Oggi abbiamo superato un milione di visite al sito. Un notevole risultato per un sito che ha esordito il 30 ottobre 2011. Dopo un breve rodaggio, a partire dal 2012 abbiamo avuto in media, più di 100.000 visite al mese. Attualmente, la visibilità del sito è in rapida crescita: nelle ultime settimane riceviamo spesso oltre 15,000 visite al giorno, con picchi intorno ai 20.000. In meno di un anno, abbiamo pubblicato più di 600 articoli e più di 3.600 commenti. La redazione è orgogliosa di questo risultato e ringrazia di cuore i collaboratori e tutti coloro che ci seguono, soprattutto chi, intervenendo attivamente con i suoi commenti, arricchisce lo spazio di discussione che mettiamo a disposizione di tutti.
Con l’occasione vi ricordiamo anche la nostra pagina Facebook, che conta ormai quasi 1.000 utenti e il nostro indirizzo Twitter: @Redazione_ROARS.
Un “ringraziamento” anche al Ministro ed ANVUR. Senza:
– il PRIN-kakuro
– I test del TFA
– la classifica di Nonna Papera per la VQR
– la bibliometria fai-da-te
– le mediane di Mr Bean
– la FAQ fantasma
– l’indice di Katsaros
– il mobbing e la zombizzazione come sistema di reclutamento
non avremmo così tanti lettori.
Confesso che a volte penso che sarebbe meglio essere un piccolo blog di nicchia … ma vivere in un’università amministrata in modo normale.
In effetti anche il PageRank e’ cresciuto in maniera notevole: ancora pochi mesi fa era zero, ora e’ pari a 5.
Il milione di contatti a Roars è, per quanto possa apparire strano, la prima grande vittoria del tentativo di riforma dell’Università italiana. Tra gli escamotage utilizzati dalle facoltà vi era quello di bandire concorsi durante i mesi estivi al fine di tenerli quanto più possibile nascosti e consentire così ad un numero ridottissimo di candidati di fare domanda. Quanti, per vie più o meno traverse, venivano a conoscenza del bando e riuscivano a presentare domanda venivano comunque eliminati sulla base di regole scritte ad hoc per far vincere il prescelto.
Il metodo ha funzionato perfettamente: per decenni i concorsi sono stati vinti da candidati senza merito, oltre che senza pubblicazioni (lo ricorda, en passant, anche Castagna nel suo articolo sull’Unità). L’altra faccia della stessa medaglia è stata la dispersione delle migliori menti italiane in Europa, America e ora in Asia. Perché dico che Roars è la prima vittoria della riforma? Perché – per la prima volta da decenni – stiamo parlando e ci stiamo confrontando sulle regole, sui metodi da adottare per valutare la Ricerca (perdonate la maiuscola ma se dedichi a qualcosa l’esistenza, se per essa sacrifichi affetti e vita familiare, se in suo nome accetti umiliazioni, questo qualcosa non può che essere scritto con la maiuscola).
Le critiche sono legittime ma dovranno essere costruttive, dovranno, cioè, contribuire a migliorare un sistema che, come dimostrano le ricerche della redazione di Roars, rivela in ogni anfratto imperfezioni e discrasie. Ma se questo tentativo dovesse abortire (con la complicità di quelli che un tempo venivano chiamati azzecagarbugli), se verrà negata ancora una volta la possibilità di essere valutati sulla base di criteri certi e – soprattutto noti a tutti – avrà vinto ancora una volta l’Accademia, avranno vinto ancora una volte le baronie e le inette discendenze.
Complimenti davvero a tutti ed in bocca a lupo per il proseguimento!
Questo sito web è diventato la fonte più attendibile e autorevole sulle politiche universitarie italiane. Complimenti, sinceri, ai promotori dell’iniziativa, sebbene in un mondo ideale avrei voluto che quanto si apprende su “roars” fosse reperibile su “www.miur.it”.
In particolare, quello che credo sia piaciuto ai più sia lo squarcio sul velo di opacità delle iniziative ministeriali degli ultimi tempi (dell’ultimo anno, almeno).
Per questo motivo propongo in questa sede un’ulteriore opacità, nata in questi giorni, anche se “off-topic” rispetto al gettonatissimo argomento “mediane”.
1. Il D.Lgs 49/2012 ha stabilito nuove regole sul turnover, che diventa variabile tra il 10% e circa il 50% in base a due “indicatori” (“e dalle!”, si dice dalle mie parti) dello stato di salute finanziario degli atenei statali.
2. La spending review ha introdotto un limite del 20% complessivo al turnover del sistema universitario pubblico, almento per il 2012.
3. Una recente circolare ministeriale (parzialmente difforme dalle norme anzidette) ha stabilito le modalità di esecuzione delle regole di cui ai punti 1 e 2 precedenti (https://www.roars.it/?p=10653):
– gli atenei trasmettono i dati relativi ai propri indicatori (entro luglio);
– il miur “certifica” i valori degli indicatori (entro agosto);
– il miur sistema tutti i dati su un foglio di calcolo e “esplode” o “implode” il turnover disponibile in ogni ateneo in modo da fare il “match” con il valore nazionale del 20% e comunica ad ogni ateneo le corrispondenti possibilità di assunzione.
Dal momento in cui i dati sono stati certificati, la compilazione del foglio di calcolo risulta immediata. Tuttavia, l’esito dell’operazione non è stato ancora reso noto: perché?
Le prime indiscrezioni sembrano suggerire che si sia creato il caos: ad esempio, il mio ateneo, piuttosto “vizioso” con il vecchio criterio del 90%, pare sia diventato molto “virtuoso” con i nuovi indicatori, mentre alcuni ex “virtuosi” sarebbero diventati “viziosi”. Oltre a confermare che o il vecchio o i nuovi indicatori (probabilmente entrambi) non rappresentano in maniera adeguata lo “stato di salute” delle finanze di un ateneo, la solita opacità nel rendere pubblici i dati rende tutta l’operazione avvolta dal mistero.
A scanso di equivoci preciso che sono idoneo e chiamato da circa due anni, ma non sono ancora entrato in ruolo per (presunti) ostacoli normativi: pertanto la questione mi sta molto a cuore. Tuttavia, il fattore comune (l’opacità delle procedure)con altri temi così ben trattati su questo sito mi hanno suggerito di proporla
[…] universitarie. Mentre la tragicommedia dell’abilitazione fa schizzare alle stelle i contatti di Roars, arriva negli atenei italiani il fatidico momento della nomina dei nuovi organi di governo: su […]
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