Riceviamo dal Presidente  Andrea Lenzi, dalla vice Presidente, Carla Barbati, e dal Coordinatore della Commissione Politiche per la valutazione, la qualità e l’internazionalizzazione della Ricerca, Paolo Rossi, la  comunicazione riportata più sotto.

Ad ausilio del lettore, ricordiamo che esiste  una legge dello Stato, ancora in vigore, la l. 9 gennaio 2009, n. 1, che dispone che “I criteri identificanti il carattere scientifico delle pubblicazioni sono stabiliti con apposito decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, su proposta del Consiglio universitario nazionale e sentito il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca” (ossia quella che oggi sarebbe Anvur, costituita come erede di quelle  competenze). La proposta  dei criteri che identificano il carattere scientifico delle pubblicazioni spetterebbe dunque al CUN, come  già rilevato in un nostro precedente articolo (Lo scippo) e come ribadito dallo stesso CUN con una mozione specifica (Il CUN rivendica le sue competenze in materia di definizione della scientificità delle pubblicazioni).

Il Consiglio Universitario Nazionale, nelle ultime sedute del 12 e del 13 febbraio 2013, ha confermato la proposta, già formulata al Ministro, in occasione dell’Adunanza del 5 dicembre 2012, di utilizzare, per la definizione dei criteri che identificano il carattere scientifico delle pubblicazioni e in particolare delle Riviste, anche ai fini dei processi di valutazione della ricerca,  lo strumento della consultazione pubblica.   Il Consiglio Universitario Nazionale ritiene che questo istituto, ormai diffusamente utilizzato all’interno di altre esperienze per migliorare la qualità della regolazione,  possa essere utilmente impiegato anche per individuare i criteri funzionali al riconoscimento di scientificità delle Riviste, in quanto rende trasparente e partecipato il processo decisionale che è alla base di ogni determinazione  delle autorità competenti. Si tratta di una procedura capace  di assicurare anche un migliore consenso e perciò una migliore ottemperanza alle regole,  circa i criteri, le modalità e le procedure per il riconoscimento di scientificità delle pubblicazioni,  che saranno motivamente stabilite dal decisore finale sulla base delle informazioni e delle osservazioni ricevute dai soggetti interessati. A questo scopo, il Consiglio Universitario Nazionale sta definendo un modello di consultazione pubblica, conforme alle indicazioni internazionali e alle prassi anche nazionali, da sottoporre all’attenzione del Ministro e portare alla conoscenza della comunità scientifica.

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4 Commenti

  1. Finalmente!
    Vuoi vedere che perfino il CUN comincia a capire che “cultura” è confronto aperto, pubblico e trasparente tra pari, dove tutti gli studiosi sono pari? In altre parole, che cultura e democrazia sono due facce della stessa medaglia. Che, infine, non è più tempo di Minculpop, interpretato, in triste veste “moderna”, da ministri, ministeri, anvur e carrozzoni vari.
    Speriamo bene, ma non ci conto…pensate quanti gruppi e gruppettini di potere scoppierebbero come petardi!

  2. Se un collega pubblica un articolo di elevata qualità scientifica sulla rivista parrocchiale di Vattapesca Inferiore, quello che mi interessa è il contenuto dell’articolo, non la classificazione della rivista. E se sono commissario per un conoscroso devo tenere conto di questo serenamente e spassionatamente. Con questo non voglio portare le cose all’estremo: è chiaro che un articolo su una rivista famosa ha più visibilità e più prestigio, dico solo che bisogna evitare gli schematismi. E ci sarebbe da chiedersi perché quell’articolo di elevato valore è stato accolto e pubblicato da una rivista parrocchiale e non dalle riviste importanti del settore: non sarà che le prestigiose riviste del settore ne hanno ostacolato la pubblicazione per privilegiare scritti banali prodotti dai pupilli del direttore o della redazione o per ragioni di scuola, di politica universitari, ecc. ecc.?

  3. La definizione di criteri di scientificità per le riviste ha poco a che vedere con la classificazione delle stesse. Dovrebbe essere un obiettivo abbastanza semplice da raggiungere, semplicemente guardandosi intorno. Spero che i CUNeesi guarderanno più alle “indicazioni internazionali” che alle “prassi anche nazionali”.

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