Non si può non riconoscere che il titolo dell’intervento di Luisa Ribolzi e Massimo Castagnaro (“Il sussidiario.net” del 19 ottobre) è assai ben trovato: “La vendetta del suino: l’Anvur risponde al Corriere”. Ribolzi e Castagnaro, componenti del Consiglio direttivo dell’Agenzia, rispondono al bell’articolo di Gian Antonio Stella del 17 ottobre, “Riviste (per nulla) scientifiche”. E allo stesso articolo risponde il 20 ottobre il Presidente di Anvur, Stefano Fantoni, mediante argomentazioni ricorrenti in simili esternazioni: la colpa è dei docenti universitari, che pubblicano dovunque e qualsiasi cosa, noi abbiamo cercato di ripulire, di sfrondare (ma non ci siamo riusciti) migliaia di titoli di riviste. Quante migliaia? Non si sa.

16.000, forse (ma le cifre ondeggiano, variano, come i criteri matematici in questa sventurata Abilitazione scientifica nazionale),”in media quasi una rivista per docente” (letterale!). Insomma le liste rivelate e commentate da Roars hanno fatto scalpore, le autodifese di chi avrebbe dovuto fornire una classificazione delle sedi di pubblicazione degli universitari italiani e che ha affidato al sito ufficiale dell’Agenzia di valutazione un elenco delirante di fogli patinati da sala di attesa del dentista e di rivistine parrocchiali, sono al limite del patetico e anche fortemente lesive della dignità scientifica dei docenti e ricercatori coinvolti in questa sarabanda di insulti gratuiti, al limite della querela.

Ma chi insulta chi? Soffermiamoci sulla “vendetta”, evocata dall’articolo del “Sussidiario”, una parola carica di fascino, dalla vendetta del Conte di Montecristo (la più bella) a Rambo II. Ma  la Vendetta del suino fa eco (è facile immaginarlo) piuttosto alla “Vendetta del pulcino Pio”, richiama un fenomeno di massa, molto più recente, un tormentone musicale, glorificato dai fans di YouTube e riletto genialmente da Maurizio Crozza in chiave gitana. Vendetta del pulcino Pio o vendetta del povero suino, immortalato, al di là dei suoi meriti e della sua simpatia, nel titolo della rivista che nell’elenco anvuriano spicca maggiormente e pour cause: “Rivista italiana di suinicoltura”? Scrivono infatti Ribolzi e Castagnaro, al fine di “tutelare l’impegno dei [loro] collaboratori, che con sacrificio e senza alcun compenso (sic) hanno collaborato con Anvur nel poco gratificante compito di tentare un riordino nella giungla delle pubblicazioni” (ma chi sono questi eroi che schedano gratuitamente le famose migliaia di riviste?) che “Oggetto di sarcasmo è in particolare la Rivista di suinicoltura […], il cui titolo ha colpito la fantasia dei critici”. C’è una prima ammissione, dunque: un titolo che colpisce la fantasia; c’è un rimedio proposto: “Se il titolo è così importante, suggeriremo alla redazione di cambiarlo…”; e c’è la Vendetta: “Del resto, Il caffè (1764-1766) dovrebbe forse essere escluso dal novero delle riviste che hanno fatto la cultura italiana perché ha un nome che lascia piuttosto pensare alla cucina?”

Il Caffè, vi rendete conto? Accostato, anche solo minimamente paragonato alla rivista di suinicoltura! Vendetta Anvur contro chi? Contro Pietro e Alessandro Verri, contro Cesare Beccaria, contro Paolo Frisi et alii, contro l’illuminismo lombardo verosimilmente, forse talmente poco illuminista da sfuggire alle tanto agognate mediane e alla divisione dei saperi sponsorizzata dall’Agenzia: letteratura, storia, economia, agronomia, storia naturale, medicina. Di tutto questo si scriveva in una rivista che segnava la nascita del giornalismo moderno, una rivista di anti-pedanti, anti-cruscanti, progressisti (permettete questa parola?). Vendetta personale contro di me, ho fantasticato, contro i miei studi, gli anni di liceo, le mie letture. Ma no, sicuramente vendetta contro la scuola e l’università pubblica, contro la comunità scientifica, contro chi studia e insegna con serietà, contro il nostro patrimonio culturale. Come classificare Il Caffè? In fascia A, sembrerebbe di no, visto che viene accostato a una rivista di serie inferiore? E poi il nome del periodico, se anche allude ovviamente alla squisita e eccitante bevanda, non lo fa nel senso di “A tazza e’ café” (“Ma cu sti mode, Briggeta, tazza e’ café parìte  “) o di “Na tazzulella e café” (Ahi, Pino Daniele!),  ma al caffé come luogo (lo sanno tutti), alla bottega del caffè, a una caffetteria, per intenderci (brutta parola!). Che c’entra quel glorioso Caffè illuminista con la pur rispettabile cultura del suino?

Forse Ribolzi e Castagnaro volevano essere spiritosi, ma hanno passato il segno. E mi dispiace che a sottolinearlo sia una non specialista. Tra i Gev dell’area 10 ci sono italianisti di grande livello e ce ne sono anche tra i componenti del Gdl. Sarebbe la vendetta del pulcino Pio se non si dimettessero dopo tale irriverenza culturale. A dir poco.

 

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81 Commenti

  1. Cari colleghi, ai molti che vogliono partecipare all’abilitazione, non importa né di caffè né di bistecche. Sono tutti presi da come fare coi pdf, case editrici da contattare, eventualmente pagare per aver i pdf, per lavori più vecchi non ci sono pdf, cosa mettere e cosa cancellare. Non hanno tempo per un aggiornamento continuo su cosa si dice dell’operato dell’Anvur, sperano soltanto che in qualche modo si faccia e che il Tar non invalidi, indirettamente, tutto. Questa è la fortezza dell’Anvur.

    • Basta con questa storia dei PDF! Ma che cosa ci vuole a fare 12/14 PDF dei propri lavori migliori? Ma con che cosa li avete scritti? Se usate LaTeX l’output è già un PDF. Se usate Word, fate “Salva con nome”. Se avete usato la macchina da scrivere, o volete mandare la versione impaginata come sulla rivista/conferenza/libro, infilate tutto in una fotocopiatrice decente e questa vi produce un PDF. Se il PDF è troppo grosso in quest’ultimo caso, usate “Riduci dimensione PDF” su Adobe Acrobat.

      Pagare per avere PDF? Perché? Non avete una copia dei vostri lavori migliori?

  2. Vorrei offrire a tutti un po’ di Caffè.
    L’autore del passo ce l’ha con i Grammatici, ma si può provare a sostituire mentalmente al riferimento solo formale alle parole quello solo quantitativo a indici e rankings – la “tirannia degli ingegni” e i “capricciosi precetti dettati da alcuni privati” (!) forse restano analoghi.

    «Ma cosa importante assai pel progresso delle lettere, e delle scienze si è, che nella universale opinione vengano una volta fissati i giusti confini che aver debbe l’autorità de’ puri Grammatici, acciocchè l’ufficio loro non resti né affatto destituito di forza, né innalzato alla tirannia degli ingegni, alla quale tentano di giungere qualora non trovino valide opposizioni […].
    Ella è cosa per se evidente che l’essenza d’un discorso consiste nelle cose che si dicono, e le parole altro non sono che i mezzi, coi quali viene significato il discorso […]. Per giudicare del merito di un’opera, la prima importante vista deve esser quella della natura delle idee ch’ella contiene; se giuste, ovvero false, se grandi, ovvero volgari, se importanti, ovvero frivole. […] e chiunque ne’ suoi precetti, o nella sua pratica insegna, o fa vedere di anteporre il pregio delle parole ad ogni altro, e di giudicare di un Autore sull’osservazione di alcuni capricciosi precetti dettati da alcuni privati, e non mai addottati universalmente dall’Italia, offende il senso comune, ed ogni principio di ragionevolezza». (Il Caffè, vol. II, pp. 80-82)

  3. Io sono abbastanza confusa riguardo alla derogabilità o meno delle mediane. Voglio dire che a me sembra che non si affronti più questo aspetto che a molti (me compresa) potrebbe aprire uno spiraglio per la candidatura all’abilitazione. Io nel mio settore bibliometrico supero la prima mediana ma sono di poco sotto alle altre due. Che devo fare? Credo di avere comunque un curriculum dignitoso (manuali + articoli su riviste italiane)e penso che se le mediane sono indicative non dovrei avere difficoltà. ma d’altra parte se vengono interpretate come prescrittive sarei bocciata e ferma per due anni.
    A questo punto è solo la commissione a decidere e doversi esprimere in tempo utile per il ritiro della domanda?
    Un altro punto poco chiaro è la prima pubblicazione per l’età accademica: si considera la prima indicizzata (come era scritto ad agosto in una delle prime FAQ su sito dell’anvur) o la prima qualsiasi anche non indicizzata?
    Grazie a chi saprà darmi dei consigli.

    • La commissione quando si insedia deve decidere sui criteri di valutazione e, in particolare, sull’uso delle mediane ANVUR. A quel punto pubblicherà i criteri e i candidati avranno 15 giorni (se ben ricordo ma controlla bene nel DM) per ritirarsi.
      La prima pubblicazione per il calcolo dell’età accademica deve trovarsi in almeno uno dei due database WoS e Scopus.

    • Si considera la più vecchia pubblicazione (tra quelle caricate su loginmiur) che sia indicizzata in almeno una delle deu basi di dati. Attenzione al fatto che contano solo le pubblicazioni caricate su loginmiur.

    • @sam
      dalle FAQ dell’ANVUR “L’età accademica è rilevata dalla data della prima pubblicazione scientifica pertinente al settore concorsuale rilevabile dal sito docente e/o dalle banche dati utilizzate. Nel caso sia possibile rilevare divergenze tra sito docente e banche dati, verrà utilizzata la data della prima pubblicazione in ordine di tempo. “

    • hope:”Un altro punto poco chiaro è la prima pubblicazione per l’età accademica…”
      Negli ultimi post ROARS si è chiaramente concentrata sulla questione delle riviste scientifiche dei settori non bibliometrici. Questo però non deve lasciare indietro le critiche sulle mediane bibliometriche che sono ben lungi dall’essere qualcosa di scientifico. L’età accademica viene usata per ridurre il peso degli articoli recenti. Il peso di un articolo recente viene determinato da un articolo più vecchio del tutto scorrelato. Per rimanere in tema “una maialata che grida vendetta”. Chi è il responsabile? L’ANVUR, e in particolare Fantoni, per avere applicato a tutti i bibliometrici una idea che era confinata all’area fisica.Eh si, proprio i fisici e in particolare quelli del CUN (una vita da mediana?) hanno partorito l’idea di normalizzare gli indicatori per il numero di anni trascorsi dalla prima pubblicazione.

    • @ thor : L’ANVUR ha precisato sul sito http://www.anvur.org, in una FAQ sugli indicatori, la seguente definizione di età accademica:

      “Come è stata effettuata la normalizzazione per età accademica?”

      “Come da delibera 50, è stato considerato l’anno nel quale compare la prima pubblicazione su loginmiur. Sia esso l’anno T. L’ età accademica (EA) è pari a ((2012 – T) +1).”

      Le mediane sono state calcolate così, e la stessa FAQ chiarisce che per gli indicatori dei candidati si procederà (ovviamente) nello stesso modo. Ad esempio, al punto 4 di tale FAQ si legge, a proposito del secondo indicatore: “numero di citazioni ricevute dalla produzione scientifica complessiva: l’indicatore viene diviso per EA;” EA è stata definita come sopra, quindi in questo caso non mi pare che esistano dubbi su come si calcola l’età accademica. Il dubbio esisteva con la FAQ che riportava Thor, scritta male ed ambigua (come purtroppo molte delle affermazioni dell’ANVUR).

    • @sam:
      la FAQ rimane e c’è ancora in bella vista:Come si determina l’età accademica? Come evitare che possa essere manipolata eliminando dal sito docente pubblicazioni più antiche allo scopo di aumentare gli indicatori normalizzati?
      Certamente l’ANVUR non si assumerà la responsabilità di certificare i tuoi indicatori ma la commissione, che senz’altro ti conosce meglio, se pesca un articolo più vecchio fatto da te e il tuo relatore di dottorato può applicare la vera età accademica questa volta con danni maggiori in quanto hai dovuto cancellare nel tuo CV tutto il pregresso rispetto alla prima pubblicazione che hai messo nel sito.

    • L’età accademica non è l’età della più vecchia pubblicazione in assoluto, ma l’età della più vecchia pubblicazione della produzione scientifica complessiva che il candidato presenta con la domanda di abilitazione. Non è quindi manipolabile in alcun modo perchè si deduce direttamente dall’elenco pubblicazioni presentate (l’ANVUR ha risposto in una FAQ anche a questo quesito). La confusione nasce dalla mancanza di chiarezza dell’ANVUR, però mi pare che sia stata alimentata anche da interpretazioni piuttosto ingenue del decreto ministeriale. Come si poteva pensare che l’età accademica fosse quella della più vecchia pubblicazione in assoluto? Come si poteva pensare che si considerasse un titolo indipendente dalla volontà del candidato di presentarlo, contravvenendo al diritto di ogni candidato di presentare i titoli che ritiene opportuni? Era evidente che ci si voleva riferire alla produzione complessiva presentata dal candidato. Eppure ancora sembra che qualcuno continui a non comprendere, anche se l’ANVUR ha chiarito senza ombra di dubbio come si determina OPERATIVAMENTE tale parametro. La definizione di età accademica è stata data con chiarezza nell’ultima FAQ, e le mediane sono state calcolate seguendo tale definizione. Le commissioni non possono che applicare tale definizione, a meno di non volere procedere in maniera palesemente illegale visto che gli indicatori devono essere evidentemente calcolati con lo stesso metodo usato per le mediane.

    • Uno carica i lavori su Ugov, da questo vanno in automatico su CINECA e da questo in automatico su sito abilitazioni …. se ne perderanno per strada? Bo? Ad ogni modo, nel sito abilitazioni appaiono tutti “spuntati” come lavori da presentare ai fini dell’abilatazione. Uno ha poi la possibilità di “spuntare” i 12-20 sui quali vuole essere valutato e dei quali aggiungerà il pdf, dichiarando con un una altra “spuntata” che sono coperte da Copyright.
      Tuttavia, uno ha anche la possibilità di togliere la “spuntata” iniziale che compare in automatico, se decide di non voler fare apparire quello che aveva caricato su Ugov. Ovviamente, uno può decidere di togliersi un vecchio lavoro fatto quando era fanciullo. Questo è scorretto? Allora perchè lo permettono? Se uno per rientrare nei parametri si toglie i lavori di quando era un giovane ricercatore, la commissione potrebbe decidere di penalizzarlo poichè non ha dimostrato di lavorare durante il periodo di servizio, ma se uno si toglie un lavoro di quando era studente, perchè dovrebbe essere “penalizzato”. Se uno ha bisogno di mantenere tutti i lavori per superare le mediane se li tiene. Invece, se uno non ha bisogno di mantenerli tutti, secondo me è libero di farlo.
      Sbaglio?

    • @Paolo: non sbagli, è esattamente come dici. Purtroppo molti non hanno ancora neppure aperto la procedura per l’abilitazione, e non si sono resi conto di quale sia esattamente il meccanismo. Nessuno aveva mai detto che fosse obbligatorio inserire tutte le pubblicazioni della propria vita sul sito CINECA. Sarebbe stato assurdo anche pretenderlo. Ciascun ricercatore ha il diritto di rendere visibili le proprie pubblicazioni migliori, e del resto per quale motivo qualcuno dovrebbe essere interessato a visionare pubblicazioni che il ricercatore stesso non considera di sufficiente livello? Quindi la procedura di abilitazione consente ad ogni candidato di rendere “visibili” le pubblicazioni che intende presentare come produzione scientifica, tra tutte quelle caricate già sul sito CINECA. Tra queste pubblicazioni visibili il candidato potrà poi scegliere il sottoinsieme che la commissione valuterà analiticamente. Quindi è il candidato che sceglie autonomamente la propria produzione complessiva, e l’età accademica deriva automaticamente da questa scelta. La procedura è assolutamente corretta, e non comporta alcuna “falsificazione” o “scorrettezza”. Anche nei vecchi concorsi ognuno presentava le proprie migliori pubblicazioni, e le sceglieva autonomamente. Qui la confusione è nata col concetto di “età accademica”. Nelle intenzioni del legislatore essa era semplicemente la lunghezza del periodo temporale durante il quale erano stati prodotti i lavori presentati nella lista delle pubblicazioni. Alcuni invece (anche a causa della mancanza di chiarezza dell’ANVUR) hanno capito che ci sarebbe stata la caccia alla “pubblicazione più vecchia in assoluto”. Quindi, ad esempio, se uno aveva ricevuto 100 pubblicazioni negli ultimi 10 anni (e quindi aveva una media di 10 pubblicazioni all’anno), ma per sua sventura aveva prodotto un isolato articoletto 20 anni prima, la sua media-citazioni avrebbe dovuto abbassarsi a 5 pubblicazioni all’anno. Ma vi pare ragionevole? L’ANVUR va criticata, ma anche l’irragionevolezza di certi “esegeti” non è che sia da ammirare e che vada ad onore del mondo accademico.

    • @sam
      “L’età accademica non è l’età della più vecchia pubblicazione in assoluto, ma l’età della più vecchia pubblicazione della produzione scientifica complessiva che il candidato presenta con la domanda di abilitazione.”
      Queste parole le hai scritte tu o le hai riportate da qualche scritto ANVUR? Comprendo il senso di quello che dici ma non riesco ancora a trovarne traccia sul sito ANVUR. Dove mi sbaglio?

    • @thor: Ho già riportato la FAQ del sito ANVUR: “Come da delibera 50, è stato considerato l’anno nel quale compare la prima pubblicazione su loginmiur. Sia esso l’anno T. L’ età accademica (EA) è pari a ((2012 – T) +1)”. E subito dopo si precisa, con riferimento al secondo indicatore: “numero di citazioni ricevute dalla produzione scientifica complessiva: l’indicatore viene diviso per EA.” Insomma: è il sito dell’ANVUR, e più chiaro di così…La stessa definizione è stata data a Mauro dall’ANVUR, come ho letto sotto. Quindi onestamente non mi pare che si possano avere dubbi, a meno di non volerseli porre per forza. D’altro canto, quando la delibera 50 parla di “produzione scientifica complessiva” è ovvio che si riferisce a quella che il candidato presenterà nella domanda. Cosa avrebbero dovuto dire? Avrebbero dovuto specificare “produzione scientifica complessiva che il candidato presenterà nella domanda”? E’ implicito in qualunque concorso che quello che si valuta è ciò che il candidato presenta. E quindi se si dice che l’età accademica è l’età della più vecchia pubblicazione della produzione scientifica complessiva, è implicito che si parli della produzione che il candidato presenterà, e non di una generalizzata “produzione assoluta”. Insomma, un testo può anche non essere chiarissimo, ma si deve interpretare alla luce del buon senso. L’ANVUR non ha mai parlato di “obbligo” a produrre la pubblicazione in assoluto più vecchia. Anzi, in una FAQ (ormai purtroppo sparita dal sito) diceva chiaramente che il candidato avrebbe potuto selezionare le pubblicazioni che voleva, e che l’età accademica sarebbe stata calcolata su quelle pubblicazioni e non su altre. E infatti la procedura di abilitazione (provare per credere) funziona così. Si selezionano non solo le N pubblicazioni su cui si viene valutati, ma anche la produzione scientifica complessiva che si vuole presentare alla commissione. E’ la procedura che offre questa possibilità al candidato, e non è il candidato che “bleffa” a nascondersi delle pubblicazioni. Cerchiamo di fare un pò di chiarezza in questo caos, altrimenti la gente non capisce più nulla e qualche aspirante che non ha letto bene si scoraggia e non presenta la domanda anche per colpa della disinformazione dilagante.

    • Vorrei suggerire ai redattori di ROARS di pubblicare un articolo sull’età accademica. Mi chiedo come mai l’ANVUR non ha mai chiarito nei termini descritti ESATTAMENTE da sam la questione. Un motivo ci sarà. Proverò a girare il commento di sam all’ANVUR per vedere cosa mi risponderanno. Secondo sam si supera la mediana se un sottoinsieme delle proprie pubblicazioni (quelle a partire da un anno x in poi) lo fa.

    • @sam e Thor. Condivido che un chiarimento sull’età accademica prima della chiusura della ignobile procedura sia necessario, Magari se ANVUR inserisse nella pagina delle abilitazioni una sorta di “candidato modello” con tuttel le informazioni bibliometriche necessarie e gli indici già calcolati non farebbe schifo.
      Non concordo però con l’idea di età accademica proposta da sam. La faq dell’anvur a proposito è chiara , si usa come riferimento la prima pubblicazione (pertinente) presente sul sito docente (non sulle domande) e/o sulle banche dati.
      Il gioco delle bandierine presente sulla pagina della domanda per l’abilitazione potrebbe servire per evidenziare 1) le pubblicazioni che servono per superare la prima mediana e/o sono presenti in ISI/Scopus; 2) le pubblicazioni presentate per la valutazione (seconda colonna)

    • @gonzoman3: anche se l’ANVUR prendesse come riferimento la più vecchia pubblicazione caricata sul sito CINECA indipendentemente dal fatto che tale pubblicazione sia stata selezionata dal candidato tra quelle “visibili”, non cambierebbe granchè perchè è il candidato che stabilisce cosa caricare o meno sul sito CINECA. Quindi se esiste questo dubbio basta evitare di caricare sul sito pubblicazioni più vecchie della più vecchia tra quelle indicate nel modello di domanda. Il punto fondamentale è che la scelta di cosa presentare è lasciata evidentemente al candidato, come è corretto che sia. Per quanto riguarda la nozione di età accademica, non si tratta di una mia interpretazione. E’ una definizione OPERATIVA data dall’ANVUR sul suo sito, in cui si afferma anche che tale definizione è stata applicata al calcolo delle mediane. E questo taglia a mio avviso la testa al toro.

    • @sam. Il problema non è la definizione operativa dell’età accademica… abbiamo letto che la formuletta è quella. Il problema su cui stiamo discutendo è determinare l’anno della prima pubblicazione T. Tu sostieni che ciascuno è responsabile delle informazioni presenti sul proprio sito docente e di ciò che dichiara al momento della presentazione della domanda quindi ciascuno potrebbe “scegliersi” la propria età accademica.
      In realtà non è proprio così: la faq più volte citata “Come si determina l’età accademica? Come evitare che possa essere manipolata eliminando dal sito docente pubblicazioni più antiche allo scopo di aumentare gli indicatori normalizzati?” ha come risposta:
      “L’età accademica è rilevata dalla data della prima pubblicazione scientifica pertinente al settore concorsuale rilevabile dal sito docente e/o dalle banche dati utilizzate. Nel caso sia possibile rilevare divergenze tra sito docente e banche dati, verrà utilizzata la data della prima pubblicazione in ordine di tempo.”
      Si considera quindi la prima indicizzata, che sia presente sul cineca o su WOS/Scopus. Tanto per esemplificare: se la mia prima pubblicazione indicizzata coerente col mio settore è del 2000, la mia età accademica è 13 anche se a posteriori la ho ritenuta una cagata pazzesca che ho ritrattato in una seconda pubblicazione uscita nel 2002 (età accademica 11)
      Se fosse vero il tuo approccio ci sarebbero delle distorsioni anche nel numeratore del secondo indicatore (tutte le citazioni dei tuoi lavori), perchè include anche le citazioni dei lavori precedenti la data che hai scelto per determinare l’età accademica.

    • @gonzoman3
      Le citazioni si calcolano solo su quelle che presenti perchè lo fa il cineca con l’aggancio al tuo loginmiur con il calcolatore ANVUR (ricordati il valore può non coincidere con WoS o Scopus perchè prendi il massimo delle citazioni per ogni lavoro che presenti). Se ometti pubblicazioni su loginmiur ne perdi le citazioni relative. Lo stesso accade con i mancati “agganci” (cosa di cui non possiamo avere certezza…).

    • grazie thor, stavo giusto leggendo nei commenti successivi del “calcolatore” anvur che “aggancia” e mi stavo chiedendo quale fosse la sua forza motrice… criceti forse? Scherzi a parte, rimango della mia idea sulla determinazione dell’età accademica che mi sembra coincidere con la tua.

    • @gonzoman3: “Il problema non è la definizione operativa dell’età accademica… abbiamo letto che la formuletta è quella. Il problema su cui stiamo discutendo è determinare l’anno della prima pubblicazione T.” Ma l’italiano è diventato forse un’opinione? La FAQ ANVUR dice (è la terza volta che la cito): ” l’anno nel quale compare la prima pubblicazione su loginmiur.” loginmiur=CINECA. Per le citazioni, non esiste nessuna contraddizione. L’ANVUR conta solo le citazioni dei lavori che TU hai selezionato nel modulo di domanda. Per i commissari hanno fatto esattamente così. Se una pubblicazione non viene selezionata ESPLICITAMENTE dal candidato nel modulo di domanda, le citazioni a quella pubblicazione non saranno conteggiate. Comunque è bene che chi ha ancora dei dubbi su questo punto si rivolga direttamente all’ANVUR. Io non interverrò più sul tema perchè mi pare di avere abbondantemente precisato il mio punto di vista, e rischio di diventare noiso.

    • sam, non è questione di italiano e se nel messaggio precedente sono sembrato ironico me ne scuso. Nel messaggio precedente ho citato la terza faq (come si determina età accademica), tu riporti la settima faq (come ANVUR ha normalizzato gli indici per definire le mediane). Per definire le mediane ANVUR ha usato i dati inseriti e scelti volontariamente (questi si) da ordinari e asssociati nella banca dati cineca. Se singoli o gruppi lo avessero desiderato avrebbero potuto manipolare tutto ciò che volevano, come è stato discusso in altri articoli. L’ANVUR non ci poteva mettere il naso. La faq 3 esclude che i candidati possano “decidere” (manipolare) la propria età accademica tramite la scelta delle pubblicazioni. Tornando all’esempio di sopra io posso decidere di escludere la mia prima pubblicazione del 2000 (perchè me ne vergogno e/o perchè così credo di abbassare la mia età accademica), ma se la commissione controlla su WOk e scopus la veridicità delle mie dichiarazioni la scopre facilmente perchè indicizzata e citata. Quindi posso decidere di non “visualizzarla” nella domanda ma devo lo stesso tenerne conto quando calcolo il denominatore del secondo indice per stabilire o meno se supero la relativa mediane. Tieni comunque presente che spero che tu abbia ragione e io torto, anche se non lo credo

    • @gonzoman3: la FAQ che ho citato definisce come si calcola l’età accademica, denotata come EA. Poi ognuno legga e creda ciò che vuole. Nessuna commissione andrà a considerare lavori non inseriti dai candidati sul sito CINECA, per il semplice fatto che legalmente non può farlo. L’algoritmo che useranno le commissioni è lo stesso che ha utilizzato l’ANVUR e procede in modo automatico, e non può che essere così PER LEGGE. Vengono considerate solo le pubblicazioni segnalate dal candidato. Di ogni pubblicazione l’algoritmo pesca il numero di citazioni su Scopus e su WoS, e considera il massimo. Se la pubblicazione non appare in nessuna delle due basi di dati il risultato in termini di citazioni è 0. A dimostrazione che le cose vanno così, si legga la nota che l’ANVUR ha recentemente indirizzato ai candidati commissari nella quale fa espressamente notare ai candidati di fare attenzione ad inserire esattamente i titoli delle pubblicazioni, perchè è attraverso il titolo che si fa l’abbinamento con le basi di dati. La ricerca non viene fatta per nome dell’autore su Scopus o su WoS, come qualcuno qui immagina. La ricerca viene fatta per singola pubblicazione, e SOLO su quelle pubblicazioni che il candidato segnala. E’ un algoritmo che fa questo automaticamente, e non certo la commissione manualmente. E’ per questo che nel modulo di domanda si chiede espressamente di segnalare un sottoinsieme di pubblicazioni. Proprio per coerenza, poichè si sommano SOLO le citazioni delle pubblicazioni selezionate, la somma viene divisa per l’età della pubblicazione più vecchia tra quelle segnalate. Se si dividesse per qualcos’altro non ci sarebbe nessuna coerenza nel calolo dell’indicatore. Basta ragionare per capire questo. Chi ha già attivato la procedura (ed ha letto bene i documenti dell’ANVUR) sa bene che il meccanismo è quello che ho descritto. A chi ha dubbi, ripeto il mio consiglio: fate come Mauro, e chiedete all’ANVUR. Non vi fidate di ciò che vi dicono altri (e quindi neanche di ciò che vi dico io, che riporto idee ed esperienze soltanto personali). Purtroppo sto vedendo che alle imprecisioni dell’ANVUR si sta aggiungendo molta altra confusione in rete. Questo era inevitabile, in una situazione del genere, ma non è certamente un fatto positivo. Ancora esiste uno stato di diritto, e nè l’ANVUR nè le commissioni possono adottare procedure illegali. Gli indicatori saranno calcolati con lo stesso metodo e lo stesso algoritmo usati per le mediane. Chi pensa che le cose possando andare diversamente sta implicitamente augurandosi un mare di ricorsi che bloccherebbero l’intera procedura. Io non mi auguro questo.

    • Caro sam, sono anch’io convinto che l’esclusione di qualcuno per l’età accademica corretta dalla commissione finirebbe al TAR. Se però chiedi all’ANVUR se puoi inserire un sottoinsieme delle tue pubblicazioni, l’ANVUR non ti risponderà mai. Infatti l’ANVUR si è autosollevata da ogni responsabilità, un atteggiamento odioso. Però molti si autoescluderanno perchè non rientrano nella seconda mediana. Questo piace al ministro e anche all’ANVUR. Si chiama “moral suasion”. L’ANVUR è in una botte di ferro, solo i candidati commissari possono ricorrere contro l’ANVUR e più tempo passa e più sarà difficile attaccarla su qualcosa. Fra poco il testimone passerà alle commissioni che decideranno per il male minore.

    • caro Thor, l’ANVUR sta già chiedendo esplicitamente ai candidati di selezionare un sottoinsieme delle loro pubblicazioni dal sito CINECA, e tutti i docenti e ricercatori avevano inserito sul sito CINECA un sottoinsieme delle loro pubblicazioni (cosa perfettamente legale). L’ANVUR ha anche già detto espressamente (vedi nota ai candidati commissari) che gli indicatori sono calcolati solo su quel sottoinsieme. Il meccanismo non prevede nessun sotterfugio e nessuna “falsificazione” dei titoli. Il modulo di domanda ti chiede di presentare la lista delle pubblicazioni su cui venire valutato, e su questa lista vengono calcolate le citazioni ottenute, dividendo poi il tutto per l’età della pubblicazione più vecchia che appare in lista (età accademica). Questa lista è ciò che viene chiamato “produzione complessiva del candidato”, intendendo “produzione complessiva PRESENTATA dal candidato” per distinguerla dalle pubblicazioni particolari che il candidato seleziona (in un numero massimo dipendente dall’SSD e dalla tipologia di concorso) ulteriormente tra quelle presentate. La confusione che è stata fatta da molti è avere inteso che “produzione complessiva” volesse dire “tutti i lavori fatti in carriera”. Nel contesto di un concorso, la produzione complessiva è quella che un candidato presenta. Non c’è bisogno di ulteriori specificazioni.

  4. Ricercatore INGINF05
    ecco uno che non ha capito niente e si diletta in disonformatia..
    lui i pdf se li fa direttamenete dal file word e non sa ancoora che devone essere completamente conforni all’originale a stampa…numerazione ecc.
    pena l’esclusione…

    • in effetti segnalo ai colleghi che i pdf dovrebbero essere copia conforme dell’originale a stampa. L’equivalente elettronico delle vecchie fotocopie. Però non deturpiamo l’ottimo pulcino Pio con queste piccolezze..attendiamo sempre la reazione degli italianisti, suinizzati da R&C.
      La prossima volta paragoneranno Wired al Politecnico di Cattaneo.

  5. Sembra proprio che la difesa dell’illuminismo lombardo sia affidata a giuristi, economisti, ingegneri, francesisti, filosofi. I collaboratori del Caffé ne sarebbero, credo, contenti. Perché tacciono gli italianisti, non lo so. Il mio appello è rivolto a quelli presenti nei Gev e nei Gruppi di lavoro. Sono studiosi seri e dovrebbero dimettersi. Meglio farlo reagendo allo scarso livello culturale dimostrato dai vertici Anvur. Perché continuare a rischiare un’ esposizione mediatica così negativa? Lo scandalo delle riviste e delle mediane fluttuanti è sulla rete e sui giornali. E il conflitto d’interessi non è dimenticato, sarà oggetto di ricorsi, già da quando sarà nota la lista dei commissari sorteggiabili.

  6. Ma, scusate se insisto, siete certi che per certificare l’età accademica si farà riferimento alla prima pubblicazione “indicizzata” in banche dati scopus o wos? Nelle FAQ dell’anvur si fa riferimento a quella più vecchia tra sito cineca (che dunque può essere anche un articolo non indicizzato)e banche dati.

    • Santo cielo, le pubblicazioni non indicizzate sono ininfluenti al calcolo degli indicatori per i quali i dati si prendono solo da WoS e Scopus (citazioni correttamente espresse e anno di pubblicazione). Le pubblicazioni non indicizzate non producono citazioni utili e quindi non sono usate per il calcolo dell’età accademica. Forse non hai letto il post di ROARS sull’aggancio. Si riferiva ai candidati commissari ma ai fini degli indicatori ciò che dal loginmiur non è agganciabile ai database WoS o Scopus non viene contato.

    • Si fa riferimento alla prima pubblicazione presente nel CINECA indipendentemente che sia indicizzata o no.

      A tal proposito avevo scritto all’ANVUR e questa è stata la risposta:

      Gentile Professore,
      con certezza le dico che la vita accademica inizia a partire dalla data di prima pubblicazione, non necessariamente indicizzata da ISI o SCOPUS.

    • OK se l’ANVUR ha detto così è meglio non darsi una mazzata sui piedi. Se la pubblicazione non indicizzata non si ritiene utile ai fini della valutazione ed è la più vecchia conviene ometterla. Fa solo danni e non si può rintracciare altrimenti. Le citazioni a tale pubblicazione non sono considerabili e quindi non si commette un falso. Molti matematici stanno lavorando gratis per l’elsevier (Scopus) per trasferire informazioni da MatScinet.

    • Starei un po’ attento. Il fatto che non sia indicizzata non significa che non sia rintracciabile, soprattutto se c’è un ISBN. Dipenderà dalla commissione essere attenta a smascherare gli eventuali furbetti che si ringiovaniscono un po’. Attenzione inoltre ai secondary documents di Scopus…

    • Mi permetto anche di aggiungere che cancellare pubblicazioni dal CINECA al fine di accorciarsi l’età accademica è un falso, in quanto altera il calcolo del numero di pubblicazioni normalizzate per età accademica portando magari a superare quella mediana.

    • @mauro
      Non è questione di rintracciabilità. La pubblicazione deve essere scientifica pertinente e abbiamo visto che ci vorrebbe un apposito elenco che per i settori bibliometrici non c’è. A parte WoS e Scopus (e Rivista di suinicoltura eventualmente) non c’è niente di rintracciabile. I secondary documents di Scopus (ma anche il Cited Reference Search di WoS) non ha alcun valore altrimenti dovrebbe essere usato per aumentare le citazioni che si perdono (e non sono poche). Come al solito l’ANVUR ha risposto a cavolo perchè avrebbe dovuto dire in più “una volta stabilita la scientificità della stessa”. Una pubblicazione divulgativa vecchia non fa età accademica altrimenti siamo punto e a capo.

    • Forse mi sono spiegato male. Davo per scontato che le pubblicazioni fossero pertinenti. Citavo i secondary documents solo per dire che se uno cancella dal CINECA una pubblicazione potrebbe essere presente nei secondary documents e quindi si smaschererebbe la modifica ad arte dell’età accademica tramite la cancellazione del dato dal CINECA. Aggiungo infine che appartengo ad un settore bibliometrico dove il problema delle riviste scientifiche non sussiste. Non conosco il settore di hope. ho risposto per quello che ne so io. Sarà hope a decidere se il mio messaggio puo’ esserle utile oppure no.

    • Mauro: “Mi permetto anche di aggiungere che cancellare pubblicazioni dal CINECA al fine di accorciarsi l’età accademica è un falso”.

      Sul sito del cineca uno può fare quello che vuole perchè non ha firmato nessun certificato di responsabilità. Non diamo ragione all’ANVUR sulla responsabilità dei docenti. L’ANVUR e solo lei ha la piena responsabilità del casino in cui ci troviamo. Se uno fa giochini strani con l’età accademica sua lo fa a suo rischio e pericolo nel senso che la commissione può trovare il primo articolo indicizzato e rinormalizzare tutto e sbatterlo fuori dalla valutazione. Togliersi articoli vuole dire cancellare parte del prorio lavoro dal CV con annesse pubblicazioni e citazioni e, in più, la possibilità eventuale di richiedere il riconoscimento di periodi di inattività chiaramente legati a disoccupazione o altri lavori non di ricerca. Io sono dell’opinione che vadano messe tutte le pubblicazioni indicizzate (rimango dell’idea che l’ANVUR non può arbitrariamente decidere per la scientificità di altre pubblicazioni) e che si debba combattere l’ANVUR stessa sul piano della critica all’uso della età accademica. Le X citazioni di un articolo fatto nell’anno Y valgono di più per un giovane che per un vecchio. Questo è illogico ed è la maialata anvur da contestare. La colpa è dei fisici che l’hanno proposta e di Fantoni che l’ha estesa a tutti i bibliometrici.

    • Scusami ma non sono d’accordo. Nel contesto dell? ASN il CINECA è utilizzato ANCHE per il calcolo dell’età accademica e quindi diventa uno strumento che puo’ modificare uno dei parametri richiesti. Non sto commentando i parametri. Questi sono. Se non ti piace la parola “falso”, permettermi di usare almeno la parola “scorretto”. Infine ritengo che sia totale responsabilità del docente quello che dichara nel proprio curriculum e non dell’ANVUR o di chiunque altro. Se uno si accorcia l’età accademica per superare una mediana, PERSONALMENTE, ritengo che si sta comportando in modo scorretto.

    • @mauro
      Se il secondo indicatore fosse stato sum_i c_i/e_i
      cioè la somma delle citazioni normalizzate di ciascun lavoro non ci sarebbe stato alcun problema e l’indicatore avrebbe anche avuto più senso. L’equazione età accademica = maialata rimane a mio parere. L’anvur ha imposto un indicatore che non ha senso ai fini di una abilitazione e di questo è responsabile insieme al ministro che gli ha autorizzati (la legge 240 non dice che l’ANVUR si deve occupare di abilitazioni e reclutamento). Questo è un punto molto serio e nel futuro l’agenzia deve essere privata di certe prerogative. Sulla significatività delle mediane stendiamo un velo pietoso, non a caso l’ANVUR non ci vuole mostrare i dati (sai quanti PO beccheresti fra gli “scorretti”?).

  7. E per quanto riguarda le citazioni totali?
    la delibera 50 all’art. 6 comma 2 b) dice “numero di citazioni ricevute dalla produzione scientifica complessiva” e al comma 3 precisa “per produzione scientifica complessiva deve intendersi la produzione effettuata in ogni data nella carriera scientifica e comprendente qualunque prodotto scientifico”
    DUNQUE
    io credo che si possono considerare anche le citazioni di articoli non pertinenti il settore scientifico di riferimento per cui si fa domanda (qualunque prodotto) e le citazioni di articoli non inseriti nella domanda di abilitazione (in ogni data).
    Per cui credo che un articolo che sia di un settore scientifico disciplinare diverso può non essere considerato ai fini dell’età accademica (perchè non pertinente il settore) ma dello stesso articolo io posso considerare le citazioni ai fini delle mediane (perché fa parte della produzione scientifica complessiva).
    CHI MI DICE SE LA MIA INTERPRETAZIONE E’ CORRETTA?

    • L’ANVUR avrebbe dovuto metterci a disposizione il suo “calcolatore”, sempre che abbia fatto calcoli in modo limpido. Ciascuno di noi lavora anche in ambiti affini e immagino (ma forse non vale per tutti) che le pubblicazioni alla fine risultino tutte valide fra settori di pertinenza e affini. Sul conteggio delle citazioni io ho capito la seguente cosa: 1) per ogni articolo guardo ISI e Scopus e prendo il numero di citazioni assegnate in modo corretto (quindi non considero le citazioni di Scopus “secondary documents” e di ISI “Cited Reference Search” che, purtroppo per me, sono pure tante); 2) prendo il valore massimo dei due; 3) faccio la somma; 4) divido il risultato per l’età accademica dedotta dal più vecchio lavoro dell’insieme considerato. Questo per me è quello che fa l’ANVUR. Attenzione ai possibili mancati agganci perchè l’indicatore lo calcola il cineca e non noi.

  8. Corre voce, almeno da noi a Cagliari, che Profumo abbia detto che le abilitazioni andranno avanti comunque nonostante i ricorsi; ci si penserà poi.
    Vi risulta? E vi risulta che l’ANVUR possa stabilire le ore di didattica dei ricercatori?

    • “E vi risulta che l’ANVUR possa stabilire le ore di didattica dei ricercatori?”

      Non esageriamo col terrorismo. La didattica dei ricercatori è volontaria, come stabilito da leggi dello stato.

  9. Thor. non sono d’accordo sul fatto che le citazioni si calcolano solo sulle pubblicazioni che presenti. la delibera 50 articolo 6 parla di citazioni che si calcolano sulla produzione scientifica complessiva, e intende con questo tutte le pubblicazioni di qualsiasi area e in qualsiasi anno. secondo me il numero delle citazioni complessive del tuo profilo si rileva direttamente da scopus o da woa, come l’h index-

    • hope, la delibera 50 specifica che nei settori bibliometrici per il calcolo della prima mediana si considerano SOLO i lavori degli ultimi 10 anni. Per il calcolo della seconda e terza mediana, invece, si fa riferiemento all’intera produzione scientifica complessiva, come esattamente dici tu.

    • @hope
      Scusa, mi sono espresso male. E’ chiaro che non riguardano solamente le pubblicazioni sottoposte alla commissione, ma se non vi è traccia della pubblicazione su loginmiur NON vi è il relativo computo delle citazioni collegate. Insomma, il numero di citazioni totali non lo ritrovi in WoS o Scopus ma è quello dell’algoritmo che ho indicato relativo alle pubblicazioni indicizzate che tu hai caricato al cineca. Ovviamente tutte quelle che hai messo senza problemi. Però se ne ometti una, di quella perdi le citazioni.

  10. Per rispondere a chi vede una “discrepanza” tra la definizione di età accademica definita in una delle più recenti FAQ dell’ANVUR e che ho sopra citato (“età della più vecchia pubblicazione presente su loginmiur”) e la definizione che appare in una delle prime FAQ (“L’età accademica è rilevata dalla data della prima pubblicazione scientifica pertinente al settore concorsuale rilevabile dal sito docente e/o dalle banche dati”), faccio rilevare che la risposta si trova nella FAQ che l’ANVUR pubblicò qualche tempo fa (adesso non si trova più nel sito) e che è stata riportata da ROARS nell’articolo: https://www.roars.it/abilitazioni-lanvur-scodella-lindice-di-katsaros/
    In quella FAQ si precisa la distinzione tra settori bibliometrici, in cui per calcolare l’età accademica si considera la più vecchia pubblicazione presente su loginmiur CHE SIA ANCHE CONTEMPORANEAMENTE INDICIZZATA in almeno una delle due banche date, ed i settori non bibliometrici in cui si considera la più vecchia pubblicazione su loginmiur a prescindere dall’indicizzazione. La differenza nasce ovviamente dal fatto che nei settori bibliometrici si contano le citazioni solo degli articoli indicizzati. La FAQ “ambigua” (quella che usa l’espressione “e\o”) cerca maldestramente di sintetizzare i due casi con espressione unica. La “e” doveva coprire il caso dei settori bibliometrici, la “o” serviva a comprendere il caso dei non bibliometrici ma in realtà in quel caso funziona male. Infatti la FAQ fantasma precisa che anche per i settori non bibliometrici per l’età accademica vale la pubblicazione più vecchia presente su loginmiur (anche non indicizzata), e non valgono quelle non presenti su loginmiur. Ma a questo punto, a parte le difficoltà espressive e sintattiche dell’ANVUR, mi pare che la sostanza sia chiaramente emersa. Per il calcolo degli indicatori, vale solo e soltanto ciò che si inserisce su loginmiur, con l’ulteriore precisazione che per i settori bibliometrici si prende il sottoinsieme di loginmiur che è anche indicizzato (il resto è ininfluente).

    • Sam,
      sarebbe bello se le cose stessero così. Ma la tua interpretazione mi sembra fin troppo ottimistica.
      E non pare proprio, purtroppo, che “la sostanza sia chiaramente emersa”.
      Considerando che la tua interpretazione poggia su una FAQ ripudiata da Anvur e che Fantoni ha detto che non ci saranno (“probabilmente .. forse” ça va sans dire) semafori per i candidati, così si rischia di essere bloccati per due anni.

      Devo anche segnalarti che la tua tesi secondo la quale l’età accademica si calcola sul sottoinsieme di articoli da sottoporre alla commissione sa irresistibilmente di disinformacjia..

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