Come abbiamo visto (La bugia della valutazione dei prodotti e non degli autori) Anvur ha lanciato in piena estate una consultazione sulla versione provvisoria delle Linee guida dell’Accreditamento periodico nell’ambito del sistema AVA. Queste linee guida estendono il metodo della valutazione dei collegi di dottorato effettuato mediante i voti VQR individuali anche ai Corsi di Studio:
a p.22, al punto “Consistenza e qualificazione del corpo docente dei CdS” viene riportato un “Indicatore basato sul voto standardizzato calcolato sulla VQR del collegio dei docenti del CdS”
Tenendo conto che i voti VQR sono normalizzati in base alla media, circa metà dei docenti sono per definizione under-performing e finiranno per penalizzare i corsi di studio a cui afferiscono.
Le osservazioni dovranno essere inviate ad Anvur entro il 12 settembre 2016 (la data limite era il 5 settembre, ma è stata prorogata) utilizzando esclusivamente la casella di posta elettronica dedicata consultazioneava2@anvur.it
La versione provvisoria delle linee guida è consultabile a questo indirizzo:
https://www.anvur.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1039&Itemid=703&lang=it
Visto che ANVUR chiede i commenti della comunità scientifica forse è il caso di far sentire la propria voce.
Facsimile di commento alle Linee guida AVA 2.0 (da inviare entro 12 settembre 2016)
To: consultazioneava2@anvur.it
Subject: Il voto VQR del collegio del CdS non è un indicatore appropriato
In merito al punto “Consistenza e qualificazione del corpo docente dei CdS”
Si ricorda ad Anvur che la VQR è un esercizio di valutazione delle strutture che valuta due pubblicazioni sul quadriennio 2011-2014, che già i risultati vengono utilizzati impropriamente per valutare i collegi dei dottorati, che comunque l’esercizio valuta la qualità della ricerca e non quella della didattica, che l’utilizzo di indicatori costruiti per un determinato scopo a fini diversi è scorretto dal punto di vista metodologico, si invita quindi Anvur ad utilizzare, per la valutazione della qualificazione del corpo docente dei CdS, indicatori appropriati.
Non ci dimentichiamo, a parte tutte le altre grossolane irrazionalità e a parte, con riferimento alla protesta contro la VQR, l’intento punitivo per il passato e preventivo per il futuro, non ci dimentichiamo, dicevo, che si continua a normare – come nulla fosse – in via retroattiva: si pretende un requisito che avrebbe dovuto essere noto all’epoca in cui si dovevano sottoporre i contributi per la VQR.
Ora mi chiedo: l’ANVUR ritiene di appartenere alla tradizione giuridica occidentale? Oppure: l’ANVUR riconosce il governo della legge o è legge a se stessa?
Inutile e del tutto funzionale alla valuaberrazione, invero alla ristrutturazione aziendalistica (fatta pure male) della università, commentare le trovate di ferragosto dell’anvur. L’ unica strada è il rifiuto, fosse solo per un po’ di amor proprio. Appunto, just say no!!!
Nel facsimile figura il periodo 2010-2014, ma immagino sia il 2011-14. Riformulerei così dal punto di vista grafico (mi scuso per la pignoleria, ma mi pare che non sia inutile).
In merito al punto “Consistenza e qualificazione del corpo docente dei CdS”.
Si ricorda ad Anvur:
1) che la VQR è un esercizio di valutazione delle strutture che valuta due pubblicazioni sul quadriennio 2011-2014;
2) che già i risultati vengono utilizzati impropriamente per valutare i collegi dei dottorati;
3) che comunque l’esercizio valuta la qualità della ricerca e non quella della didattica;
4) che l’utilizzo di indicatori costruiti per un determinato scopo a fini diversi è scorretto dal punto di vista metodologico.
Si invita quindi Anvur a utilizzare, per la valutazione della qualificazione del corpo docente dei CdS, indicatori appropriati.
“Nel facsimile figura il periodo 2010-2014, ma immagino sia il 2011-14.”
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Grazie, abbiamo corretto.
Non si può far opposizione a soli pezzetti di riforma, ma opporsi globalmente ad un processo ingiusto che sta ridisegnando la mappa sul territorio delle Università, graduandole come migliori o peggiori, in base ad indicatori contestabili, e sta punendo chi lavora, ha lavorato, ma non si ‘piega’ a politiche ministeriali o miseramente locali.