La CRUI scrive al Ministro Giannini e al Presidente dell’ANVUR, chiedendo «chiari criteri definiti a priori dall’ANVUR e comunicati da questa agli Atenei in tempi certi e utili al loro utilizzo, senza ulteriori variazioni nei contenuti in itinere». La CRUI «ha anche predisposto una struttura di supporto, con una procedura software sviluppata ad hoc, per coadiuvare le attività di selezione degli Atenei ….. Tale procedura diventa però operativa solo da oggi, per il ritardo del rilascio di alcune informazioni da parte dell’ANVUR». «Una ulteriore preoccupazione è legata all’influenza della VQR 2011-2014 sui tempi di attribuzione dell’FFO 2016 e di attuazione dei provvedimenti previsti nella Legge di Stabilità». Ma la conclusione del processo, prevista al 31 ottobre 2016 «appare incompatibile con l’impegno del MIUR, fortemente apprezzato dalla CRUI, di avere una comunicazione dei dati del finanziamento e del turnover nel primo semestre dell’esercizio finanziario corrente». Per tutti questi motivi … la CRUI «chiede una proroga al 30 aprile al fine di permettere l’inserimento consapevole e corretto dei dati da parte degli atenei, altrimenti impossibile».

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Roma, 4 febbraio 2016 Prot. 173-16/P/rg
Sen. Prof.ssa Stefania Giannini
Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Prof. Stefano Fantoni Presidente ANVUR

 

Gentile Ministro, Gentile Presidente,

la CRUI ha sempre sostenuto e sostiene i processi di valutazione del sistema universitario con la forte convinzione che siano uno strumento indispensabile per migliorarne la qualità e garantirne la competitività. In quest’ottica le Università stanno affrontando con grande impegno l’esercizio della VQR 2011-2014, sebbene, nell’ambito di una procedura molto complessa, le tante modifiche in itinere abbiano determinato notevoli ritardi rispetto ai tempi previsti dal bando ANVUR.
La buona riuscita della procedura rappresenta un valore importante e condiviso per il nostro sistema. Da essa dipendono la credibilità del processo di valutazione e a oggi risorse ingenti legate alla quota premiale dell’FFO. Ma la buona riuscita deve partire da due presupposti ripetutamente sottolineati dalla CRUI: la massima partecipazione di professori e ricercatori e la scelta consapevole dei prodotti a valle di chiari criteri definiti a priori dall’ANVUR e comunicati da questa agli Atenei in tempi certi e utili al loro utilizzo, senza ulteriori variazioni nei contenuti in itinere. Quest’ultimo punto è molto importante per garantire che la valutazione consideri il meglio della produzione scientifica degli Atenei e non premi la capacità di scelta al posto dell’effettiva qualità della ricerca. Per questo motivo la CRUI ha anche predisposto una struttura di supporto, con una procedura software sviluppata ad hoc, per coadiuvare le attività di selezione degli Atenei e garantire loro una simmetria informativa. Tale procedura diventa però operativa solo da oggi, per il ritardo del rilascio di alcune informazioni da parte dell’ANVUR.
Considerando le dimensioni del processo che coinvolge 50.000 ricercatori e 100.000 prodotti da selezionare, la scadenza fissata al 29 febbraio provoca una inaccettabile compressione dei tempi. Non a caso inizialmente per la fase di selezione dei prodotti erano stati previsti in tre mesi.

Una ulteriore preoccupazione è legata all’influenza della VQR 2011-2014 sui tempi di attribuzione dell’FFO 2016 e di attuazione dei provvedimenti previsti nella Legge di Stabilità. Sarebbe auspicabile un rapido utilizzo dei risultati considerando l’obsolescenza dei dati della VQR 2004-2010. Ma la conclusione del processo, nell’ottimistica previsione che non vi siano intoppi e ritardi nel completamento della procedura, è prevista al 31 ottobre 2016. Tale scadenza appare incompatibile con l’impegno del MIUR, fortemente apprezzato dalla CRUI, di avere una comunicazione dei dati del finanziamento e del turnover nel primo semestre dell’esercizio finanziario corrente, in modo da fornire un riferimento certo e affidabile ai processi gestionali e programmatori che gli Atenei stanno sviluppando con grande impegno.
Per tutti questi motivi e con l’obiettivo di rispondere al meglio all’esercizio di valutazione, la CRUI chiede una proroga al 30 aprile al fine di permettere l’inserimento consapevole e corretto dei dati da parte degli atenei, altrimenti impossibile.
Con i miei migliori saluti.

Gaetano Manfredi

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12 Commenti

  1. È del tutto evidente che senza la mobilitazione diffusa e convinta dei docenti la Crui avrebbe continuito a tacere, se non a ‘sopire e troncare’.
    È dunque assolutamente necessario che l’adesione al rifiuto di inserire le pubblicazioni per la VQR si allarghi ulteriormente.
    In questo modo aiuteremo i Rettori e soprattutto aiuteremo noi stessi e l’intera Università.
    Stiamo vincendo, insomma. Si tratta di rendercene conto pienamente e di raggiungere l’obiettivo.

  2. Condivido quanto scrive Biuso. E’ d’altra parte sconcertante che la CRUI non faccia il minimo riferimento alla protesta in corso, come se non esistesse. Questa strategia del silenzio credo non sia decorosa né lungimirante.

  3. In questo documento dei rettori viene ovviamente taciuto uno dei punti più oscuri di tutto il sistema VQR, ovvero l’assenza di criteri nella nomina dei GEV (e relativi Sub-GEV). C’è qualcuno che mi sa dire come vengono individuati? In base a che cosa? A mio avviso è questo uno dei punti di maggiore criticità della VQR, che per questo non è una valutazione credibile, ma è la solita manfrina italiana, per non dire la solita “ammuina”.

  4. In effetti stupisce il fatto che non si fa riferimento alcuno al tema salariale, il quale sta alla base della protesta dei docenti. Io mi chiedo per quanti anni ancora potrà “sopravvivere” il sistema, se non si danno davvero stimoli ai giovani e, in generale, a tutti quanti si impegnano e credono (ancora) nel mondo universitario (= la stragrande maggioranza degli addetti). I dati sulla fuga dei giovani, di solito altamente qualificati, dal nostro Paese dovrebbe indurre i nostri governanti a riflessioni davvero profonde…

  5. Quanto vorrei chiosare la lettera della Crui… Mi piace anzitutto che esprimano sempre apprezzamento per il Miur. Sarà il diplomatese. Parallelo all’apprezzamento è il grande impegno delle università nell’affrontare la vqr 2010-14, perché nemmeno noi siamo da meno. Che ci stiamo invecchiando e logorando e perdendo soldi e altro, noi e gli studenti e i precari, è irrilevante. Non canterei vittoria (v. Biuso) perché la risposta del Miur non ce l’abbiamo ancora. Credo che potranno al massimo incontrarsi a metà strada. Penso perciò anch’io che guai abbassare la guardia. La perdita dei 5 anni ai fini giuridici è totalmente incompatibile con la valutazione della produzione scientifica del medesimo periodo. Al massimo si potrebbe constatare che nei cinque anni non ci siamo rigirati i pollici e niente di più.

  6. Anch’io dico che non bisogna cantare vittoria. La CRUI non ha fatto alcun riferimento alla perdita dei 5 anni ai fini giuridici. D’altra parte se fosse vero, come ho letto in un precedente intervento, che il Ministero ha continuato a pagare alle Università quanto dovuto per gli scatti, il blocco degli scatti ha fruttato e frutterà (perchè continueranno a ricevere più di quanto ci pagano) un extra-finanziamento alle Università che non
    si sono neppure preoccupate di rendicontare (almeno io non ne sono a conoscenza per la mia Università). Personalmente vorrei proprio chiarire questo punto perchè se quei soldi entrano nelle casse delle Università non è difficile capire la posizione istituzionale dei Rettori.

    • Non ho memoria di quanto dici, né ricordo qualcosa del genere dalle circolari di Ferraro. Ma sarebbe incongruente con la perdita del lustro ai fini giuridici. Ma non sono giurista e ragiono a naso. Forse le univ. avevano la possibilità legale dell’uso discrezionale? Ma anche così non mi torna.

  7. L’informazione sugli scatti l’ho letta su roar in questo intervento.

    nicola perrotti
    2 febbraio 2016 at 07:48

    Molti rettori si “auto assegnano” una indennità’ piuttosto consistente, legata alla carica. Dato che il ministero ha continuato a pagare alle università quanto dovuto per gli scatti, autorizzando però le stesse ad utilizzare o fondi in altro modo, sarebbe interessante sapere da dove i rettori prendono i soldi per le loro indennità’…

    Mi piacerebbe fare chiarezza su questo punto.
    Grazie

    • Sarebbe interessante indagare nei bilanci veri delle università (qualcuno ne ha mai visto uno?). Dal 2010 al 2014 siamo passati da circa 40000 punti organico a circa 36000. Se poi aggiungiamo la costanza degli stipendi, non si capisce bene dove siano finiti questi soldi. Il FFO del 2010 si attestava a 7.000 Meuro, più o meno la stessa cifra del 2014 e 2015 (6.923) mentre nel triennio 2011-13 ha oscillato fra 6.700 circa e 6.830 Meuro.

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