Segnaliamo ai lettori la nota del Ministro Giannini relativa all’accreditamento dei dottorati. Il Ministro richiama l’esigenza di una semplificazione dei processi e mette in guardia dall’uso delle mediane per la valutazione dei collegi di dottorato.
Segue il testo della nota.
Gelmini, Carrozza, Giannini.
Stesso DG.
Ma perchè attenzione alle mediane? In fin dei conti si chiede ai soli professori che superino statisticamente una mediana e mezzo nella categoria di appartenenza. I parametri richiesti sono 3 su 4 ed è abbastanza ovvio che quelli decisivi sono quello della VQR e quello delle mediane. Evidentemente mette già in conto che non pochi avranno problemi sul parametro VQR? Perchè non parlare allora di R e X direttamente?
Oltre a tutto quello che è già stato detto sulle mediane, sulla fonte dei dati e sul loro calcolo, nelle aree non bibliometriche era richiesto il superamento di una mediana non di una mediana e mezzo.
Attenzione che qui si sta parlando di mediane del proprio ruolo non di quello superiore. I dipartimenti oggi sono costituiti da oltre 50 docenti in media e almeno 30 sono PO e PA. Che un dipartimento, su diciamo 12 suoi professori, non riesca a soddisfare il requisito di 0.6 sulle mediane mi lascia un po’ perplesso.
Non in tutti gli atenei i dottorati sono espressione di un Dipartimento. Comunque sia la regola per i settori non bibliometrici era quella del superamento di una mediana e non di due come per i settori bibliometrici. A questa regola doveva attenersi chi ha presentato domanda come commissario, ordinario o associato. Tutto il resto è supposizione. Un PO potrebbe aver scritto in vita sua solo monografie. E superare anche 5 volte il valore di una sola mediana. Quella appunto che gli serviva per fare domanda da commissario.