Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente lettera che i docenti del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Storiche, Economiche e Sociali dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro hanno inviato al loro Rettore e, per conoscenza, al Presidente della CRUI, al Ministro Istruzione, Università e Ricerca e al Presidente ANVUR. In particolare esprimono il loro disagio per la mole di adempimenti burocratici imposta dal sistema AVA, che appare “ottusamente burocratico” e difficilmente conciliabile con i compiti primari che i professori e i ricercatori universitari sono tenuti a svolgere.
Siamo d’accordo da tempo con questo tipo di considerazioni, non è male ripeterle, ma non si sta pestando acqua nel mortaio? E’ strano constatare, di nuovo, che si usano argomentazioni di buon senso e di ragionevolezza (unilaterali, peraltro), quando la controparte, si sa e si è constatato, non ha nessuna intenzione di tenerne conto. Il limite di sostenibilità e ragionevolezza è stato superato da molto, e in un modo molto più perverso della sola burocratizzazione ipertrofica imposta dall’alto. Lo zelo burocratizzante è stato incorporato fino al più basso livello decisionale, sotto forma di direttive e norme ad hoc, inventate per dimostrare la cosiddetta ‘produttività’. Montagne di carte e di moduli elettronici astrusi.
Forse bisognerebbe iniziare a chiedere proroghe in modo sistematico e tutti insieme.
O forse occorrerebbe iniziare a fare un po’ di disobbedienza civile sui balzelli burocratici AVA.
Ma temo che i pavidi siano in maggioranza.