Rilanciamo il comunicato della FLC CGIL sulla raccolta firme per la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare avanzata dal costituzionalista Massimo Villone. Proprio la scuola sarebbe il principale campo di applicazione dell’esperimento autonomia differenziata, spiega Villone, oltre che il settore in cui di più si vedrebbero i danni. Il primo motivo è identitario. Il secondo riguarda le risorse, perché è vero che con l’autonomia differenziata non si spende un euro in più, ma il problema non è soltanto quanto si spende, ma anche chi gestisce i quattrini. Il terzo motivo è anche quello più importante. Se si sposta la scuola in una dimensione regionale, il ceto politico elettorale acquista un esercito di gestori del consenso, gli insegnanti, dipendenti regionali, che entreranno direttamente nelle famiglie, tramite il rapporto privilegiato con studentesse e studenti. Per questo è uno strumento importantissimo. Se una Regione partirà con l’autonomia della scuola, anche le altre vorranno seguirla, perché nessuno vorrà rischiare di perdere le condizioni di una competitività di sistema.
E’ possibile firmare online, tramite SPID, cliccando sul link contenuto nel post.
Dopo la conferenza stampa unitaria di mercoledì 9 novembre, organizzata insieme al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, è partita ufficialmente la raccolta di firme per la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare “Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’art. 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato”.
Si tratta di una importante iniziativa di mobilitazione, accessibile anche online, finalizzata a coinvolgere lavoratrici, lavoratori, studenti, genitori e tutta la cittadinanza nel preservare il carattere unitario e nazionale del sistema pubblico di istruzione, evitare la frammentazione dei diritti e l’ampliamento delle disuguaglianze e dei divari territoriali.
Tra le bozze già circolanti, a partire da quelle proposte dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, leggiamo che si vuole costruire un organico regionale del personale scolastico, si vogliono bandire concorsi regionali, si vuole regionalizzare da subito la Dirigenza scolastica, si vogliono costruire contratti regionali e si vogliono differenziare gli stipendi su base territoriale intervenendo sulla mobilità, sottraendo la materia alla negoziazione sindacale. Si potranno avere docenti regionali e programmi differenziati. Le Regioni potranno fissare ogni anno il fabbisogno occupazionale e di conseguenza indire bandi locali e assumere direttamente il personale scolastico, che sarà dipendente delle Regioni e non dello Stato. A partire dai docenti neoassunti, che potranno diventare automaticamente dipendenti regionali, gli altri saranno incentivati al trasferimento da un aumento di stipendio che potrà essere realizzato grazie all’aumento delle risorse a disposizione delle Regioni, come previsto dai progetti regionalisti.
Di fronte a tutto questo, ribadiamo convintamente che l’istruzione deve stare fuori dalle materie oggetto di decentramento regionale.
La raccolta delle 50 mila firme richieste per la presentazione alle Camere, è stata avviata, oltre che attraverso la tradizionale modalità cartacea, anche attraverso una piattaforma digitale con firma tramite SPID, visto che, recentemente, la legge prevede la possibilità di raccogliere le firme per la sottoscrizione dei referendum e delle iniziative di legge popolare sotto forma di firma elettronica qualificata con marca temporale.
È possibile leggere e sottoscrivere online la proposta di legge di iniziativa popolare a questo link:
>>>>> FIRMA ONLINE CON SPID
Per ogni approfondimento, sono disponibili le strutture sindacali, che potranno diffondere la raccolta firme tra RSU e delegate/i, iscritte/i, lavoratrici e lavoratori, oltre che nella più ampia comunità sociale.
Questa iniziativa di mobilitazione intende preservare la dimensione statale e nazionale del sistema di istruzione, la programmazione e il coordinamento dell’offerta formativa, l’omogeneità sull’evoluzione della normativa e sulla contrattazione per la regolazione dei rapporti di lavoro assicurando le pari opportunità sull’intero territorio nazionale.
Sarebbe carino se qualcuno segnalasse ai promotori della petizione che:
(1) il loro parsing dei firmatari-promotori ha un baco, infatti mostra di seguito come firmatari “Vittoria Fiorelli, docente di Storia moderna,” e “Suor Orsola Benincasa” (sic!), mi ricorda quella storia apparsa su ROARS sul coautore Membro Corrispondente
(2) sarebbe apprezzato se l’autenticazione delle firme accettasse assieme allo SPID la Carta Nazionale Servizi e la Carta di Identita’ Elettronica (come fanno Regioni, INPS, AdE) … in ogni caso ho firmato consumando uno dei preziosi 8 SMS trimestrali della SPID di Poste