Segnaliamo ulteriori reazioni ai valori-soglia proposti dall’ANVUR, provenienti dall’area delle scienze giuridiche. «Il Consiglio direttivo della Società Italiana di Diritto Internazionale e di Diritto dell’Unione europea … esprime  viva preoccupazione per i possibili effetti distorsivi derivanti dall’applicazione dei valori soglia proposti dall’ANVUR e, in special modo, di quello relativo ai lavori monografici, In particolare, il Consiglio rileva che: a) il valore soglia relativo ai lavori monografici individuato dall’ANVUR non è imposto dal dettato normativo … un grave pregiudizio in capo ai candidati commissari dei settori concorsuali 12/E1 e 12/E4, tale da favorire la presentazione di un numero consistente di ricorsi che potrebbe ostacolare il normale svolgimento delle prossime abilitazioni nazionali;d) non è da escludersi che una simile impostazione rischi di alimentare anche lo sviluppo di pratiche deteriori (segnatamente, la produzione di monografie esclusivamente finalizzate al soddisfacimento del requisito in parola).» Anche il Direttivo dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti auspica che «i valori-soglia per l’abilitazione a professore ordinario e professore associato non trasformino la valutazione in un automatismo basato su elementi prevalentemente quantitativi, ma lascino adeguato spazio per la valutazione qualitativa dei prodotti scientifici della ricerca presentati dai candidati. Nella stessa prospettiva suggerisce che, nella determinazione dei valori-soglia per i commissari, si compiano delle scelte che consentano, in ciascun settore concorsuale, una significativa rappresentanza degli ordinari in servizio, i quali hanno già dimostrato di avere raggiunto la piena maturità scientifica, per candidarsi a far parte delle commissioni.»

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19 Commenti

  1. Come ben sanno gli appartenenti a ssd relativi a scienze umane e sociali, le monografie si scrivono per diventare associato o ordinario. Gli ordinari, se scrivono, scrivono saggi. Non ha dunque alcun senso limitare agli ultimi 15 anni la rilevanza (anche) delle monografie, ammesso – e non concesso – che abbiano senso soglie quantitative, mediane, citazioni e consimili sciocchezze

    • Meglio non generalizzare: cosi’ e’ nei settori giuridici, da oltre un secolo. A riprova dell’assurdita’ di regole uniformi, basate sulla generalizzazione di alcuni ssd .

  2. Penso ai moltissimi colleghi meritevoli che devono ancora essere abilitati per PA o PO e devono attendere ancora perché si avvii la tornata.

    Data l’urgenza, in vista dell’inevitabile riforma dell’ASN, il MIUR dovrebbe mostrare di esistere lasciando mano libera alle commissioni, eliminando quindi del tutto le demenziali condizioni di soglia basate sulla bibliometria. Date le condizioni, questa è l’unica possibile via d’uscita.

    • Temo invece che quello che desiderino sia un ulteriore slittamento, avanti con ricercatori A che costano meno,portano più voti e fan quel che gli si dice. In questo modo raggiungono tre scopi: risparmio, clientela e accontentamento dei gruppi più forti.

  3. Leggendo queste varie “reazioni” di società scientifiche al valori soglia dell’Anvur, mi pare di notare che ciò che le accomuna tutte è la preoccupazione che troppi ordinari che han finora lavorato troppo poco rimangano fuori dalle commissioni di concorso. Ma non sarà che, dietro tutto al fumo che si agita, si protesti soprattutto a tal fine?

    • Sarà. E’ anche vero che ci sono molti buoni argomenti qua e là e se è vero che “a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca”, sarebbe sempre opportuno non perdere di vista i principi sui quali dovrebbe basarsi il nostro lavoro, principi che vanno difesi.

    • Confesso di essere legato a una visione aristocratica (forse utopica) dell’universita’, ma trovo assurdo che un ordinario non abbia diritto di contribuire a decidere chi dovra’ diventare associato/ordinario, senza dover dimostrare di essere piu’ bravo o produttivo delle nuove leve (peraltro negli ultimi 15 anni, in un’evidente illusione ottica). Ma la cosa piu’ triste e’ vedere – come nell”ASN 2012 – tanti ordinari pronti a tutto, pur di superare insulse mediane, anziche’ rifiutarsi – come hanno fatto pochi, ma veri, maestri – di soggiacere ai dettami burocratici dell’Anvur e del Miur. Purtroppo e’ questo il vizio antico dell’universita’ (conformismo e servilismo). Per questa ragione vincera’ sempre il Ministro di turno e I professori ubbidiranno, magari tentando di eludere la disciplina

    • Per Bartolo: sei dunque a favore di un ritorno all’arbitrio totale delle commissioni composte da ordinari eletti da colleghi ordinari, come nel sistema pre-ASN? E se no, quale alternativa proponi?

    • Arbitrio totale no: ci sono delle regole, e dei tribunali che possono giudicare dell’operato delle commissioni. La soluzione è la trasparenza, primo passo per la responsabilità dei valutatori.

  4. Condivido la risposta di Antonio Banfi. Non e’ pensabile sopprimere la discrezionalita’ tecnica (che non e’ arbitrio) dei commissari. Mediane e renziana “misurazione quantitativa della qualita’ della ricerca” non selezionano I migliori, ma solo I piu’ furbi e conformisti e sono un insulto all’intelligenza. L’ASN e’ una presa in giro per I precari e ha ulteriormente rafforzato la piaga del localismo, con l’abolizione di fatto dei concorsi, sostituite da ridicole selezioni locali

    • Condivido la sostanza del commento di Bartolo, e credo di aver scritto una cosa simile quando la ASN prima versione era all’inizio. Tutto è cambiato. Ma nulla è cambiato. Voglio però precisare che la “misurazione quantitativa della qualità della ricerca” non è in origine renziana. L’invenzione, dal punto di vista delle policy, risale a Fabio Mussi/Modica che hanno adottato il disegno leninista (cit. da Siimon Jenkins) della Thatcher ed hanno creato ANVUR. Poi è arrivata Gelmini e il suo consigliere Giavazzi che hanno realizzato l’agenzia nella sua forma pressoché originale. A questo punto sono arrivati i bibliometrici-fai-da-te del primo direttivo che ha trovato il convinto sostegno del ministro Profumo. Poi è arrivata la bersaniana carrozza: quella della VQR come fotografia dettagliatissima. E solo dopo il duo Renzi-Giannini. Che hanno rinnovato il direttivo con altri intellettuali organici, qualcuno esperto in bibliometria-fai-da-te.

    • Devo correggere Baccini (di solito precisissimo, ma “quandoque dormitat bonus Homerus”). L’espressione “una fotografia dettagliatissima e,soprattutto, certificata della qualità della ricerca italiana” non è della Carrozza, ma dell’allora presidente Anvur, Stefano Fantoni. Nell’occasione, la Carrozza aveva invece detto che “l’Italia entra nell’Europa della valutazione”.
      http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/scienza/2013/07/16/radiografia-piu-completa-ricerca-italiana_9032744.html

    • Ringrazio De Nicolao della correzione. Però per essere ancora più precisi: in occasione della presentazione della VQR, anche la ministra Carrozza, dopo aver proclamato che “Con questa giornata, l’università italiana entra nell’Europa della valutazione”, affermò che “La VQR … è una fotografia”.
      http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/2d144c3c-9fd2-4b8f-b10b-9e286e9aa1ef/anvur_160713.pdf
      L’aggettivo “dettagliatissima” fu introdotto dall’allora presidente Fantoni.

    • Per Bartolo e Antonio Banfi: Forse è il caso che andiate a rileggervi aurei libri scritti nell’epoca dell’arbitrio totale delle commissioni degli ordinari eletti dagli ordinari, a fronte delle quali (come ricorda bene chiunque abbia qualche anno in più) nessun tribunale metteva bocca (sulla base del principio che la commissione è sovrana di giudicare i titoli come le pare: e dunque una fotocopia di relazione a convegno a Zagarolo era giudicata valere più di una monografia uscita per Oxford University Press). Consiglio a tutti, per esempio, Cristina Zagaria, Processo all’università: cronache dagli atenei italiani tra inefficienze e malcostume (Dedalo 2007).

    • I casi di malcostume esistono nell’Università come in tutta la società italiana. Detto questo, non credo si possa correggere il malcostume con delle idiozie mai viste in alcun altro paese. Comunque sia, insisto sul fatto che il vero rimedio al malcostume è la trasparenza. La deriva quantitativa è solo un moltiplicatore di malcostume travestito da virtuosità. E tanti, troppi lo sanno benissimo e infatti ci sguazzano.

  5. Puntualizzazioni opportune. In effetti, l’impostazione e’ tardo-brezneviana, anche se poi e’ servita a un progetto neo-liberista, nel contesto di tagli generalizzati e dissennati alla spese pubblica. Renzi vi ha aggiunto il populismo mediatico e la sua straordinaria capacita’ di cogliere al volo gli umori piu’ beceri nel volgo. Restano la miseria intellettuale e il servilismo dei professori universitari (aveva ragione Croce a disprezzarli. Parola di ordinario!)

  6. Gentile Leonardo, la mia memoria storica diretta risale a piu’ di 30 anni fa (la conoscenza e’ ben piu’ risalente). Non ho constatato nessun miglioramento con l’ASN. Come sempre, e’ capitato che passassero capre e non qualche valido studioso. Non alimentiamo leggende e miti qualunquisti, fondati su libelli polemici.

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