Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
il limite autentico del bando SIR, che la stessa Commissione si è trovata a dover fronteggiare, per così dire, con mezzi di fortuna, è l’estrema ristrettezza del budget. In questo modo, decine di progetti di ricerca certificati per ben due volte come “eccellenti” dallo stesso Ministero hanno dovuto forzosamente essere scartati. Tale situazione è particolarmente grave e ingiusta nel caso di quei giovani ricercatori non strutturati che, come me, collaborano da molti anni – nel mio caso quasi un decennio – alla sopravvivenza dell’Università pubblica e che potranno, a questo punto, soltanto emigrare.
Il limite primario del SIR e’ che nella prima fase i progetti vengono accettati o scartati sulla base di un abstract di mezza pagina!!
concordo!
I limiti del Sir sono numerosi: più che di un vero finanziamento della ricerca, si è trattato di una lotteria che premia pochi fortunati. Inizialmente le commissioni dovevano essere internazionali e invece non lo sono state. I progetti, scritti interamente in inglese, sono stati valutati da gente che non sapeva l’inglese e neanche l’italiano, visto come sono stati formulati i giudizi.
Non concordo affatto con la richiesta di questa lettera, di destinare eventuali fondi del 2015 per coprire i progetti scremati in terza fase dal SIR 2014. Il SIR 2014 è stato un fallimento totale. Nelle liste dei premiati non ci sono solo persone eccellenti ma anche persone con pubblicazioni che si contano sulla punta delle dita. Ci sono anche degli strutturati e alcune istituzioni risultano particolarmente premiate…. Tutto questo forse con le commissioni veramente internazionali sbandierate in principio non sarebbe accaduto. Se nuovi fondi ci saranno, sarebbe bene indirizzarli ad iniziative più serie.
I bandi SIR sono la materializzazione della sudditanza psicologica ai bandi ERC. I bandi ERC, che hanno gravi difetti di cui ho parlato qui, http://www.researchresearch.com/index.php?option=com_news&template=rr_2col&view=article&articleId=1346425, hanno almeno la scusante di essere pensati come ciliegina sulla torta, ovvero come premio in un sistema in cui i fondi strutturali sono assicurati. Qui da noi hanno levato la torta, hanno lasciato la ciliegina che è pure piuttosto piccolo e assegnata con criteri piuttosto discutibili. Ma il problema non sono i criteri (qualsiasi criterio che premia il top 2-5% è criticabile) ma l’impianto del finanziamento.
Concordo pienamente con FSL e aggiungo che non si sta premiando il top 2-5% ma finanziando un 2-5% (probabilmente nemmeno top). Chiamare il SIR finanziamento alla ricerca è una assurdità.
Ultimamente si vedono molte lettere simili: siamo stati dichiarati “eccellenti” da una qualche commissione e adesso vorremmo qualcosa che non era previsto dal bando per cui la commissione ci ha valutato. In qualche modo si vuole cercare di evitare una nuova competizione dove l’eccellenza ottenuta verrà messa in discussione.
Chiedere è lecito, ma spesso non fa altro che sviare l’attenzione dal problema vero. Cioè la mancanza totale di risorse adeguate (anche se le risorse per la ricerca sono ovunque competitive, quindi c’è sempre qualcuno che resta fuori per qualche motivo).
Inutile ripetere che il SIR è una lotteria e che la ricerca avrebbe bisogno di risorse più stabili e realmente competitive (sufficienti a coprire quelli che meritano).
Detto questo, destinare le risorse 2015 ai progetti 2014 sarebbe un furto e, sinceramente, considero la richiesta arrogante. Sicuramente chi ha scritto un progetto talmente eccellente avrà vita facile a ripresentarlo ed ottenere il finanziamento ora che l’altra metà degli eccellenti sono stati finanziati e non potranno più partecipare. La richiesta corretta è quindi quella di avviare subito il bando 2015 per poter competere.
La migliore richiesta sarebbe quella di avere progetti più di tagli inferiori, che possano garantire un finanziamento sufficiente (stipendio ricercatore + assegno di ricerca + dottorato + spese viaggi e qualche attrezzatura, ovvero circa 300K a progetto dovrebbero bastare) ma al contempo aumentare la platea dei progetti finanziati (con 300 circa a progetto si triplicherebbero). Basta togliere l’assurdo 60% obbligatorio di spese indirette.
Io sono rimasto molto perplesso sulla valutazione finale (post-colloqui) dei progetti ma forse qualcosa non ha funzionato nemmeno nei passaggi precedenti. Forse sbaglio a esporre la mia esperienza come revisore di progetti SIR però questo è quello che ho vissuto. Ho seguito come revisore anonimo nell’ambito delle scienze della vita un gruppo di progetti ed ho visto ad ogni passaggio il gruppo assottigliarsi secondo una logica abbastanza condivisibile (nel mio gruppo i progetti migliori resistevano). Alla fine uno solo progetto è rimasto. Progetto di qualità indiscutibile e meritorio di finanziamento sia come qualità di progetto che CV del candidato. Ebbene alla fine non è stato finanziato. Ho verificato (è quello che posso fare) i CV di alcuni vincitori (come qualità delle pubblicazioni). I molti casi i vincitori avevano contributo con un ruolo diciamo “non da protagonista” e la qualità stessa delle pubblicazioni era diciamo “mediocre” secondo degli standard internazionali per le scienze della vita. Decisamente inferiore rispetto al gruppo che ho revisionato.
Peccato un’ occasione sprecata.
Condivido il pensiero di molti che a monte c’e’ un problema molto più generale di scarse risorse. Il paese deve decidere quali sono le sue priorità ed investire nella ricerca.
grazie per avere condiviso la tua esperienza. ti confermo che dall’esterno si era avuta la stessa percezione
E’ lo stesso discorso della discussione precedente: senza risorse si perdono talenti, a tutti i livelli, e nuove idee con le relative possibilità di innovazione e crescita.
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Vista la grande competizione e il basso rate di successo nelle call europee, si chiedono già in diversi DG di ricerca a Bruxelles come fare per non perdere i tanti ottimi progetti che restano fuori per insufficienza di fondi. Qualcuno sta pensando di dirottare il “problema” alle regioni e di favorire l’utilizzo dei fondi strutturali per non perdere queste occasioni. E’ chiaro che laddove esistono consorzi intereuropei, come nei progetti collaborativi o di ricerca&innovazione, ci vorrebbero accordi specifici fra gli stati membri. Sarebbe più facile farlo coi progetti individuali, come le borse Marie Curie o i grant ERC.
E stiamo parlando di progetti comunitari che, come Francesco dice benissimo sono di diverse tipologie (c’è la ciliegina e c’è la torta) e che poi non dovrebbero essere un’alternativa ai progetti nazionali, bensì un’ulteriore opportunità basata su visioni di crescita comunitaria piuttosto che “solo” nazionale.
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Da noi, in Italia, non c’è la torta, le ciliegine sono risibili e la perdita inestimabile ormai. Non è questione di recuperare alcuni ottimi progetti.
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Quanto altro dovrà essere sprecato prima di rendersene conto? La risposta è nel vento, come disse qualcuno.
E’ indubbio che il bando SIR abbia rivelato moltissimi limiti. La maggior parte di essi, come giustamente osserva Francesco Sylos Labini, deriva direttamente dall’impostazione iper-competitiva (e nel complesso poco conducente) dei bandi ERC, soprattutto della call IDEAS. Sotto molti aspetti, però, il SIR si è addirittura configurato come una “brutta copia” delle call europee, cui almeno può riconoscersi una certa linearità procedurale.
E’ facile immaginare che molti ottimi progetti siano stati immeritatamente scartati durante le due fasi di peer-review (come capita, del resto anche in Europa). Ma la gestione delle audizioni ha, a mio giudizio, raggiunto le punte massime dell’illogicità, avvalendosi di parametri di valutazione che – a differenza della criticabile ma necessaria revisione fra pari – non trovano riscontro nelle migliori pratiche internazionali. Ritenere, ad esempio, che un quesito sull’esistenza di improbabili finanziatori esterni abbia lo stesso peso della valutazione delle competenze scientifiche (in uno spazio totale di 4 quesiti) è puro dileggio. Ed è significativo che quesiti del genere, più o meno attinenti alla sfera dell’intraprendenza manageriale, mutassero continuamente da colloquio a colloquio.
In ultimo, il rimarchevole successo dei ricercatori a tempo indeterminato nel bando SIR – a parità di giudizio nel referaggio – riflette assai bene il criterio soggiacente alla scrematura finale: risparmiare come e dove si può. Nella parte finale della mia audizione mi è stato chiesto con un misto di dispiacere e sgomento: “Ma lei non ha un posto a tempo indeterminato?” E così un bando nato per garantire “l’indipendenza scientifica” dei più giovani finisce con l’integrare i fondi di persone certamente meritevoli, ma la cui indipendenza è già garantita da uno status giuridico oggi a esaurimento.
Concludo dicendo che non avrei alcuna paura a partecipare ad un’altra (l’ennesima) valutazione-lotteria in stile SIR. E credo che anche gli altri colleghi ammessi alle audizioni (a suo tempo salutati come “vincitori” dal Sole 24 ore: http://www.scuola24.ilsole24ore.com/art/universita-e-ricerca/2015-04-28/giovani-ricercatori-miur-sceglie-vincitori-bando-sir-210046.php?uuid=ABNUi9WD) riproverebbero ad attraversare queste singolari forche caudine. Ma sarebbe doveroso dotare un simile bando delle necessarie risorse, così da garantire una percentuale di successo analoga a quella auspicata da F. Sylos Labini nel suo articolo. Diversamente, non considero un delitto proporsi obiettivi umanamente raggiungibili quale l’integrazione dei fondi precedentemente stanziati (integrazione, peraltro, già realizzata nei mesi precedenti con interventi assai modesti). L’aria che si respira quest’anno non lascia sperare in nuovi e più ricchi bandi. Piuttosto, è verosimile che il MIUR (e dietro di esso il governo) cerchino di far passare il 2015, quasi inavvertitamente, come l’anno dello slogan: “no SIR, no FIRB, sorry”.
>”no SIR, no FIRB, sorry”.
aggiungere “nothing!”
Qualcuno mi sa dire un bando MIUR per il finanziamento della ricerca? Uno solo uno per favore.
Mi sa che non solo per il 2015, ma anche per il 2016 non ci sarà alcun nuovo bando SIR. Quando sono andato per le audizioni al ministero ho chiesto notizie a riguardo ad uno dei ministeriali presenti. La sua risposta è stata che il 2016 sarà l’anno dei Prin, e che di un nuovo bando SIR non si parla proprio..
Gli ultimi bandi SIR hanno visto una percentuale di successo minima (circa 150 vincitori su oltre 5200 domande). Siamo sotto persino al primo bando ERC, per non parlare degli ultimi (Starting grant 2014: 12%, Consolidator Grant 2014: 15%) che sono stati molto più rapidi (es. Consolidator Grant: scadenza 20 maggio 2014, due mesi DOPO il bando SIR, risultati 23 Gennaio 2015, 5 mesi PRIMA dei bandi SIR). L’idea di costruire a livello nazionale un doppione dell’ERC non mi sembra troppo brillante. I fondi nazionali dovrebbero servire dare la possibilità al maggior numero possibile di ricercatori di lavorare con relativa tranquillità e mettere eventualmente le basi per presentare una domanda competitiva in un bando europeo. Lo sbilanciamento tra quanto l’Italia riceve dall’europa per la ricerca e quanto paga è dell’ordine di 500 milioni di euro all’anno. Il bando SIR ne ha distribuiti meno di 50. Continuare a essere poco competitivi costa davvero tanto.
Detto questo, posso capire l’amarezza di fabio turone. Il sistema “the winner takes it all”, per ricordare una indimenticabile canzone degli ABBA è molto discutibile. Il numero 10 in graduatoria prende una cifra notevole, il numero 11, la cui performance è in pratica minimamente al di sotto del numero 10 ,nulla. Diversi stati (spagna, belgio, ungheria, polonia e altri) finanziano comunque i non vincitori che hanno un progetto solido con bandi riservati, che è in fondo quello che vorrebbe fabio turone. Con tutta la simpatia possibile e l’augurio sincero di non scoraggiarsi però, riterrei le soluzioni “ad personam” delle toppe che non risolvono le vere criticità messe in luce dai diversi commentatori.
La soluzione migliore non è scrivere improbabili appelli, che nell’eventualissimo caso ricevessero risposta creerebbero solo altri malumori, ma rimboccarsi le maniche per cercare “money money money” (ancora ABBA…)
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In my dreams I have a plan
If I got me a wealthy man
I wouldn’t have to work at all, I’d fool around and have a ball…
Mi scuso con Fabio per il refuso:”Tutrone”
Benché io condivida gran parte delle osservazioni qui formulate sui problemi ‘sistemici’ dei bandi MIUR ed ERC (e benché io apprezzi molto la musica degli ABBA), ritengo doveroso precisare che la mia lettera/appello non è stata concepita per proporre soluzioni ‘ad personam’, ma per porre al centro della discussione un problema di metodo generale, riguardante ben 70 progetti. Quando, nell’articolo che ho menzionato, il Sole 24 Ore definiva le audizioni un meccanismo ‘pro forma’, il giornalista di turno stava semplicemente pescando nei cassetti della propria memoria. In molti bandi precedenti, infatti, le audizioni ministeriali non avevano la funzione di decimare, in termini percentualmente rilevanti, progetti già referati per due volte. Nel caso del SIR, invece, dei 204 progetti ammessi con giudizio di eccellenza per le tre macro-aree ben 70 sono stati cassati ricorrendo alle discutibili modalità di cui sopra. Predisporre un bando riservato, come proposto da Marco Bella sull’esempio di altri Paesi europei, rappresenterebbe certamente una soluzione adeguata. In ogni caso, credo che i giovani ricercatori italiani meritino un bando dedicato anche per il 2015: un bando che preveda tempi certi, commissioni internazionali e – soprattutto – risorse adeguate, a parziale risarcimento della gestione ‘artigianale’ del SIR.
caro Fabio,
In tutti i bandi di ricerca nel mondo c’è sempre qualcuno che rimane fuori e che probabilmente merita. Il sistema di peer-review non è la soluzione perfetta (c’è chi ha proposto di assegnare i fondi di ricerca semplicemente con una lotteria) ma al momento è una di quelle più utilizzate. E’ chiaro che meno sono i vincitori in percentuale, più il bando può sembrare ingiusto. La distribuzione ideale sarebbe quella che esclude gli “impresentabili” e distribuisce risorse più o meno a tutti i progetti finanziabili. Un sistema funzionante dovrebbe distribuire risorse alla maggior parte dei progetti sensati (no a chi si è laureato in lettere e vuole sperimentare con TRE MILIONI DI SOLDI PUBBLICI un’improbabile cura a base di cellule staminali, a chi voleva CENTINAIA DI MILIONi per studiare l’energia “piezonucleare”, o chi si inventa improbabili studi per dimostrare che l’analisi del C14 sulla Sindone di Torino ) e agli “eccellentissimi” dei fondi addizionali. Per gli “eccellentissimi veri” a livello europeo c’è l’ERC.
Detto questo, con tutta la simpatia e l’augurio di un radioso futuro non mi sembra che prendere dei soldi (da dove?) e finanziare i progetti SIR che sono arrivati alle audizioni ma non ce l’hanno fatta sia auspicabile. Si tratterebbe di trovare 10-20 milioni di euro da qualche parte, presumibilmente toglierli a qualche altro bando di ricerca. Ma allora, quelli che sono usciti fuori per un pelo dalle audizioni potrebbero a loro volta chiedere un’estensione, e così via a cascata: in fondo è errato che chi si sia piazzato nel miglior 10% non sia finanziato, ma questo significherebbe supportare circa 500 progetti anziché 150… cioè tre bandi SIR. E’ giusto avere rimpianti a questo livello, ma non si vive di rimpianti, è meglio guardare avanti.
Scusate per il refuso:
“o chi si inventa improbabili studi per dimostrare che l’analisi del C14 sulla Sindone di Torino SAREBBE ERRATA”
Dispiace vedere che si continui a parlare di rimpianti, mestizie e inefficaci lamentele. Non di questo parla il mio appello, ma di un’esigenza di giustizia avvertita da molti.
Proprio il sistema del peer-review ha per ben due volte certificato l’eccellenza dei progetti ammessi alle audizioni: il 4% del totale, una percentuale dinanzi alla quale l’ERC, in forza dei propri principi, sobbalzerebbe. I progetti che non sono giunti fino a tal punto – a torto a ragione – non possono contare su una legittimazione ugualmente forte in termini di peer-review (l’unico standard internazionale di valutazione realmente affidabile, come già correttamente ricordato).
E’ assai significativo che proprio l’ERC, in occasione della recente call ‘Starting Grant 2014’ (il modello dichiarato del SIR), abbia ritenuto di dover reperire ulteriori fondi per alcuni progetti meritevoli non rientranti nel 10% inizialmente finanziato. La percentuale di progetti selezionati è così salita, in seconda battuta, all’11,46%. Leggere per credere: http://erc.europa.eu/sites/default/files/press_release/files/erc_press_release_additional_researchers_stg_2014.pdf?utm_medium=email&utm_campaign=ERC+News+Alert+03+March+2015&utm_source=Newsletters+YMLP&utm_term=ERCbacks+additional+47+top+re
Rispetto, ovviamente, le opinioni di tutti. Ma il problema sollevato – e le iniziative che ne scaturiranno – poggiano su una base di metodo e di merito che travalica i confini delle ‘delusioni’ individuali.