L’Anvur non emette pagelle“. A dichiararlo è stato il neo-Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi in un’intervista rilasciata al Mattino. Come gli ultimi cinque ministri prima di lui, ci ricorda che “Il sistema universitario e della ricerca scientifica italiano ha bisogno di maggiori fondi” e che “bisogna investire sui giovani“. Ma ecco che, rispondendo a una domanda sulla Valutazione della qualità della ricerca, l’ex Presidente della CRUI sembra vittima di un vuoto di memoria. A differenza di Fioramonti che era all’estero, nel 2012 Manfredi era in Italia quando, intervistato da Repubblica, il vice Presidente dell’Anvur, dichiarava “Daremo le pagelle ai professori per fare le classifiche delle università […] Ad alcune si potrà dire: tu fai solo il corso di laurea triennale. E qualche sede dovrà essere chiusa“. E se questa intervista gli era sfuggita, come ha fatto a sfuggirgli il libretto diffuso nel 2013 in tutte le edicole dal Corriere della Sera? Il titolo era I voti all’università e tra i coautori c’erano il Presidente e il vice Presidente dell’Anvur.

Voti ben strani, se nell’Ingegneria Industriale e dell’Informazione l’ateneo telematico Unicusano precede di diciotto posizioni il Politecnico di Milano e di ventiquattro quello di Torino. Per quanto pseudoscientifiche (e costose) quelle di Anvur sono senza dubbio pagelle. Una delle urgenze dell’Università italiana sarebbe proprio la revisione del ruolo dell’Anvur ed un generale ripensamento della “valutazione”. A maggior ragione dopo che, in seguito all’uso indiscriminato di valutazioni bibliometriche automatiche promosso dall’Anvur, l’Italia è stata indicata da Nature, Science e le Monde come un caso paradigmatico di doping bibliometrico di massa. Difficile però uscirne se il nuovo ministro soffre di amnesia.

 

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2 Commenti

  1. Se si conoscessero i criteri per la valutazione sarebbe un po’ meglio. Vi sono molte persone coinvolte, non solo il ministro. Ad alcuni è stato già detto, su basi pretestuose, che la biennale andrà al ricercatore ( eh sì, siamo nel mondo alla rovescia).

  2. Ce ne sono più ‘smemorati’ di lui. L’anno 2012 deve essere stato un anno portatore della malattia dell’oblio politico. Se Trump ‘non si ricorda ‘, e nemmeno chi gli sta vicino, che nel 2012 ha predetto per Obama ciò che lui ha fatto, in piena inconsapevolezza e in piena e folle consapevolezza, nel 2020, portandoci alle soglie della terza guerra mondiale, cosa pretendiamo da un presidente della Crui ed ora neoministro Mur?

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