Il Decreto Ministeriale 18 marzo 2016 n. 168  aveva consentito ai professori straordinari a tempo determinato (circa 300, tutti professori ordinari in pensione) di continuare ad essere conteggiati in deroga fino all’AA.aa. 2016-2017 come docenti per l’accreditamento dei corsi di laurea dell’ateneo, e quindi agli atenei, soprattutto privati e soprattutto telematici, di non reclutare professori. Nel dicembre 2016 sempre la Ministra Giannini ha esteso questa deroga per le università private fino all’AA.aa. 2018-2019. Ora, la nuova Ministra Fedeli, con il Decreto Ministeriale 8 febbraio 2017 n. 60 estende ulteriormente la deroga, per le università statali fino al 2018-2019 e per le università private fino all’AA.aa. 2019-2020. Il reclutamento da parte delle università non statali (a costo zero per lo stato) rappresenta una delle poche opportunità di chiamata per gli idonei all’ASN non vincolate ai punti organico. Con ogni evidenza c’è chi è in grado di influenzare le scelte politiche, perseguendo scopi che nulla hanno a che fare con la qualità della didattica.

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Gentile redazione di ROARS

Vi scrivo per chiedervi di diffondere alla comunità accademica la consapevolezza dell’ennesimo provvedimento clientelare di deroga che danneggia enormemente il mondo accademico e in modo diretto chi è precario in università, favorisce gli atenei telematici e passa nel più assoluto silenzio di tutti.

Come già sappiamo nel Decreto Ministeriale 18 marzo 2016 n. 168  di “Modifica dei requisiti di docenza per le Università non statali”, in 6 righe il ministro Stefania Giannini aveva scelto di assicurare contratti a favore di professori universitari ultrasettantenni in pensione, rispetto al reclutamento di professori di prima o seconda fascia abilitati dall’ASN.

Questo decreto ha consentito ai professori straordinari a tempo determinato (circa 300, tutti professori ordinari in pensione) di continuare ad essere conteggiati in deroga fino all’AA.aa. 2016-2017 come docenti per l’accreditamento dei corsi di laurea dell’ateneo, e quindi agli atenei, soprattutto privati e soprattutto telematici, di non reclutare professori di II fascia.

Con il Decreto Ministeriale 987 del 12 dicembre 2016 all’art. 10 sempre la Ministra Giannini estende questa deroga per le università private fino all’AA.aa. 2018-2019, quindi la nuova Ministra Fedeli, con il Decreto Ministeriale 8 febbraio 2017 n. 60 estende ulteriormente la deroga, per le università statali fino al 2018-2019 e per le università private fino all’AA.aa. 2019-2020.

Per chi ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale nelle tornate 2012 e 2013 (le uniche svolte e concluse ad ora) ma non è ancora stato chiamato, il limite ultimo è il dicembre 2020, quindi questa ennesima proroga è la pietra tombale sulle speranze di un futuro accademico che brucia l’ennesima generazione di ricercatori senza “famiglia”.

Il reclutamento da parte delle università non statali sarebbe stato a costo zero per lo stato, e rappresentava una delle poche opportunità di chiamata per gli idonei all’ASN non vincolate ai punti organico. Ci si domanda se i professori settantenni straordinari a tempo determinato facciano una didattica migliore o semplicemente siano in grado di influenzare le scelte politiche, probabilmente la qualità della didattica non interessa a nessuno.

 

Grazie per l’attenzione e cordiali saluti,

 

Lettera firmata

Print Friendly, PDF & Email

3 Commenti

  1. E’ inquietante come a fronte della norma sulla necessità dei requisiti necessari, voluta dal Governo oltre che dal Parlamento, possa essere derogata con atti di forza politica minore e forse anche di dubbia legittimità. Tutto questo accade per favorire quegli Atenei non finanziati dallo Stato ma dagli studenti; come dire che quelli che pagano tasse elevate devono essere serviti peggio di quelli che pagano tasse più contenute. E’ inquietante ancor di più perché conseguentemente si favoriscono i bassi profili scientifici degli straordinari a tempo determinato a scapito degli abilitati più quotati.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.