“Errare humanum, perseverare ...”. L’ANVUR non si ravvede nemmeno dopo il tragicomico naufragio della VQR: classifiche doppie, quattro diverse normalizzazioni dei voti, Francesco Giavazzi che chiede la chiusura dell’ateneo di Messina mentre l’ANVUR certifica che l’ingegneria industriale e dell’informazione messinese precede in classifica i colleghi del Politecnico di Milano. Invece di fermarsi a riflettere e a studiare, l’ANVUR sta per scatenare un nuovo tsunami burocratico sull’università italiana: la cosiddetta Scheda Unica Annuale della Ricerca Dipartimentale. Il CUN denuncia il pericolo che incombe esprimendo “preoccupata attenzione” per le “serie difficoltà a carico dei Dipartimenti già fortemente gravati dagli oneri associati agli obblighi informativi previsti dalle norme vigenti“.
Ministero, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Consiglio Universitario Nazionale
Al Sig. Ministro
Sen. Stefania Giannini
Sede
OGGETTO: Mozione Scheda Unica Annuale della Ricerca Dipartimentale (SUA-RD)
Adunanza del 26 marzo 2014
Il CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE
Visti i modelli preliminari elaborati dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) per la predisposizione della Scheda Unica Annuale della Ricerca Dipartimentale (SUA-RD), recentemente presentati in diverse sedi pubbliche e in via di sperimentazione presso alcuni Dipartimenti universitari «pilota».
ESPRIME PREOCCUPATA ATTENZIONE
per il numero considerevole e per l’elevato grado di dettaglio delle informazioni che si prevede di richiedere ai docenti e alle strutture dipartimentali per la compilazione della SUA-RD
OSSERVA
Che tali richieste potrebbero generare serie difficoltà a carico dei Dipartimenti già fortemente gravati dagli oneri associati agli obblighi informativi previsti dalle norme vigenti e dalla sequenza di atti regolatori con i quali si è ritenuto di darvi attuazione
Il CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE
Riconoscendo nella semplificazione e nel non aggravamento delle procedure principi e valori da perseguire anche nell’esercizio delle attività di valutazione, in quanto funzionali alla valorizzazione e all’incentivazione della qualità e dell’efficienza dei diversi sistemi e perciò anche del sistema universitario e della ricerca,
CHIEDE
di potersi urgentemente confrontare su tali temi con i soggetti competenti sia presso la sede ministeriale sia presso l’ANVUR, prima che il modello SUA-RD diventi definitivo e acquisti piena operatività, obbligando tutti i Dipartimenti a osservarlo.
IL CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE
Sottolinea nell’occasione al Sig. Ministro che molti dati oggetto di questi ennesimi, annunciati, obblighi informativi sarebbero facilmente e automaticamente in possesso degli stessi apparati pubblici preposti, ove si procedesse all’istituzione dell’Anagrafe Nazionale dei Professori e dei Ricercatori e delle Pubblicazioni Scientifiche (ANPRePS).
Si ricorda in proposito che questo Consesso ha già posto in essere, ai sensi dell’art.3- ter, comma 2, l. 9 gennaio 2009, n. 1, l’atto di avvio della procedura allo scopo necessaria presentando, il 22 ottobre 2013, la proposta per l’individuazione dei criteri identificanti il carattere scientifico delle pubblicazioni e degli altri prodotti della ricerca, formulata in esito a una Consultazione Pubblica Telematica della comunità scientifica e accademica effettuata tra il 23 aprile 2013 e il 23 luglio 2013.
IL PRESIDENTE
Ma in che lingua bisogna dirlo? Non potrebbe fregarle di meno. All’Anvur. Ora abbiamo da combattere con “definizione aree di apprendimento e risultati di apprendimento degli insegnamenti – SUA 2014”: l’ANVUR richiede che a partire da questo a.a., tutti i Corsi di studio provvedano a esplicitare le correlazioni fra i singoli insegnamenti e i risultati di apprendimento dichiarati in Ordinamento, organizzandoli nel contempo in ‘aree di apprendimento’. Da 15 anni non facciamo che rimasticare ordinamenti, regolamenti, crediti, poi piani di studio (non obbligatori ma vincolanti), ora le “aree di apprendimento”. Ma non è un puro manicomio, solo per giustificare l’esistenza di un ente (pardon: AGENZIA) pasticcione e costoso?
Forse faremo la fine del Senato e delle Province.