Le richieste delle mozioni “stop-VQR”, ma anche le sanzioni della “VQR di polizia” decretata da alcuni atenei, approdano in Parlamento con un’interrogazione del PD a firma Nicoletti, Ghizzoni e Narduolo: «in concomitanza con la nuova procedura di valutazione della ricerca (VQR 2011-2014) si stanno manifestando nella comunità universitaria dei docenti, ricercatori e studenti da un lato forme diffuse di protesta tra docenti e ricercatori, dall’altro minacce di ricorso a provvedimenti sanzionatori da parte di rettori e senati accademici». Si chiede al ministro «quali iniziative di competenza il Ministro abbia messo in atto per promuovere il dialogo e il coinvolgimento dei soggetti attivi e motivati del sistema universitario e della ricerca che soli possono garantire processi efficaci di valutazione e di innovazione e se non preveda di istituire presso il Ministero un tavolo di confronto su questi argomenti».
ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta in Commissione:
NICOLETTI, GHIZZONI e NARDUOLO. — Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
il sistema universitario e della ricerca italiano deve essere sottoposto a una procedura sistematica e rigorosa di valutazione sulla base di parametri internazionalmente riconosciuti e che, più in generale, si deve sviluppare, dentro e fuori le università, una «cultura della valutazione e dell’accountability» che superi l’idea che vi possano essere settori e istituzioni pubbliche o finanziate da denaro pubblico sottratte a una verifica puntuale della loro qualità;
il sistema universitario svolge all’interno della società funzioni diverse (in particolare, quelle relative alla didattica e quelle relative alla ricerca) ed ognuna di queste è assolutamente necessaria per il Paese e dunque deve essere valutata e valorizzata in modo specifico e adeguato alla sua importanza;
l’introduzione di meccanismi premiali di finanziamento svolge la sua funzione positiva di incentivazione al miglioramento del sistema laddove essa si accompagna e non sostituisce i meccanismi ordinari di finanziamento che devono consentire ad ogni parte vitale del sistema di svolgere la propria funzione;
le migliori pratiche di valutazione del sistema universitario e della ricerca di incentivazione all’innovazione si basano sul coinvolgimento attivo e positivo degli operatori;
i meccanismi di valutazione adottati fino a questo momento a livello italiano e i finanziamenti premiali ad essi legati non sono stati accompagnati da un’azione di recupero delle risorse tagliate nell’ultimo quinquennio al sistema universitario come richiesto con forza dalla CRUI per consentire non solo l’innovazione ma la sopravvivenza stessa di una seria offerta formativa diffusa, un effettivo diritto allo studio, un significativo reclutamento delle più giovani leve di ricercatori;
in concomitanza con la nuova procedura di valutazione della ricerca (VQR 2011-2014) si stanno manifestando nella comunità universitaria dei docenti, ricercatori e studenti da un lato forme diffuse di protesta tra docenti e ricercatori, dall’altro minacce di ricorso a provvedimenti sanzionatori da parte di rettori e senati accademici;
tali forme di protesta talvolta sono espressione di resistenze al cambiamento, talvolta di sincera preoccupazione per il complessivo impoverimento del sistema e per la penalizzazione dei più giovani –:
quali iniziative il Ministro stia intraprendendo per assicurare che la quota premiale di finanziamento sia realmente aggiuntiva rispetto al finanziamento ordinario del sistema universitario e della ricerca;
quali dimensioni stia assumendo la protesta di docenti e ricercatori e come sia distribuita sul territorio nazionale;
quali sanzioni siano state annunciate da rettori e senati accademici e quali iniziative il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca intenda intraprendere per garantire, nel rispetto dell’autonomia universitaria, un’eventuale equità di trattamento dei docenti coinvolti;
quali iniziative di competenza il Ministro abbia messo in atto per promuovere il dialogo e il coinvolgimento dei soggetti attivi e motivati del sistema universitario e della ricerca che soli possono garantire processi efficaci di valutazione e di innovazione e se non preveda di istituire presso il Ministero un tavolo di confronto su questi argomenti. (5-06998)
Non vi sembra il caso di organizzare un boicottaggio della VQR per come è concepita e non perché si hanno da difendere questioni corporative? Tali questioni sono legittime e sacrosante, ma è anche importante stabilire quanti siano i critici con una impostazione folle come quella della VQR. Se avete visto i criteri dei GEV e ci avete capito qualcosa fatemelo sapere. Io ho capito che una impostazione così analitica è confezionata ad hoc per alcuni settori accademici che la rispettano e per questo motivo sono del tutto autoreferenziali. I valori raggiunti dai parametri VQR, oltre che non essere minimamente correlati con l’eccellenza, hanno lo lo svantaggio di non individuare i soggetti improduttivi nell’università e di premiare invece, solo e soltanto, quelli che si muovono in un certo modo nell’ambito della ricerca fine a se stessa della massimizzazione degli indici bibliometrici. Nella mia Università ci sono alcuni kilo-authors che supereranno brillantente la VQR, ma che rappresentano la feccia dell’umanità e non solo dell’accademia!
La difesa del salario sarebbe una questione “corporativa”?! Se pretendono di valutarti con regole astruse e per compensarti ti tagliano il salario, le cose non sono correlate? E perché mai dovremmo preoccuparci delle pazzie dei singoli GEV a prescindere? Direi che potremmo avere altro a cui pensare nella vita che alle regole dei GEV.
Per esperienza: Roars ha passato due anni a scrivere articoli in cui mostrava le assurdità bibliometriche e non delle regole della VQR 2004-2010. Se c’è stata una rivolta contro l’assurdità da parte degli universitari italiani, non me ne sono accorto.
Caro Baccini, il mio intervento era proprio per confermare quanto tu hai constatato, e quindi sono d’accordo con te. La riflessione riguarda il fatto che se, vista la mancanza di rivolta, accettiamo il dibattito con l’ANVUR nel merito delle loro astrusità, siamo doppiamente perdenti. Quindi continuo a ritenere che l’unica via sia rifiutare alla radice l’impostazione ANVUR, come farlo è un altro problema. Smettere di perseguire questo obbiettivo ci sarà comunque fatale.
Per rifiutare alla radice l’impostazione dell’ANVUR, non resta che abrogare la legge Gelmini e quindi seguire con attenzione le proposte della politica in vista delle prossime elezioni, che molti ritengono imminenti.
Ma invece di boicottare la VQR solo e soltanto per la questione dei salari ci sarebbe da opporsi in massa per il solo fatto che i GEV stanno modificando la classificazione delle riviste a giochi fatti. Anni passati a pubblicare seguendo le vecchie regole della VQR e all’improvviso ci ritroveremo ad essere valutati con regole completamente nuove. A me sembra una follia.
A me sembra una follia che si facciano le liste di riviste. E che si scriva una bibliometria da incompetenti. Per chi si è adattato alle regole della vecchia vqr ed ora si lamenta, non mi dispiaccio neanche un po’ (serata cinica).
“Giochi” è proprio la parola giusta per designare gli “anni passati a pubblicare seguendo le vecchie regole della VQR” (sic!).
Ma dico io: scherziamo? Sarebbero questi gli scopi della ricerca? E questi i parametri di *qualità* da rispettare?
Ti prego, università italiana, torna in te …
Protestare per i GEV francamente mi pare un concetto un po’ astratto. Personalmente preferisco protestare per il salario.
Sono d’accordo con @Angel. Protestare contro i GEV è un po’ come protestare contro le mediane dell’ASN. Trattasi di questioni tecniche e futili.
Qui in ballo c’è ben altro, ossia la dignità della nostra professione.
@Alberto Baccini
Scegliere una delle tante riviste dove il mio settore pubblica non mi sembra un delitto se qualcuno dei GEV ha stabilito in passato che una, a modo suo, era migliore di un’altra. Per il resto non me frega proprio nulla del parere dei GEV su settori che non sono di loro competenza. Se cercavo di conciliare i miei interessi con quelli indicati dai GEV era solo a beneficio del mio ateneo.
@hikikomori
Sono i GEV che stabiliscono le regole. Potevano mantenere le vecchie regole per correttezza nei riguardi dei loro colleghi. Avrei voluto vedere la reazione di questi ordinari se il giorno prima del loro concorso da ricercatore o da associato gli avessero cambiato le regole del concorso.
La VQR non è un concorso. E comunque, quand’anche lo fosse, sarebbe normale che le sue “regole” venissero fissate al momento dell’emissione del bando (e non con anni di anticipo, come per dare ai candidati la possibilità di “prepararsi”).
In sostanza: chi accetta di essere valutato in questo modo, deve anche accettare che i criteri di valutazione per l’edizione 2004-2010 siano diversi da quelli dell’edizione 2011-2014. E che i benedetti “ranking” delle riviste si modifichino col tempo: c’è chi scende, e c’è chi sale …
In effetti, anche l’oroscopo cambia da un anno all’altro.
Già. E anche i numeri del lotto cambiano da un’estrazione all’altra. Però nessuno si lamenta. D’altra parte, se oggi è andata male, tra qualche giorno si può ritentare la fortuna …
La valutazione di Babilonia, avrebbe intitolato J.L. Borges.
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“In un celebre racconto di Jorge Luis Borges, La lotteria di Babilonia, si narra di un gioco a premi che, inizialmente istituito con le caratteristiche di una normale lotteria, si estende gradualmente fino a determinare, attraverso estrazioni casuali, l’intera esistenza dei cittadini del paese ove si svolgeva, a causa di una partecipazione obbligatoria e universale. Terribili o magnifiche sorti potevano spettare a ognuno e sopratutto queste erano dettate dall’assoluta imprevedibilità, o forse dai voleri dell’arcana compagnia organizzatrice del gioco [una premonizione dell’ANVUR?], la cui attività era talmente segreta che alcuni ne mettevano in dubbio la stessa esistenza, mentre altri ipotizzavano le più strane teorie cospirazioniste sul suo modo di operare.”
http://societazero.tumblr.com/post/30649821515/la-lotteria-di-babilonia
Il vero problema è che ogni gioco – per quanto assurdo – trova i suoi giocatori.