La settimana ROARS:

7 – 13 settembre 2015.

Una rapida sintesi dei contributi pubblicati
nel corso della settimana appena conclusa.

  • Il tanto atteso decreto “Criteri e parametri”, ingranaggio centrale dell’Abilitazione Scientifica, è stato finalmente inviato ad ANVUR e CUN perché possano esprimere il loro parere. Cambiano alcuni dei parametri e cambiano i nomi (non più mediane ma “valori soglia”), ma la gabbia bibliometrica diventa ancor più rigida e foriera di contenziosi amministrativi. E non manca il colpo di scena, degno di una spy story: le impronte digitali – costituite dalle proprietà del file pdf – non provengono dal MIUR, ma sono quelle di Luciano Modica, il “demiurgo di ANVUR”. Che però si è affrettato a smentire. Che sia stato incastrato da Jessica Rabbit? (La bozza del nuovo D.M. “Criteri e parametri” per l’ASN 2.0) Per chiarire questo e altri misteri, sarà forse necessario scrivere un quinto capitolo della storia di ANVUR, di cui pubblichiamo intanto il quarto capitolo che arriva fino al 2011 (Appunti per una storia dell’ANVUR (IV)).
  • Non va molto meglio con la VQR 2011-2014, la cui macchina procede con la nomina dei nuovi GEV, reclutati in tutta fretta dai tre superstiti del direttivo ANVUR (Nominati i nuovi GEV per la prossima VQR). Il bando ripropone l’uso di valutazioni bibliometriche automatiche prive di basi scientifiche. Se l’Impact Factor è ormai abbandonato a livello internazionale, un recente studio mostra che anche le citazioni non sono affidabili quando rilevate su finestre temporali di 4-5 anni, come quelle della nuova VQR (Quanto ampia deve essere una finestra citazionale per poter cogliere l’impatto di una pubblicazione?).
  • Procedure di valutazione così raffazzonate rafforzano l’idea che la VQR, dietro il paravento del “merito”, sia stata nei fatti lo strumento per realizzare la desertificazione universitaria di intere aree del paese. Contro questa deriva, Stefano Semplici scrive il manifesto “Noi disobbediamo”: «Chiediamo ai singoli docenti e ricercatori di esplicitare la loro adesione a questa protesta, annunciando pubblicamente l’intenzione di acquisire l’identificativo ORCID, come previsto tassativamente dal bando della nuova VQR, ma di non elencare in ordine di preferenza i prodotti di ricerca attraverso lo strumento informatico messo a disposizione dal CINECA» (Noi disobbediamo).
  • «Pavia meglio di Oxford se ricevesse gli stessi soldi», intitolava la Provincia Pavese del 20 agosto, in relazione alla “controclassifica” ARWU pubblicata da Roars. Una dimostrazione di quanto sia potente il feticcio delle classifiche e di quanta strada ci sia ancora da percorrere per guarire dalla superstizione dei ranking (Pavia e la (contro)classifica ARWU 2015: We are the Champions! Davvero?). Una buona medicina consiste nell’esame diretto e ragionato dei numeri, come fa Giuseppe Iannaccone, mettendo a confronto le università di Pisa e di Cambridge (Un confronto tra le Università di Cambridge e Pisa).
  • «La ricerca scientifica è come un intricato labirinto con miriadi di strade e percorsi che il ricercatore deve esplorare per comprendere la natura». Fabio Siringo usa la metafora del labirinto per tessere alcune riflessioni sul mestiere della ricerca e anche sul difficile contesto italiano (Il labirinto delle scienze).

 

 

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Ricordiamo ai lettori la call for papers di RT, a Journal on Research Policy and Evaluation.

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