Anche se manca il decreto di nomina, oramai viene dato quasi per certo: al MIUR, il nuovo Capo Dipartimento Università sarà Giuseppe Valditara, professore ordinario di Diritto Romano all’Università di Torino. Pare, anzi, che lui stesso stia informando i colleghi della lieta novella, mentre il sottosegretario pentastellato, ancora privo di delega, informa via twitter che conta di tornare presto in Finlandia per approfondirne l’affascinante filosofia educativa.
Qualche mese fa ero in Finlandia per studiare il loro approccio alla sperimentazione sociale, alla digitalizzazione dei trasporti e alle politiche sociali. Conto di tornarci presto per approfondire la loro filosofia educativa, che ritengo affascinante https://t.co/4VDSHvtD07
— Lorenzo Fioramonti (@lofioramonti) 23 giugno 2018
Quello di Valditara è un nome noto, almeno al mondo politico: Valditara, già Senatore di Alleanza Nazionale per tre legislature, è stato il relatore della legge 240/2010, la cosiddetta Riforma Gelmini.
Dato che il Capo Dipartimento del MIUR ha attribuzioni non solo tecniche ma anche politiche (vedi organigramma), è del tutto evidente che la nomina, oltre a rivestire un’alta carica simbolica, scioglie le riserve sulla linea che il “governo del cambiamento” intende seguire nel settore dell’Università e della ricerca. Come nel più classico gioco dell’oca, a distanza di otto anni si torna alla casella del via, affidando l’incarico dirigenziale più importante proprio a chi ha progettato e condotto in porto una riforma assai contestata all’epoca del suo varo e i cui esiti sono stati ritenuti largamente insoddisfacenti da una larghissima parte del mondo accademico. Nessun cambiamento insomma. Si va avanti nella direzione tracciata negli ultimi decenni. Per quanto riguarda gli equilibri interni al governo si registra un’altra sconfitta dei pentastellati, che subiscono il blitz o semplicemente la maggiore prontezza e capacità di iniziativa dei loro partner di governo, pronti a occupare tutte le caselle chiave.
Per la prossima volta, chiederemmo almeno di risparmiarci la retorica del “cambiamento”.
Valditara lo abbiamo già visto all’opera. Da allora, dopo la riforma epocale, ci sono stati altri 4 ministri, di cui tre donne dell’area PD https://it.wikipedia.org/wiki/Ministri_dell%27istruzione,_dell%27università_e_della_ricerca_della_Repubblica_Italiana. Abbiamo avuto vqr e abilitazioni nazionali continuamente ritoccate e rese sempre più macchinose. Stefania Giannini, come premio per la Buna scuola tutta sorrisi, spiegata da Renzi con lavagna e gessetto (perché gli insegnanti sono adigitalizzati e restii, per loro stessa natura, ad ‘aggiornarsi’ e neanche arnesi di pietra scheggiata sanno fare), è stata spedita di corsa all’Unesco. Ora seguirà la premiazione di Valeria Fedeli. Cattedre Natta che sono andate in parallelo, fino ad un certo punto, con la riduzione della democrazia universitaria ad atti formali (questo processo, per essere corretti, è iniziato già dopo il 2000, ma poi è continuato senza soluzione di continuità). Burocratizzazione selvaggia e schiavizzante. Ministra Madia, la semplificante (v. sopra vqr e asn), e la sua tesi di dottorato: silenzio assoluto. Bene, tutto questo è un collage, o il tema di un dipinto murale, ci vorrebbe un Diego Rivera per realizzarlo. Ma la memoria funziona anche così.
Va a finire ch la riforma Gelmini è colpa della Fedeli e che lo stanziamento PRIN decuplicato fatto dal governo Gentiloni (di cui nessuno parla) è opera di Valditara.
Secondo Giacomo Oggiano, il Governo Gentiloni ha stanziato per il prin 2017 918 milioni di € (cioè 10 volte l’ammontare del PRIN 2015).
Controllare prima di scrivere numeri a caso no?
Non so se Giacomo Oggiano mi seguirà, perché il mio post è più lungo dei canonici 280 caratteri cui anche gli accademici sempre più si conformano nell’espressione (e nel pensiero), ma questa leggenda metropolitana (fake news, se preferite) dei tanti, tantissimi soldi messi in campo per l’ultimo PRIN è ora di sfatarla un po’, così come si dovrebbe aver ben presente, se si lavora nell’Università, quale sia stata la politica tenuta da chi ci ha governato negli ultimi anni rispetto al finanziamento della ricerca pubblica di base. Per farlo, basta dare una rapida occhiata alla documentazione reperibile nel sito ufficiale PRIN (http://prin.miur.it/). La quota a disposizione per il PRIN 2007 (74.249.000 euro, Ministro Mussi) è aumentata nel 2008 (95.000.000, Ministro Gelmini) e nel 2009 (105.000.000, ancora Gelmini), scendendo a circa 87,5 milioni/anno per il biennio 2010/2011 (complessivi 175.462.000, decreto firmato dal Ministro – da 10 giorni – Profumo, fondi stanziati dal precedente Ministro, ossia ancora Gelmini). Poi il crollo: appena 38.259.000 euro nel 2012 (Profumo), zero nel 2013 e nel 2014 (Ministri Carrozza e Giannini), circa 92 milioni nel 2015 e nuovamente zero nel 2016 (Ministro Giannini in entrambi i casi). Arriva poi il PRIN 2017, da 391 milioni. Se si sommano i budget del periodo 2012-2017, e si considera che nel 2018 non uscirà alcun nuovo bando PRIN, dato che sono in corso le procedure di selezione del precedente, siamo a una quota annua di 74 milioni e mezzo scarsi, ossia meno della quota annua dei PRIN pre-2010. Aggiungerei un dettaglio molto rilevante a tutto ciò: i famosi 391 milioni non saranno necessariamente tutti assegnati, date le nuove modalità previste dal famigerato articolo 5, comma 8 del bando. Ma sono certo che Giacomo Oggiano continuerà a pensare (e sostenere) che il PD ha ‘decuplicato’ i fondi PRIN.
@marco2013
se ho ben capito lei spera che il moVimento non permetta la nomina di Valditara e che sia inaMovibile. Sono d’accordo, anche se non ho come lei una grande fiducia. Quello che è successo sinora non mi sembra vada in questo senso. Ma vedremo. Commenteremo al momento opportuno-
Prendo atto che, come lei dice, la eventuale nomina del prof. Valditara non è responsabilità del PD, è stato un misunderstanding, un passo avanti, complimenti.
“D’altronde, l’articolo menzionato è di estrema banalità e pochezza, in confronto le battute su Pierino sono capolavori”. Giudizio lecito. Non se se lei si ritiene un intellettuale, ma in ogni caso mi sembra non sia dotato di sufficiente ironia per capire Bottura (spero che il mio giudizio sia ritenuto lecito come il suo).
“Le responsabilità del renzismo sull’Università e Ricerca si riassumono nella sua volontà di creare 2-3 grandi centri di ricerca, tipo Harvard”. Non si preoccupi con il governo giallo/verde le realtà come Harvard, che per inciso non esistono in Italia, saranno fermamente, seriamente e caparbiamente combattute. E’ ovvio che nel nostro paese abbiamo bisogno di tanta, tanta mediocrità.
“con il governo giallo/verde le realtà come Harvard, che per inciso non esistono in Italia, saranno fermamente, seriamente e caparbiamente combattute. E’ ovvio che nel nostro paese abbiamo bisogno di tanta, tanta mediocrità.”
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Confesso che, anche dopo la lettura di 46.000 commenti, non sarei capace di confezionare (a scopo parodistico) una frase come questa. E sì che ne ho visti tanti e di tutti i tipi. Ma il genio è tale proprio perché riesce sempre a soprenderti.
Oggi gdn è di cattivo umore
Prof. De Nicolao: “Ma il genio è tale proprio perché riesce sempre a soprenderti.”
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Comandante Necchi (come foss’antani): https://www.youtube.com/watch?v=zHRoPJtP4zE
non si può immaginare quanto sia prezioso un amico così, dico come “asusual”, soprattutto nei momenti difficili, quando ci capita di arenarci un po’
Fuor di polemica e lasciando da parte l’ironia, le “realtà come Harvard” sono cattedrali nel deserto, che servono a ben poco, in una nazione dove, eccetto 20, 30 istituzioni, tutte le altre università sono niente di più che dei buoni “liceoni”.
Il sistema europeo dell’eccellenza diffusa e’ l’unico che funziona scientiifcamente (perchè, ricordiamolo, praticamente scienziati autoctoni statunitensi nemmeno esistono) ed e’ utile a tutta la società, perchè chiunque possa iscriversi all’università (non solo chi ha i milioni per iscirversi ad Harvard) può poi venire a contatto con l’eccellenza scientifica.
I termini giusti, secondo me, non sono “grandi centri di ricerca” / “mediocrità” etc., sono “visibilità” / “ricerca ben fatta”, “cultura” e “sostanza”. E l’Italia, come tutti i paesi, ha bisogno di “sostanza”, non di “visibilità”. E l’università italiana, come tutte le università, ha bisogno di ricerca ben fatta e cultura, non di visibilità.
Mi perdoni, asusual asusual, se prendo a prestito le sue parole. Con il governo Renzi, ricerca ben fatta e cultura (che per inciso esistevano in Italia) sono state fermamente, seriamente e caparbiamente combattute. Secondo Renzi è ovvio che nel nostro paese abbiamo bisogno di tanta, tanta visibilità (che nasconda tanta ma tanta mediocrità). E questo non si applica solo alle brutte copie nostrane di Harvard, che non funzionano e sono solo uno spreco di soldi. Si applica a tutta la politica del renzismo, compresa la sua stessa immagine.
Con questo non voglio assolutamente difendere i governi precedenti e/o futuri. Ma tirare in ballo la presunta “mediocrità” altrui per difendere Renzi è certamente fuori luogo, oltre che un patetico autogol involontariamente e tristemente sarcastico.
Non comprendo perché il collega asusual asusual cerchi la mediocrità, o la volontà di essere mediocri, soltanto all’università. Forse altri la cercherebbero anzitutto nella politica, che necessariamente condizionerebbe anche l’università, attraverso leggi, misure, agenzie, e persino atteggiamenti o gaffes personali. Questa fissa della meritocrazia perché non è stata prima di tutto applicata nella politica, per dare il buon esempio? E come mai un partito che si dice di centro-sinistra non si rende conto che di sinistra proprio non lo è? Ne rimane solo e al massimo il “centro”. Almeno lo riconoscesse. Cosa ha fatto per arginare la precarizzazione all’università? Ha introdotto la lotta senza regole per la sopravvivenza? Questo sì che è di sinistra. Mancavano soltanto i voucher.
Ho il sospetto che I commenti negativi sul Professor Valditara nascondano altro…..come nelle migliori trdizioni…..ovvero lasciare in carica il piu’ possible chi c’e’ gia’……o comunque tirare la volata ad amici/persone piu’ “graditi”.
Si parla di continuita’ con il passato…mah…..non e’ certo colpa di chi governera’ ora se I precedent I ministri e dirgenti non hanno fatto nulla.
E poi cosa c’entra Che e’ stato relatore Della legge Gelmini….l’esperienza e il tempo fanno riflettere su eventuali Errori e cambiamenti migliorativi da fare.
Purtroppo spesso questi blog servono a supportare amici Ed affossare persone Che non lo sono.
Valditara e’ persona competente.
Non mi sembra di aver visto siffatta “levata di scudi” per la nomina di ministri Impresentabili e dirgenti rancorosi o ragazzini senza esperienza.
Ma forse quelli erano amici…..
A proposito…..Valditara non lo conosco personalmente …ho Letto il profilo su wikipedia…cosa dovremmo dire di chi lo ha preceduto nel corso degli anni…
…smettiamola di utilizzare questi Metodi……gia’ visti…..e utilizzati da quelli Che con un termite Che non mi piace utilizzare ma Che rende qui l’idea perfettamente…. e’ da cattocomunisti irriducibili e…desueti
priccolo: “E poi cosa c’entra Che e’ stato relatore Della legge Gelmini….l’esperienza e il tempo fanno riflettere su eventuali Errori e cambiamenti migliorativi da fare.”
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Quanta saggezza in queste parole. Certo, noi stessi non siamo la stessa persona di ieri (come diceva Eraclito: “Non si può discendere due volte nel medesimo fiume”). E poi, esperienza e tempo fanno riflettere e curano un po’ tutti i mali.
Comunque, nell’elenco degli epiteti affibbiati a Roars, mancava quello di “cattocomunisti irriducibili e desueti”.
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priccolo: “Non mi sembra di aver visto siffatta “levata di scudi” per la nomina di ministri Impresentabili”
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Per qualche strana ragione, gli arrampicatori di specchi tendono a essere lettori distratti di Roars.
https://www.roars.it/universita-i-problemi-non-sono-i-titoli-di-studio-della-ministra-fedeli/
speriamo dunque in un ravvedimento operoso….o che almeno si capisca dove stiamo andando, anche perché l’università, oggi, non è né carne e né pesce. Molti ministri hanno fatto la loro cavatina, smantellando questo o quello, per poi andarsene lasciando il cantiere aperto. Mi sono addormentato che parlavano di dividere l’università “teaching university” e “research university”, grossi hub e un nugolo di satelliti: ho perso qualche puntata? L’università è ancora “di massa”, come si dice eufemisticamente, oppure hanno già privatizzato tutto? Leggo che qualche editorialista rimpiange i bei tempi andati, quando in buona sostanza solo i ceti agiati avevano accesso alle (poche) università, lamentando una perdita di qualità tutta immaginaria (l’Italia è ancora nella prima decina dei paesi più produttivi per quanto riguarda la ricerca, si registrano lusinghieri avanzamenti nelle classifiche tipo Quaquarelli persino nei settori umanistici, anche se la Crusca, ohibò!, lamenta che i filosofi parlino inglese). Credo che la maggior parte degli operatori del settore reclamino innanzitutto regole certe. Attendiamo pertanto con ansia che le nuove autorità subentrate dopo il “regime changing” si esprimano. Anche se mi par di capire, il tema dell’università non è esattamente al primissimo posto nell’agenda governativa.
@priccolo. Da quanto detto con logica ferrea sembrerebbe desumibile che i risultati pregressi nella gestione della pubblica amministrazione, pur pessimi, non debbano esser tenuti in conto nella scelta della dirigenza futura. La dimostrazione è una rigorosa conseguenza dell’assunto “le persone cambiano”. Ergo, estendendo “un poinino, via giù”, tale assunto, ci si potrebbe far operare da un chirurgo che ne ha fatti fuori il 100%. In fondo ha ragione, proviamo un’altra decina d’anni con Valditara. In fondo è una persona a modino, asomai e sbagliasse di novo, ci si rifà un’altra volta, un c’è problema dé. Lo dice pure la mi nonna e, a badar bene, anche la Maria Pia citata dall’ultimo Guzzanti. E ci apisci vai!
P.S. Non avrei mai sospettato che l’ironia livornese del Vernacoliere allietasse anche i cattocomunisti su Roars.
…possiamo anche dire radical chic … in politica si USA il termine “orrendo” sfascisti…insomma il senso lo avete capito…… Gil amici vanno bene tutti gli ALTRI no….sempre e solo strumentalizzazioni e critiche a Prescindere. Non voglio fare la morale a nessuno…..ma vediamo e poi critichiamo….se e’ il caso……questo vuol dire cambiamento…..poi se si DEVE parlare….tanto per parlare…….allora…. piove … governo ladro…..ma non si va da nessuno parte
priccolo si ostina a non capire che noi di Roars non abbiamo amici o nemici. Qui da noi vige l’uguaglianza, più o meno come spiegava il Sergente Maggiore Hartmann in Full Metal Jacket. Non ci confonda con quelle mezze calzette dei radical chic (a cui ci sembra giusto riservare lo stesso trattamento di tutte le altre categorie, inclusi i commentatori anonimi).
…GRAZIE …….al Prof. De Nicolao…..ma si accontenti del mio “pseudonimo”.
e di “dettare legge” su roars…. facendo finta di non capire….il titolo poi la dice lunga…bliz della Lega….ma sbaglio o sono al governo ?
Io…mezza calzetta…ho altro da fare e mi scuso per averla importunata….ma ogni tanto….quando il lavoro da mezza calzetta me lo consente …mi capita di leggervi….penso non capitera’ piu’
priccolo: “facendo finta di non capire”
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No, abbiamo capito benissimo l’accusa di usare due pesi e due misure (“Gli amici vanno bene tutti gli ALTRI no”). Si vede che priccolo ci legge di rado, perché non ci sembra di avere “amici” e nemmeno di essere stati teneri con chi ha governato prima.
https://www.roars.it/universita-cosa-hanno-fatto-i-governi-pd-il-genio-guastatori-al-lavoro/
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priccolo: “il titolo poi la dice lunga…bliz della Lega….ma sbaglio o sono al governo ?”
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ma sbaglio o è un governo di coalizione in cui M5S detiene la quota di maggioranza e con un contratto in cui sono state fatte alcune promesse relativamente all’università?
@ priccolo
http://www.grammatica-italiana.it/puntini-di-sospensione.html
priccolo: “…GRAZIE …….al Prof. De Nicolao…..ma si accontenti del mio “pseudonimo”.”
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Beh, a dire il vero io (e la redazione) non abbiamo bisogno di accontentarci, dato che vediamo l’email completa che dà più di un indizio sull’identità di priccolo, anonimo alla maniera di Fantozzi.
Certo, però, se si deve misurare dal numero dei commenti… è UN SUCCESSONE, questo articolo! ;)
Chissà poi perchè…
…. …….. ……… … . Punto, anzi, punto e virgola, massì, non facciamo i tirchi …
@Prof. De Nicolao e tutti
Torno sui miei passi, credo sia doveroso. Scrivo questi post con un ipad obsoleto che corregge LE parole Che scrivo e non essendo in grade di us are correttamente la “tecnologia” mi aiuto con I puntini……Che evitano..non so perche’ tale correzione automatica.
Ed uso questo ipad LE rare VoLTE Che non sono al lavoro o a casa….dove ho loppirtunita di averse un computer. Ma sfortunatamente in quelle occasions non ho il tempo per leggervi.
Apprezzo davvero tanto la vostra cultura e I gusti cinefili Amici miei Toto’ e Fantozzi potrei sceglierli come materia al Rischiatutto.
Allo stesso modo pero’ devo sottolineare questi ingiustificata “severita” direi quasi”aggressivita’ a fronte di miei commenti Che non intendevano certo essere direction ad offenders chi ha scritto l’articolo.
Non ho esperienza di blog e del vostro in particolare e dei meccanismi Che ne derivano..me no sto accorgendo
Per la Mia “veneranda” eta’ e per l’esperienza quotidiana Che ho maturation tra la gente in tanti anni devo direi Che mi ha davvero sorpreso la reazione scaturita dai miei Messaggi.
Trovo conferma alla Mia avversione a questo tips di comunicazione.
Il commento magari anche un po’ forte ma generico e non mirato ad offendere alcuno credo possa essere considerate un “peccato” veniale soprattutto perche’ chi lo scrive pot rebbe essere, come nel mio caso, al di fuori dei “meccanismi” Che regolano I blog e la struttura del vostro in particolare.
Alcune risposte lo sono un po’ meno…non immaginatela fatica Che sto facendo per scrivere…maledetto ipad
She poi si tratta di ironia…io sono il primo….ma ne siamo certi si tratti di ironia ? O forse per alcuni il richiamo a certo orrende categorie Che ho citato pot rebbe calzare ? Credo di no visto il livello del si to.
pero’ resto davvero sorpreso dal fatto Che in un blog si Diano giudizi cosi’ “forti” senza sapere chi e’ la persona Che scrive ne’ perche’ USA I puntini……
Sara’ la Mia inadeguatezza alla modernita’ ? Sara’ Che non capiscono l’ironia ? Io continuero’ a rispettare sempre tutte LE opinion I e tutti I commrntatori in ogni sede…I blog DOPO questi esperienza li evitero’.
Al Prof. De Nicolao la Mia piu’ sincera stima per il lavoro Che svolge…. Avremo modo di conoscerci …io preferisco non essere presents Sui blog e soprattutto essere il piu’ possible riservato. non avendo mai “calcato” I blog all ‘ infuori si questo ho usato un nome di fantasia.
Perdonatemi se ne ho fatto una questione personale ma sono “di un’altra generazione” forse superata ? Spero di no. Qualcosina nella vita privata e professionale credo di averla raggiunta, con il rispetto per gli altri, con lo studio, l’impegno nella vita di tutti I GIORNi. E tanto ho ricevuto.
Qui solo mazzate e giudizi Che davvero non mi aspettavo …
Colpa Del tempo libero, dell’ipad, e Della Mia inadeguatezza ai nuove sistemi di comunicazione.
Non è la prima volta che un commentatore, schermandosi dietro un nickname, prima va sopra le righe (“cattocomunisti irriducibili e…desueti”,”sfascisti…insomma il senso lo avete capito”, “sempre e solo strumentalizzazioni e critiche a Prescindere”) e poi, quando gli si risponde a tono, commuta sul registro piagnucoloso (“Qui solo mazzate e giudizi Che davvero non mi aspettavo”). Evidentemente, pensava che l’esclusiva di “mazzate e giudizi” spettasse a lui.
Caro Professore non e’ certo un Toño piagnucoloso ma solo educato nei confronti delle persone. I giudizi forti ma non certo sopra Le righe li ho riservati ai luoghi comuni…non ho offeso nessuno. Da qualcun altro ho ricevuto insulti Gratuiti.
Non sono abituato a tutto cio” ma ho affrontato ben altro.
Non mi feriscono certo LE battute e l’ironia di soggetti Che scrivono Sui blog.
Ma visto Che per lei non sono un anonimo mi aspettavo, almeno da parte sua, una risposta diversa.
Capisco pero’ che l’anonimo puo’ essere “mazzolato” legittimamente e liberamente.
La Mia intenzione non era affatto questa.
priccolo 30/06/2018 alle 19:56: ” I giudizi forti ma non certo sopra Le righe […] non ho offeso nessuno”
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priccolo 29/06/2018 alle 8:19: Purtroppo spesso questi blog servono a supportare amici Ed affossare persone Che non lo sono.[…] Non mi sembra di aver visto siffatta “levata di scudi” per la nomina di ministri Impresentabili e dirgenti rancorosi o ragazzini senza esperienza. Ma forse quelli erano amici….[…] e’ da cattocomunisti irriducibili e…desueti”
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priccolo 29/06/2018 alle 16:49: “…possiamo anche dire radical chic … in politica si USA il termine “orrendo” sfascisti…insomma il senso lo avete capito…… Gil amici vanno bene tutti gli ALTRI no”
Caro Signore, Lei non sa che palestra di scrittura è stata ed è questo blog. Ma Lei non sa nemmeno che cosa sta succedendo all’università, giorno dopo giorno, da lasciare allibiti. Dunque, di cosa stiamo parlando? L’ultima che ho appreso, oggi, è che si stanno facendo corsi intensivi, di cca 16 ore in due giorni, di docimologia universitaria. Ora, se qualche accordo di Dublino (chissà perché a Dublino si fanno accordi che fanno acqua da tutte le parti, forse perché sta su un’isola) impone una revisione europea (nel senso di UE) dei sistemi di valutazione degli studenti, al fine di evitare aleatorietà, soggettività ed abusi (che comunque potranno sempre verificarsi, qualche volta), a me sembrava di tornare indietro nel tempo, anzi che il mio passato fosse il futuro dell’oggi. Laddove ho fatto i miei studi universitari e dove mi sono laureata, non ci sono mai stati, non abbiamo mai avuto la sensazione (noi studenti) di essere costantemente valutati in maniera ingiusta. Anzi. Senza entrare nei dettagli, il sistema di verifica funzionava bene. Si sapeva che le modalità di verifica erano concordate dal collegio dei docenti, che gli argomenti proposti per l’esame orale non erano formulati per mettere in difficoltà certuni sì e altri no. Noi studiavamo con costanza e non all’ultimo momento, ed eravamo nelle condizioni di farlo. Soprattutto l’esame si svolgeva davanti ad una commissione, la cui compresenza garantiva sia gli studenti che i docenti. Questo succedeva a Bucarest. Qui, invece, e negli ultimi anni, anzi da tempo, a causa della diminuzione patologica del corpo docente e per l’aumento del lavoro didattico, spesse volte, se non sempre, la commissione esiste soltanto sulla carta, se esiste. In queste condizioni il docente single deve gestire da solo centinaia di esami, fare anche da supervisore durante gli scritti, correggere da solo. Per non parlare dei colloqui. E allora, anziché rendere regolari le commissioni, cosa impossibile, si devono inventare formule pedagogiche che garantiscano l’imparzialità. Docenti robot e studenti robot. Corsi di ‘aggiornamento’ e di riqualifica per robotizzare ed automatizzare gli esami. Questo è il cd ‘ammodernamento didattico’, o almeno una sua parte. Adorazione dell’algoritmo, questa nuova divinità. Per non dimenticare che il ‘sistema’ genera richiami, avvertimenti al docente che per qualche ragione non rispetta una tempistica imposta da qualche entità superiore. Di questo stiamo parlando.
Colpa l’ora: Dove, e non Laddove.
@ Prof. De Nicolao
….mi scusi, poi chiudo questa inutile e davvero non voluta polemica.
mi sottolinea LE affermazioni. Ripeto e’ un commento ai commenti nulla piu’. Non alle persone.
Volevo sottolineare Che la scelta potrebbe non essere male e Che I giudizi cosi duri mi ricordavano le categorie citate.
Perche’ mi risponde come SE avessi fatto queste considerazioni nei suoi confronti.
Posso capire LE risposte ironiche e sopra LE righe Sui puntini etc.
Ma perche’ lei si Scaglia contro di me ? Anche SE, come ormai devo constatare, I miei commenti sono stati “esageratamente” e troppo severamente interpretati, non capisco perche’ lei l’ha presa come una cosa personale
priccolo: “Perche’ mi risponde come SE avessi fatto queste considerazioni nei suoi confronti. […] non capisco perche’ lei l’ha presa come una cosa personale”
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A priccolo deve esser sfuggito che sono uno dei redattori e fondatori di questo blog da lui associato ai “cattocomunisti irriducibili e…desueti”, “radical chic” e “sfascisti”. Ho replicato in quanto redattore. Nulla di personale, quindi. Semplicemente, il gattino del nostro logo si era innervosito.
Si. Probabilmente anzi sicuramente. Forse non essendo un “tecnico” non sono stato chiaro non mi sono informato e sono stato frainteso.
Non ho associato il “suo blog” a quelle categorie. Il senso voleva essere che I commenti di chi partecipa sono spesso “strumentali” poco sereni etc.
E ho fatto riferimento a quelle categorie per indicare chi critica a prescindere…
Volevo essere construttivo. Mi rendo conto di aver ottenuto l’effetto contrario.
Non saro’ adatto a questo tipo di comunicazione.
a quanto pare secondo i soliti bene informati anche il nome di Valditara è tramontato, ma, siccome siamo nel Belpaese, non c’è limite al peggio, temiamo…
Ottimo! Vari segnali indicano che 5stelle si sLega dalla Lega. D’altronde al MIUR non potevano convivere Fioravanti, che sembra tosto e non le manda a dire, e Valditara.
Chi ha letto i miei articoli sa che non sono mai stato tenero con la Legge 240/2010 (cd. Gelmini), di cui ho auspicato a più riprese l’abrogazione.
Proprio per questo vorrei contribuire alla discussione riportando alla memoria la relazione del Sen. Valditara al disegno di legge alla 7ª Commissione permanente dell’11 dicembre 2009.
Il resoconto sommario è integralmente pubblicato su:
http://www.andu-universita.it/2009/12/11/ddl-relazione-sen-valditara/
La lettura è a mio parere interessante.
Il DDL era stato presentato in modo confuso, burocratico, pasticciato ed eccessivamente punitivo. Se poi è diventato in qualche modo accettabile lo dobbiamo all’intervento di Giuseppe Valditara.
A distanza di 8 anni è palese che la Legge 240/2010 sia stata un clamoroso fallimento, avendo prodotto solo caos, miseria e burocrazia.
Ma io credo che ciò non sia dovuto tanto alla legge, quanto al delirio burocratico della miriade di provvedimenti prodotti dagli esecutori che si sono succeduti.
Ricordiamoci poi che l’ANVUR – che tanti danni ha prodotto – non è una creazione della legge Gelmini, bensì nasce con il DL 262/2006 (ministro Mussi).
Ricordiamoci che proprio Valditara escluse tassativamente la valutazione individuale e anonima dell’ANVUR che poi puntualmente i “burocrati” hanno invece attuato.
Ricordiamoci che si deve a Valditara se le 1500 ore diventarono “figurative ai fini della rendicontazione dei progetti” e non un orario di lavoro da verificare con la timbratura del cartellino, come puntualmente ogni tanto qualche burocrate ripropone.
E così via.
Se vogliamo liberare l’Università italiana dal pachiderma burocratico che la opprime, servono persone autorevoli e competenti nei posti chiave.
E fra i nomi che circolano quello di Giuseppe Valditara a me pare di gran lunga il migliore.
Caro Collega, che il ddl Gelmini sia diventato ‘in qualche modo accettabile’ grazie all’intervento di Valditara o di altri è una sua opinione, che personalmente non condivido affatto. Non a caso, nella relazione che lei ha linkato non c’è nulla di contrario rispetto ad uno degli aspetti più negativi della legge 240, ossia l’aver sancito definitivamente la precarizzazione dei ricercatori attraverso le due demenziali figure di rtda e rtdb. Il punto, mi sembra, è che è ora necessario mettere seriamente mano alla legge 240, andando a toccare aspetti fondamentali come il reclutamento. Può farlo un governo che si affidi a chi ha messo il proprio nome, come relatore, su quel provvedimento scellerato? Lei forse mi dirà: i governi successivi a guida PD hanno fatto tutto tranne che abrogare o almeno rivedere la legge 240, anzi l’hanno implementata in direzioni ancor più negative, mentre uno come Valditara avrebbe le competenze per invertire la rotta. Ma allora, come minimo, occorrerebbe preliminarmente da parte sua – se non un mea culpa – almeno una presa di posizione chiara e netta nel sottolineare come quel provvedimento abbia causato di gran lunga più danni che cose positive; presa di posizione che non mi risulta che Valditara abbia mai espresso negli otto anni che ci separano dal 2010.
E, a proposito di letture interessanti, si veda qui non tanto l’articolo di Valditara, ma le sue risposte ai commenti: https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/19/riforma-delluniversita-merito-e-istruzione-possono-convivere/1033063/
Cito, tra le ‘perle’ più interessanti: ‘il piano straordinario di assunzione degli associati è stato la merce di scambio con cui io ho dato il consenso alla introduzione del ricercatore a tempo determinato’. Bella roba!
Caro Proietti. Alcuni estratti dalla lunga relazione che ho sopra linkato:
– pur convenendo che le università sono sedi di libera formazione, suggerisce di aggiungere “nell’ambito dei propri ordinamenti”; infine, reputa necessario precisare che esse sono strumento anche di elaborazione di conoscenza, non solo di circolazione
– Fondo per il merito, consiglia di limitare i premi di studio ai non abbienti, modulando magari le soglie di accesso in modo da favorire davvero i capaci e meritevoli ancorché privi di mezzi. Paventa altresì che la garanzia dello Stato per i prestiti d’onore possa non essere coperta.
– Non condivide invece l’eventuale introduzione di un badge di entrata e di uscita nell’ateneo, che finirebbe per svilire la professionalità del docente e del ricercatore fondata sulla autonomia della ricerca, attribuendogli un ruolo di tipo impiegatizio.
– l’Agenzia deve valutare le istituzioni accademiche, a iniziare dai dipartimenti, e non le singole persone.
– Giudica tuttavia impossibile una quantificazione seria [delle attività di ricerca], risultando del tutto fantasiosi o comunque arbitrari criteri basati sulle pubblicazioni.
– In ordine alla revisione del trattamento economico dei professori e dei ricercatori già in servizio e di quelli vincitori dei concorsi indetti fino alla data di entrata in vigore della legge, e in particolare alla trasformazione degli scatti da biennali a triennali, disposta dalla lettera i), pur essendo prevista un’invarianza del complessivo trattamento retributivo, egli stigmatizza la perdita economica per docenti e ricercatori legata al ritardo della prestazione.
– Quanto poi alla commissione [ASN], ribadisce che essa dovrebbe essere costituita sulla base di una lista formata da candidati che abbiano pubblicazioni scientifiche accettate su riviste internazionalmente accreditate o edite in collane universitarie. Ritiene altresì che un’unica commissione che dura in carica due anni ed è competente per le abilitazioni di prima e seconda fascia rischia di concentrare in sé troppo potere.
– osserva che sarebbe più opportuno che la valutazione della idoneità didattica fosse svolta al momento dell’abilitazione.
– avanza l’ipotesi di sopprimere la chiamata per chiara fama, sussistendo già la figura del professore a contratto, tanto più che in passato essa ha dato luogo a trattamenti di favore non adeguatamente giustificati.
– In merito al trattamento economico dei ricercatori, il relatore esprime compiacimento per il tentativo di rendere più competitiva la retribuzione di inizio carriera, che attualmente è in assoluto la più bassa fra i principali Paesi europei, pari a circa il 60 per cento di quella di un ricercatore tedesco … Ritiene tuttavia che a regime occorrerà prevedere un incremento corrispondente del FFO onde evitare che ad una maggiore retribuzione corrisponda un minor numero di ricercatori assunti in servizio, ancorché a tempo determinato.
– invita a non prescindere da una valutazione delle abilità didattiche e della preparazione complessiva del candidato, atteso che il ricercatore a tempo determinato potrebbe essere destinatario di chiamata diretta su un posto da associato.
Già nella relazione al Senato Valditara era evidentemente consapevole delle possibili storture associate alla legge, che si sono poi puntualmente realizzate, spesso non per colpa della legge, ma per come è stata applicata.
A Valditara si deve anche la norma che ha consentito il passaggio a professore associato di migliaia di ricercatori nella prima fase di applicazione della legge Gelmini con il reperimento delle risorse necessarie per la copertura.
Ricordo anche che Valditara riuscì, nonostante il parere contrario del governo e della maggioranza di allora, a far approvare l’emendamento per l’incremento delle borse di dottorato.
http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/economia/conti-pubblici-59/emendamento-universita/emendamento-universita.html
Ripeto la mia opinione, fra i nomi che circolano per i vertici del MIUR il suo mi pare di gran lunga il migliore. Almeno sa di cosa si parla e cosa c’è da rimediare.
Al di là di ogni valutazione sull’eventuale competenza, capacità, serietà, buona fede etc. di Valditara (sulle quali non entro, perchè non ne so niente), la sua eventuale nomina avrebbe un valore simbolico che va tremendamente oltre a qualunque giudizio sulla persona.
Va detto che anche la 240 ha avuto un grosso valore simbolico, molte delle pratiche sancite dalla legge erano già usuali (privati nei CDA; giungla di supplenze e contratti e posizioni precarie varie; il ruolo dei ricercatori era già stato dichiarato a termine etc.), e i partiti che si erano dichiarati contrari alla legge, nelle legislature successive non l’hanno modificata, anzi l’hanno applicata come sappiamo. La nomina di Valditara significherebbe praticamente ufficializzare una continuità col passato. (personalmente ho seri dubbi che comunque questa continuità verrà interrotta)
Caro Paolo b. Sul valore simbolico hai perfettamente ragione. Però non vorrei che a star dietro ai simboli poi ci ritrovassimo al MIUR il solito burocrate leguleio capace solo di complicare una situazione già enormemente complicata. Uscire dal delirio burocratico non sarà per niente semplice. Si deve agire con estrema chiarezza di idee, soprattutto per rimuovere norme senza aggiungerne altre. Io sono pragmatico e ai simboli preferisco la concretezza.
La relazione di Valditara linkata da Casagli è interessante, ed è condivisibile che, per certi aspetti, sia un candidato con ottime competenze. D’altronde, alcune iniziative di Valditara hanno avuto un forte impatto negativo. Un esempio lampante riguarda la meritocrazia. Al link postato da paolo b è riportata la seguente affermazione:
“Nella legge 240 inserii con mio emendamento due passaggi che ritenevo potessero introdurre criteri meritrocratici nel nostro sistema. Per l’avvenire infatti gli scatti stipendiali, prima automatici, sarebbero stati attribuiti con cadenze certe, sulla base di una valutazione del rendimento scientifico e didattico. Gli scatti non erogati, insieme con eventuali altre contribuzioni, non sarebbero stati risparmiati, per evitare facili tagli sulla pelle dei docenti. Sarebbero andati invece ad un fondo per l’eccellenza. L’idea era che gli scatti spettassero a quei docenti che facessero seriamente il proprio dovere, mentre il fondo speciale doveva premiare gli studiosi più brillanti.”
Astrattamente va benissimo, l’attuazione è, come inevitabile che sia, pessima. Chi è il valutatore? Quali criteri utilizza? Qual è la relazione tra valutazione degli studenti e spessore del corso? C’è una correlazione tra il range di voti ottenuto dagli studenti e la loro valutazione del corso? I docenti sono indotti ad abbassare (notevolmente) il livello dei corsi pur di avere un riscontro favorevole da parte degli studenti? Se uno studente ha capacità intellettuali e impegno insufficienti per superare le difficoltà di un dato esame, che valutazione darà del corso? Riconoscerà la propria inadeguatezza, o, visto mai, preferirà addossare la colpa al docente? In una battuta, far valutare i docenti dagli studenti è come far valutare il boia da parte del condannato. Non ha senso perché inevitabilmente presenta un problema di conflitto di interessi.
L’effetto della valutazione della didattica è “abbastanza devastante”. Solo in pochi corsi, storicamente hard, i docenti hanno resistito alla tentazione di abbassare il livello pur di non vedersi tagliare gli scatti stipendiali. Ci sono colleghi di chiara fama che hanno valutazioni piccate sia in 0 che in 10.
L’effetto della “valutazione meritocratica” voluta da Valditara raggiunge punte esilaranti. In certi Atenei è stato deciso di considerare, oltre alla valutazione della didattica e numero di papers (un tanto al chilo), il numero di presenze ai CdD. Il risultato è che questi sono affollatissimi di colleghi con il portatile… per non perder tempo.
E’ molto difficile stabilire dei criteri di valutazione, certamente non sono quelli attualmente in vigore. La valutazione della didattica non la si fa con l’opinione degli studenti, ma con la verifica delle competenze acquisite, tenendo in dovuto conto le capacità dei singoli studenti. Molto dipende dal tipo di corso. In certi settori un indice potrebbe essere l’analisi a posteriori delle carriere degli studenti, e.g. PhD e PostDoc in centri internazionali di grande prestigio. Tutto ciò è ben diverso che valutare con numeretti.
Demenziale poi che la distribuzione dei fondi agli Atenei dipenda anche il numero dei laureati in corso: abbassiamo il livello e promuoviamo tutti con 30.
Anche ammettendo che sia possibile stabilire dei criteri di valutazione oggettivi, c’è il problemino delle Università del SUD. L’effetto della meritocrazia “ad cazzum” è un’impressionante spopolamento del SUD con immigrazione verso il NORD. Ciò andrebbe bene se, sempre “ad cazzum”, si fosse deciso di far morire il SUD. Sappiamo invece che l’unica via d’uscita possibile è indurre un forte sviluppo economico e culturale. Più si ritarda in questa direzione e peggio sarà per l’Italia.
Cosa ne pensa Valditara di questo aspetto? Non dovrebbe essere la prima preoccupazione di un vero statista come di qualsiasi buon politico?
Anche io come Casagli tengo molto alla concretezza, e mi pare che la visione meritocratica di Valditara si sia rivelata, all’attuazione, una catastrofe.
Quello che serve al MIUR è un collega che conosca a fondo l’Università, in TUTTI i suoi settori. Che sappia bene cosa sia la ricerca di base, in cui l’Italia eccelle.
A mio avviso tale conoscenza non fa parte del bagaglio culturale di Valditara, altrimenti avrebbe ben realizzato che la strategia meritocratica non ha molto senso, sia per l’impossibilità della sua applicazione su larga scala, sia per gli effetti devastanti per il futuro del SUD e quindi dell’Italia.
Non vale granche’ ma la mia e’ una testimonianza diretta. Quando 3monti blocco’ l’assunzione di noi vincitori di concorso, parecchi anni fa, ci demmo da fare per contattare giornali e parlamentari. L’esperienza con i giornali fu raggelante. Quanto ai politici, Valditara era di gran lunga il miglior interlocutore, ragionevole concreto e comprensivo. Negli anni successivi lo seguii nel suo percorso di politico, senza mai dover tornare sull’ottima impressione ricevuta in quella prima occasione. E gia’ che ci siamo nell’improbabile oppurtunita che ci legga, avanzo una sola supplica: per favore, faccia si’ che sia proibito chiamare “assegno di ricerca” una persona che ha studiato e che dovrebbe dar lustro alla nazione.