In una dichiarazione dell’aprile scorso l’ Università della California ha proposto una 18 principi per trasformare la comunicazione scientifica da sistema editoriale chiuso, basato sugli abbonamenti, a sistema aperto, equo, trasparente, sostenibile, ove i lavori scientifici sono liberamente accessibili a tutti. Questi principi guideranno d’ora in poi l’Università della California nelle contrattazioni con gli editori. La distanza dalle posizioni europee e italiane appare siderale. 

In una dichiarazione dell’aprile scorso l’ Università della California ha proposto una serie di principi che possono facilitare la trasformazione della comunicazione scientifica da sistema editoriale chiuso, basato sugli abbonamenti, a sistema aperto, ove i lavori scientifici sono liberamente accessibili a tutti.

In sintesi, mentre gli editori stanno facendo di tutto per ridurre i diritti e la libertà accademica degli autori, crediamo che la nostra proposta possa aiutare a ristabilire un equilibrio, per dare ai ricercatori un maggiore controllo sul frutto del loro lavoro.

Questi principi hanno il potenziale di trasformare il sistema della comunicazione scientifica da chiuso e inaccessibile a un sistema più aperto, equo, trasparente, sostenibile.

Storicamente il nostro obiettivo nel licenziare riviste ed altre risorse è sempre stato quello di contenere l’aumento dei costi, espandere il numero di materiali online e combattere condizioni contrattuali troppo restrittive.

Ma ora ci troviamo costretti a pagare per sostenere un sistema in crisi che abbiamo tentato in tutti i modi di cambiare. Muovendo da questa considerazione i nostri ricercatori, bibliotecari e amministratori hanno cominciato a parlare con una sola voce, per passare dalle parole ai fatti. Vogliamo che le spese delle Università della California siano coerenti con i nostri obiettivi a lungo termine in relazione all’accesso aperto […] Poiché i nostri stipendi e il budget per gli abbonamenti provengono direttamente dai contribuenti, sentiamo il dovere di fissare termini e condizioni chiare per assicurare a quanti pagano le tasse che il loro denaro sia speso nel modo più etico, moralmente e socialmente responsabile, per perseguire il bene comune.

Dichiarazione di diritti e principi per una trasformazione della comunicazione scientifica [per le istituzioni dell’Università della California e per gli autori che ad esse afferiscono]

1 Nessun trasferimento di copyright – gli autori devono poter mantenere i diritti sui loro lavori e adottare una licenza creative commons di loro scelta.

2 Nessuna restrizione sui preprints – gli autori devono avere la possibilità di presentare per la pubblicazione lavori già resi disponibili come preprint.

3 Nessuna deroga alle politiche di accesso aperto – gli editori non possono chiedere agli autori di derogare alle politiche di open access previste dell’istituzione in cambio della pubblicazione.

4 Nessun ritardo nella condivisione – gli editori devono rendere i lavori degli autori immediatamente disponibili attraverso il deposito automatico nel nostro repository open access o in altro repository pubblico.

5 Nessuna limitazione al riuso da parte dell’autore – gli autori devono avere il diritto di riuso sulle figure, tavole e testi dei loro lavori senza chiedere autorizzazione e senza pagamento agli editori.

6 Nessuna restrizione alla modifica rispetto ai diritti ceduti – gli editori devono rendere semplice e trasparente il processo di rinegoziazione dei diritti da parte degli autori.

7 Nessuna riduzione delle eccezioni alla cessione dei diritti – le licenze non devono limitare, ma devono anzi espressamente tutelare i diritti degli autori, delle istituzioni e del pubblico di riutilizzare parti dei lavori pubblicati in accordo con le eccezioni e limitazioni previste per il copyright, in ossequio alle regole del “fair use”.

8 Nessuna barriera alla disponibilità dei dati – gli autori devono avere il diritto di rendere pubblicamente disponibili tutti i loro dati, le loro figure e materiali di supporto.

9 Nessun vincolo sul Text and Data Mining – gli editori devono rendere il materiale oggetto di licenza aperto, accessibile e disponibile ai ricercatori perché possano svolgere  attività di TDM senza ulteriori costi e con condizioni che permettano il riuso dei risultati.

10 Nessuna chiusura dei metadati – gli editori devono rendere i record bibliografici, le metriche d’uso e i dati citazionali degli autori liberamente disponibili a chiunque, in modo che siano facili da analizzare e leggibili dalle macchine.

11 Nessun lavoro gratis – gli editori devono fornire alle istituzioni i dati sulla peer review e sui contributi editoriali e tali contributi devono essere tenuti in considerazione quando si fissa il prezzo degli abbonamenti o i costi per le APC.

12 No agli abbonamenti a lungo termine – gli editori devono fornire alle istituzioni piani e tempistiche precise e trasparenti per garantire il passaggio dalle riviste in abbonamento a riviste open access.

13 No a barriere all’accesso permanenti – le istituzioni dovranno avere accesso perpetuo al materiale licenziato in passato e i back files dovranno essere resi disponibili una volta che una rivista è diventata open access.

14 No al double dipping – gli editori dovranno fornire alle istituzioni i dati sui pagamenti per l’OA ibrido da parte dei nostri autori e tali costi dovranno essere scalati dai costi degli abbonamenti.

15 No a profitti nascosti – gli editori dovranno dichiarare i prezzi per i servizi che forniscono in maniera trasparente sia quando richiedono il pagamento di APC che per altri costi di pubblicazione.

16 Nessun accordo se non c’è un riequilibrio dei costi legati all’OA – le istituzioni avvieranno accordi solo se prevedono il bilanciamento per le pubblicazioni OA dei nostri autori.

17 Nessuna nuova barriera per l’accesso ai nostri lavori – gli articoli degli autori saranno messi open access sul sito dell’editore come parte del contratto di sottoscrizione alle nuove riviste.

18 Nessun accordo che preveda la confidenzialità – gli accordi conclusi con le istituzioni saranno trasparenti e non conterranno clausole che limitino la condivisione dei contenuti.

Questi principi guideranno d’ora in poi l’Università della California nelle contrattazioni con gli editori. Particolarmente significativa in questo documento risulta:

  • la decisione corale di tutte le parti dell’istituzione coinvolte (chi paga, chi gestisce e organizza e chi usa l’informazione scientifica). Un modo di affrontare il tema del costo della conoscenza scientifica poco diffuso nel nostro paese, dove manca una consapevolezza dei problemi della editoria scientifica e dove spesso chi utilizza le riviste scientifiche non ha neppure lontanamente idea del loro costo.
  • la decisione con cui si afferma il diritto dell’autore al riutilizzo dei propri testi, dati e figure
  • la necessità di trasparenza sui costi e sugli accordi presi.

Se pensiamo a quanto sta accadendo in Europa c’è ancora molto da lavorare, ma la strada è segnata ed è assolutamente cruciale non restare indietro. Il ruolo delle “istituzioni” richiamate nel documento dell’Università della California – atenei in primis, ma anche Dipartimenti e biblioteche, e delle persone che danno vita a queste istituzioni – è, da questo punto di vista, fondamentale.

 

 

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