Il professore egiziano Mohamed El Naschie è a sua volta protagonista di un caso che ha coinvolto un colosso dell’editoria scientifica e la cui onda lunga è arrivata a toccare una delle più famose classifiche internazionali delle università. Già nel 2009, D. N. Arnold, allora presidente della prestigiosa Society for Industrial and Applied Mathematics, aveva additato l’anomalia dei 307 articoli di El Naschie pubblicati nella rivista Chaos, Solitons and Fractals, diretta dallo stesso El Naschie. Sempre nello stesso anno, la casa editrice Elsevier rendeva note le dimissioni di El Naschie da direttore della rivista, successivamente rilanciata nel 2010 con un comitato editoriale interamente rinnovato.
La prolificità scientifica di El Naschie è riuscita ad influenzare persino la classifica delle università di Times Higher Education (THE). Nella classifica 2010, l’Università di Alessandria di Egitto si è piazzata al 147-esimo posto, guadagnandosi le pubbliche congratulazioni di Times Higher Education. Ma ancor più clamorosamente, nella sottocategoria “research influence”, misurata mediante le citazioni scientifiche, l’università di Alessandria si è classificata al quarto posto mondiale, davanti a Harvard e Stanford, venendo preceduta solo da Caltech, MIT e Princeton. Da subito, si veniva a sapere che lo straordinario risultato dipendeva dall’eccezionale produzione scientifica di un solo ricercatore, pubblicata in una sola rivista scientifica. Poche settimane dopo, in un articolo dedicato alla vicenda, il New York Times rivelava che si trattava proprio di El Naschie e della rivista da lui diretta. Dal 2009 esiste persino un blog (El Naschie Watch) dedicato interamente alle vicende di El Naschie
(Giuseppe de Nicolao, I numeri tossici che minacciano la scienza)