli con più o meno tutti i teoremi e le definizioni che ognuno, comunque, darebbe nel proprio insegnamento, esercizi con soluzioni già corrette, può essere un ottimo punto di partenza per realizzare il proprio volume e metterlo in condivisione con tutti gli altri docenti.
Anche un docente che riutilizzasse i miei file ma volesse cambiarne i grafici, lo potrebbe fare semplicemente cambiando poche righe di codice. Un obiettivo che potrebbe essere raggiungibile nei prossimi anni è avere una raccolta di singoli capitoli e relativi esercizi on-line per Matematica Generale in cui ognuno possa andare a creare il proprio manuale. Non c’è alcun materiale didattico che una Università pubblica (ma il discorso vale similmente per la Scuola) non possa produrre da sola, senza alcuna necessità di cederne i diritti ad editori privati.