Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Gentile signor Ministro

Gentile signor Direttore generale

 

 

Il Coordinamento delle Società storiche da noi presiedute desidera esprimervi la sua più profonda preoccupazione per la totale disattenzione che, sia sul piano sostanziale sia su quello formale, le osservazioni formulate dal CUN e largamente condivise dai CD e dai membri delle Società da essi rappresentate, hanno ricevuto nel DM 29.7.2016, n. 602, accompagnato dai successivi Decreti direttoriali nn. 1531 e 1532 dello stesso 29.7.2016.  Sul piano sostanziale i rilievi formulati dal CUN recepivano perplessità di merito e individuavano limiti ed errori di fatto che le comunità scientifiche delle nostre Società avevano da tempo messo in rilievo e che rischiavano di compromettere nella sua attendibilità il processo di valutazione. Ma se sulle osservazioni si può certamente ritenere legittimo che il giudizio così dell’ANVUR come del Ministero fossero diversi,  sul piano formale non si può che ribadire il disagio per quel burocratico “sentito il CUN” con il quale si adempiva all’obbligo di legge e che, soprattutto nel momento in cui la distanza dalle sue posizioni era totale, meritava ben altra attenzione.

Il CUN rimane, oggi, l’unico organo di rappresentanza a base elettiva della comunità accademica, così come le Società scientifiche, sia pure nei loro limiti e nelle loro diverse fisionomie, rimangono la principale, se non l’unica forma nella quale le singole comunità scientifiche, si rappresentano ed elaborano le proprie riflessioni collettive. Nella larga maggioranza dei casi – come nelle Società storiche da noi presiedute e qui coordinate – esse superano i confini di una rappresentanza accademica, sia pure nelle sue diverse componenti, per contenere tra i suoi membri studiosi, spesso giovani, ai quali è ancora precluso l’accesso alla carriera accademica e che svolgono, quindi, la loro libera attività di ricerca – non di rado assai rilevante –in difficili condizioni materiali.

E’, dunque, legittimo esprimere da parte nostra allarme per ogni forma di sottovalutazione del ruolo delle comunità scientifiche e dei rischi che si corrono, nel delicato rapporto tra istituzioni di diversa natura e responsabilità, nel momento in cui Ministero o Agenzie ministeriali – come è accaduto in questo caso, per l’avvio delle nuove procedure dell’ASN, come è accaduto in passato per la qualificazione di fascia delle Riviste scientifiche – sembrano non accorgersi della necessità di un confronto e di un riconoscimento delle posizioni ad essi esterne.

Certi della piena comprensione delle ragioni di questa nostra lettera, porgiamo con l’occasione i nostri più cordiali saluti

 

Prof. Fulvio Cammarano, presidente SISSCo, Società Italiana per lo Studio della Storia contemporanea

Prof. Simona Feci, presidente SIS, Società Italiana delle Storiche

Prof. Stefano Gasparri, presidente SISMed, Società Italiana degli Storici Medievisti

Prof. Luigi Mascilli Migliorini, presidente SISEM, Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna

Prof. Leopoldo Nuti, Presidente SISI, Società italiana di storia internazionale

 

 

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4 Commenti

  1. “Il CUN rimane, oggi, l’unico organo di rappresentanza a base elettiva della comunità accademica, così come le Società scientifiche, sia pure nei loro limiti e nelle loro diverse fisionomie, rimangono la principale, se non l’unica forma nella quale le singole comunità scientifiche, si rappresentano ed elaborano le proprie riflessioni collettive”.

    Appunto!
    Rendiamoci conto, così, tra una cosa e l’altra, che la ‘cultura’ miuriano-anvuriano-cruianomeritocratica proprio di “elettività” e “rappresentatività” non sa che farsene.

    E’ solo quello che, più in grande, sta succedendo con la riforma costituzionale: dopo il diritto di votare per le province viene meno quello di votare per il senato e la legge ipermaggioritaria fatta, come la riforma costituzionale, con un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale manda al governo per cinque anni un solo partito e un solo uomo.
    Ma non è agli storici, naturalmente, che va ricordato tutto questo.

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