“L’italico vizietto del copia-e-incolla” – spiega Gian Antonio Stella – non deve stupire chi sa come si è svolta la recente nomina di Paolo Miccoli al Direttivo ANVUR. In particolare, non è il caso di meravigliarsi per «Il caso del professore, colpevole di aver ripreso pari pari frasi del suo maestro e “assolto” al concorso per l’abilitazione». «Basti ricordare la denuncia del sito www.roars.it sulla nomina nel consiglio direttivo di Anvur,  dell’ordinario di chirurgia Paolo Miccoli. Pizzicato sul “copia-incolla” proprio nell’elaborato richiesto agli aspiranti consiglieri per illustrare “sinteticamente le principali linee di intervento” e il modo in cui ogni  “candidato intenda orientare la propria funzione“». Gian Antonio Stella prosegue citando lo stenografico della Commissione cultura del 24 settembre 2015 che doveva dare il via libera alla nomina di Miccoli all’ANVUR: «”il voto contrario [dei deputati M5S] è dovuto al fatto che, come documentato su www.roars.it, le linee programmatiche del professor Miccoli contengono estratti letterali – non virgolettati – provenienti dai seguenti quattro testi di altri autori, da lui non citati”… E giù l’elenco, dettagliatissimo, dei testi saccheggiati. […] E come finì? Nomina approvata».

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Dopo essere stata oggetto dell’attenzione di articoli apparsi sul Manifesto, il Fatto Quotidiano e il Secolo XIX,  la singolare vicenda della nomina di Paolo Miccoli al Consiglio Direttivo dell’ANVUR approda anche sulle colonne di Sette, il magazine settimanale del Corriere della Sera. L’autore, Gian Antonio Stella, non è nuovo ad occuparsi dell’agenzia nazionale di valutazione (Riviste (per nulla) scientifiche. Vuoi diventare professsore? Scrivi su “Suinicoltura”, L’Agenzia che giudica le università Ogni delibera costa 100 mila euro). In un articolo dal  titolo eloquente, L’italico vizietto del “copia-e-incolla”, la  firma del Corriere accosta la controversa nomina di Miccoli alla storia di Dario Tomasello

il docente messinese accusato dal suo collega di facoltà Giuseppe Fontanelli, carte alla mano, di aver copiato frasi su frasi dai libri di Giuseppe Amoroso, lo studioso che fu maestro di entrambi. Un plagio confermato dallo stesso professor Amoroso: «Il saccheggio operato ai miei danni è di dimensioni surreali».

Stella, che prende spunto dalla lettera che gli ha scritto Sofia Profita, «una ragazza italiana che sta frequentando la Columbia University di New York», ricorda come il plagio sia proibitissimo per gli studenti e prosegue raccontando la vicenda della nomina di Paolo Miccoli al Direttivo dell’ANVUR:

Scrive Sofia Profita: «Agli studenti della mia Università quando ci si iscrive si spiega cos’è il plagio e si fa loro sottoscrivere un contratto d’onore». E proibitissimo fare «copia letterale o copia di un intero paragrafo o sezione più grande senza citazione del vero autore, lasciando intendere, invece, di esserlo. Parafrasare il testo di altri senza citarli e riscriverlo con parole proprie, ma utilizzando l’idea o l’argomento come originale. Utilizzare i dati raccolti da un altro, attribuendosene la paternità, anche se se ne fa un’analisi originale».

E chi prova a fare il furbo? «Chi è sospettato di plagio è sottoposto ad un processo disciplinare che, se accertato l’imbroglio, porta senza dubbio all’espulsione dall’Università. Ciò riguarda gli studenti, mentre un Professore scoperto a copiare sarebbe certamente costretto a cambiare completamente il suo comparto professionale.
Naturalmente sto parlando di Università americane e non italiane».Dove, invece, una lettera del ministero ha comunicato che dopo avere «visionata la documentazione» la commissione ha deciso di «non dover modificare il giudizio di abilitazione del prof. Tomasello». Nessuno stupore. Basti ricordare la denuncia del sito www.roars.it (roars return on academic research) sulla nomina nel consiglio direttivo di Anvur, l’«Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca» dell’ordinario di chirurgia Paolo Miccoli. Pizzicato sul «copia-incolla» proprio nell’elaborato richiesto agli aspiranti consiglieri per illustrare «sinteticamente le principali linee di intervento» e il modo in cui ogni «candidato intenda orientare la propria funzione».
LINEE PROGRAMMATICHE. Riportiamo col copia incolla (legittimo, ovvio, se si cita) lo stenografico della Commissione cultura del 24 settembre 2015 che doveva dare il via libera alla nomina: «Francesco D’Uva (M5S) annuncia che i deputati del suo gruppo non parteciperanno alle votazioni sulle proposte di nomina. Rileva, in particolare, relativamente alla nomina del professor Miccoli, che il voto contrario è dovuto al fatto che, come documentato su www.roars.it, le linee programmatiche del professor Miccoli contengono estratti letterali – non virgolettati – provenienti dai seguenti quattro testi di altri autori, da lui non citati…». E giù l’elenco, dettagliatissimo, dei testi saccheggiati. Conclusione: «Ritiene dunque non accettabile che chi, nella scrittura delle sue linee programmatiche, abbia fatto uso letterale, non citando, di materiale altrui, possa essere nominato a far parte del Consiglio di gestione dell’Anvur». E come finì? Nomina approvata.

Link all’articolo di G.A. Stella: L’italico vizietto del “copia e incolla”

Per approfondire:

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18 Commenti

  1. Ancora una prova provata e straprovata (grazie G. A. Stella) del grande baraccone che dovrebbe valutare le università italiane. La valutazione va bene, quello che si chiede è rispetto!
    Occorre rifiutarsi fermamente di lasciarsi giudicare da questi parvenu ministeriali e mandarli a quel paese. E’ davvero imbarazzante!

    • Anto lei crede che tutta l’enfasi data a questa lettera (dal fatto Q a Huffington e tutti gli altri giornali) porterà acqua al mulino della unipubblica? Se lo tolga dalla testa. Favorirà la buona università Renziana (come se avessimo bisogno di una nuova riforma). Favorirà lo scontro generazionale la favola (si la favola) che tutti siamo figli di baroni. Come se tutte le categorie pubbiche e private (dalla sanità, ai commis di stato, ai notai banchieri cantanti diplomatici giornalsiti etc fossero immuni). E la prego non faccia il discorso pubblico vs privato. Il privato (anche confindustriale ) si regge sulle risorse pubbliche. E nemmeno la prego di rifugirasi all’estero (se ha seguito le polemiche sulle università che selezionano per censo). Tutta l’enfasi data ha un unico bersaglio l’università pubblica. se mi sbaglio me lo dica

  2. Trovo inqietante e autolesivo (in questo è noto la nostra categoria è una specialista) che si citi GAS pur di screditare ANVUR. E’ stato come citare Giannino. GAS è tra i principali responsabili della campagna denigratoria nei confronti dei Profe uni pubblici. Parentopoli etc. Non si è laureato a quanto mi risulta e forse qualcuno lo avrà invitato ad occuparsi d’altro (invece che laurearsi – da cui il profondo livore nei confronti della categoria profunipubl-) quando era studente universitario e gli è andata bene (com’è noto è meglio fare il giornalista che lavorare). Il corriere ha voluto bocconizzare l’università e c’è riuscito non tanto alzando le sorti della commerciale milanese quanto coprendo di m..da il resto. Ricordo che la stanpa che voi citate (quella italiana) è 70ma al mondo per libertà e per concentrazione di testate. Corriere repubblica, sole24 tutti dicono sempre le stesse identiche cose e hanno legittimato la riforma gelmini. Citano l’università solo per coprirla di sterco…Evviva Ferrero, di Nicolao e tutti quelli che conbattono per salvare unipubblica enorme patrimonio italiano caro Renzik

    • In questo articolo non mi sembra che GAS abbia scritto nulla di sbagliato, mentre ha il merito di puntare il dito su una questione degna di nota. Il caso Tomasello è obiettivamente imbarazzante per il MIUR. Impossibile, per chi segue le cronache universitarie, non pensare a un caso recente che aveva riguardato una posizione (direttivo ANVUR) molto meglio remunerata e decisamente più rilevante per le politiche universitarie. Se nemmeno per una posizione di questo prestigio si sono attivati meccanismi formali o di moral suasion, vuol dire che c’è un atteggiamento di fondo che induce all’accondiscendenza nei confronti di chi muove le leve del potere.
      Ebbene, sempre a proposito di copia-e-incolla, un collega ha avuto la cortesia di segnalarmi un articolo su Belfagor che, benché stagionato, mi sembra acuto nell’analizzare i meccanismi sociali che avvantaggiano il “pirata” (questo è il termine che viene usato) riducendo il pericolo che il suo gioco sia scoperto. Da questo punto di vista, Giuseppe Fontanelli (che ha sollevato il caso Tomasello) e la Redazione Roars (che ha sollevato il caso Miccoli) appartengono un po’ alla categoria dei marziani. Purtroppo.
      ________________
      https://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Ffedericovarese.com%2Fsites%2Fdefault%2Ffiles%2FEconomia%2520di%2520idee%2520presso%2520Z.pdf&h=1AQFVyOK-

  3. Da poco avete riproposto l’articolo di Simonetta Fiori, dove per la Repubblica intervistava il prof. Sergio Benedetto. Il quale ad un certo punto sosteneva che “Tutte le università dovranno ripartire da zero. … E qualche sede dovrà essere chiusa …”. Ebbene, siccome è più che urgente che questa tragica farsa architettata da Miur-Anvur finisca una buona volta e che venga reimpostata di sana pianta (perché non è la valutazione in sé a non piacere, è QUESTA valutazione che viene contestata), si dovrebbe ribaltare la prognosi di Benedetto, applicandola all’emittente: tutte le vqr e le asn dovranno ripartire da zero … e forse qualche ente che non sa gestirle e che costa, dovrebbe chiudere e ripartire da zero.

  4. Parole Sante!! Tra le macroscopiche storture del sistema VQR c’è l’assenza di criteri nella nomina dei GEV, designati con un vergognoso “motu proprio” frutto di accordi – spesso poco chiari – tra gli ordinari “potenti di turno” dell’area e/o del settore. Il grande, grandissimo, Leonardo Sciascia, dopo la sua prima esperienza come consigliere comunale di Palermo dichiarò che il potere non era il quel consesso ufficiale, ma “era altrove”. Esattamente come avviene per questi signori che decidono delle nostre sorti.

  5. che Stella, sempre con l’intento di fare scoop e di erigersi a moralizzatore dell’Italia, scriva del penoso plagio di Miccoli va bene. Però, si chieda a Emilio Franzina e altri quanto Mister Stella abbia fatto fortuna copiando o riscrivendo gli scritti di ricerca sulla storia dell’emigrazione italiana. E’ peraltro noto che tanti giornalisti famosi e non hanno l’abitudine di scrivere dopo aver chiacchierato con qualche ricercatore che magari è così gentile da dargli via mail suoi testi o le risposte scritte a domande che spesso sono da riformulare.
    fraterni saluti
    palidda

  6. Non c’è dubbio, Stella fa scoop, nello stile normale del giornalismo italiano, salvo chiaramente i molti che fanno inchieste vere. E non c’è dubbio che facendo le pulci a questo o a quello non si risolve nulla, anzi si alimenta il teatro italiota. Ma il problema resta: in mano a chi siamo? So che indignarsi va di moda. Ma bisogna proprio stare zitti e continuare a essere la categoria più silenziosa e accondiscendente del settore pubblico italiano?

  7. Un evviva per Pallida!!!! Questi giornalisti che si ergono a moralizzatori (pseudo-liberal), che da anni sparano azero su casta, politici, professori universitari, lasciando da parte la vera casta: confindustria ( si tratta di un sindacato lobbista sia chiaro), la sanità (prima o poi ci si ammala tutti) i banchieri (tutti al di sopra dei 70 anni a volte quasi ottanta) per prendersela con una realtà che continua ad essere competitiva come unipubblica. Una realtà che hanno contribuito a distruggere loro ( giornalisti) che nessuno sa come sono stati selezionati (alla Rai lo sappiamo eccome). Costoro che danno primato al pensiero economico (ortodosso spaghetti-economisti) veicolo delle più retrive ideologie vanno considerati per quello che sono. Non ho verità in tasca se mi sbaglio ditemelo. Avanti Roars !!!

  8. […] il docente messinese accusato dal suo collega di facoltà Giuseppe Fontanelli, carte alla mano, di aver copiato frasi su frasi dai libri di Giuseppe Amoroso, lo studioso che fu maestro di entrambi. Un plagio confermato dallo stesso professor Amoroso: «Il saccheggio operato ai miei danni è di dimensioni surreali» (G.A. Stella, Sette 12.02.2016) […]

  9. […] il docente messinese accusato dal suo collega di facoltà Giuseppe Fontanelli, carte alla mano, di aver copiato frasi su frasi dai libri di Giuseppe Amoroso, lo studioso che fu maestro di entrambi. Un plagio confermato dallo stesso professor Amoroso: «Il saccheggio operato ai miei danni è di dimensioni surreali» (G.A. Stella, Sette 12.02.2016) […]

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