«Of course, I assume that everybody being here believes that education is one of the highest treasures for a nation or country. […] For the education in general there is nothing what I call a performance criteria. In contrast of running a business where you can after a year say how much you have earned this is not possible with university education. Universities cost a lot of money but there is no immediate return; the payoff of a good education may be observed after one or two generations. In other words the results of the present input can only be observed one or two generations later. It is therefore difficult to make now a precise statement how education should be. The only thing we can do is to provide based on our long tradition and experience as industrialized countries young people with a high qualified education.»
Queste parole, che sottolineano la difficoltà di misurare nel breve periodo i benefici dell’istruzione universitaria, ma al contempo ne ribadiscono il valore strategico per il futuro delle nazioni, risalgono al 1988. A pronunciarle, nel corso di un Colloquio Internazionale tenutosi a Bologna[1] in concomitanza con le celebrazioni del IX centenario dell’Ateneo Bolognese, è stato Manfred Thoma (1929-2014), Professore dell’Università di Hannover e Presidente dal 1984 al 1987 dell’IFAC (International Federation of Automatic Control). Fa una certa impressione constatare che abbiamo scordato ciò che trenta anni fa era ben noto, ovvero che gli investimenti culturali e scientifici non sono misurabili nel breve termine, perché sfuggirebbero alla misura proprio quei germogli destinati a produrre frutto per le generazioni a venire. Il cenno all’inesistenza di un “indice di prestazione” dice proprio questo: come ingegnere, per di più specializzato nei sistemi di automazione, Thoma sapeva bene che, piuttosto che chiudere incautamente l’anello di retroazione su indicatori non pertinenti, il problema dell’istruzione andava affrontato con un’ampia visione culturale. Sono passati trent’anni e la regressione culturale dei vertici delle accademie mondiali si misura dalla loro adesione alla retorica del saliscendi annuale nei ranking universitari, la cui inconsistenza tecnica e dannosità culturale sembrano sfuggire persino a chi pretende di eccellere nel rigore scientifico e tecnico.
[1] M. Thoma, Control Engineering Education in the Federal Republic of Germany, Atti del Colloquio Internazionale Organizzato da CIRA – Centro Interuniversitario di Ricerca in Automatica Bologna 8 – 9 settembre 1988, p. 9-22.