Poi si dice che il governo non funziona: per le cose urgenti 80 milioni si trovano di corsa. 

DECRETO-LEGGE 25 novembre 2015, n. 185  Misure urgenti per interventi nel territorio. (15G00202) (GU Serie Generale n.275 del 25-11-2015)2. Nell’ambito delle iniziative di  cui  al  comma  precedente,  e’ attribuito  all’Istituto  Italiano  di  Tecnologia  (IIT)  un   primo contributo dell’importo di 80 milioni di euro per l’anno 2015 per  la realizzazione di un progetto scientifico e di  ricerca,  sentiti  gli enti  territoriali   e   le   principali   istituzioni  scientifiche interessate, da attuarsi anche utilizzando parte delle aree in uso  a EXPO S.p.a. ove necessario previo loro adattamento.  IIT  elabora  un progetto esecutivo che e’ approvato con decreto  del  Presidente  del Consiglio dei ministri, su  proposta  del  Ministro  dell’economia  e delle finanze.

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47 Commenti

  1. Per predisporre un piano esecutivo entro febbraio, ecco che è già pronto un comitato di quattro saggi (il direttore IIT e i rettori di tre atenei milanesi – a proposito di chi era in coda per briciole e lenticchie). Una nota interessante: a controbilanciare l’analisi di efficienza pubblicata da Roars è sceso in campo persino un premio Nobel. Di questo passo, per controbilanciare gli argomenti di Roars, ci attendiamo almeno l’endorsement del Papa o del Dalai Lama.
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  2. …è che ci vuoi fare?…io sono antico, ma sta di fatto che al cinema, oggi, ci trovi la mia SPECTRE, mica il tuo smemorato di Collegno, perché i grandi classici non tramontano mai.
    Venendo al merito, se è vero che il Governo andò sotto (addirittura al Senato, quindi prima del “mi cacci”), grazie alle feroci proteste degli studenti (e non per un incidente di percorso irrilevante e causalmente non connesso), e tutto ciò è, addirittura, storicamente assodato, vuol dire che, al tempo, io vivevo su di un altro pianeta, in cui mai una volta ci ponemmo il problema che la riforma si sarebbe potuta arenare per via delle fantomatiche proteste, e, piuttosto, ci ponemmo il problema che questa riforma, che non ci piaceva, sarebbe SICURAMENTE passata vista la maggioranza blindatissima di cui godeva (e che un minimo incidente di percorso, di cui neppure ho memoria, certamente non revocava in dubbio).
    Io, cioè, vivevo sul pianeta terra, come i fatti hanno poi ampiamente dimostrato, che spesso e volentieri, però, è distante un milione di anni luce dal “pianeta della repubblica piddina”.
    Per altro, la tua citazione di Decleva è inconferente.
    La tesi che volevi dimostrare, infatti -te lo ricordo-, non era che i Rettori fossero pro, o contro, la legge Gelmini, ma che i Rettori avessero consentito che la legge Gelmini passasse, soffocando (nel sangue?) le feroci proteste degli universitari che -questo lo scopro oggi- proprio per un “peluzzo” non riuscirono a bloccare l’iter di approvazione della legge….come storicamente assodato nella “repubblica piddina”.
    Tom -passo e chiudo- Bombadillo
    P.S.:ovviamente, le manifestazioni degli studenti hanno la stessa influenza, su di una maggioranza blindata (tanto più di centro-destra), dei ricercatori sui tetti: cioè nessuna, anche perché danno giustamente per scontato che quei ricercatori e quelli studenti NON sono il loro elettorato di riferimento, ma, più probabilmente, lettori di Repubblica (quindi loro nemici giurati) e minoranza rumorosa.

    • Plantamura: “Per altro, la tua citazione di Decleva è inconferente.”
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      Mettiamo accanto quanto scritto da Plantamura e quanto dichiarato da Decleva:
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      Plantamura 03/12/2015 alle 19:17: “la legge Gelmini è passata perché proteste che pungevano proprio non ce ne sono state, senza bisogno di essere sedate”
      Plantamura 04/12/2015 alle 13:55: “fantomatiche proteste”
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      Decleva: ‘Non è vero che le università sono in rivolta”
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      Come già osservato, le proteste che Decleva riteneva inesistenti aprivano – con un titolo a quattro colonne – la prima pagina del quotidiano che lo intervistava. Niente male per delle proteste “fantomatiche”, che non avevano bisogno di essere sedate. E la maggioranza non doveva sentirsi tanto “blindatissima” nel momento in cui varò il piano straordinario associati, il cosiddetto “piatto di lenticchie” (e va ad onore di R29A averlo chiamato così, visto che i ricercatori erano i primi destinatari della pietanza).

    • A Barbacetto e al Fatto Quotidiano va il merito di cercare di vederci chiaro e di sollevare un po’ di domande dovute. Per i lettori meno addentro in questi argomenti, può essere utile aggiungere un paio di precisazioni.
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      Barbacetto scrive:
      «all’intero sistema universitario per la ricerca sono destinati soltanto 91 milioni di euro»
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      Naturalmente, non si sta riferendo al finanziamento globale che è dell’ordine di diversi miliardi (il solo Fondo di Finanziamento Ordinario è tra i 6 e 7 miliardi). Si sta riferendo al finanziamento PRIN 2015 per i Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale che, dopo aver saltato 2013 e 2014, stanzia 92 milioni di Euro per la ricerca di tutti i possibili settori scientifici, dalla matematica alla sociologia.

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      Barbacetto scrive:
      «Incerti i risultati scientifici ottenuti: ottimi per l’ufficio stampa di Iit, mediocri per il sito specializzato Roars (Return on academic research), secondo cui il rapporto trai soldispesi e il numero di pubblicazioni scientifiche è il più basso tra quelli dei principali enti di ricerca italiani».
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      Su Roars abbiamo recentemente mostrato che l’efficienza “bibliometrica” di IIT è inferiore a quella del Politecnico di Bari (https://www.roars.it/iit-un-eccellenza-da-100-000-e-ad-articolo-due-volte-meno-efficiente-del-politecnico-di-bari/) e dell’Univ. Politecnica delle Marche (https://www.roars.it/iit-un-eccellenza-da-100-000-e-ad-articolo-due-volte-meno-efficiente-del-politecnico-di-bari/comment-page-1/#comment-53484). Barbacetto sembra invece far riferimento ad un articolo di F. Sylos Labini, apparso nel 2011 su Scienza in Rete, ma consultabile anche su Roars (https://www.roars.it/enti-di-ricerca-e-iit-dov%E2%80%99e-l%E2%80%99eccellenza/), in cui veniva confrontata la produttività scientifica dell’IIT con quella di quattro enti pubblici di ricerca: CNR, INFN, INAF e INGV, mostrando che tutti e quattro superavano l’IIT.
      Nel frattempo, l’IIT si è sempre più tramutato in una specie di (poco trasparente) agenzia per il finanziamento della ricerca, il che comporta evidenti vantaggi dal punto di vista della produttività scientifica. Ciò nonostante, il nostro recente articolo mostra che anche così la sua produttività è inferiore a università come il Politecnico di Bari e l’Università Politecnica delle Marche.

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