Poi si dice che il governo non funziona: per le cose urgenti 80 milioni si trovano di corsa. 

DECRETO-LEGGE 25 novembre 2015, n. 185  Misure urgenti per interventi nel territorio. (15G00202) (GU Serie Generale n.275 del 25-11-2015)2. Nell’ambito delle iniziative di  cui  al  comma  precedente,  e’ attribuito  all’Istituto  Italiano  di  Tecnologia  (IIT)  un   primo contributo dell’importo di 80 milioni di euro per l’anno 2015 per  la realizzazione di un progetto scientifico e di  ricerca,  sentiti  gli enti  territoriali   e   le   principali   istituzioni  scientifiche interessate, da attuarsi anche utilizzando parte delle aree in uso  a EXPO S.p.a. ove necessario previo loro adattamento.  IIT  elabora  un progetto esecutivo che e’ approvato con decreto  del  Presidente  del Consiglio dei ministri, su  proposta  del  Ministro  dell’economia  e delle finanze.

Print Friendly, PDF & Email

47 Commenti

  1. a me colpisce questa continua preoccupazione di esautorare le articolazioni intermedie della organizzazione sociale per sostituirle con attività direttamente controllate dall’esecutivo. Perché non aumentare i finanziamenti di quegli istituti di ricerca produttivi che già esistono ? No, ognuno sente il bisogno di creare la propria creatura, con finalità evidentemente demagogiche ed elettorali. A me pare che ad esempio, in USA, quando si alternano democratici e repubblicani, potenziano i riducono il budget destinato alla NIH, che è l’agenzia del finanziamento pubblico della ricerca. Non mi pare che ogni presidente vada lì per proporre un Istituto a parte, finanziato in maniera diversa dal resto delle istituzioni deputate alla ricerca. In questo noto una certa tendenza al protagonismo se non all’autoritarismo. Trovo una certa analogia con l’esigenza sentita dal governo di istituire autorità paragiudiziarie, dipendenti dall’esecutivo, con competenze sovrapponibili a quelle della magistratura ordinaria, notoriamente indipendente dall’esecutivo. Così, lentamente e senza scandalo, nascono i regimi autoritari…

  2. L’avrei intitolato “Mangiato crudo”. La cottura presuppone tempo che questo Governo non ha da perdere.
    Curioso, oltre all’uso della decretazione d’urgenza senza urgenza, il procedimento, che coinvolge Presidenza del Consiglio e Ministero delle finanze, ma non il Ministero della ricerca…
    Non vale nemmeno la pena di fare dell’ironia. Troppo facile.

  3. Forza opposizione!
    5 STELLE, SEL, (non dico Forza Italia, perché non gliene importa nulla), dove siete?

    Tra l’altro questo è un motivo valido per riportare la discussione nazionale sui temi universitari!

    C’è stata la kermesse del PD di fine ottobre a Udine, e poi?
    Solo parole?

  4. Ma di cosa ci si stupisce? Del fatto che il governo Renzi-Padoan, rispetto a IIT, si comporti esattamente come quelli Berlusconi-Tremonti (II e III)? Si dimentica il fatto che quando IIT venne fondato, per aumentare (drogare?) la propria propria produttività scientifica, creò una rete di unità associate nelle università, essenzialmente quindi aprendo una serie di rubinetti con cui finanziava alcune parti di un sistema al collasso finanziario per lucrarne vantaggio in termini di citazioni e di amicizie nella rete accademica italiana? La storia insegna, ed è storia molto recente. L’IIT ha avuto, grazie all’immensa capacità finanziaria, una leva molto forte per tacitare gli avversari o presunti tali: finanziandoli. La stessa cosa avverrà ora a Milano. Tutto l’intero impianto di IIT, dalla sua creazione al suo funzionamento, è stato ispirato da una logica top-down, nutrita con una montagna di quattrini (almeno se rapportata a quanto invece il sistema della ricerca italiana riceveva) e priva di qualsiasi controllo esterno ad esso e di trasparenza. E’ la stessa logica di ogni scelta del governo Renzi: tutto top-down, controllo inesistente (parlamento succube) e reali intenzioni mascherate da slogan per scemi. Quale migliore alleato per Renzi di IIT per allestire questa nuova vetrina e dare sostanza a qualche slogan? Il punto è il metodo seguito. Finché la comunità accademica italiana continuerà ad accettare il metodo top-down, tutto non potrà che andare che in quella direzione. Ma – onestamente- io non ho tutti questi ricordi di una gerarchia accademica nazionale che si sia mai particolarmente animata contro questo metodo (che spessissimo è praticato anche dentro le singole università). Come all’epoca tanti atenei hanno accettato IIT come finanziatore (per drenare fondi altrimenti direttamente indisponibili dallo Stato), ora accadrà lo stesso a Milano. La sofferenza del sistema è tale che ci sarà la corsa per diventare partner del progetto post-Expo/IIT. E il metodo – che è sbagliato in quanto negazione di qualsiasi selezione democraticamente science-based delle decisioni di finanziamento pubblico in materia di ricerca – verrà ancora una volta accettato.

    • “E’ la stessa logica di ogni scelta del governo Renzi: tutto top-down, controllo inesistente (parlamento succube) e reali intenzioni mascherate da slogan per scemi.”
      Giustissimo.
      Con questa sola puntualizzazione: scemi=la netta maggioranza dei votanti, considerato che il partito del pupazzo, cioè il pupazzo, viene tuttora accreditato di un buon 32-33% e che, a proposito di questioni di università e ricerca (per la verità, anche a proposito di tantissime altre), votare FI, NCD, SC, FDI e LN non differisce affatto dal votare il partito del pupazzo, cioè il pupazzo

    • Per capire l’ideologia che c’e’ dietro la fondazione di IIT vi suggerisco di partire dall’articolo di Giavazzi e Alesina http://www.lavoce.info/articoli/pagina821-351.html “riversare più fondi in questo sistema è come buttarli al vento…” e che l’unico modo per garantire “…rigore, controlli ed incentivi…è muoversi all’esterno dell’università italiana di oggi. Vittorio Grilli ci sta provando con l’IIT: è per questo che cerchiamo di aiutarlo mentre tutti i conservatori lo criticano”. Il punto e’ che la logica della politica che ha fatto nascere IIT e’ complementare allo smantellamento del sistema pubblico. Ho cercato di spiegarlo nel mio post del 2010 http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/19/leccellenza-de-noantri/77694/ . Dunque chi si prende le briciole non sa che staavallando la propria distruzione perche’ se c’e’ una cosa che e’ rimasta invariata negli ultimi dieci anni, e che e’ stata portata avanti con sconcertante determinazione, e’ proprio l’annullamento del sistema di istruzione superiore del paese. Ma si sa’ i piatti di lenticchie sono molto allettanti.

  5. Questo decreto, e la sua tempistica, sono di una gravità INAUDITA. E’ pura applicazione dell’approccio top-down, di cui sopra, senza filtro.
    Se non si vedrà nessuna decisa risposta, entro uno/due giorni, da parte della CRUI o di qualsivoglia università\ente di ricerca, si potrà dare ufficialmente per morta la credibilità del sistema accademico nostrano.

  6. La cosa che mi secca di più è che si sono dovuti aspettare anni per avere i 93 milioni di euro dell’ultimo PRIN, mentre in quattro e quattr’otto si è trovata una cifra simile per questo trasferimento assolutamente ingiustificato.

  7. Mi sembra uno dei fatti più gravi degli ultimi anni, una sottrazione di soldi pubblici a beneficio di pochi. Con quei soldi si potrebbero distribuire risorse a tutti gli Atenei. Il tutto deciso da una decina di persone.

  8. Non si sale sui tetti, non si boicotta la VQR, non si fa uno sciopero a oltranza, ma almeno un documento di “ferma e vibrante indignazione” lanciato dalle pagine di Roars? Voglio vedere chi tra i colleghi non lo sottoscrive quando in questi giorni stiamo tentando in migliaia l’impossibile per un prin di quasi eguale valori che portera’ 4 lire a pochi di noi…..

  9. @Giovy61 e @tutti:

    Se ricordate, la legge Gelmini nacque (disgraziatamente) proprio a causa delle proteste, per placare gli animi.

    Le proteste erano dell’autunno 2008, la legge 240 era del 2010.

    Però alcuni provvedimenti il Ministro Gelmini li prese ad ottobre – novembre 2008, ad esempio il blocco dei concorsi da associato (qualcosa del genere, se non ricordo male) e anche il Decreto Ministeriale con cui vennero abolite le prove scritte ed orali dal concorso di ricercatore, venendo sostituite con i titoli.
    Tanto ciò vero che io partecipai (perdendo) a concorsi per ric. a tempo indeterminato con commissioni estratte a sorte – regime intermedio -.

    Quindi, gli effetti della legge Gelmini sono nefasti, però mi sembra nacquero in seguito a sollecitazioni della piazza.
    Ergo scioperare e manifestare tutti serve, soprattutto se ciò viene ripreso dai TALK-shows della sera e della domenica, poiché poi si interviene per placare gli animi.
    Con la Gelmini si intervenne male, ma si vide una risposta ad una sollecitazione.

    Se non facciamo nulla, continueranno a fregarsene come ora.

    Condividete?
    Ho fatto una buona ricostruzione dei fatti, o mi ricordo male?

    • Il Ministro Gelmini fu decisamente contraria alle proteste 2008 e 2010, Basterebbe recuperare alcuni comunicati e conferenze stampa che erano la quintessenza di tutta la disinformazione in tema di università e ricerca. La riforma era nell’aria e molte idee (ANVUR in testa) erano state incubate dalla “sinistra”. Poi il testimone passò al Governo Berlusconi e per molti mesi la riforma assomigliò quasi a un’iniziativa bipartisan. Solo l’esplosione dell’indisponibilità dei ricercatori indusse una qualche presa di distanza (vedi Bersani che salì sul tetto di Architettura), non senza sospetti che rimanesse più di facciata che sostanziale. Molti ricorderanno Rosy Mauro che presiedendo la seduta parlamentare diede per approvati degli emendamenti, il che avrebbe comportato un ulteriore passaggio nell’altra camera: ebbene, il PD permise che venisse ripetuta la votazione (!) e che si arrivasse, sotto Natale, all’approvazione.

    • Purtroppo Anto si ricorda malissimo e sta distorcendo i fatti. I concorsi tra il 2006 ed il 2008 sono stati fatti in proroga perché’ dovevano essere fatti con la legge Moratti. Ora il governo preferì invece di applicare la legge Moratti di fare una legge sui concorsi (piu’ meritocratica) con il supporto dell’opimo pubblica, di alcuni coordinamenti di ricercatore precari e altri. Ora i movimenti di protesta dei ricercatori (strutturati) sono stati fatti per bloccare la legge Gelmini che ha avuto un lungo travaglio. I moti dei ricercatori erano fatti per bloccare le nefandezze che la legge (in itinere) stava cercando di introdurre. Purtroppo in cui tempo cercavo di oppormi alle nefandezze che la legge Gelmini avrebbe introdotto. Purtroppo la legge Gelmini non sembra nacquero in seguito a sollecitazioni della piazza ma anzi nonostante le proteste delle Piazza. Ovviamente vi era un gruppo di gente, tra cui alcuni coordinamenti di ricercatori precari,che sollecitavano la riforma.

  10. @Giuseppe De Nicolao

    era contraria, infatti per placare gli animi cambiò un po’ di regole nel frattempo, prima della 240 del 2010.

    Infatti, i concorsi da ricercatori, con un decreto ministeriale dell’autunno 2008 subirono l’eliminazione delle prove scritte ed orali e vennero sostituite con la discussione sui titoli.
    Tanto ciò vero che io nell’aprile del 2011 feci un concorso (perso) per ricercatori all’univ. di Foggia, quel concorso era stato bandito nel 2009, prima della l. 240 del 2010, ma già con le modifiche di Gelmini (decreto ministeriale), e mi ricordo che quel concorso bandito nel 2009 conteneva già la discussione orale dei titoli, senza le prove scritte ed orali.

    Questo per dire, che, regole giuste o sbagliate, se uno protesta, ottiene risposte, se non altro per placare glia animi dei protestanti, come accadde prima della legge Gelmini, con provvedimenti intermedi.

    Si ricorda queste regole intermedie per conc. ric. a tempo ind. con eliminiazione prove scritte ed orali e sortegggio della commissione?
    Io sì.

    • Gelmini 2008: «Abbiamo un numero di laureati che è inferiore a quello del Cile [bufala] …37 corsi di laurea con un solo studente [bufalona], 327 facoltà universitarie che non superano i 15 iscritti [bufalissima]». Prestare anche attenzione alla mimica facciale del ministro che ostenta raccapriccio per i numeri (inventati) che sta snocciolando.

  11. @Ricercatore65, sarei proprio curioso di sapere quali siano stati mai questi coordinamenti di ricercatori precari che sollecitarono la legge Gelmini.
    L’unico gruppo di ricercatori precari eravamo noi dell’APRI (ora ho visto che ne hanno tentato di costituire uno nuovo, giusto per dividere un po’ le ingenti forze), e mi ricordo perfettamente che io e Mino andammo al MIUR convinti di essere stati chiamati per parlare dei decreti attuativi del dl 180, per noi importantissimi e che erano bloccati da tempo senza ragione, e ci ritrovammo a parlare di questa fantomatica riforma generale (sulla quale, ribadisco, NON siamo stati ascoltati in alcun punto, tranne che per i tre anni di vecchio assegno, equiparati all’RTDA, per partecipare ad RTDB) che non sapevamo minimamente essere in cantiere, figuriamoci sollecitarla.
    Comunque, non bisogna mai sovrapporre i due problemi delle regole sbagliate della Gelmini e del sotto-finanziamento, che devono rimanere distinti. E poi non è neppure solo sotto-finaziamento, è sotto-finanziamento del pubblico più CONCENTRAZIONE (del resto, è il paradigma liberale), per cui alcune, poche realtà si pappano anche ciò che spetterebbe alle altre, e non stanno mica male: lo abbiamo visto col turn-over e, da ultimo, con l’interessantissimo articolo sulle borse di studio, pure con la strana coincidenza di vecchi criteri ingiusti, prorogati oltre il loro termine naturale di scadenza.
    Per il resto, che dire? Boicottare tutti la vqr e salire sui tetti sono due forme di protesta che si meritano ampiamente a vicenda. Ma contenti voi di farle, contenti tutti.
    Boicottare la vqr avrebbe senso se fosse un’iniziativa di una parte dei docenti di un singolo Ateneo. Tipo, in un contesto di vqr che si svolge regolarmente a livello nazionale, l’associazione dei ricercatori dell’Università Alfa, che per qualsivoglia motivo non è contenta di certe politiche dell’Ateneo contro i ricercatori, dice: sapete che c’è di nuovo?… o ci riconoscete il nostro diritto x o y, oppure non partecipiamo alla vqr. Allora sì che avrebbe senso! E non ci sarebbe delibera di senato che potrebbe impedirlo, visto l’esercizio dei diritti costituzionali di sciopero e di associazione.
    Come al solito, invece, si vuole fare una frittata senza rompere le uova. E l’unico modo nazionale di fare la frittata è bloccare le lauree, nei limiti in cui ciò sia giuridicamente consentito dalla legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, perché è chiaro che si sacrificano diritti di terzi innocenti, ed è molto grave per tutti (dunque, è un mezzo che andrebbe utilizzato solo in casi estremi), ma questo è l’unico modo di scioperare in certi ambiti, e non è che se uno fa il docente universitario, invece che il metalmeccanico, perde il suo diritto di sciopero, o deve limitarsi ad azioni puramente simboliche….che, per quelli che non l’avessero capito, non sono in grado di produrre alcun risultato utile.
    Tom Bombadillo

    • Quando si arriva al dunque, c’è sempre il collega che ricorda che ci vorrebbe “ben altro”, come bloccare le lauree. Conoscendo bene i cuor di leone che gli stanno attorno. Ci sono mille alibi per sfilarsi e nel 2010 li abbiamo già visti tutti. Speravo in qualcosa di nuovo (non tanto come mobilitazione, ma almeno come alibi).
      Riguardo all’incapacità di produrre risultati utili, io non sono così certo che senza 120 e più mozioni avremmo riavuto il PRIN (per quanto esiguo) e anche gli scatti. E proprio gli sforzi profusi per sedare gli animi e convincere che è tutto inutile mi sembrano un sintomo interessante.

  12. …e no, De Nicolao, io conosco benissimo il mitico Ben Altro, ma lui non indica mai l’alternativa (altrimenti, che benaltrismo sarebbe?), mentre io la propongo in modo molto preciso. Ma, beninteso, di certo non per sbloccare gli scatti che, da quanto ho capito dai commenti, comunque erano bloccati fino al 2015: per quello, è perfetta la terribile minaccia di non aderire tutti insieme alla vqr.
    Il blocco delle lauree, invece -ove giuridicamente possibile: noto con piacere che i giuslavoristi hanno fatto a gara per illuminarci- andrebbe utilizzato su di una richiesta forte di finanziamento, in primis, per un ampio reclutamento di terza fascia, e poi per le progressioni di carriera. Visto che i soldi quando vogliono li trovano, e pure d’urgenza.
    Per il resto, che dire? Mi hai scoperto. Io sono reclutato dalla SPECTRE, ovviamente assieme a tutti i Rettori e Direttori di Dipartimento da noi votati (ma che in realtà sono Visitors), per sedare gli animi ed evitare le proteste. Com’era? Ah, sì, in modo che i Rettori possano dimostrare al Governo che sanno tenerci sotto controllo, loro compito primario, come da te dimostrato scientificamente riportando le dichiarazioni SUCCESSIVE del potentissimo Rettore dell’Università di Benevento (la Sapienza avrà Dipartimenti con più docenti di ruolo), che DOPO che la legge Gelmini era passata, millantava un ruolo nell’aver sedato la protesta, e consentito che passasse, giusto per chiedere almeno qualcosa per le Università.
    Non è che la legge Gelmini è passata perché proteste che pungevano proprio non ce ne sono state, senza bisogno di essere sedate, e, soprattutto, la maggioranza di allora aveva numeri MOSTRUOSI in parlamento? E non facciamoci sviare dal mi cacci. Il relatore al Senato era Valditara, e Fini continuò a sostenere a spada tratta la sua riforma dell’Università anche dopo la lite con Berlusconi.
    Con la maggioranza parlamentare più forte che mai, sai a quelli che importava di chi saliva sui tetti? La Gelmini è passata senza alcun bisogno del preteso collaborazionismo dei Rettori Visitors.
    Tom -007- Bombadillo

    • Vito Plantamura: “Non è che la legge Gelmini è passata perché proteste che pungevano proprio non ce ne sono state, senza bisogno di essere sedate, e, soprattutto, la maggioranza di allora aveva numeri MOSTRUOSI in parlamento?”
      ______________________
      Non è colpa mia, ma anche questa affermazione coincide con la tesi di un rettore (non successiva, ma anteriore alla riforma). E non il potentissimo Rettore dell’Università di Benevento, ma il presidente della Crui dell’epoca. E guarda caso, il quotidiano che pubblicava la sua intervista lo smentiva fin dalla prima pagina il cui titolo era:
      “La rivolta delle università. Studenti all’assalto del Senato. Il Governo va sotto sulla riforma” [a proposito di maggioranze con numeri mostruosi]
      ______________________
      Questo è quello che riportano le cronache e che tutti possono verificare (anche chi ha la memoria corta).



      ______________________
      P.S. Il ricorso allo “straw man argument” attribuendo all’interlocutore un complottismo ispirato a Ian Fleming è una tecnica un po’ frusta. Aggiorniamo l’immaginario. Che ne so, The Bourne Identity, magari.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.