Prima di andare in vacanza capita a molti di voler scrivere ad amici e colleghi una letterina dove si assicura che si hanno le idee chiare su cosa fare appena rientrati dal mare. Così ha fatto anche Stefania Giannini, scrivendo alla CRUI per anticipare i provvedimenti in agenda per il sistema universitario. 

 

lettera CRUI

FFO – il Fondo di Finanziamento Ordinario è la quota di finanziamenti che arriva agli atenei da parte dello Stato, e nonostante sia in netto calo dal 2009, ne rappresenta il capitolo di entrate più significativo. Oltre al suo assottigliamento, gli atenei hanno il problema di conoscere raramente prima dell’autunno la quota che gli spetta per l’anno in corso, trovandosi così a programmare le spese “alla cieca”.

La Giannni vuole introdurre una “rivoluzione” nell’attribuzione del FFO ai diversi atenei a partire dal 2014: sostituire progressivamente, nel giro di 5 anni, la quota base “fissa” ad una quota derivata dal “costo standard per singolo studente”. Una rivoluzione che avvantaggerebbe soprattutto quegli atenei particolarmente efficaci nel gestire l’amministrazione, che cioè riescono a smaltire le pratiche di un maggior numero numero di studenti con un costo minore.
Piccolissimo problema: nessuno ha ancora idea di come calcolare questo “costo standard per studente”.Per definirlo la Giannini ha programmato un incontro con i referenti CRUI la settimana prossima. Dunque, verrà atteso un parere dall’ANVUR e infine dal MEF; bisognerà insomma attendere fino a settembre.

La quota premiale sarà inoltre ampliata già dal 2014 fino al 18%, e ripartita sulla base dei seguenti criteri non meglio specificati: al 20% sulla base dei Risultati (maiuscolo) della didattica; all’80% sulla base dei risultati della VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca) e delle politiche di reclutamento.
Sarà inoltre mantenuta una quota compresa tra 1,5 e 2,5% del FFO totale per interventi perequativi.
Infine, per evitare particolari squilibri sarà mantenuta la soglia di salvaguardia de -3,5%: nessun ateneo potrà cioè ricevere meno del 96,5% del FFO dell’anno precedente.


Purtroppo il Ministro ancora non sa (o non dice) a quanto ammonterà il FFO complessivo – un tema su cui ormai da anni l’ultima parola spetta al MEF.

Medicina – è previsto prima della fine delle vacanze estive un tavolo per ridefinire i rapporti tra università, Regioni e strutture sanitarie.

Requisiti di docenza – dovranno essere rivisti i requisiti di docenza, a partire dagli atenei non-statali.

Punti organico – Verranno anche definiti i tetti di assunzioni rispetto alle cessazioni. Brutte notizie per le decine di migliaia di precari che speravano di poter finalmente partecipare a un numero congruo di concorsi: il turnover resta bloccato al 50% a livello nazionale. All’interno di questa soglia ogni ateneo oscillerà tra un 30% e un 50% di turnover, a seconda della sua capacità di rispettare i seguenti precetti codificati negli algoritmi ministeriali: “spendi poco per il personale, non ti indebitare, tassa molto gli studenti”. Sembra quasi che la Troika abbia scritto di persona anche al MIUR.

La lettera del Ministro Giannini: Scarica qui

(una precedente versione di questo articolo è stata pubblicata su UniNews24)

Print Friendly, PDF & Email

16 Commenti

  1. “informazioni [che] possano […] chiarire lo scenario di riferimento dell’anno 2014” – siamo già oltre la metà dell’anno, poi c’è pure la “pausa estiva”, presidente Renzi permettendo; quanto rimane del 2014?
    Non si doveva risolvere entro la fine di luglio la questione della prove d’ingresso a Medicina? Dove è finita?
    Gli algoritmi cervellotici e soprattutto trasparenti (!) li lascio ai più esperti.

  2. Più che i propositi per dopo le vacanze mi sembra un elenco delle cose che vogliono fare a settembre che stanno anticipando adesso per poter dire “io te l’ho comunicato un mese fa e tu non hai detto nulla” (perché eri al mare).

  3. e la ricerca?
    e i posti da ricercatore?

    e la separazione tra reclutamento e avanzamento di carriera?

    e i precari? come ad esempio,

    http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/14_giugno_21/yara-ricercatrice-svolta-ha-lavorato-gratis-3ba9829c-f90e-11e3-b86c-bac0e6d7d70d.shtml

    dove li mettiamo?

    il precariato è’ il problema, cavolo, non ffo, turn over e tante altre cose che, per chi è stipendiato, non sono rilevanti.

    lo volete capire o no?

    grazie,
    anto

    • Come direbbe Briatore, prima dei tergicristalli per occhiali e dopo i guanti riscaldati per la pesca delle cozze.
      Perdonami l’ironia, ma concordo con te. Sembra che le priorita’ siano ben altre. Si dira’ che risolvendo quei problemi si creera’ spazio per i piu’ giovani (e per certi versi e’ anche vero), ma in realta’ il vero problema e’ che mancano le risorse. Lo sanno tutti e sanno anche che non arriveranno (almeno a breve). A parole hanno tutti a cuore i precari, ma quando devi mettere in gioco un po’ del tuo diventa tutto piu’ complicato.

    • Lo sconcerto di anto è comprensibile oltre che condivisivbile. Si sente spesso parlare di precari. Poi però, quando si tratta di fare delle scelte politiche ed investire risorse questi magicamente scompaiono dall’agenda a favore di temi forse non così urgenti. Pochi sembrano sostenere che i precari che hanno ottenuto l’abilitazione meriterebbero una corsia diretta per l’assunzione (oltre che separata dagli avanzamenti). Nei fatti, quasi nessuno sembra pensare seriamente ad un massiccio piano di reclutamento. Peggio ancora, quando lo si fa, lo si concepisce con il contratto RTDa: “spostiamo la questione della tua assunzione di altri cinque anni, intanto facci un po di didattica che quella ci serve”.

    • Hai perfettamente ragione. Sono nuova del sito ma lo seguo con una certa continuità. Purtroppo pare che i precari, dopo averli fatti partecipare alle tornate dell’abilitazione, abbiano deciso di tagliarli fuori dal reclutamento per mancanza di punti organico/fondi. Io stessa faccio parte del gruppo. Ho passato l’abilitazione (2012) ma per ora il mio ateneo recluta solo strutturati (compresi i ricercatori a TD). Assegnisti-contrattisti-borsisti, …, sono fuori. Per questo mi hanno consigliato di creare una sorta di associazione che sia in grado di attirare l’attenzione della classe politica. E così faremo. Dal livello locale si passerà a quello nazionale. Con la speranza che ci ascoltino…

    • Come dicevo in un precedente post (che però non vedo più), sarebbe opportuno che i precari di ogni università si facessero sentire al fine di far emergere la questione davanti alla classe politica. Viceversa, che senso ha farli partecipare alle abilitazioni per poi negare loro ogni forma di reclutamento per mancanza di punti organico/fondi?! Nel mio ateneo seguiremo questa via, con la speranza che qualcosa si concretizzi. L’alternativa è il ricorso alla UE…

    • @MARIO
      Credo che il panico scatenato dalla possibilita’ di essere messi a riposo a 65 anni e (e sottolineo e) con 42 (mi pare) anni di contribuzione (e non d’ufficio, ma solo se non pregiudica il servizio; se sbaglio correggetemi) sia indicativo di qualcosa. Ma si dira’ che ci sono dei diritti in ballo, che non serve a nulla per incentivare l’assunzione di giovani precari e bla bla bla. Intanto i precari sono sempre li’ che lavorano e aspettano, mentre qualche intellettuale (non lo dico con ironia, quindi spero di non ricevere risposte piccate) si esalta pure per le abilitazioni a sportello

    • @ Lionel
      Hai ragione, a mio avviso in un sistema sano il fatto che vari precari abbiano ottenuto l’abilitazione da associato avrebbe dovuto generare in primis una qualche, sana, autocritica ed in secundis una immediata iniziativa politica per dare un posto agli abilitati che uno stipendio sicuro non hanno…

    • @closetome
      Quella di organizzarsi a livello nazionale sarebbe un’ottima cosa. I precari in questi anni non sono stati capaci di organizzarsi in modo incisivo. ADI ed APRI, tra tante battaglie portate avanti con dedizione, hanno IMHO fatto l’errore di credere che il post doc sarebbe stato sostituito da posti RTDa, come farneticava il ministro. Invece RTDa viene ora proposto (magari spacciandolo come occasione) dopo 5-10 anni di precariato post dottorale…

  4. http://it.blastingnews.com/lavoro/2014/07/precari-scuola-se-l-italia-non-li-assume-sanzione-da-4-miliardi-dall-ue-00114290.html

    l’Europa si sta muovendo,

    ora l’Italia dovrà farlo, altrimenti prende multe o esce dall’Europa.

    non ho fiducia nei politici (non hanno mai fatto precariato)

    non ho fiducia negli ordinari

    (non hanno mai fatto precariato, quello nostro intendo, 10 anni di contratto, 1000 pubblicazioni, 1000 insegnamenti a contratto e non si arriva mai)

    non avendo mai fatto il precariato, né i politici né gli ordinari ci comprendono, loro non riescono ad immedesimarsi.

    noi siamo la generazione sfortunata, la “generazione mai”

    • Quella dei precari è una categoria che il governo potrebbe favorire facendo tra l’altro un figurone con i propri elettori, basterebbe mettere criteri stringenti di tempo e di produttività scientifica per una loro assunzione.

  5. Ho letto l’articolo segnalato, ma riguarda i precari della scuola. Credo che noi precari dell’università abbiamo un peso politico ancora inferiore. Sono assolutamente favorevole ad una mobilitazione nazionale rispetto alla condizione di precari abilitati. Nel mio ateneo la questione non è nemmeno stata discussa, anzi, è iniziato un tiro al bersaglio quasi intimidatorio.

  6. @francesco777

    c’è anche un articolo su repubblica.it

    http://www.repubblica.it/scuola/2014/07/18/news/sentenza_della_ue_riassumeteli_caos_per_i_precari_della_scuola-91887461/

    poi, è ovvio, bisogna vedere la sentenza, che dicono sarà ad ottobre o novembre, se non dopo, chissà l’esito?

    in ogni caso, se fosse positiva per i precari, si aprirebbe un caso: per la prima volta dall’Europa (con atto ufficiale vincolante) verrebbe posto il problema del precariato nel settore pubblico e, nello specifico, nel settore dell’istruzione.

    Se fosse positiva, il caso ritornerebbe in Corte Costituzionale (che aveva rimesso il caso alla Corte di Giustizia) e la Corte Costituzionale qualcosa (di vincolante (dato che è il giudice che stabilisce se una normativa nazionale – anche quando debba lasciare il posto ad una europea – è costituzionale)dovrebbe dire.

    Sull’articolo di repubblica.it sono possibilisti………………vedremo

    Cito pezzo dell’articolo ” il giudice europeo dà parere positivo al ricorso dei sindacati che – appellandosi alla normativa europea in materia di precariato – chiede l’assunzione di tutti i supplenti che hanno prestato servizio ininterrotto per almeno 36 mesi”.

    io non sarei così ottimista, poiché troveranno qualche stratagemma per aggiustare tutto…………………………vedremo, però il problema esiste.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.