La VQR II sta di fatto monopolizzando il dibattito sull’Università negli ultimi mesi e chi scrive non crede si senta il bisogno di ulteriori articoli e/o considerazioni. Ma, se si amplia l’osservatorio ad includere ANVUR e MIUR sui risvolti della Valutazione della Ricerca nel 2016 forse può essere interessante una lettura concertata delle dinamiche che si stanno determinando. Senza ovviamente dare un giudizio di merito – che avrà spazio in altri tempi e altre analisi.

Va premesso che non si può in alcun modo pretendere di astrarre strategie o disegni di alcun soggetto dalla rappresentazione dei fatti con angolature diverse e diverse profondità di campo, tuttavia può restare un interessante reportage fotografico.

Il punto di partenza per la scena sono due recenti interventi, uno attribuibile a MIUR e l’altro iniziativa dell’ANVUR.

Sebbene non ci siano comunicazioni ufficiali ne resoconti, sono ormai numerose (anche su queste pagine LINK ) le informazioni circa la partenza di un tavolo MIUR-CRUI (ma sembra anche MEF etc…) sul tema “retribuzioni”. Un tema su cui non serve una ricostruzione bibliografica, ma basta ricordare che è da oltre un anno uno degli aspetti centrali del dibattito universitario.

La “partenza” di un simile tavolo con MIUR ora (oggi) va quindi intesa come una iniziativa MIUR – a meno di interventi dello stesso Governo – anche considerato che la CRUI chiede già dallo scorso luglio (LINK Paleari quasi un anno) che si lavori a questo tema senza che nulla ne sia scaturito (nonostante la occasione della finanziaria passata).

Ora invece “il tavolo” parte, ma parte in coincidenza del periodo di più forte tensione sulla VQR che sta mostrando (in quella che doveva essere la fase di chiusura) tutte le sue difficoltà. Risultato: prevedibile accreditamento delle proteste anti VQR, in particolare quelle di “ispirazione Ferrariana” che stanno ricevendo da questa iniziativa MIUR ulteriore motivazioni e indirettamente sostegno e appunto credibilità.

Non era difficile da prevedere, anzi. Come mai questi i tempi se sono anni che se ne parla ? Non immaginava MIUR di (intenzionalmente o meno) produrre un corto circuito con le dinamiche della VQR ? E ANVUR ?

L’altro spunto di riflessione è infatti uno dei vari comunicati ANVUR (LINK) in cui oltre a ringraziare gli Atenei per una collaborazione che non è proprio zelante, si avvisano gli stessi che la VQR avrà effetti sui loro finanziamenti ” E’ quindi interesse  degli Atenei e degli Enti contare su una valutazione completa e accurata della ricerca in essi prodotta, anche alla luce degli effetti che ciò avrà sul loro finanziamento, in vista del fatto che l’ANVUR non potrà che valutare i soli prodotti presentati in relazione a quelli attesi.”:

Una considerazione magari ragionevole in molteplici contesti, ma che in un comunicato agli Atenei sarebbe stata più appropriatamente indirizzata da MIUR piuttosto che da ANVUR.

E qui si pone la domanda duale della precedente. Non immagina ANVUR che una simile indicazione avrebbe potuto produrre un cortocircuito con le iniziative MIUR ?

Chi scrive è convito della opportunità della valutazione ed ha forte perplessità circa l’uso di una azione sulla VQR come strumento di protesta (non rientra neppure tra i pur 14’000 firmatari di una famosa lettera), tuttavia ha altrettanto forti perplessità sulle modalità con cui la VQR è gestita oggi.

La valutazione è un processo serio che può dare frutti solo se al di sopra dei dubbi di credibilità. Interventi che si sovrappongo nei loro risvolti (come i due di MIUR e ANVUR citati in precedenza); comunicati che in nome dell’andar incontro agli Atenei, annunciano proroghe a dieci giorni dalla chiusura (LINK) per poi essere seguiti da ammissioni di ritardi nella predisposizione di indicatori e criteri (LINK); la “obbligatorietà” di ORCID seguita dalla sua “non obbligatorietà”… e cosi via …

Tutto questo, insieme con la mancanza di chiare politiche e strategie distinte, anche nei diversi compiti di MIUR e ANVUR (agenzia terza) sta generando confusione e allontanamento, con il rischio non remoto di screditare la valutazione ed i soggetti responsabili.

Forse un po’ di “azione” in meno e di ponderazione in più sarebbero utili – anche per ripartire con una base solida per le politiche di valutazione – e non può non venire in mente l’ultima raccomandazione CUN sul tema (LINK CUN).

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4 Commenti

  1. Il post solleva un problema serio.
    Anvur è una agenzia di valutazione. Deve fornire i dati al Miur. Che è l’organo amministrativo e che quindi deciderà cosa fare con i dati Anvur vqr . Anche stavolta Anvur ha emesso dichiarazioni improprie. Per usare una figura retorica, l’ha fatta fuori dal vasino.

  2. “… rischio non remoto di screditare la valutazione ed i soggetti responsabili.”
    Credo che questo sia avvenuto già da tempo e non solo a causa delle vicende strettamente vqr-esche. Avvenuto in parallelo con la molta disinformazione, un generico buon senso o una generica lealtà istituzionale, spesso di convenienza, che regnano in quella percentuale maggioritaria dell’accademia che non spreca tempo per informarsi ed esegue o vuole eseguire, e non sa nemmeno cosa esattamente.
    Lo screditamento deriva anche dalla incapacità o dalla mancanza di volontà di dialogare, di essere più umili (meno presuntuosi e fanatici circa la ‘nobile’ missione valutativa da compiere, costi quel che costi). La miopia politica, di pensare che un processo sociale delicato e complesso, poco o non affatto sperimentato da questa comunità, possa essere gestito ottimamente nel giro del proprio mandato e poi messo a frutto attraverso il proprio curriculum professionale, porta sempre a disastri. Proprio per questo, per velocizzare, il ruolo sociale della valutazione, che può essere fatta in tanti modi e con tante finalità, è stato soppiantato dagli algoritmi, incomprensibili ai più e teoricamente sbagliati per gli intenditori, perché così è ‘scientifico’, oggettivo e inconfutabile. E chi lo contesta, proprio sul piano matematico, viene ignorato, perché nel senso comune ‘la matematica non è un’opinione’ [nota].
    [nota] L’espressione “Viene usata quasi sempre per tacitare e per imporre, e non viene quasi mai usata da chi conosce davvero la matematica …. qualsiasi politico sarà pronto a sottoscriverla” [come volevasi dimostrare] (http://rudimatematici-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/12/10/10-dicembre-1815-buon-compleanno-ada/)

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