La “forza tranquilla” della mobilitazione delle mozioni “stop-VQR” si è estesa a macchia d’olio: 129 mozioni in 46 atenei che da diverse angolazioni denunciano la disattenzione della politica per l’università e sottolineano che mancano le condizioni per procedere allo svolgimento della nuova VQR. In poco più di un mese una protesta capillare è salita dal basso attraverso i dipartimenti arrivando ormai agli organi di governo centrali. Di queste 129 mozioni, 21 sono state deliberate da senati accademici, tra cui quello di Napoli Federico II, l’ateneo del nuovo presidente della CRUI e il Senato Accademico di Genova, il quale
ritiene che la valutazione debba essere concepita come un indispensabile strumento di crescita dell’Università e di promozione della qualità della ricerca, nel contesto di una piena integrazione di ricerca e didattica, e di arricchimento informativo, non come un meccanismo finalizzato ad una selezione di presunte eccellenze;
e pertanto
considera inappropriate a questo fine le modalità di valutazione previste per la VQR 2011-2014 e i suoi impieghi in sede di ripartizione delle risorse, come rilevato anche da altri Atenei e da autorevoli Società Scientifiche, e ne chiede la sospensione, in accordo con quanto richiesto anche dal CUN, per favorirne una radicale riformulazione, in grado di consentire una valutazione approfondita della qualità della ricerca, che sia rispettosa delle specificità disciplinari.
La mappa delle mozioni
Nota: la “mappa delle mozioni” è stata disegnata sulla base delle mozioni riportate nella tabella pubblicata sul sito della Rete 29 Aprile e della tabella diffusa da Carlo Ferraro il 15.11.2015 attraverso la sua mailing list. Data la situazione in continua evoluzione, alcune mozioni approvate potrebbero non essere riportate nella mappa. I cerchi gialli segnalano le delibere dei Senati Accademici.
Leggendo l’ultima circolare dei colleghi Ferraro e D’Achille, mi stupisce la penultima frase inserita in un modello di comunicato stampa, in cui si riassumono le vicende del blocco degli scatti e delle rivendicazioni: “Se tra 15 giorni [i docenti universitari] otterranno di essere valutati per i loro avanzamenti cesserà anche la pressione sulla VQR.”
Credo invece fermamente che la revisione della nuova impostazione della vqr, nonché preliminarmente dell’operato e del ruolo dell’Anvur, sia necessaria al di là della questione degli scatti ecc.
Frase sibillina che non ho proprio capito. E che, se presa alla lettera, mi pare del tutto fuori dalla realtà, oltre che contraddittoria rispetto allo spirito della protesta:
– da un lato stiamo invocando ragionevolezza, prudenza e metodo nella “valutazione” (criteri non certo assicurati dall’attuale VQR;
– dall’altro richiediamo di essere precipitosamente “valutati” (ma come? e su quali basi legali?) per gli avanzamenti di classe.
Hai perfettamente ragione, collega.
[…] MIUR, che ripartirà le sempre più scarse risorse secondo criteri di distribuzione imposti dalla VQR, già contestata in molti atenei italiani anche per la logica di erenziante che caratterizza i […]
[…] estende “a macchia d’olio”, come informa Roars, la protesta del mondo universitario contro la prossima VQR 211-2014. In poco più di un mese sono, […]
[…] La “forza tranquilla” della mobilitazione delle mozioni “stop-VQR” si è estesa a macchia d’olio: 129 mozioni in 46 atenei che da diverse angolazioni denunciano la disattenzione della politica per l’università e sottolineano che mancano le condizioni per procedere allo svolgimento della nuova VQR. In poco più di un mese una protesta capillare è salita dal basso attraverso i dipartimenti arrivando ormai agli organi di governo centrali. Di queste 129 mozioni, 21 sono state deliberate da senati accademici, tra cui quello di Napoli Federico II, l’ateneo del nuovo presidente della CRUI e il Senato Accademico di Genova, il quale (continua a leggere QUI) […]
ad oggi 26.01.2016 solo 15 atenei hanno avuto mozioni degli organi di governo. basta controllare la tabella su R29A
La mappa è stata costruita (con molta pazienza) incrociando la tabella di R29A con la tabella fatta circolare da Carlo Ferraro. La pazienza era legata alla necessità di verificare quali mozioni erano presenti in entrambe le tabelle e quali non lo erano. In pratica è stata determinata l’unione dei due insiemi ed è pertanto del tutto naturale che il numero totale superi quello delle mozioni presenti in ciascuna delle due tabelle.