L’ASN richiedeva che le commissioni comprendessero un membro equivalente a ordinario e proveniente da uno dei paesi OCSE. Da subito era apparso chiaro che il commissario straniero costituiva uno dei (numerosi) punti deboli del sistema: si sarebbe dovuto verificare che ricoprissero un ruolo analogo a quello di un ordinario italiano, e che le loro competenze fossero riconducibili ai settori concorsuali italiani. La verifica di tali requisiti rischia di produrre errori che possono rivelarsi catastrofici. Nel caso del settore concorsuale di diritto privato, la questione pare aver rotto gli argini e rischia di travolgere l’intera procedura. C’è un responsabile?

deragliato

Come è noto l’ASN, nella sua originaria configurazione, recentemente oggetto di modifica, richiedeva – salvo eccezioni – che le commissioni comprendessero un membro equivalente a ordinario e proveniente da uno dei paesi OCSE.

Al di là dell’assurdità della limitazione del bacino dei possibili commissari ai paesi aderenti all’OCSE, da subito era apparso chiaro che il commissario straniero costituiva uno dei (numerosi) punti deboli del sistema.

Infatti, si sarebbe dovuto verificare che si trattasse di persone che ricoprivano un ruolo analogo a quello di un ordinario italiano, e che le loro competenze fossero riconducibili alle discipline che compongono i settori concorsuali italiani (talora corrispondenti a un settore scientifico disciplinare, talora a una somma di questi).

La verifica di tali requisiti, come si può facilmente immaginare, non è operazione semplice; e un’operazione non semplice moltiplicata per decine e decine di settori concorsuali, rischia inevitabilmente di produrre errori. Errori che possono rivelarsi catastrofici.

Da molte parti, infatti, sono stati sollevati dubbi sulla competenza del commissario straniero e sull’equivalenza del suo ruolo accademico con quello di ordinario. Nel caso del settore concorsuale di diritto privato, la questione pare aver rotto gli argini e rischia di travolgere l’intera procedura.

Infatti, il TAR Lazio, terza sezione, ha ad oggi pronunciato ben 15 sentenze di annullamento relative alla tornata 2012, fondate sull’illegittimità della commissione giudicante.

Il Tribunale si è espresso come segue – cito a titolo di esempio da una delle tante sentenze:

Rilevato, infatti, che è fondata, con valore assorbente sul resto, la censura che riguarda la formazione della Commissione giudicatrice mediante il membro straniero, non dotato di qualificazione adeguata al settore relativo al diritto privato – 12/A1 (cfr. la sentenza di questa Sezione n. 10865 / 14); Considerato che, infatti, in base all’art.16, comma 3, lett. f) – h) della Legge n.240 del 2010 ed all’art.6, commi 2, 7 del D.P.R. n.222 del 2011, è prescritta la corrispondenza tra il settore concorsuale per il quale si chiede l’abilitazione e quello relativo ai Commissari mentre il componente OCSE della Commissione di valutazione, Sig. Josè Miguel Embid, risulta Professore di diritto mercantile (commerciale) presso l’Università di Valencia; Ritenuto dunque che rientrando il diritto commerciale nel macrosettore 12/B “diritto commerciale, della navigazione e del lavoro”, settore concorsuale 12/B1 “diritto commerciale e della navigazione”, il membro OCSE insegna una materia non solo estranea al settore concorsuale in esame 12/A1 “diritto privato”, ma anche al macrosettore 12/A “diritto privato” (cfr. D.M. n.336 del 2011); che quindi risultano violate le predette norme di cui all’art.16, comma 3, f – h della Legge n.240 del 2010 ed all’art.6, commi 2, 7 del D.P.R. n.222 del 2011; Ritenuto che pertanto il Prof. Embid non poteva far parte della suddetta Commissione; Ritenuto che in conclusione, trattandosi di collegio perfetto, col necessario apporto di tutti i componenti, ovvero di un quorum strutturale pari ai componenti predetti, il giudizio emesso risulta viziato; Ritenuto, pertanto, che il giudizio finale di non abilitazione è illegittimo, e va annullato, sicchè, in esecuzione della presente sentenza (art. 34 comma I, lettera “e”, del c.p.a.), la Commissione, in composizione del tutto differente da quella che ha operato, procederà ad una rinnovata valutazione del candidato entro giorni novanta dalla ricezione della presente sentenza;

La questione è specialmente problematica e meritevole di attenzione. Infatti, va tenuto presente che la commissione più volte definita illegittima dal TAR ha operato non una, ma due tornate di Abilitazione Nazionale.  A questo punto si pongono alcune domande:

1. Cosa ne sarà della seconda tornata ASN? Qualsiasi candidato respinto potrà tranquillamente impugnare il giudizio certo di vedere accolte le proprie ragioni, almeno in prima istanza (ma non vi sono motivi, allo stato, per ritenere che il Giudice d’appello vorrà discostarsi dall’orientamento di quello di prima istanza).

2. Che ne sarà della prima tornata ASN? Qui si pongono gravi problemi di equità e di diritto: se la commissione non era composta in modo legittimo, è giusto che solo i ricorrenti, e per di più solo i ricorrenti sul punto specifico della competenza del commissario straniero, si vedano assegnati a nuova commissione? Questa è una domanda alla quale non è facile rispondere poiché è evidente che l’eventuale annullamento da parte del MIUR della prima tornata rispedirebbe in purgatorio i candidati abilitati, con l’esito di generare – prevedibilmente – ulteriore contenzioso. Inoltre sono già in corso procedure di reclutamento o avanzamento di carriera che coinvolgono idonei di diritto privato, giudicati da una commissione a quanto pare illegittima. Il risultato però sarà che candidati assegnati a nuova e diversa commissione che si vedano poi dichiarati abili si troveranno in una situazione di svantaggio perché le procedure si saranno già svolte a favore degli abilitati da parte della commissione illegittima.

Insomma, un terribile pasticcio, di difficile soluzione, che nuoce ancora una volta al sistema universitario italiano e che danneggia, in un modo o nell’altro, decine di incolpevoli candidati.

Il che sollecita un’ulteriore domanda: al di là del settore di diritto privato, cosa può accadere per tutti quegli altri settori (e ci sono, a quanto pare) nei quali risulta che il commissario straniero fosse o non qualificato quanto a rango accademico o non competente per il settore concorsuale?

Infine, veniamo alla domanda del titolo. C’è un responsabile? Il che può essere declinato in due modi diversi.

In primo luogo, il Ministero dovrebbe intervenire. Le scelte sono senz’altro complesse e difficilissime, ma a questo punto sembra inevitabile un intervento ministeriale. Peraltro, alla vicenda ha già fatto riferimento una risoluzione della VII Commissione della Camera, del 18.6.2014, così come anche diverse interrogazioni parlamentari, allo stato senza risposta alcuna.

In secondo luogo, va segnalato che non si tratta solo di agire, nei limiti del possibile, per sanare iniquità e limitare il contenzioso, ma – pare doveroso – per identificare i responsabili dell’erronea designazione del prof. Embid nella commissione di diritto privato.

A questo proposito, pare opportuno ricordare l’art. 7 del DD 27.6.2012, n° 181:

ART. 7
(Individuazione del commissario in servizio presso università di un Paese aderente all’OCSE)

1. Il commissario di cui all’articolo 1, comma 3, è individuato mediante sorteggio all’interno di un’apposita lista, predisposta dall’ANVUR ai sensi dell’articolo 6, comma 7, del DPR n. 222 del 2011, composta da almeno quattro studiosi od esperti di livello pari a quello degli aspiranti commissari, in servizio presso università di un Paese aderente all’OCSE, diverso dall’Italia.

2. Nella redazione della lista l’ANVUR assicura il rispetto delle tabelle di corrispondenza di cui all’articolo 18, comma 1, lettera b), della legge n. 240 del 2010 e la coerenza del curriculum degli aspiranti commissari con i criteri e i parametri di cui all’articolo 8 del DM n. 76 del 2012, nonché rende pubblico per via telematica il curriculum di ciascun soggetto inserito nella lista.

3. Le operazioni di sorteggio avvengono tramite procedure informatizzate, validate dal comitato tecnico di cui all’articolo 7, comma 6, del DPR n. 222 del 2011, seguendo le disposizioni di cui all’articolo 6, commi 2 e 4, secondo e terzo periodo, del presente decreto.

La secca previsione dell’articolo sembra chiarire al di là di ogni dubbio alla negligenza di chi si debba imputare l’odierna, caotica situazione.

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71 Commenti

  1. @Desolation, qui la situazione mi pare analoga all’altra che hai cortesemente indicato prima -sempre per gli atti che conosco, e a meno che non ce ne siano altri-, SI TRATTA SEMPRE DI ISTANZE DEI RICORRENTI.
    Per altro, se ti leggi l’ordinanza, è chiarito che l’integrazione del contraddittorio è disposta
    “Considerato può disporsi nella presente sede, al fine di integrare il contraddittorio.. l’autorizzazione alla notificazione per pubblici proclami atteso l’alto numero di controinteressati IN RELAZIONE AD UN FUTURO EVENTUALE ACCOGLIMENTO DELLA SOLA ISTANZA DI ACCESSO AGLI ATTI ex art. 116 c.p.a. ed impregiudicata ogni decisione del Collegio sul ricorso principale”
    Quindi, per adesso, l’integrazione del contraddittorio è disposta SOLO IN RELAZIONE ALL’ISTANZA DEL RICORRENTE DI ACCESSO AGLI ATTI RELATIVI AGLI ALTRI CANDIDATI, che ovviamente devono potersi opporre a tale istanza di accesso, anche perché si tratta di un’abilitazione A NUMERO APERTO, e non di una valutazione comparativa, e quindi -almeno teoricamente- di come sono stati giudicati gli altri non dovrebbe importarti.
    Mi parrebbe di capire, quindi, che ci sarebbe una volontà di alcuni ricorrenti del settore di diritto privato di “far saltare il banco”, ovverosia di coinvolgere nel ricorso tutti gli abilitati (concludendo i ricorrenti, se pur in subordine, nel senso di richiedere la complessiva riedizione della procedura in ragione dei vizi demolitori sollevati”), almeno della propria fascia, in modo che l’accoglimento del ricorso comporti l’annullamento della loro abilitazione.
    Fin qui, però, risulta appunto solo una volontà dei ricorrenti in tal senso, mentre, per quanto sottopostomi, manca un provvedimento del TAR che dica lui che ordina l’integrazione del contraddittorio e, a quel punto, lo ordina per entrambe le fasce, sul presupposto che è lui che ritiene che i vizi sollevati, se accolti, demolirebbero l’intera procedura.
    In ogni caso, devo dire che questa cosa di privato mi dispiace non poco, cioè già mi dispiace che sia successa, e che poi sia capitato nella mia area…
    Ho visto qualche ricorso presentato in diritto penale, che pure è un settore in cui possono non mancare conflittualità, ed io ne so qualcosa per esperienza personale, ma -almeno quelli che ho visto io- sono sempre presentati in parte qua e nei limiti dell’interesse, senza che mi risulti che qualcuno abbia mai concluso contro tutti gli abilitati. E mi sembra che la stessa cosa sia avvenuta a costituzionale e progettazione, nel senso che non risulta che sia stata un’iniziativa dei ricorrenti quella di coinvolgere tutti gli abilitati, ma del TAR, che siccome ha già deciso che, se accoglie i ricorsi, annulla tutto, allora ha ordinato ai ricorrenti l’integrazione.
    Una prospettiva diversa, invece -anzi, più precisamente INVERSA: ma spero di aver capito male io, o comunque che si tratti di casi eccezionali-, mi pare che possa addirittura revocare in dubbio la stessa esistenza di una comunità scientifica nazionale, nel senso che sarà pure scientifica, ma comunità non è più.
    Se Tizio abita in un villaggio ed un fulmine si abbatte sulla sua capanna, l’incendia e la distrugge, per cui lui è ingiustamente danneggiato, è abbastanza normale che sia “incavolato” e che tenti di ricostruirsi la capanna, senza aspettare anni “al freddo”; ma se Tizio prende una fiaccola e inizia ad incendiare tutto il villaggio, perché se la capanna è stata ingiustamente negata a lui, tutti quanti si devono ritrovare nella sua stessa situazione, allora mi pare che siamo su di una china del tutto diversa.
    Ma poi Tizio in quel villaggio ci deve vivere? Oppure si tratta di un villaggio che ormai non esiste più, e ognuno si fa i fatti propri e rimane a casa sua? O magari ci sono tanti micro-villaggi? E poi, quando ci sono i vari convegni di rilevanza nazionale, come ci si comporta?
    Rimane la questione dei ricorsi già arrivati a sentenza, vabbé vedo se reperisco i provvedimenti (possibile che nessuno possa indicare gli estremi e risparmiarmi la “caccia al tesoro”?), nel frattempo ho lasciato un messaggio in bottiglia sul forum APRI all’abilitato di progettazione, vediamo se mi risponde, purtroppo non ho la sua e-mail…
    Tom Bombadillo

  2. ..per adesso -e salvo documenti contrari, sempre possibili-, la mia ipotesi sembra trovare conferma, perché gentilmente mi ha telefonato l’amico aprista abilitato a progettazione e mi ha spiegato che, nel suo settore, i ricorsi contestano due commissari.
    Quindi, per quello che mi pare di capire, e a prescindere dalle istanze dei ricorrenti, il TAR ordina lui l’integrazione del contraddittorio, sul presupposto che, se accogliesse il ricorso, demolirebbe l’intera procedura, quando si assumono viziati almeno due commissari, mentre non agisce nello stesso modo, quando il commissario contestato sia solo uno, come, ad es., in diritto privato.
    Forse la ratio di questa differenza risiede proprio nella questione della prova di resistenza, visto che si poteva essere abilitati anche con soli 4 voti.
    Speriamo che a progettazione e a costituzionale -e in ogni dove- si riesca ad evitare il disastro…!
    Tom

  3. hahahaahaha comunità scientifica hahahahahhahahahaha
    visto che mi sembra tu sia un accademico che volteggia, o fa finta di volteggiare, tra Marte e Urano ti do’ qualche riferimento:

    http://www.personaedanno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=44301&catid=225&Itemid=474&mese=01&anno=2014

    http://notizie.tiscali.it/socialnews/Ragnedda/10092/articoli/Lettera-aperta-a-Prof-Zeno-Zencovich-sulla-corruzione-accademica-in-Italia.html

    F. Gazzoni, Concorsi a cattedra e arbitrium merum, in Rassegna di Diritto Civile, 1, 1995, p. 223 ss.
    V. Zeno-Zencovich, Concorsi universitari e deforestazione, su Contratto e Impresa di vari anni fa (ti sarà facile trovarlo).
    D. Carlucci, A Castaldo, Un paese di Baroni, Milano 2008, pp. 84 ss., 185 ss.
    C. Zagaria, Processo all’università, Bari, 2007, pp. 76 ss., pp.153 ss.

    fino al capolavoro recente:
    F. Gazzoni, Cooptazione ieri e oggi, 2014, pubblicato sul sito judicium.it e velocemente rimosso (ma citato, per esempio, da E. Fittipaldi nel suo Baroni forever, sull’Espresso del 15 maggio 2014) e che se hai interesse a leggere ti posso inviare…..

    • Sarei molto interessato all’articolo di Gazzoni rimosso da Judicium e che non sono riuscito a reperire altrove. Potresti cortesemente mandarmelo o indicarmi un link dal quale scaricarlo? Grazie molte.

    • Ciao, sarei estremamente interessato all’articolo di Gazzoni, Cooptazione ieri e oggi che fu pubblicato sul sito judicium.it e poi rimosso. Se comprendo bene tu potresti inviarmelo o comunque farmi avere un link dal quale effettuare il download. Posso chiederti questa cortesia? Molte grazie in anticipo.

  4. @Desolation, ma quale Marte e Urano, io sono a Bari.
    Tutti lo sanno -o, comunque, possono facilmente informarsi se interessa loro-, e lo sanno da sempre, visto che on-line, da sempre, cioè da quando ho iniziato a interessarmi di politica universitaria nel 2007, ho usato il n.n. Tom Bombadillo, però specificando la mia vera identità (che per altro qui appare direttamente). E non ero mica strutturato, mi sono strutturato solo nel 2011, per giunta grazie alle “mie” regole e ad un colpo di fortuna ulteriore (hanno sorteggiato su base nazionale anche il commissario interno, oltre che gli esterni: cosa che mi ero guardato bene dal proporre, per timore che, qualora fosse stata accolta, avrebbe portato le Facoltà a non bandire).
    Quindi, non vorrai davvero spiegare a me il funzionamento dei concorsi?… quando fondammo l’APRI proprio per ottenere concorsi aperti, e, per una troppo breve parentesi, li abbiamo pure ottenuti, grazie alle “nostre” regole (magari non come negli USA, ma, comparativamente, i più aperti che ci siano mai stati in Italia).
    Poi, sai, nei ricorsi relativi ai concorsi è mors tua vita mea. Cioè il posto è uno, e quindi è chiaro che, se uno ricorre, e per vincerlo lui e, correlativamente, toglierlo al vincitore. Mentre qui non c’è numero massimo di abilitati, e quindi PROPRIO NON RIESCO A CAPIRE LA VOLONTA’ -ammesso, e non concesso, che qualcuno l’abbia- DI LEDERE I PROPRI COLLEGHI togliendoli l’abilitazione!
    In fondo, si tratta di persone che, normalmente, dovresti frequentare: con i quali ti trovi a convegni, vai a cena insieme, provi a presentare progetti, scrivi volumi a più mani, costituisci associazioni, ti confronti sui temi della tua materia, o su altro, molte volte semplicemente ridi e scherzi.
    Mi pare inverosimile, invece, che a privato ve ne stiate ognuno chiuso nella propria stanza o, comunque, università: credo e spero che non sia così.
    Più in generale, tu credi si possa fare ricerca scientifica standosene nella propria stanza?…senza confrontarsi con i colleghi di altre scuole ed università? Si può fare ricerca senza una comunità?
    Forse si può anche fare, ma sarebbe l’eccezione e non la regola.
    Da uno dei documenti che hai postato, in cui -se pur in subordine- si chiedeva l’effetto demolitorio dell’intera procedura, si contestava ai commissari l’autoreferenzialità.
    Evidentemente, però, il ricorrente ha fatto una valutazione politico-accademica diversa dalla mia, perché un settore in cui ci si inizia a mettere tutti contro tutti -chiedendo non solo di ottenere l’abilitazione non ottenuta, ma anche che sia tolta agli altri-, forse c’è il rischio che tutti diventino autoreferenziali…ché, se non ci si parla e non ci si frequenta più, cos’altro si può diventare?
    Tom

  5. Non mi è chiaro il perché tu continui a parlare di cose che non conosci, e rifiuti di conoscere, visto che ti ho dato l’opportunità per farlo.
    Ma del resto “ti sei strutturato” da solo grazie a un colpo di fortuna…quindi, all’evidenza, tra Bari e Alpha Centauri ci deve essere un collegamento che frequenti quotidianamente…deve essere un po’ come il tunnel nel Gran Sasso della Gelmini.
    P.S. ignoro il tuo rapporto con il denaro, ma ti segnalo che i privatisti sono avvocati e notai, scrivono, ben remunerati, su riviste con migliaia di abbonati, preparano gli aspiranti avvocati, notai e magistrati…insomma, i privatisti non scherzano con i colleghi in facoltà, i privatisti LAVORANO!

  6. @Desolation, a dire il vero, i privatisti universitari che LAVORANO, innanzitutto, dovrebbero lavorare facendo ricerca scientifica -oltre che didattica, almeno se sono professori, e non ricercatori-, E QUINDI RELAZIONANDOSI CON LA PROPRIA COMUNITA’ SCIENTIFICA DI RIFERIMENTO, più che fare tutte le altre cose, pur importanti, che hai segnalato tu.
    Francamente, poi, non capisco quali sarebbero le questioni universitarie di cui parlo senza conoscerle e, per conoscerle, dovrei approfittare dei tuoi preziosi suggerimenti.
    I concorsi universitari?
    Ma ti rendi minimamente conto di quello che scrivi e a chi lo scrivi?
    Sai quante questioni giudiziarie relative a concorsi universitari mi sono state sottoposte, per un parere, da vari precari che non riuscivano “ad entrare” in questi anni? Sai quante ne ho viste e, soprattutto, ne ho scritte?
    Tu conoscerai pure il tuo settore meglio di me, questo è lapalissiano -né io sono minimamente interessato ad un approfondimento sullo “stato di salute” di un singolo settore (che non sia il mio)-, ma io ho un’esperienza trasversale che, francamente, non è in alcun modo paragonabile alla tua.
    Per quanto riguarda il mio colpo di fortuna, poi, ancora una volta si è trattato di una vicenda molto terrestre, ovverosia che all’Uniba vi erano due Facoltà di Giurisprudenza, ognuna con un proprio prestigioso docente di riferimento della materia, ed anche con un proprio validissimo candidato al concorso. Beninteso: entrambe cose perfettamente legittime, ed anzi auspicabili. Siccome, però, si era creata una situazione di stallo, e non si riusciva a nominare il commissario interno, l’allora Preside della Facoltà -che per altro è l’attuale Rettore-, propose “salomonicamente” che anche il commissario interno fosse sorteggiato su base nazionale, come già previsto per gli esterni dal d.l. 180/08 (ovverosia dal “d.l. APRI”, con il quale infatti numerosi apristi si sono strutturati da candidati esterni). Risultato? Ha vinto il candidato esterno, cioè io, con un concorso svoltosi anche fisicamente (Milano) a mille km di distanza dalla sede che lo aveva bandito (appunto, Bari).
    Chiarito questo -che per altro nella discussione non ha alcuna importanza, se non per qualificare chi, cioè te, nascondendosi dietro l’anonimato (cosa, ribadisco, che io non ho mai fatto), ed evidentemente essendo in affanno argomentativo, passa ad attaccare la persona, visto che non riesce a confutarne le tesi-, passiamo ad altro.
    Infatti, mi pare che molto stranamente ti sfugga che anche i penalisti, per così dire, fanno un po’ di professione…e che magari ci sono un po’ di interessi economici, politici, istituzionali, etc., anche nel diritto penale….anzi, guarda, non ti dispiacere, ma forse sono persino maggiori che nel civile.
    Ma non vedo perché farla tanto complicata, quando la questione è semplicissima.
    Evidentemente, tu sei uno che crede che “mal comune è mezzo gaudio”.
    Io sono uno che crede che il male comune, visto che riguarda più persone, lungi dall’essere un mezzo gaudio, è un male molto maggiore, perché molto più esteso.
    In definitiva, a me pare che la logica di chi mai dovesse agire amministrativamente, non solo per ottenere l’abilitazione non ottenuta, ma anche chiedendo che sia tolta a chi già l’ha ottenuta, sia appunto una logica da “mal comune mezzo gaudio”, che io però non condividerò mai, per ragioni evidentemente metodologiche, che non possono essere revocate in dubbio dal merito della situazione dello specifico settore disciplinare, né, tanto meno, da attacchi personali, per giunta portati avanti da persone coperte dall’anonimato.
    Passo e chiudo.
    Tom

    • Condivido parola per parola!

      Sono un abilitato della prima tornata nel settore 12 A1 con il decreto di nomina già emesso (manca solo la presa di servizio).
      In realtà si avvantaggerebbero, di un eventuale (ma secondo me realmente improbabile) annullamento dell’intera procedura di diritto privato, soltanto gli altri settori di area 12 che, a quel punto, prenderebbero i nostri posti.
      I fondi del piano straordinario associati, infatti, devono essere spesi entro il 31 marzo, e a quel punto sarebbero utilizzati bandendo per altre materie.
      Riguardo ai posti di prima fascia, quelli già banditi o istituiti per valutazione individuale o tra gli abilitati del medesimo ateneo, sono pochissimi.
      Insomma chi riuscirà ad ottenere una rivalutazione della propria posizione (sempre che il Consiglio di Stato confermi le decisioni dei Tar) potrà partecipare ai bandi di prima e seconda fascia che si emaneranno nei prossimi anni (in relazione e questi l’interesse dei ricorrenti ingiustamente, laddove sia così, non abilitati lo vedo). In relazione ai bandi di seconda fascia che si emaneranno entro marzo delle due l’una: se viene annullato tutto, privato verrà semplicemente escluso; se permane la linea dell’annullamento della singola posizione, la rivalutazione non arriverà in tempo per consentire all’abilitato pretermesso di partecipare al bando.

  7. Ohhhhh finalmente eccolo qui il punto! chissene importa di una procedura illegittima! Chissene importa delle nefandezza della commissione (ci sono indagini pedali in corso)! Chissene importa dei non idonei con titoli maggiori degli idonei!
    Qua importa solo che chi è idoneo prenda servizio e avanti così madama la marchesa….poi ci si chiede come mai i non idonei chiedano che si annulli tutto?
    Per fortuna non saranno gli idonei a decidere…anche se si stanno dando molto da fare.

  8. @Desolation e altri
    Ohhhhh finalmente eccolo qui il punto! chissene importa di una procedura illegittima! Chissene importa delle nefandezze della commissione (ci fossero state indagini penali a suo tempo)! Chissene importa di tanti fatti fuori pur avendo titoli maggiori dell’interno di turno che illo tempore vinse il posto di Ricercatore a tempo indeterminato messo su ad hoc !
    Qua importa solo che si piazzi l’eletto di turno allevato dalla nascita per ricoprire tale ruolo, e avanti così madama la marchesa….poi ci si chiede come mai ci sono molti precari abilitati e tanti strutturati non abilitati che statisticamente all’epoca avranno battuto gli stessi precari oggi abilitati?
    Per sfortuna sono sempre gli stessi a decidere e si stanno dando molto da fare.

    Tutto è relativo ( Einstein, )!!!

    Io Vi chiedo allora, un precario abilitato è vittima della sfortuna?
    Se è così, amen (come risposta sono graditi anche grafici basati sulla distribuzione statistica della sfortuna).
    In caso contrario, subito un piano di assunzione precari abilitati, strutturati anche con ruoli vicino agli attuali RI, che non sia a discapito però degli RTD.
    Altrimenti qualsiasi discussione su “chi fa cosa contro chi”, e ve ne sono a fiumi, è affetta da molta, troppa, tanta relatività.

  9. il ministero accellera vistosamente la pubblicazione dei risultati della seconda tornata in questa settimana a seguito di numerose istanze presentate (per ora solo in via stragiudiziale) per la lentezza nella pubblicazione…personalmente (come altri colleghi in questa settimana) la prossima settimana notificherò ricorso al tar con richiesta di risarcimento del danno visto che la mia facoltà ha bandito il concorso per il mio ssd ed io nn potrò partecipare per la mancata pubblicazione dei risultati del mio settore

  10. Segnalo quella che mi risulta la prima risposta del Miur alle molte interrogazioni parlamentari in materia, singolarmente pervenuta il giorno prima della prima sentenza Tar di annullamento di giudizio:

    http://www.manuelaghizzoni.it/2014/10/31/labilitazione-scientifica-nazionale-fra-tar-e-attendismo-manuela-ghizzoni-31-10-14/

    spero mi sia consentito di trovare assolutamente ipocrita la posizione secondo cui, chi ha il proprio giudizio annullato, può chiedere di partecipare “con riserva” ai concorsi locali. Ma scusate, almeno secondo il Piano Associati nessuna Università bandirà un posto se il proprio ricercatore non ha ottenuto l’abilitazione! per cui mi pare veramente un’offesa ulteriore a chi sta subendo gli effetti velenosi di questa vicenda!!

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