Il CUN ha ricevuto la lettera del Ministro Profumo datata 21 settembre.

Si tratta della lettera pubblicata da ROARS [il testo originale si trova qui] con cui il Ministro aveva tentato di rispondere alla mozione del CUN del 12 settembre, la quale chiedeva un’interpretazione autentica del D.M. 76/2012 rispetto alla questione della derogabilità o inderogabilità delle mediane da parte delle commissioni.

Il CUN ringrazia il Ministro, ma contesta la risposta nel metodo.

Con la propria nota del 28 settembre, rispondendo al Ministro, il CUN ribadisce che una semplice lettera non vale come interpretazione autentica.

ROARS lo aveva già più volte sottolineato [Salviamo le abilitazioni (prima che sia troppo tardi) e Il Mi(ni)stero dell’interpretazione non autentica e le commissioni medianiche].

Scrive il CUN: “alla luce dell’incertezza tuttora perdurante all’interno della comunità accademica in merito alla corretta interpretazione del DM 7 giugno 2012, n. 76, quanto al margine di discrezionalità di cui potranno usufruire le commissioni per le abilitazioni scientifiche nazionali, questo Consesso ritiene opportuno che le precisazioni ricevute si traducano in un provvedimento ministeriale di chiarimento, la cui adozione e diffusione assicuri la certezza del quadro normativo di riferimento”.

Il messaggio è molto chiaro.

Si tratta dello stesso messaggio inviato al Ministro dalla mozione bipartisan presentata alla Camera [Mozione Mazzarella-Gelmini-Binetti: il Governo intervenga sulle mediane]: occorre un atto normativo o un’interpretazione autentica erga omnes.

A questo punto, manca appena un mese e mezzo alla data del 20 novembre, termine entro cui i candidati dovranno aver presentato le domande.

Sorgono alcuni interrogativi, ai quali non sappiamo dare risposta.

1) Il Ministero procederà all’interpretazione autentica del D.M. 76 (regolamento ministeriale) con nuovo D.M. avente anch’esso natura di regolamento? O intende perseguire qualche altra strada, come ad esempio una direttiva interpretativa?

2) Il Ministero intende assicurare certezza o, invece, lascerà le commissioni e i candidati nella totale incertezza giuridica, accollando ogni rischio e responsabilità in capo ai commissari?

3) Può il Ministero garantire con certezza ai candidati e ai commissari che l’iter dell’interpretazione autentica  si concluderà entro il 20 novembre 2012?

4) Non sarebbe più opportuno, anziché adottare un nuovo e ulteriore D.M. o produrre una direttiva interpretativa, affrontare alla radice il problema, modificando il D.M. 76 e sostituendo le mediane con criteri diversi, di natura statica e non statistica, per scongiurare i contenziosi già in essere sulla legittimità delle mediane?

Infatti, per più di un verso la discussione di queste settimane circa le mediane è fuorviante. Il punto non è se esse debbano essere o meno derogabili.

Il punto è che si è giunti a una situazione tale – grazie alle ammissioni e agli errori di ANVUR – per cui tutti sanno che le mediane sono illegittime e aleatorie (calcolate in modo arbitrario, su dati carenti e non verificabili, sulla base di formule discutibili) e dunque, a rigor di logica, inapplicabili come criterio di valutazione, quand’anche si trattasse di un criterio fra i tanti disponibili.

Il ministro desidera davvero insistere con una procedura fondata su di un criterio “inapplicabile ma derogabile” o meglio ancora “derogabile perché inapplicabile”, che tuttavia sarà utilizzato per la selezione delle commissioni e che ha già contribuito a determinare candidature mancate e ritirate?

Non sarebbe meglio prendere atto dell’inapplicabilità?

L’avvio delle procedure di Abilitazione nazionale non è partito sotto buoni auspici. Una correzione di rotta sarebbe pertanto auspicabile.

Le voci in tal senso si stanno moltiplicando da più fronti e sarebbe opportuno che il Ministro vi prestasse ascolto.

 

 

 

Non si possono non rilevare le nuove modalità di comunicazione inaugurate dal Sign. Ministro, Prof. Francesco Profumo. Sin qui, quando un soggetto istituzionale si rivolgeva a un altro organo istituzionale era solito riconoscere l’organo o chi lo rappresentava all’esterno nel ruolo pubblico in considerazione del quale avveniva lo scambio.  La si reputava una forma imposta dal necessario rispetto fra Istituzioni. Ora apprendiamo che non è più così: gli organi istituzionali prendono affettuosamente il primo nome di coloro che li presiedono. Senza dubbio, anche questa è un’innovazione.

 

 

 

 

 

 

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5 Commenti

  1. La situazione, giorno dopo giorno, fa sempre più paura. In questo momento, a un mese e poco più dalla data di chiusura per la domanda di abilitazione, ancora niente si sa sulle reali modalità di valutazione.

  2. “Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’.”
    Ma quando chiediamo in tantissimi lo scioglimento di Anvur, mica pensiamo solo al Consiglio direttivo? C’è il Comitato consultivo, ci sono gli Esperti di valutazione e i dirigenti amministrativi da spostare altrove.

  3. Che cosa vuol fare l’Anvur-Miur?
    a mio modesto avviso, aspettare che le Abilitazioni affondino colpite dai siluri dei ricorsi e poi gettare la responsabilità sui docenti italiani e sulla magistratura…

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