Nel 2015 l’intero board della rivista di Elsevier LINGUA rassegna le dimissioni e fonda una nuova rivista ad accesso aperto Glossa. Nel 2017 l’intero board della rivista di Springer Journal of Algebraic Combinatorics rassegna le dimissioni e fonda una rivista analoga Algebraic combinatorics. A differenza della rivista di Springer che chiedeva 3.000 Euro per la pubblicazione degli articoli ad accesso aperto, la nuova rivista non avrà costi per gli autori. La Open Access Directory riporta una ventina di casi analoghi a partire dal 1989 con le motivazioni per le dimissioni dei board. Cosa ha spinto questi ricercatori a dimettersi dal ruolo di prestigio in una rivista prestigiosa per fondarne un’altra uguale dal punto di vista dei filtri e della qualità del board, senza alcun tipo di indicatore bibliometrico per ora, ma finalmente libera dai vincoli (contrattuali e sui diritti d’autore) imposti dagli editori? Certamente il costo esagerato degli abbonamenti e il non meno esagerato costo delle Article Processing Charges ha indotto nei membri del board una vera e propria ribellione e la volontà di riprendere il controllo sugli esiti della attività di ricerca della propria comunità scientifica.
E’ successo ancora.
Dopo l’episodio di Lingua (Elsevier) un intero editorial board, quello di Journal of Algebraic Combinatorics (Springer) si dimette per via dei prezzi troppo alti sia per l’accesso tramite abbonamento sia per l’open access.
Nel 2015 l’intero board della rivista di Elsevier LINGUA rassegna le dimissioni e fonda una nuova rivista ad accesso aperto Glossa. La decisione è motivata dalle quote per l’accesso ai contenuti che vengono ritenute spropositate dall’intero board.
Nel 2017 l’intero board della rivista di Springer Journal of Algebraic Combinatorics rassegna le dimissioni e fonda una rivista analoga Algebraic combinatorics, che partirà all’inizio dell’anno prossimo e sarà anche in questo caso una rivista ad accesso aperto. Prima di prendere questa drastica decisione
the board approached Springer to explore making the journal freely available online, but they were told that “this was not something that Springer would consider.” (fonte Inside Higher Ed)
A differenza della rivista di Springer che chiedeva 3.000 Euro per la pubblicazione degli articoli ad accesso aperto, la nuova rivista non avrà costi per gli autori e sarà in una prima fase sostenuta dai finanziamenti di una iniziativa francese per l’accesso aperto.
La Open Access Directory riporta una serie di casi analoghi a partire dal 1989 con le motivazioni per le dimissioni dei board:
http://oad.simmons.edu/oadwiki/Journal_declarations_of_independence.
Come mai due editorial board diversi, di riviste che appartengono ad ambiti disciplinari diversi, di editori diversi (ma entrambi colossi dell’editoria accademica) prendono posizioni così drastiche?
Cosa ha spinto questi ricercatori a dimettersi dal ruolo di prestigio in una rivista prestigiosa per fondarne un’altra uguale dal punto di vista dei filtri e della qualità del board, senza alcun tipo di indicatore bibliometrico per ora, ma finalmente libera dai vincoli (contrattuali e sui diritti d’autore) imposti dagli editori?
Certamente il costo esagerato degli abbonamenti e il non meno esagerato costo delle Article Processing Charges (che nelle riviste cosiddette ibride porta al ben noto fenomeno del double dipping (1)) ha indotto nei membri del board una vera e propria ribellione e la volontà di riprendere il controllo sugli esiti della attività di ricerca della propria comunità scientifica.
Questo riporta l’attenzione su quello che può essere considerato l'”equo prezzo” per la pubblicazione di un articolo, sulla sempre maggiore esigenza di trasparenza nei processi di validazione delle ricerche, ma anche sul ruolo, oggi, degli editori scientifici e sulla necessità di ripensare l’intero processo della comunicazione scientifica in un’ottica di trasparenza che favorisca una valutazione nel merito delle ricerche finanziate.
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1. “Double dipping arises if a publisher seeks an unwarrantable increase in revenues by levying article processing charges (APCs) for publication in a hybrid journal, while not providing a proportionate decrease in subscription costs.” (The costs of double dipping)