Dopo la tragica vicenda del suicidio del prof. Grimm, prosegue nel Regno Unito il dibattito sulla questione del fund raising negli atenei. Segnaliamo ai lettori l’articolo di Dorothy Bishop, apparso sul sito del Council for the Defence of British Universities:
As Fergus Millar noted in a letter to the Times last year, ‘in the modern British university, it is not that funding is sought in order to carry out research, but that research projects are formulated in order to get funding.’
Il testo completo può essere letto a questo indirizzo.
E’ un po’ come confrontare i risultati della ricerca con il logaritmo del finanziamento.
Rischio la logorrea, lo so. Ma che bello leggere una lettera così, da illuminista (non illuminato). A deep breath of fresh air.
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Cita il discorso del ministro Willets, che io linkai qui su roars quando si parlava di “research” and “teaching universities”:
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http://www.theguardian.com/education/2013/oct/21/universities-research-teaching-minister
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E dice anche che porre delle scadenze alla ricerca è innaturale, per via della sua imprevedibilità. L’industrializzazione della ricerca di base è un controsenso, eppure qualcuno pretende indici di produttività intellettuale come se i ricercatori fossero componenti di sistemi automatici di produzione in serie.