A pochi giorni dalle elezioni, Human Technopole sembra fare passi avanti. Nella direzione giusta? Un articolo di Laura Margottini sul Fatto Quotidiano del 3 marzo evidenzia alcune incongruenze tra le comunicazioni ufficiali e i fatti. «Il 17 febbraio, Ht rende noto che è stato individuato il direttore […] “Il candidato preferito (su 5, ndr)… è risultato il professor Iain Mattaj, attuale dg dello European Molecular Biology Laboratory (Embl) di Heidelberg in Germania”, recita una nota [….] Ma in una email al Fatto, Mattaj spiega: “Non ho ricevuto alcuna offerta ufficiale e non ho discusso il progetto a sufficienza per dire se accetterò o meno, la situazione è molto meno avanzata di quanto è stato riportato”. L’ufficio stampa di Ht replica che “Mattaj è stato avvisato contestualmente alla pubblicazione del comunicato”. Lo scienziato non conferma. Tant’è che il 18 febbraio ha inviato una email ai centri Embl europei sotto la sua direzione: “Trovo Ht promettente e interessante, e sono dunque interessato alla posizione. Ma non ho ricevuto alcuna offerta formale (…) so troppo poco su molti aspetti del progetto per essere pronto ad accettare un’eventuale nomina” […] Poi c’è la questione dei primi assunti. Ht spiega che l’8 gennaio 2018 sono stati assunti i primi otto ricercatori per i sette centri di cui sarà composto Ht. Tutte posizioni – chiarisce – di post-doc, cioè ricercatori che hanno concluso il dottorato. Sono stati presi al Cads, il laboratorio di Analisi decisioni e società a metà tra Ht e Politecnico di Milano […] al momento coordinato da Piercesare Secchi, ordinario di Statistica al Politecnico […] e da Fabio Pammolli, professore di Economia sempre al Politecnico (Scelto dall’Iit di Genova). Pammolli è l’ex rettore dell’Imt di Lucca, al centro dello scandalo sul potenziale plagio nella tesi di dottorato del ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia (di cui Pammolli è stato co-relatore). Cinque degli otto posti da post doc sono stati banditi da Ht e tre dal Politecnico, spiega l’ufficio stampa. Ma risulta che i tre banditi dal Politecnico siano in realtà dottorati […] che quindi continueranno a svolgersi al Politecnico visto che Ht non è accreditata per questo. […] Ht spiega che i bandi per i ricercatori post doc sono stati ampiamente pubblicizzati in tutto il mondo, in riviste di settore come Nature, New Scientist e Science magazine, e che sono pervenute 117 domande. Ma alla fine, su 5 vincitori, ben 4 provengono dal Politecnico di Milano (uno risulta essere stato tesista del professor Secchi). […] Ora Ht si avvia a diventare una fondazione privata (come l’Iit di Genova e l’Imt di Lucca) ma finanziata con fondi pubblici stanziati direttamente dai ministeri dello Sviluppo economico e dell’Istruzione. In pratica non dovranno concorrere con il resto degli enti di ricerca e università pubbliche per l’assegnazione delle risorse.»
Link all’articolo completo: Human Technopole nel caos: il direttore preso a sua insaputa
Non posso entrare nel merito della questione. Ma gli aspetti generali sono interessanti. Uno: scivolamento graduale della ricerca, soprattutto dove si devono gestire somme ingenti e apparecchiature costose, verso il privato. Il tornaconto è doppio: il privato ha più risorse da gestire però da ente privato, il pubblico ha il bilancio alleggerito. Le discipline ‘umanitarie’, che costano poco o comunque molto meno, resteranno rigorosamente pubbliche. Se costano poco, evidentemente valgono poco, inutile scaldarsi per accaparrarsele. Due: caos organizzativo e gestionale, che purtroppo interessa qualsiasi settore del paese, dal più alto ai call centers. Ma il caos costa, in termini collettivi e individuali, in termini di danaro e di tempo sprecati (v. Anvur). Forse questo dipende da quell’altro aspetto evidenziato qui in più articoli: media dell’istruzione relativamente bassa. L’Anvur, però, dovrebbe essere l’eccezione che conferma la regola, nel senso che persone istruite, anzi iperistruite, si adeguano all’andazzo caotico dell’intera società, che diventa così una faccenda di mentalità collettiva: è così, è caotico, perché così deve e può essere, e non altrimenti. Ci si deve rassegnare. Benvenuti nel mondo reale. Si tratta di una fase di passaggio storica oppure di insipienza politica? Giudicando dal risultato delle elezioni, opto per la seconda.
A proposito di affidabilità degli algoritmi impiegati per valutazioni complesse di azioni umane, è utile leggere “A che servono gli algoritmi nei tribunali statunitensi”, di Ed Yong, The Atlantic, Stati Uniti, 16 febbraio 2018, https://www.internazionale.it/notizie/ed-yong/2018/02/16/algoritmo-valutazione-rischio-tribunale.
Non è lungo.
[…] continua il giallo del “direttore a sua insaputa”. Il 3 marzo scorso, era stata Laura Margottini sul Fatto Quotidiano a segnalare alcune incongruenze tra gli annunci pubblici – che indicavano Iain Mattaj come […]