Il 23 gennaio scorso, usciva il bando SIR (Scientific Independence of Young Researchers), il corrispettivo nostrano del bando Starting Grant dell’European Research Council (ERC). Per ciascun macrosettore, le commissioni avrebbero dovuto essere formate da 3 componenti, designati entro una rosa di 9 nominativi proposta dal consiglio scientifico dell’ERC. Passano i mesi, ma non si sa ancora nulla. Il MIUR: «ci sono dei ritardi, che non dipendono però da negligenze del Ministero». l’ERC: «An answer on this matter has already been sent». Il MIUR: «non è possibile rendere nota la motivazione della mancata comunicazione della rosa [perchè] tale motivazione non ci è stata comunicata». l’ERC: «over a year ago, MIUR requested to be granted access to the database of ERC peer reviewers […] As explained at that time to the Italian authorities, this wish could however not be met». In sintesi, da più di un anno (!) era stato fatto presente al MIUR che l’ERC non avrebbe potuto fornire la rosa di nominativi e diffondere le informazioni dei propri commissari. E’ così difficile trovare, in Italia o in Europa, un pugno di esperti per formare le commissioni? Quali saranno le nuove modalità di nomina? Qual è la tempistica?

scusateperilritardo

Era il 23 gennaio quando in sordina usciva un bando atteso da tempo dai ricercatori italiani: il SIR (Scientific Independence of Young Researchers). Sostituiva il vecchio FIRB (Futuro in ricerca) ponendosi come il corrispettivo nostrano del bando Starting Grant dell’ERC (European Research Council) di cui ricalcava in qualche modo le richieste, la valutazione in due fasi e il discutibile criterio fondamentale: ‘l’eccellenza del proponente e della proposta’.

Il bando SIR, nome inglese, formulario in inglese (a parte qualche strafalcione), progetto da presentare in inglese (non più in italiano e inglese), garantiva l’imparzialità e l’internazionalità delle commissioni nel seguente modo: “Ogni CdS è nominato dal MIUR e formato, per ciascun macrosettore, da un “chair” e da 2 componenti, designati dal CNGR all’interno di una rosa di 9 nominativi proposta dal consiglio scientifico dell’ERC nell’ambito della comunità scientifica internazionale di riferimento.” (Decreto Direttoriale 23 gennaio 2014 n. 197).

La scadenza per presentare la proposta di successo che avrebbe potuto cambiare la vita di un pugno di ricercatori, specie se precari, era molto ravvicinata: 13 marzo. Poco male, pensavano tutti, almeno per l’inizio del prossimo anno accademico sarebbero arrivati i risultati. C’è chi ha rimandato alcune decisioni fondamentali: fare una proposta di matrimonio, avere un figlio, trasformarsi in uno dei tanti cervelli in fuga, lasciare, dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto, l’affascinante ma frustrante mondo accademico. Tutto questo in attesa dei risultati del SIR.

A più di quattro mesi dalla data di scadenza del bando, non si sa assolutamente nulla. In massa i candidati (riuniti nel gruppo facebook SIR “Scientific Independence of Young Researchers”) hanno provato a scrivere all’indirizzo email predisposto dal MIUR per l’occasione (sir@miur.it) chiedendo se ci fossero notizie circa le commissioni e la tempistica. La risposta, uguale per tutti, è stata la seguente: “Ci sono dei ritardi, che non dipendono però da negligenze del Ministero. Infatti siamo ancora in attesa, purtroppo, della indicazione della rosa di nominativi da parte dell’European Research Council, ai fini della costituzione dei CdS. Non siamo quindi in grado di dare indicazioni sulla tempistica.”

Uno dei candidati, nonché membro del gruppo, ha proposto quindi una nuova lettura dell’acronimo SIR: Siamo In Ritardo.

Facili ironie a parte, ci si è chiesti: com’è possibile che il diligente MIUR non sia riuscito a sollecitare il negligente ERC per avere la rosa dei nominativi? I bandi ERC invece sono chiarissimi sin da principio sia sulla tempistica che sulle commissioni giudicatrici. I loro progetti, il cui termine ultimo di presentazione era addirittura successivo al SIR, sono già passati attraverso la prima fase di valutazione. Possibile che l’European Research Council sia in ritardo solo quando si tratta di fornire elenchi di esperti al nostro MIUR?

Alcuni membri del gruppo hanno dunque inviato una richiesta di chiarimento all’ERC che, come promesso, ha risposto in 15 giorni 15: “An answer on this matter has already been sent by the President of the ERC to the relevant authorities at the Italian Ministry of Education”.

Ovviamente è scattato subito il via a scrivere nuovamente in massa al MIUR per conoscere l’oscuro contenuto della comunicazione. La risposta del MIUR è stata: “La risposta del Presidente dell’ERC (negativa, nel senso che l’ERC non ha fornito la rosa di nominativi) è stata inviata solo per e-mail e direttamente al Capo di Gabinetto. Si sta ora valutando su come procedere.” L’ing. Massulli, responsabile del procedimento, ha inoltre così replicato all’email di un membro del gruppo SIR: “Buongiorno, purtroppo non è possibile rendere nota la motivazione della mancata comunicazione della rosa di nominativi da parte dell’ERC, per il semplice motivo che tale motivazione non ci è stata comunicata. Dopo molti mesi dalla richiesta è pervenuto soltanto un rifiuto, nulla di più. La problematica è ora all’attenzione del Capo di Gabinetto, che, riteniamo, possa fornire in tempi brevi le opportune direttive. Al riguardo, la struttura diretta dal dott. Fidora ha proposto una modifica delle modalità di nomina dei Comitati di Selezione, che escluda l’intervento dell’ERC, e che possa consentire in tempi brevi di avviare le procedure di valutazione, recuperando il tempo finora inutilmente trascorso in attesa della risposta dell’ERC.”

Sono quindi sorti insinuanti dubbi del tipo: Ma l’ERC era stato informato? Era stata fissata una scadenza per fornire i nominativi? Insomma, quali erano gli accordi antecedenti il decreto direttoriale tra MIUR ed ERC? Se alcuni membri del gruppo SIR su facebook non avessero bombardato l’ERC di email, il MIUR starebbe ancora aspettando pazientemente la rosa dei nominativi?

La dura realtà ha come sempre superato la più maligna delle immaginazioni. Un’email dell’ERC ad un semplice cittadino italiano sembra avere fornito più informazioni che al Capo di Gabinetto:

——————————————————————————————————–

Da: ERC-PRESS@ec.europa.eu
Data: 03/07/2014 10.24 A: <xxx>
Cc: <ERC-PRESS@ec.europa.eu>
Ogg: RE: News confirmation
Dear xxx,
Thank you for your interest in the ERC.
Indeed over a year ago, MIUR requested to be granted access to the database of ERC peer reviewers, to invite them to join the SIR evaluation process.
As explained at that time to the Italian authorities, this wish could however not be met, because these reviewers are indeed selected by the ERC to run ERC evaluations only, and not other activities run by individual Countries or other agencies. Furthermore, the ERC is not allowed to disclose the contacts or addresses of these reviewers to third parties because of data protection regulations. However, it is important to note that the names of ERC panel reviewers of past selections are published, panel by panel and year by year, on the ERC website at
http://erc.europa.eu/evaluation-panels .
We hope to have answered all aspects of your inquiry.
Please do not hesitate to contact us should you have any further questions.
Kind regards,
ERC Press Team

——————————————————————————————————–

In sintesi, da più di un anno era stato fatto presente al MIUR che l’ERC non avrebbe potuto fornire la rosa di nominativi e diffondere le informazioni dei propri commissari. Inoltre veniva chiaramente suggerito, se proprio si volevano ‘utilizzare’ i revisori ERC, di andarsi a guardare i nominativi sul sito. Da più di un anno!

A questo punto ci si chiede:

1)   E’ così difficile trovare, in Italia o in Europa, un pugno di esperti per formare le commissioni in tempi brevi come si è sempre fatto per i FIRB?

2)   Quali saranno le nuove modalità di nomina dei Comitati di Selezione?

3)   Verrà garantito che i criteri di selezione rimangano gli stessi?

4)   Visto che i progetti sono stati presentati esclusivamente in inglese, verrà mantenuta la ‘promessa’ dell’internazionalità della commissione?

5)   Qual è la tempistica? Non si possono dare delle scadenze solo ai candidati, ma anche il MIUR deve darsi una timeline con delle scadenze precise per i revisori.

La prima fase della valutazione non dovrebbe richiedere molto tempo, in quanto si basa su brevi sunti dei progetti, e sarebbe davvero importante portarla a termine il prima possibile per dare delle risposte a tutti coloro che precariamente attendono. Da mesi. Ma anche da anni.

Non resta che fare appello all’Ing. Massulli, responsabile del procedimento, al dott. Fidora, Direttore Generale, e al MIUR  affinché vengano forniti ulteriori chiarimenti ai canditati e vengano presi quanto prima provvedimenti efficaci al fine di porre rimedio a questa spiacevole situazione.

ProgettiSIR

Print Friendly, PDF & Email

34 Commenti

  1. Cialtroneria. Non vi è altro termine per definire il comportamento di chi avrebbe dovuto seguire la vicenda. Quale giustificazione è “ci avevano mandato la risposta solo via mail”? E quindi? E’ finita in spam? No comment.

    Inoltre c’è un problema sostanziale. Progetti che erano innovativi a Gennaio 2014 potrebbero non esserlo più a Gennaio 2015, e l’innovatività e originalità di solito sono fra i più importanti criteri di valutazione nei progetti.

    • Per completezza, chiarisco che la mia non e’ una critica “ad persona”. Infatti non ho fatto nomi. Inoltre la mia obiezione e’ alla prima mail citata nel testo sopra, che non sembra essere firmata, e adduce generiche motivazioni del “solo invio della comunicazione a mezzo mail” per spiegare il ritardo. Una risposta quanto meno vaga. Non faccio riferimenti alla seconda email, che e’, invece, firmata.

  2. Solito ingorgo?
    Oltre 5200 progetti per oltre 15600 revisori per un costo di oltre (probabilmente) 2.300.000 euro da togliere dal paniere dei 47 milioni. Considerando che ciascun progetto può valere fino a 1 milione, le probabilità di successo sono pure piuttosto ridotte (1-2 per cento?).

    • I revisori dei FIRB credo fossero pagati 40 euro a progetto (ben lontani dai 150 dell’ERC).
      Però è prevista una doppia fase, nella prima si valutano solo sull’abstract. Probabile siano pagati anche meno questa volta.

    • C’è chi ha avuto per i FIRB 150 lordi. Forse dipendeva dall’università. Magari agli ERC danno anche meno…

  3. Rispondo molto volentieri all'”appello” che mi viene rivolto nell’articolo.
    E rispondo, molto semplicemente, affermando che la risposta dell’ERC riporta affermazioni palesemente non veritiere: non capisco infatti come sia possibile che ci abbiano comunicato DA PIU’ DI UN ANNO (!) di non poterci fornire alcuna rosa di nominativi, dal momento che la nostra richiesta è datata 25 febbraio 2014…
    Per inciso, infine, la mail di risposta dell’ERC alla nostra richiesta è del 16 luglio 2014; e non era finita in nessuna SPAM: molto più semplicemente, nonostante i nostri reiterati solleciti (anche per le vie brevi) la mail è arrivata dopo quasi 5 mesi dalla richiesta.
    Vi pregherei pertanto di evitare di pensare male (o malissimo), e di accettare, per una volta (preso atto della realtà dei fatti…sempre che mi crediate, come spero…) che i malfunzionamenti possano esistere anche presso istituzioni solitamente efficienti, come l’ERC.

    • Eh no, caro Dott. Massulli, l’errore è soltanto vostro. E’ incredibile che voi abbiate pubblicato un bando senza appurare *prima* se quanto scritto nel bando era realizzabile.

      Ora che è stabilito che non potete usare i reviewer dell’ERC, cosa pensate di fare? Come al solito, dovrete cambiare le regole a partita iniziata. Molto professionale, complimenti! In paesi più seri del nostro, c’è gente che viene licenziata per molto molto meno.

    • Scusate ma se l’ERC non vi ha risposto il problema è vostro non dell’ERC. Dovevate voi prendere provvedimenti prima per far funzionare l’unico bando per progetti di ricerca in questo paese, nonché l’unica possibilità per migliaia di giovani ricercatori per non perdersi.
      .
      Tra l’altro questo è l’ennesimo bando dettato da una folle visione ideologica: premiare l’uno-due % delle domande è come estrarre il biglietto della lotteria. Un finanziamento del genere dovrebbe essere un simpatico sovrappiù rispetto a un finanziamento strutturale che si occupi di distribuire risorse in maniera piuttosto omogenea tra le decine di migliaia (decine di migliaia) di ricercatori di questo paese. E questo finanziamento semplicemente non c’è !

    • Se capisco bene, l’ERC (il cui ruolo era parte essenziale delle procedure delineate dal bando, aperto il 23 gennaio e con scadenza il 13 marzo) sarebbe stato interpellato con una mail inviata il 25 febbraio 2014, cioé dopo che era stato pubblicato il bando.
      Se così fosse, la collaborazione dell’ERC sarebbe la classica pelle dell’orso, venduta prima del tempo.
      Possibile che non ci sia stato nessun contatto, fosse anche informale, in data anteriore alla stesura del bando?

  4. E’ vero, il problema è nostro, non dell’ERC (che però si è defilata – per carità, del tutto legittimamente – dopo il proprio cambio al vertice, avvenuto nel mese di febbraio), e sicuramente lo risolveremo quanto prima possibile, anche cercando di recuperare il tempo trascorso; non ritengo che sia impossibile riuscirci.
    Avremmo potuto evitare tutto questo? In realtà si discusse molto (soprattutto nell’ambito della segreteria tecnica del precedente Ministro) se servirsi o meno dell’ERC; e dato che il bando ricalcava interamente i bandi “starting” dell’ERC si decise per la linea che ormai tutti conosciamo.
    Preciso, comunque, che cambiare le procedure di nomina dei CdS non significa cambiare le regole del gioco: i criteri e le procedure di valutazione (cioè la cosa più importante) resteranno sicuramente gli stessi.
    Concordo in pieno, inoltre, con l’obiezione formulata da Sylos Labini sulla scarsità delle risorse messe a bando; ma questo, purtroppo, è ciò che “passa il convento”: le risorse sono quelle che il Parlamento, al momento dell’approvazione delle leggi finanziarie, decide di assegnare al Fondo per gli Investimenti nella Ricerca Scientifica e Tecnologica. E queste risorse, nel corso degli ultimi dieci anni, sono calate in misura ormai insostenibile: effetto dei vari tagli alle spese (che sembrano privilegiare la ricerca più di altri settori…)

    • Sulla scarsità di risorse c’è poco da dire, è una decisione politica e questo governo continua in maniera automatica la politica dei precedenti governi, che è poi la politica imposta da chi ha imposto la Legge Gelmini (e non era il ministro Gelmini). In ogni caso con 40 milioni di euro si possono finanziare 4,40,400,4000,…. ricercatori, tutto dipende dalla dimensione dei grants. E la dimensione dei grants è anche una scelta politica che in questo caso è dettata da una visione aberrante della ricerca.

    • Concordo in pieno con Sylos Labini, un paese moderno che può contare su decine di migliaia di ricercatori (giovani e meno) non può cavarsela con meno di 50 milioni di euro in un anno di fondi ministeriali. Nell’ultimo bando PRIN c’erano progetti idonei per oltre 300 milioni di richiesta complessiva di finanziamento. Il 90 per cento non è stato finanziato. Visto il riferimento al convento, con questo andazzo mancheranno le vocazioni.

    • Più che “defilata” a me sembra che l’ERC sia stata coinvolta “a sua insaputa”…

  5. Do un consiglio provocatorio: dato che garantire uniformità di giudizio su 5200 abstract (perchè la procedura prevede uno screening iniziale sul solo abstract) è impossibile, tanto vale saltare la prima valutazione e fare un sorteggio così da sbrigarsi prima.

  6. Negli stati uniti si punta all’eccellenza e ottengono un Bolt (centometrista) e milioni di obesi.
    Puntare alla qualità diffusa è molto meglio. Giusto Francesco Sylos Labini? Ma i nostri grandiosi mirano all’eccellenza. E poi va bene fare progetti per i giovani, ma questi devono essere in più, non i soli.

  7. P.S.: siccome ci sono solo progetti per giovani, i ricercatori un po’ meno giovani scrivono i progetti per i giovani e a nome dei giovani, i quali poi vengono anche chiamati direttamente come grandi esperti…. succede anche questo in questo mondo

  8. Caro Ing. Massulli,
    grazie per la pronta risposta. Siamo contenti di sapere che ad agosto il lavoro del ministero non si fermi.
    Ammesso e non concesso che in questo rimbalzo di email qualche fesseria l’abbia detta anche l’ERC, è possibile sapere qual è la tempistica che si sta dando il MIUR??
    Quando verranno formati i nuovi comitati? quanto tempo verrà dato ai revisori?
    E’ importante dare un segnale chiaro di impegno in questo momento.
    Senza dire che l’idea di saltare la prima fase di Plymouthian non è cattivissima ma temo causerebbe maggiori ritardi perché comporterebbe un’ulteriore modifica del bando e l’analisi di un maggior numero di progetti nella loro stesura finale.
    Sull’ammontare dei fondi della ricerca potrei versare fiumi di lacrime. Non è questa la sede, ma mi piacerebbe sapere che se ne farà del vociferato piano di reclutamento straordinario di 6000 ricercatori l’anno…

    • Tengo a precisare che la mia proposta di saltare la prima fase è provocatoria perché sarebbe sostituita con un sorteggio… Che personalmente ritengo non tanto diverso dal dare in pasto i progetti a centinaia di valutatori trovati in fretta e furia senza garanzia di competenza.

    • Purtroppo la competenza al 100% è impossibile, anche nel caso dei meravigliosi commissari ERC che pure fanno riferimento a revisori anonimi. Di giudizi fuori luogo ne emettono anche loro, te lo assicuro per esperienza. La richiesta principale adesso, comunque vadano le cose, è di agire con chiarezza e di stabilire una timeline che poi vada rispettata, non di agire di fretta. Ci mancherebbe!

    • In realtò ci sarebbe un modo per effettuare una preselezione “veloce”. Dato che il bando richiedeva al candidato di dichiarare almeno una pubblicazione “indipendente”, ovvero senza il tutor del dottorato, basterebbe:
      1. verificare che non ci siano state dichiarazioni di comodo (5200 proposte mi sembrano tante per un paese dove di solito si mette sempre il nome di tutti e difficilmente si cambia gruppo di ricerca).
      2. escludere tutti quelli che hanno indicato una pubblicazione di scarsa importanza (e.g. poster a scuole di dottorato o pubblicazioni nel giornalino della parrocchia). Per questo si potrebbero usare gli elenchi di riviste dei GEV/ASN. (so che non è il massimo, ma come prima scrematura di 5200 progetti è secondo me passabile).

  9. A mio avviso il FIRB prima ed il SIR poi potevano sanare l’anomalia di essere (credo) l’unico paese europeo dove non esisteva un bando nazionale per i post doc. L’idea, condivisibile, era quella di fornire ai candidati la possibilità di fare direttamente domanda sul proprio progetto e CV, senza dover andare a bussare alla porta di qualche strutturato. Invece di fornire lo stipendio al richiedente più un piccolo budget si è però deciso di fare le cose in grande, con grosse somme stanziate per ogni progetto. Putroppo, in un contesto di sottofinanziamento come quello attuale, questo significa finanziare davvero una percentuale ridicola dei richiedenti. Aggiungo che i criteri di valutazione sono cambiati ad ogni edizione. Questo non solo costituisce una anomalia enorme ma di fatto ha reso impossibile ai candidati di migliorare i progetti per l’edizione successiva. Fino all’ultima edizione, in cui chi ha più di sei anni dal dottorato è out (eccellente o meno che sia).

  10. Il compenso lordo per i revisori dei FIRB 2013, definito “simbolico” dal MIUR stesso nella comunicazione, è stato di 60+120 euro lordi, rispettivamente per prima e seconda fase.
    Sappiamo tutti, credo, come si sono svolte le valutazioni dei vari FIRB e PRIN negli anni passati. In sostanza, alla fine delle diverse peer-review risultavano liste di decine di progetti “perfetti”, ossia valutati con il massimo dei voti o giù di lì (ad es. 40/40 o 60/60 per i FIRB 2010 o 100/100 per quelli del 2012). Vigeva ormai la regola non scritta che per far avere una qualche possibilità di finanziamento nell’ambito di un progetto nazionale, la proposta doveva ottenere in genere il massimo dei voti. A parte l’assurdo di una valutazione del genere (le proposte perfette in scale di sessantesimi o centesimi sono più che eccezionali!), nonché la frustrazione e il …fastidio (chiamiamolo così) di vedersi esclusi con voti come 59/60 o 98/100, si sapeva anche ormai che c’era un certo controllo sulla bocciatura dei progetti, regolato su una piccola manciata di voti rispetto al voto totale.
    Questo è stato ancora più vero negli anni per la diminuzione sostanziale dei fondi a disposizione.
    Si è deciso ora di ricorrere a panel internazionali, anche se questo caso è ben diverso dall’ASN, essendo ad esempio la multidisciplinarietà un aspetto di riconosciuta importanza ed essendo, in genere, le proposte scritte in linea con quelle richieste nei programmi comunitari.
    Mi stupisce però che sia stato dichiarato nel bando che l’ERC avrebbe fornito una lista di esperti, perché è noto, anche dai siti comunitari, che ci sono regole ben precise riguardo il reclutamento e poi il trattamento di dati relativi agli esperti reclutati. In particolare, le liste degli esperti devono essere pubblicate annualmente omettendo però la call specifica alla quale hanno partecipato (e ovviamente le proposte valutate). Queste sono, ad esempio, le liste finali (2007-2013) di esperti dell’FP7:
    http://cordis.europa.eu/fp7/experts_en.html
    Se si aprono i file relativi alle “activities”, si vede che gli esperti sono divisi per anni ed elencati tramite genere, nazionalità, ente di appartenza e tipo di ente, dato che tutti i panel dovrebbero essere bilanciati tenendo conto proprio di questi aspetti.
    I dettagli personali sono chiaramente omessi per privacy.
    Riguardo i fondi, be’ è stato detto quello che si doveva dire: è ormai una lotteria per pochissimi fortunati, rispetto ai complessivamente pochi (considerati i numeri all’estero) ma buoni della ricerca italiana:
    http://www.unipd.it/ilbo/content/ricerca-italia-pochi-ma-buoni
    Credo che con il commento:
    “E queste risorse, nel corso degli ultimi dieci anni, sono calate in misura ormai insostenibile: effetto dei vari tagli alle spese (che sembrano privilegiare la ricerca più di altri settori…)”
    Mauro Massulli si riferisse al fatto che, negli ultimi anni, i fondi pubblici per la ricerca sembrano essere stati deviati maggioramente verso il settore della ricerca in ambito industriale. Una delle conseguenze sarebbe naturalmente una riduzione generale del finanziamento per la ricerca di base rispetto a quella applicata.

    • Proprio in considerazione del fatto che bisogna avere il massimo (o pochissimo sotto) per passare solo la prima fase e che quest’anno questa fase baserà la valutazione solo sull’abstract della proposta, ho proposto l’estrazione a sorte.
      Data la difformità di giudizio, tipica dell’essere umano, un punto in più o in meno è spesso una questione di fortuna legata all’accoppiamento con il revisore, piuttosto che di vera bravura/merito.
      Visto che comunque sia sarà il caso a decidere tanto vale farlo esplicito.

    • @Plymouthian: il sorteggio su più di 5000 progetti è rischioso se si vogliono premiare i migliori. Il problema è che i progetti migliori, al di là di chi assegna più o meno il voto massimo, sono effettivamente diversi, per cui il problema reale è quello del sottofinanziamento della ricerca di base, unito al valore del singolo progetto.
      L’anno scorso potevo fare domanda per il FIRB ma non l’ho fatta, dopo vari tentativi con voti praticamente massimi ma inutili. Grande fatica ogni volta (cambiano sempre regole e moduli), ma frustrata. La lotteria almeno richiede quei cinque minuti al massimo per comprarsi i biglietti.

    • Butto lì una proposta ignorante: per evitare il problema dell'”inflazione dei voti”, l’unico modo è far fare ai referee solo valutazioni comparative: il progetto A è migliore del progetto B.
      Questo si può fare solo se si trovano referee competenti sui temi di due o più progetti anziché di uno solo, che è più difficile ma comunque fattibile.

  11. A parte le motivazioni ridicole ed assurde proposte dal funzionario pubblico (chiedere all’ERC *dopo* il bando di dare i nomi, soluzione incredibilmente raffazzonata), sbriciolatesi davanti alle osservazioni puntuali e logiche di persone intelligenti come FSL e De Nicolao,

    penso, senza voler togliere nulla a scienziati di livello internazionale (la cui bravura è dimostrata dai fatti piuttosto che dai fondi ricevuti o da quanto pubblicazioni al chilo producono) che la ricerca spasmodica di “Eccellenza” non fa che togliere risorse ai più (e non è detto che ci siano sempre e solo i pessimi tra i più) e concentrarle nelle mani di chi “eccellente”, almeno in Italia grazie alla “meritocrazia” dei regolamenti anvur e ministeriali, lo diventa spesso perché fa parte di gruppi molto forti e magari poi si scopre qualcuno che riceve per anni finanziamenti (anche privati) milionari per la ricerca sul cancro falsificando i dati della metà delle sue pubblicazioni.

    Devo sottolineare che non penso che provvedimenti a pioggia “vecchio stile” possano aiutare di più dell’attuale sistema ma sarebbe interessante poter discutere sull’innalzamento della qualita diffusa richiesta dall’Europa, indicata da FSL più volte e puntualmente disattesa dal sistema di finanziamento italiano.

    Joannidis ha esaminato nel suo commento http://sciences.blogs.liberation.fr/files/comment_ioannidis.pdf
    le varie tipologie di finanziamento di vari paesi concludendo che “Some funding schemes are well suited to funding numerous scientists; others favour elitism”.

    Probabilmente non esiste un sistema perfetto di finanziamento della ricerca ma giusto per curiosità se volessimo distribuire 1/10 (circa 2 miliardi di €) dell’1.26% (21 miliardi PIL nominale anno 2010) di quello che l’Italia investe in ricerca si potrebbe dare 50.000€/anno a 42.000 ricercatori (tra tante piantine che crescono qualcuna diventerà grande e forte, magari) e “regalare” con il metodo che si vuole i restanti 9/10 agli “Eccellenti”.

  12. Segnalo che sul sito MIUR è apparso il decreto di modifica alla valutazione dei progetti SIR.
    Cito dal sito: “Un cambiamento reso indispensabile dalla comunicazione da parte del Presidente dello ERC, Jean-Pierre Bourguignon, dell’impossibilità dell’ERC di fornire una rosa di nominativi utili alla costituzione dei Comitati di Selezione”
    Ho provato a capire come verranno nominati i comitati di selezione. Se qualcuno più bravo di me me lo spiegasse….
    Questo il link
    https://www.researchitaly.it/conoscere/stampa-e-media/news/bando-sir-pubblicato-il-decreto-di-modifica-alla-valutazione-dei-progetti/

  13. Alvise, leggendo il decreto:
    http://attiministeriali.miur.it/anno-2014/settembre/dd-15092014.aspx
    mi pare di capire, in sintesi e in parole semplici, che il Comitato Nazionale dei Garanti per la Ricerca nominerà degli esperti in base agli elenchi del CINECA. Il numero degli esperti è 8 per il macrosettore LS, 20 per il macrosettore PE e 12 per il macrosettore SH. Questi revisori si avvalgono di revisori esterni (come per l’ERC…chi saranno?…amici?…mah…) in numero di 3 per progetto. Il tutto senza creare incompatibilità (…sarà difficile in Italia…ci conosciamo tutti…almeno nei settori piccoli….mah…). Nulla si legge sulla tempistica. Non ci sono scadenze per le nomine? Non ci sono scadenze per i commissari? Quando sarà completata la prima fase? (MAH…)

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.